Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: fri rapace    31/08/2013    10 recensioni
Hope Howell è diventata da poco amica di Lyall Lupin e l'uomo l'invita a casa sua per trascorrere una giornata assieme.
Storia scritta per il Contest: "Il Babbano è il miglior amico del mago" indetto da Darllenwr.
Prima classificata al contest "Tell me more... with Pottermore" di Isidar Mithrim
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hope Howell, Lyall Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo 2hegi0h_zpsbgccj2nb.jpg




Hope si accomodò sul divano accanto a Lyall, che le sorrise timidamente.
Si erano conosciuti qualche settimana prima, nel corso di una gita al Brecon Beacons National Park, durante la quale lui l’aveva salvata dall’aggressione di un balordo.
Lyall si era successivamente offerto di riaccompagnarla a Cardiff e lei era tanto scossa che solo sull'ingresso di casa aveva notato il suo bizzarro abbigliamento. Quello che gli copriva le spalle non era un cappotto ma un lungo mantello, sotto al quale indossava la giacca di una vecchia divisa militare, abbinata a degli attillati calzoni da equitazione e un paio di scarpe da bowling.
Immaginando che il bizzarro patchwork fosse una conseguenza di gravi ristrettezze economiche, l'aveva invitato a entrare e gli aveva offerto alcuni abiti che erano stati di suo padre.
Lui sulle prima le era parso molto confuso, tanto da farle temere di averlo offeso, ma passato l'attimo di sbigottimento era scoppiato a ridere.
“Non ci so proprio fare con i vestiti Babbani!” aveva scherzato, appendendo i pollici alle tasche della giacca.
Hope non aveva capito cosa intendesse dire con 'Babbani' e, stravolta com'era dalla brutta esperienza, si era subito dimenticata dello strano termine da lui utilizzato.
L'amicizia tra lei e quel giovane premuroso e simpatico era iniziata quel giorno, con un eroico salvataggio, un cambio di abiti, una lunga chiacchierata e un caloroso saluto.
E ora si trovava a casa sua: era la prima volta che Lyall l’invitava a fargli visita.
Sulle prime il suo appartamento le era parso la tipica abitazione degli uomini single spesso lontani per lavoro, ma una seconda occhiata l'aveva costretta a ricredersi.
Lyall non possedeva un televisore, il che spiegava, almeno in parte, perché fosse restato imbambolato per ore davanti al suo come se non ne avesse mai veduto uno, ma in compenso disponeva di oggetti apparentemente banali in grado di compiere azioni sorprendenti.
Ad esempio, era certa che lo specchio sopra la scarpiera le avesse sussurrato qualcosa mentre studiava la bellissima cornice che lo conteneva e dalla cucina una teiera avvolta in una sciarpa rossa e oro aveva tossito, facendo precipitare Lyall a chiudere la finestra del piccolo locale.
“Allora, cosa ti piacerebbe fare?” le chiese l'uomo, sfregandosi i palmi delle mani sui pantaloni grigi del padre di Hope.
“Toglimi una curiosità,” disse lei, fingendo di non aver notato i bizzarri oggetti per paura di essersi immaginata tutto, “che lavoro fai? Scommetto che viaggi molto.”
“Sì, hai indovinato.”
Non aggiunse altro e a Hope parve augurarsi che lasciasse cadere l’argomento, ma lei non era disposta ad accontentarlo: la reticenza di Lyall aveva accresciuto enormemente la sua curiosità.
“Guarda che non mi hai risposto.”
“Speravo non l’avessi notato,” rispose lui. Hope non era certa che stesse scherzando. “Dunque... sono un... come si dice...” si arrovellò alla ricerca di un termine adeguato. “Uno scienziato?”
Vedendolo in difficoltà con il vocabolario, a Hope sovvenne un dubbio.
“Perdonami, ma tu sei britannico? Credevo parlassimo la stessa lingua.”
Lyall aggrottò la fronte.
“Perché, scienziato non va bene?” si agitò, come se temesse di aver detto una stupidaggine.
“Approfondisci e ti darò volentieri il mio parere,” gli promise, allo stesso tempo confusa e divertita.
Ma lui non sembrò apprezzare la proposta, che accolse con panico crescente.
“Non è che sei invischiato in qualcosa d'illegale, vero?” s'insospettì.
“Cosa? No, no, sono anche piuttosto famoso,” la tranquillizzò: la sua riluttanza iniziava a preoccuparla, così Lyall si decise ad ampliare l’argomento, ma solo un pochino, “studio alcune creature un po’, come dire, poco... ecco, poco corporee.”
“Tipo?”
“Ehm... indovina.”
“Meduse?” buttò lì, poco convinta.
Lui sondò a fondo la sua espressione, prima di dichiarare:
“Esatto! Proprio quelle!”
Hope gli sorrise con un po' di tristezza.
“Sai, per un attimo ho temuto che fossi uno di quei pazzi che studiano i fantasmi!” il sorriso le morì sulle labbra. “O forse, ci ho sperato... a volte anch'io sono stata accusata di essere un po' folle... 'troppa fantasia!' mi rinfacciavano spesso i miei genitori.”
Hope aveva sempre posseduto una fervida immaginazione, fonte di grande preoccupazione per i coniugi Howell.
Lyall abbozzò un piccolo, incredulo sorriso.
“Ci hai sperato?”
“Sì,” ammise, arrossendo leggermente, “da bambina vedevo unicorni ovunque.”
“Sei cresciuta nella campagna attorno a Cardiff?” indagò lui, curiosamente serio.
“Sì, perché?”
“Beh, allora si spiega: è da almeno cent'anni che nei pressi di Garth Wood si è stabilito un grosso branco.”
“Per favore, non prendermi in giro anche tu,” reagì stizzita, quando riuscì a tradurre il senso delle sue parole, “l’hanno già fatto a sufficienza i miei genitori e buona parte del vicinato, miei amici compresi!”
Lyall assunse l'espressione determinata di chi aveva appena preso un'importante decisione.
“Usciamo,” disse, sfilando una bacchetta di legno da una cinta nascosta sotto la camicia.
Hope la osservò disorientata.
“Andiamo dove?” chiese, resistendo a stento al forte impulso di afferrarla per accertarsi che fosse reale.
“Nei pressi di Garth Wood, con questa,” spiegò, muovendo la bacchetta, che emise uno sbuffo scintillante, “tu meriti degli amici sinceri e io, d'ora in avanti, intendo comportarmi come tale.”
Le parve una proposta folle, tuttavia decise di affidarsi nuovamente a lui, sperando in segreto che gli unicorni non fossero solo uno scherzo di Lyall, così come aveva sperato, pur vergognandosene, che la sua professione riguardasse i fantasmi.
Per la prima volta in vita sua, non se ne pentì.



Note: mi rendo conto che Lyall, agendo come fa nella mia ff, viola lo Statuto di Segretezza, ma anche nel Canon rivela a Hope cos'è prima di sposarla e ho pensato che fosse possibile che l'avesse fatto in questa maniera.
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: fri rapace