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Autore: ImAFeather    30/08/2013    8 recensioni
[...]E gli occhi parlano più di mille parole dette, sussurrate o urlate; più di mille gesti fatti, gettati o pensati; perché sono occhi, fanno parte dell’uomo, ma non sono controllati da questo… sono come i diamanti scalfiti, solo, da loro simili.
E Beth sapeva che con gli occhi non si può mentire, non si può ferire; ma sapeva, anche, che con gli occhi si può amare, si può morie.
Eppure, doveva ammetterlo, sapeva che ciò che fa innamorare il mondo sono le parole, dolci suoni che compongono eterne melodie.
E sapeva anche che... quelle parole... pronunciate dalle sue labbra... erano state il colpo mortale.
E allora Beth disse addio a quell'ultima scheggia di cuore che le era rimasta; perchè adesso lo sapeva che era completamente, e irrimediabilmente, suo.
| Alec è un musicista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
| Beth è un'artista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
N.d.a. Non è la solita storia d'amore se d'amore vogliamo parlare!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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»Chapter 3



Eyes - As Ink On Paper



Dopo un benvenuto per il nuovo anno da parte della preside Phillips, tutti gli alunni del Bath High School si dileguarono. Ragazzi sostavano davanti alle aule intenti a salutarsi e augurarsi di resistere a quella condanna chiamata scuola. Coppiette si donavano l'ultimo bacio per salutarsi e accettare di non vedersi per ore spese, secondo loro, nel più stupido dei modi. Professori pregavano per quell'anno, che speravano, sarebbe stato diverso per poi, accettare che la scuola e gli alunni non cambieranno mai. Cheerleader, invece, si mettevano in mostra appoggiate ai loro armadietti, come se fosse una sfilata, in cerca di attenzioni maschili. I ragazzi più ambiti, sportivi senza cervello, per la maggior parte, mangiavano con gli occhi e commentavano con apprezzamenti poco casti le belle ragazze.

Alec, era già in classe, seduto sul banco, gamba piegata sulla sedia del banco avanti, note nelle orecchie, sguardo perso nel cielo.
E tremendamente sexy.

Beth, era già in classe, seduta sul davanzale della finestra, gambe piegate al petto e circondate dalle braccia, note nelle orecchie, sguardo perso nel cielo.
E tremendamente strana.

Passate solo due ore, Beth stava soffocando. Le mancava l'aria.
Chiese al prof. di uscire e si diresse nell'unico luogo di libertà in quel carcere.
I bagni del terzo piano erano i più belli. Grandi e luminosi. Pieni di storie. Storie, forse, come la sua.
La rampa di scale, era un sacrifico accettabile, per quella libertà.
Beth, era intenzionata a restarci tutta l'ora. Perchè ad essere sinceri di biologia, quel giorno, non le fregava proprio.


Alec, dopo solo due ore, era già evaso. Scappato dalle grinfie della prof. di fisica e latitante nei bagni.
I bagni del suo piano, il terzo, erano i più ambiti. Dove quasi nessuno, delle classi inferiori, osava recarsi.
Tra le labbra una sigaretta e la mente galleggiante tra i pensieri.
La campana della terza ora aveva appena suonato il suo ultimo avviso. Due mozziconi di sigarette nel cestino. Alec non era per niente pronto per un'altra ora.
Aprì la porta e con la testa china uscì. Ma un qualcosa gli finì addosso.

Aprì la porta e con la testa china uscì. Ma si scontrò con qualcosa.

Due grandi occhi blu. Meravigliosi, pensò.

Due profondi occhi neri. Stupendi, pensò.

Beth e Alec, stavano affondando entrambi negli occhi dell'altro. Blu nel nero. Nero nel blu.

Alec, non aveva mai visto degli occhi così blu. Blu.

Beth, non aveva mai visto degli occhi così neri. Neri.

Il misterioso ragazzo sussurrò un leggero scusa. E sparì, velocemente, come era arrivato. Privandola dei suoi magnetici occhi neri.

Alec, disse uno scusa sussurrato e se ne andò. Lasciandosi la ragazza dai magnetici occhi blu alle spalle.


Il prof. Murphy era appena entrato nella classe di Beth.
Si presentò come insegnante di arte.
E la giornata di Beth sembrò iniziare a girare nel verso giusto.
<< Non farò l'appello per conoscervi. I vostri nomi non rappresentano chi siate, che persone siate. Sono solo nomi. Superflui, per artisti, che si conoscono per la loro arte. >> il giovane uomo dagli occhi verde speranza, ottenne l'attenzione dagli alunni, poi, continuò:
<< Voglio conoscervi attraverso ciò che pensate dell'arte. Attraverso ciò che l'arte è per voi. Attraverso il vostro essere artisti. >> le fronti degli alunni erano aggrottate e il prof. sorrise.
< Questi sono fogli bianchi. Completamente bianchi... >>
<< Queste sono penne. Di diversi colori... >> continuò.
<< Alzatevi e prendete foglio e penna. Scegliete il colore in base al colore di occhi che avete impressi nella mente. >>
Beth alzò lo sguardo.
<< A questi occhi dedicate un tema. Scrivete cos'è l'arte. Scrivetelo come volete. Scrivete ciò che volete. Una sola regola: liberà. Siate liberi di essere voi stessi. >> annunciò con occhi sognanti e i gli alunni non poterono non pensare che quell'insegnante fosse strano, tutti tranne Beth.
<< Buon lavoro! >> concluse.


In classe, la prof.ssa Taylor, era intenta a spiegare ai ragazzi un'idea che lei e il suo fidanzato, insegnate d'arte, avevano avuto.
La giovane donna dai capelli ramati e gli occhi cioccolato disse che non voleva che i suoi alunni si presentassero con il loro nome, ma con la loro musica.
Enunciò che voleva conoscerli per ciò che pensavano della musica e per ciò che questa significava per loro. Per il loro essere musicisti.
E la mattina di Alec, sembrò finalmente iniziare con il piede giusto: la musica.
<< Questi sono fogli bianchi. Completamente bianchi... >>
<< Queste sono penne. Di diversi colori... >> continuò.
<< Alzatevi e prendete foglio e penna. Scegliete il colore in base al colore di occhi che avete impressi nella mente. >>
Alec alzò lo sguardo.
<< A questi occhi dedicate un tema. Scrivete cos'è la musica. Scrivetelo come volete. Scrivete ciò che volete. Una sola regola: liberà. Siate liberi di essere voi stessi. >> disse con occhi entusiasti e i gli alunni non poterono non pensare che quell'insegnante fosse strana, tutti tranne Alec.
<< Buon lavoro! >> concluse.

Beth si alzò, prese un paio di fogli e tra le penne una sembrava chiamarla. Era nera.
Nera, come gli occhi di quel ragazzo.

Alec si alzò, prese un paio di fogli e tra le penne una sembrava chiamarlo. Era blu.
Blu, come gli occhi di quella ragazza.


Cos'è l'Arte?
Per la maggior parte dei ragazzi è solo qualcosa di passato. Vecchio.
Per la maggior parte dei ragazzi è solo qualcosa di "palloso". Inutile.
Disegni. Schizzi. Macchie di colore. Quadri appesi.
L'Arte è un disegno nel quale l'anima è messa grafite su foglio.
L'Arte è uno schizzo, un ritaglio del tempo.
L'Arte è delle macchie di colore che colorano la vita.
L'Arte è quadri appesi. Quadri nei quali l'artista ha messo un pezzo della propria anima, i propri sentimenti, la propria vita.
L'Arte è musica, danza, scrittura, disegno, fotografia, parole, baci, carezze, lacrime... L'arte è tutto questo, ma molto di più.



Musica...arte di combinare insieme i suoni.
La Musica non è quella che si sente in discoteca.
La Musica non è quella fatta di parole in fila indiana senza senso.
E' poesia, arte, sentimenti, emozioni... vita.
La Musica è brividi che percorrono la schiena.
E' pelle d'oca.
E' lacrime di gioia o di tristezza.
E' cuore palpitante.
E' corpo che freme.
E' occhi che si scontrano.
E' un po' come l'amore.
La Musica è tutto questo, ma molto di più.

Arte è magia.

Musica è magia.

L'Arte è nero.

La Musica è blu.

L'Arte è tutto ciò di cui posso vivere, respirare.

La Musica è tutto ciò di cui posso vivere, respirare.

Sono io.

Sono io.

L'Arte non è solo fermare un momento.
E' rubare un pezzo di vita.
Ingannare il tempo.
E non è semplicemente Arte...
E' ciò che si nasconde dietro occhi di chi non vuol vedere...

La Musica non è solo fermare un momento.
E' rubare un pezzo di vita.
Ingannare il tempo.
E non è semplicemente Musica...
E' ciò che si nasconde dietro occhi di chi non vuol vedere...

Beth Smith

Alec Cooper


Il tempo che il prof. aveva dato agli alunni era scaduto. Dice che non importa se non hanno finito perchè non è un tema che si può finire. E' infinito.

La prof. ritira i temi senza lascarli finire. Dice che non si possono finire. Ci vorrebbe troppo tempo. E quel tema è infinito. Il tempo no.

Andrea, la ragazza al primo banco, treccine, occhiali e occhi cenere alza la mano e fa una domanda:
<< perchè ci ha chiesto di dedicarla a degli occhi? >> il giovane insegnante sorride
<< non sono semplici occhi, sono quelli che non riuscite a togliervi dalla mente. Sono occhi che non si confondono tra la folla... >>

La prof. parla con tono entusiasta: << sono occhi che ispirano. E qualsiasi artista, anche se inconsciamente, dedica le sue opere a degli occhi. Avvolte hanno un nome, altre volte solo il colore, perchè forse non li si è più rivisti. >>

Gli occhi verde speranza brillano:
<< sono occhi che incantano, che fulminano, che vivono e nei quali vivi...>>

Gli occhi cioccolato si sciolgono:
<< sono occhi che amano e che si amano!>>

Occhi.
E Beth Smith riuscì solo a pensare agli occhi neri, di uno sconosciuto, che forse non vedrà mai più. Ai quali ha dedicato un tema.
I suoi Occhi.

Occhi.
E Alec Cooper riuscì solo a pensare agli occhi blu, di una sconosciuta, che forse non vedrà mai più. Ai quali ha dedicato un tema.
I suoi Occhi.






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Ink Droplets


Care lettrici,
ecco un nuovo capitolo, Eyes, spero vi piaccia.
Qui, finalmente, Beth e Alec si incontrano, Che ne pensate?
Inoltre scopriamo cosa per loro significhi rispettivamente l'Arte e la Musica. Il tema vi piace?
E i due prof?

Ringrazzio per seguire la mia storia:
anna_s89
FamousLastWords , anche per la recensione XD
Misakixox per averla messa tra i preferiti.
ChiaraColfer95 per essere stata la prima a credere nella mia storia e a commentarla. ^-^

Commentate in tante e ditemi cosa ne pensate.
Xoxo Fil

 

   
 
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