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Autore: Ashbear    22/07/2003    1 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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He is the lion,
that I am proud to hunt.

--William Shakespeare

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ II. DISSENSO ~

Il Garden era immerso nella tranquillità mentre Squall raggiungeva il suo ufficio e apriva la grande porta di mogano. Dentro faceva freddo, ma lui la lasciava di proposito così. Aveva scoperto che più abbassava il riscaldamento, meno era il tempo che la gente era disposta a passare lì dentro. Chiamatela una lezione sul comportamento umano, o soltanto un modo per dire fuori di qui senza spiccicar parola. La psicologia non era certo la sua specialità, ma l'aveva imparata grazie alla strategia militare.

La stanza era scura, e non sentiva alcun desiderio di accendere le luci. Avvicinandosi al computer, Squall prese in mano il portacenere che giaceva nel tavolino d'entrata. Sarebbe stata una lunga notte, in tutti i sensi. Per un attimo, gli unici suoni nella stanza furono i suoi passi sul tappeto davanti alla sua scrivania. Sospirò tra sé, e poi si girò verso il computer principale. Il ronzio appena percettibile della macchina gli dava un certo tipo di conforto, che gli umani non erano in grado di fornirgli.

Era proprio vero, il consiglio aveva già cambiato la propria rotta Strabiliante come un ammasso di sporchi politici potesse giostrare ogni faccenda da migliaia di chilometri di distanza a Deling City. In quel momento si trovavano quasi a 200 chilometri a sud-est di Trabia, ora diretti verso sud. Addio al controllo al Garden di Trabia.

"Dannazione a loro," Squall sbatté la mano sulla scrivania di legno. Doveva stare al loro piccolo gioco, e in verità nei due anni passati era diventato bravo a giocare. Ma non gli piaceva. La politica non era qualcosa con cui voleva avere a che fare, ma ora era un membro con cattedra del Consiglio Mondiale, che era notoriamente composto da un novanta per cento di ufficiali Galbadiani, un cinque per cento di ufficiali Esthariani, e un cinque per cento del 'mondo'.

Notò la luce rossa che lampeggiava sul suo telefono. Una chiamata in arrivo a quell'ora era un'assoluta rarità, e si chiese a lungo se lasciare che se ne occupasse la segreteria telefonica. Tuttavia, pensando che doveva essere un messaggio ben importante per avere la necessità di comunicarlo in piena notte, e che in ogni caso esisteva il sistema di trasmissioni di emergenza e il cercapersone, la comunicazione sarebbe stata rigirata nuovamente a lui al massimo in cinque minuti. Ritardare la risposta sarebbe semplicemente equivalso a rimandare l'inevitabile.

"Comandante Leonhart."

Parlò una voce all'altro capo del ricevitore. Non era necessaria alcuna presentazione; era Jefferson Mitchell, Presidente di Deling City e capo del Consiglio Mondiale. Che sorpresa.

"Comandante, è un piacere sapere che sta lavorando fino a tardi, e ciò è sempre molto apprezzato da parte nostra. La sua condotta sul lavoro è encomiabile."

"Grazie, signore. Sono stato avvisato dei recenti avvenimenti, il Garden è sulla strada per Deling City. Alla velocità attuale, dovremmo arrivare in due giorni. Una breve sosta a Balamb per approvvigionamenti domani è inevitabile."

"Lo so, Comandante Leonheart. Il suo pronto ritorno è ciò che il consiglio ha richiesto. Abbiamo ricevuto informazioni sulla strega da una fonte affidabile, è stata vista nella parte bassa della città di Deling City. Non possiamo essere troppo prudenti, è considerata una criminale di guerra e sarà trattata come tale."

"Con tutto il dovuto rispetto, Presidente Mitchell, sono perfettamente a conoscenza di ciò. Sono passati due anni da quando ha cominciato la battaglia col Garden. So che deve rispondere dell'accusa di omicidio, e la mia precedente relazione personale con lei non influenzerà il mio giudizio sulla situazione."

"Sì, Comandante... domani sarà il secondo anniversario della tragica morte di sua sorella. Il tempo sta rapidamente diventando la questione principale."

"Ellione non era mia parente di sangue, ma l'ho sempre considerata una sorella." Anche dopo due anni, le parole immediatamente successive erano taglienti come un coltello ogni volta che venivano pronunciate. "La Strega Rinoa Heartilly deve essere ritenuta responsabile della morte di Ellione Loire; la troverò subito affinché venga sottoposta a un processo immediato."

"Ne sono cosciente. Si è già dimostrato inappuntabile su questo punto in passato. Faccia attenzione."

"Come sempre, signore," Squall riattaccò infastidito la cornetta, neanche sicuro che la conversazione fosse davvero finita; non che gli importasse, in verità.

Si sedette a fissare la luce ipnotica del monitor del computer per alcuni minuti, perso in un mondo di dubbi senza termine. Alzando di nuovo il ricevitore, digitò un numero fin troppo familiare.

"Leonhart. Abbiamo ricevuto notizia che lei si trova a Deling City. Il Garden non sarà lì che martedì. Voglio che il tuo uomo sia lì domani per investigare, gli triplicherò il compenso se la trova per primo. Il Consiglio sta cominciando a preoccuparsi per il tempo che i SeeD ci stanno impiegando... non so per quanto ancora posso continuare così. Se scopri qualcosa, chiamami sulla mia linea privata, non passare per il centralino del Garden."

Squall riattaccò il ricevitore senza dire un'altra parola, e senza permettere alcun tipo di conversazione dall'altro capo. Questa storia stava per spaccarlo in due ancora una volta.

"Sembra che qualcuno non stia giocando pulito, qui," parlò una voce dagli oscuri abissi della stanza.

Squall afferrò immediatamente il gunblade e la sollevò, pronto al confronto. C'era qualcosa di familiare nella voce, eppure sapeva che non apparteneva a nessuno presente nel Garden in quel momento.

"Chi diavolo è?" urlò Squall. "Stai invadendo il territorio del Garden, e sarai trattato come una minaccia per i SeeD."

"Andiamo, pivello, sono già una minaccia per i SeeD," scherzò Seifer Almasy mentre accendeva le luci, abbagliando momentaneamente Squall.

Il Comandante saltò rapidamente sulla scrivania e puntò la lama del Lionheart al collo di Seifer, "una mossa e sei morto, bastardo."

"Sai, non era il benvenuto che mi aspettavo Dove sono le rose e la bottiglia di champagne?"

Squall non era in vena di giochetti, "Cosa diavolo vuoi?"

Erano passati cinque anni dall'ultima volta che si erano incontrati, quando Seifer aveva deciso di sacrificare la strega ad Adele. L'ex-cavaliere biondo sembrava lo stesso, forse solo un po' più logorato. Era evidente che era passato per alcune risse, ma quello c'era da aspettarselo. Aveva fatto di tutto, tranne che buttarsi fuori dalla faccia della Terra, il che, secondo Squall, sarebbe stata davvero una grande idea. L'ultima distrazione di cui aveva bisogno ora era Seifer. Squall fu preso un poco di sorpresa dalla sensazione che provò in quel momento. Benché si trattasse di puro odio, era l'unica vera emozione che avesse provato da anni.

"Cosa voglio? Voglio che la pianti di puntare la tua spadina giocattolo contro la mia giugulare per prima cosa."

"Come faccio a sapere che non proverai ad uccidermi? Sei ancora ricercato dal Garden per il tuo voltafaccia di cinque anni fa. Non c'è amnistia per il tradimento, signor Almasy."

"Non fare idiozie, non proverò a far nulla. Non ho intenzione di ucciderti, Leonheart, che divertimento ci sarebbe? Ci siamo appena rivisti. E poi, non è stato bello non farti da testimone al matrimonio. Non ho avuto l'invito, suppongo che sia stato perso dalle poste, Comandante Poppante."

"Chiudi il becco, Seifer."

Per qualche sconosciuta ragione, Squall credeva che l'uomo dai capelli biondi non l'avrebbe ucciso. Dopo aver verificato che, a occhio e croce, l'intruso non portava con sé la sua arma, Squall decise che era ragionevolmente probabile che non ne avesse un'altra nascosta. Lentamente, e senza distogliere lo sguardo, Squall abbassò la spada; la tenne lo stesso in mano, per enfatizzare senza alcuna parola il suo persistente disgusto. E rimaneva solo una domanda, perché diavolo era lì?

"Allora, sposato con Quistis... non l'avrei mai immaginato. Come sta la cara Professoressa Leonheart?"

"Bene. Ora rispondi alla mia domanda. Perché diavolo sei qui?"

Seifer fu il primo ad abbassare lo sguardo. Dando le spalle a Squall, si allontanò di qualche passo e si sedette con disinvoltura sul divano. Il Comandante stava diventando sempre più impaziente di secondo in secondo, considerando in cuor suo se alzare le mani e farla finita... una volta e per sempre.

"Non mi crederesti, nemmeno se decidessi di dirtelo. Domani è l'anniversario dell'invasione, questo dovrebbe essere ovvio anche per te," Seifer si fermò in attesa di una risposta, ma non ne ricevette alcuna; o meglio, solo una non verbale. Squall continuò a fissarlo, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un attimo dal suo avversario di una vita, non fidandosi di lui nemmeno per un istante.

Lo sguardo fisso e freddo, quasi senza cuore, mise Seifer sorprendentemente a disagio. Prima d'allora c'era sempre stata una passione nascosta al di là dei suoi occhi, ora invece era solo uno sguardo vuoto. Decise di continuare prima che la pazienza di Squall cedesse, "informazioni. Ho passato un po' di tempo nei sobborghi di Deling City, gironzolando in posti non citati nell'ufficio consolare. Mitchell sta conducendo la caccia alla strega, e sta facendo di testa sua al di fuori del consiglio. Ma, come vedo dalla chiamata, tu stai facendo lo stesso."

"Non so dove vuoi arrivare, signor Almasy. Il Garden è la forza militare incaricata di comandare la caccia alla strega. Questa è la mia posizione ufficiale e la sola che abbia mai avuto."

"È vero... sei il leccapiedi di Mitchell. Senza offesa."

"È per questo che sei venuto? Ad informarmi del mio lavoro?"

Seifer si alzò dal divano di piume e osò avanzare di un passo verso Squall. "Dannazione, sono qui per aiutarti a trovarla prima che lo facciano loro. Sai che le truppe Galbadiane sono state incaricate segretamente di sparare per uccidere, prima di chiedere alcunché?"

Fece un altro passo avanti, quasi per sfida, verso Squall. "Tu stai conducendo la tua piccola indagine segreta, ho le mie fonti. Infatti, in questo momento ci sono quattro diverse indagini sulla nostra piccola principessa; quella 'ufficiale' del Consiglio Mondiale, quella del presidente Mitchell e la tua."

"Hai detto quattro."

"Bene, sai ancora contare. Non ho ancora capito qual è la quarta, o perlomeno chi sta dietro le quinte dello show; il mio primo pensiero è andato a Caraway o persino ad Esthar, ma non ho prove concrete verso nessuna delle due ipotesi. Ho pensato perciò di chiederlo all'eroe del mondo Leonheart... sai, attingere direttamente alla fonte."

"La strega Rinoa è un nemico di tutto il Garden e del mondo intero, ed è ritenuta responsabile della morte di Ellione Loire. Deve essere considerata pericolosa. Se mostra un qualunque segno di resistenza, sparare fino a constatazione della sua morte," recitò parola per parola Squall come se stesse leggendo, senza alcuna emozione.

"Fino a constatazione della sua morte! Ascolta te stesso, Comandante. Merda. Guardami negli occhi e dimmi che è quello che credi! Secondo te è stata lei ad uccidere Ellione a sangue freddo?"

Squall rimase in silenzio. Per la prima volta da quando era iniziato quell'incontro inaspettato, gli volse la schiena, rompendo il contatto visivo. "Vattene," fu tutto quello che disse, con veemenza. Ripose la Lionheart nella sua fodera e prese l'ultima sigaretta che aveva nel pacchetto. Prima che avesse la possibilità di accenderla, Seifer gli arrivò dietro e l'afferrò. Squall si girò di scatto, proprio mentre Seifer la distruggeva stringendola nella mano destra. Quando aprì il pugno, pezzetti di foglie di tabacco schiacciato caddero al suolo come neve scura.

"Non sai che queste uccidono senza esitazioni?"

Seifer si girò e si diresse verso la porta. Squall rimase immobile davanti alla sua scrivania. Prima che il ricercato toccasse la maniglia placcata d'oro, Squall disse una sola parola.

"Perché?"

Senza girarsi verso di lui, Seifer rispose, "Perché sono un cavaliere della Strega, perché ho già commesso errori, perché devo sapere la verità, e perché ci tengo ancora a cosa le succede." Si girò di scatto e guardò di nuovo Squall negli occhi.

"E tu?"

Dopo qualche secondo di silenzio, apparve un piccolo ghigno sul viso di Seifer. "Lo sapevo Comunque, metti a Fujin una parrucca nera, occhiali da sole, poi grida Strega! davanti a due SeeD. È incredibile come si possano creare fonti affidabili. Avevo bisogno di tempo."

Squall inspirò profondamente, era quasi un sollievo. Camminando intorno alla sedia, vi si sedette e afferrò una pila di fogli. Spostandoli di lato, parlò senza alzare lo sguardo, "Il Garden attraccherà a Balamb domani per approvvigionamenti. Potrei fare una passeggiata serale sul pontile verso le sei."

Seifer non disse altro, né Squall fece altro in sua presenza.

Squall rimase seduto davanti all'enorme scrivania per quelle che gli parvero ore, senza riuscire a compiere alcunché. Tutto quello che era riuscito a fare era stato spostare carte da pila a pila, far finta di leggere comunicazioni, quando in realtà ci aveva dato solo un'occhiata fugace, e firmava carte a casaccio, senza sapere che diavolo fossero. Gli eventi di quella sera continuavano a ripetersi nella sua mente. L'unica persona di cui poteva fidarsi ora era la persona di cui si era fidato di meno. L'ironia era una volubile creatura. Si fermò solo per osservare una foto di Ellione, e capì che era ormai passata mezzanotte. Era l'anniversario della morte di lei e, in un certo senso, anche della sua.

*~*~*~*~*

Quistis stava sdraiata sul letto, sola; era sempre sola. Quando Squall dormiva con lei, riusciva sempre a girarsi dall'altra parte. Si ritrovò ancora a piangere in silenzio. I suoi lunghi capelli biondi erano sparpagliati sopra il suo viso, ma non le importava. Lui la stava spingendo lentamente sul fondo, e lei stava cominciando ad annegare. Lo avrebbe mai notato? Erano accadute così tante cose negli ultimi due anni, talvolta lei stava sdraiata lì cercando di rimettere insieme i pezzi di quel gigantesco puzzle costituito da Squall Leonheart. Nessuno si incastrava mai. Solo una cosa sembrava evidente, lei non sembrava farne parte.

Il giorno in cui aveva chiesto la sua mano avrebbe dovuto essere il più felice della sua vita. Non prendetela nel verso sbagliata, era felice, ma per la maggior parte a solo beneficio di quelli che le stavano intorno. Perché glielo aveva chiesto se non la voleva? Magari era solo una sostituta di secondo grado rispetto a ciò che veramente desiderava. Lei lo sapeva, chi diavolo non ne era a conoscenza?

Essendo la solita paziente e inguaribile ottimista, aveva accettato la sua proposta di matrimonio. Proposta di matrimonio? Il termine era inadeguato di fronte al lieto evento. Squall era entrato nella sua classe con un'espressione scontrosa, persino per lui, che gli copriva il viso. Avevano parlato prima di quella sera diverse volte. Beh, lei aveva parlato, lui aveva solo fatto finta di ascoltare. Almeno non le era stato detto di andare a parlare con un muro di mattoni, anche se, ripensandoci adesso, non è che ci fosse stata molta differenza. Nessun appuntamento ufficiale prima dell'offerta, solo un bacio, e per giunta di sua iniziativa. Forse era per quello che i pezzi non si incastravano mai. Tutto quello che Squall aveva fatto era stato mettere un anello di diamanti sulla scrivania. Nessuna parola. Nel suo cuore, lei sapeva che non era questo che lui voleva davvero, ma col tempo... Sì, il tempo avrebbe risolto tutto. Lui avrebbe imparato a mostrarle lo stesso rispetto, la stessa passione che aveva avuto verso di lei.

Pensare a lei le faceva salire la bile alla bocca. Rimorso. Il rimorso talvolta consumava Quistis Trepe-Leonheart. Ora in questo secondo anniversario dalla sua sparizione, quelle emozioni stavano divorando la donna bionda. I loro problemi non erano tutti colpa di Squall. Riusciva ad ammetterlo solo con se stessa. Cosa avrebbe rimpianto di più lui oggi, la perdita di Ellione o la perdita di Rinoa? Ora era il suo lavoro, il suo compito trovarla e portare a termine l'esecuzione. Il Consiglio Mondiale, lo sapeva persino lei, l'aveva deciso tempo fa. Non ci sarebbe stato processo per capire se era colpevole o innocente. Il tormento che Squall doveva sopportare ogni giorno era doverla cacciare come fosse una preda comune. Anche lui stava affondando, capì lei.

Ma non avrebbe mai accettato un salvagente.

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto e betato da DefenderX.
Citazione di apertura: dal Coriolano di Shakespeare.
Egli è un leone,
a cui io sono fiero di dare la caccia.
- Alessia Heartilly

   
 
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