Libri > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: lupetto    31/08/2013    3 recensioni
Tutto ritorna a ciò che stato.
E due persone dovevano tornare a ciò che erano.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alice era stufa di aspettare.
Era stufa di aspettare la morte.
 
Morte
 
Che parola strana.
Definisce qualcosa che noi chiamiamo ‘fine’. Il Cappellaio Matto però gliel’ha spiegato bene, quand’era piccola: la morte è sinonimo di libertà. Tutte le preoccupazioni, i pesi, i sacrifici, le guerre… Tutto sparisce, e non resta nulla, se non la propria anima.
Alice era in dubbio.
Vivere in un mondo che non l’accettava o vivere nel suo amato Paese delle Meraviglie?
Per decidere che strada poteva percorrere, si recò dal miglior consigliere: il suo caro amico Lewis.
Il vecchio era seduto sulla sua amata sedia a dondolo, in veranda. Il profumo del tè coi pasticcini impregnava l’aria circostante, e inebriava l’olfatto di Alice, che curiosa si addentrò nel territorio che tanto bramava. Vivere con il Signor Carroll era uno dei suoi sogni più grandi!
Si avvicinò al vecchio e si mise a sedere sulla seggiola vicina, guardando il tramonto delle cinque di pomeriggio come si guarda una torta al cioccolato.
—Vuoi del vino?— chiese l’uomo, girando un po’ il viso per inquadrarla meglio. La ragazza guardò il tavolino che li affiancava e rimase indifferente: non c’era vino. Ma già questa domanda le era stata posta dal Cappellaio, tanti anni prima. E sapeva perché le era stata fatta codesta domanda.
—Signore, non so che strada prendere!—
—Dipende da dove vuoi andare!— rispose Lewis, guardandola con due grandi e immensi occhi di gatto.
—Stavolta la meta è decisa: il Paese delle Meraviglie!—
Il vecchio saltò sulla sedia e scosse violentemente il capo, facendo tremare persino la tazza di tè fumante che reggeva in una mano.
—Ma sono tutti matti lì!—
—Signore!— rispose Alice alzandosi, tutta impettita. —Sono quasi vent’anni che lei mi conosce, che mi vede ogni giorno su questa veranda. Parliamo sempre di conigli con panciotti e fiori che parlano poiché il loro terreno è duro. Mi vesto sempre senza corsetto e senza calze, disubbidendo alla mamma! Faccio ripetuti sogni su un Paese delle Meraviglie, popolato da creature matte. So parlare al contrario, so parlare il giargianese e so persino contare fino a 1credici. Secondo lei sono una persona che può definirsi ‘normale’?—
Lewis Carroll guardò per la prima volta Alice Liddell, e scorse nei suoi occhi ciò che noi possiamo definire follia. Senza dire altre parole, il vecchio si alzò e porse la mano alla ragazza, la quale accettò con ferma decisione. Dopo di che, si recarono in giardino e si distesero contro la Grande Quercia, aspettando che il Bianconiglio passasse di lì.
Proprio mentre si stavano per assopire e il pomeriggio andava calando, mascherando l’arancio tenue dell’aureo meriggio, videro un coniglio bianco dagli occhi rosa. Era vestito con un panciotto tutto blu, e in mano reggeva un orologio, che fissava in continuazione.
Alice si alzò sorridente, e svegliò il vecchio.
—Signore, si svegli! Il Bianconiglio, è qui!—
Ma non ebbe risposta.
Lewis Carroll era morto, e aveva ritrovato la libertà.
Alice non pianse.
Scoppiò a ridere, inseguì il Bianconiglio e si tuffò per l’ennesima volta nel Pozzo senza Fine, che l’avrebbe condotta nel posto che tanto amava.
 
Il Paese delle Meraviglie aveva riscosso il suo pegno.
Due anime pazze, folli, pure.
Due cervelli antichi, moderni, forti, deboli.
Due umani.

 
Il Cappellaio Matto fu il primo a saltare dalla gioia quando li vide venire, prendendo posto alla famosa festa del tè. Il Leprotto lanciò in aria una teiera e il Ghiro si addormentò sul pan tostato.
Alice e Lewis ridevano. Poi cominciarono a bere del tè, raccontando storie scritte su scrittoi che assomigliavano a corvi pronti a danzare in una tempesta.
 
Rigenerazione di due menti corrotte
Libertà
  
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