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Autore: LunaBlu Noir    30/08/2013    0 recensioni
Dalla storia:
« Ti piace la pioggia? » gli chiesi accucciolandomi sulla sua spalla.
« Non lo so, forse » rispose senza scostare lo sguardo dal vetro.
« Forse mi affascina vedere con quale velocità le sue gocce spariscono e scivolano via, quanto è facile eliminare ogni traccia »
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo che stava continuando a piovere, non potevamo uscire oggi.
Poco importante però sarebbe stato cosa faremo o avremmo fatto, ora non ha più la forza di camminare comunque.
Ora è poco importante come riuscirò a farla ridere, ma dovrò farlo.
Sentii il rumore della sedia a rotelle sulle scale, stava arrivando.
Sorridi, sorridi e levati quella faccia piena di paura di vederla peggio dell'ultima volta, devi farlo per lei: ripetevo a me stessa ogni volta che ero in quella situazione.
Mi voltai e la vidi sorridere come se avesse visto la cosa più bella del mondo, mi pesava quel sorriso, non ne sarò mai all'altezza.
« Finalmente sei arrivata! » gracchiò, stava peggio, pensai.
« Scusa, c'era traffico » gli dissi, non era così. La preparazione psicologica a questi incontri è abbastanza lunga, se così si può dire.
Lei mi guardò, con più attenzione, mi mise a fuoco, sapeva che mentivo, lo sapeva sempre, il come non lo so ma è sempre  così.
Non so nemmeno se tutt'ora sappia davvero cosa sta succedendo, se ne sappia la gravità.
« Emma devi smetterla di prendere sempre strade trafficate » disse con aria seria, senza più il sorriso.
« Lo so » sussurro con un'espressione incomprensibile.
« Cosa vuoi fare oggi? » gli chiesi con un sorriso enorme.
« Ti basterebbe parlare un pò? » chiese di rimando ancora seria, non era nel suo carattere questo comportamento, e comunque fa sempre buon viso a cattivo gioco.
Oggi invece sembra triste, sapevo che in parte era colpa mia, credo che riasca a leggere la mia voglia di stare il più lontano possibile da lei, forse perchè sapevo che si stava lasciano andare ed ero arrabbiata con lei.
Lei lo avverte.
« Va bene, certo che va bene » dissi sedendomi di fronte a lei.
« Forse è meglio non fare niente, voglio guardare la pioggia » mi disse e poi si avvicinò alla finestra.
« Sei sicura? » chiesi sorpresa.
Mi voltai e vidi che il signor Stefano ci stava guardando, amava farlo mentre la faccio giocare, gli piace vederla ridere, ma anche lui oggi è diverso, sta cominciando a perdere le speranze anche lui, la sua fede sta vacillando.
Io ho perso le speranze anni fa, lui invece ne era pieno, credeva davvero che il cancro sarebbe passato, era il più forte tra noi, e ora è un fantasma, come tutti noi, fu il segno che era finita.
L'incrollabile è crollato e fu una botta in più.
La signora Lucia invece fa finta di niente, quasi come se non esistesse alcun che di preoccupante. È più un vegetale che una persona. E io forse sono la più falsa di tutti, sorrido e faccio finta che tutto sia perfetto, tutto, e poi siamo una bomba a orologeria, c'è ancora del tempo ma quando si sarà prosciugato esploderemo e di noi non resterà niente.
« Ti piace la pioggia? » gli chiesi accucciolandomi sulla sua spalla.
« Non lo so, forse » rispose senza scostare lo sguardo dal vetro.
« Forse mi affascina vedere con quale velocità le sue gocce spariscono e scivolano via, quanto è facile eliminare ogni traccia »  disse a me, ma come se volesse farlo presente a se stessa.
« Cosa c'è che non va? » chiesi stanca di quella situazione.
« Per te c'è sempre qualcosa che non va » disse con un tono amorevole, come un genitore che dice al figlio che ha sbagliato, ma che non è grave.
« È che sei strana oggi » dissi allontanandomi da lei, come se mi fossi scottata, come se stare lì fosse totalmente innaturale.
« Cosa pensi della pioggia? » chiese facendo finta di aver azzerato la breve conversazione di prima.
« Credo che sia fredda, bagnata e umida » dissi e poi risi, lei non rise, anzi, sembrava quasi offesa da quello che avevo detto.
« Non ne sto azzeccando una oggi eh!...»
« Puoi andare se vuoi » disse lei dopo un pò.
« Non mi vuoi con te? » chiesi come ferita da quellafrase .
« Sei tu quella che non vuole essere qui, ma non sono arrabbiata con te, ti capisco » disse con una voce tranquilla soave.
« Voglio restare » dissi più per ostinazione che per vera voglia.
« Io ti voglio bene Sammy! » dissi usando il suo diminutivo, il suo nome è Samantha.
« Anche io, tanto » disse e sorrise, sincera, e anche solo per quell'unico sorriso che ho fatto bene a venire.
Mi riavvicinai a lei e la presi fra le braccia.
Guardammo la pioggia per ore.


Angolo autrice: spero vi sia piaciuta, so che ci sarà di sicuro qualche errore qua e la ma se vi è piaciuto almeno un pochino recensite!
  
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