Non ho mai avuto modo di conoscerlo veramente se non dopo la fine della guerra.

Prima di allora ho sempre creduto che Draco Malfoy fosse l’esatta copia di suo padre, del resto quella è la prima cosa che ho pensato quando ho incontrato il suo sguardo alla Coppa del Mondo di Quidditch, il primo incontro…
Diversamente dai miei fratelli che hanno avuto a che fare con lui durante gli anni della scuola, e per questo hanno imparato ad odiarlo, io l’ ho visto solo quella volta, poi di sfuggita al torneo Tre Maghi e ammetto che, anch’io come loro, non mi ero mai posto il problema di conoscerlo, se non attraverso i loro occhi, fermandomi all’ apparenza come tutti.
Anni dopo eccolo di nuovo: seduto con i suoi genitori, stretto nel loro abbraccio, festeggiano insieme la fine di Voldemort e il fatto di essere ancora vivi, nonostante tutto.

Ecco! In quel momento che è cambiato tutto.

Stavo lì a guardarlo mentre, con il volto coperto di lacrime, tentava di rassicurare la madre, tenendosi aggrappato con una mano alla veste del padre.
In quel momento ho provato tenerezza per lui, sembrava un bambino spaventato e felice allo stesso tempo.
Questo ha tirato fuori quella parte Gryffindor di me, quella che si sente in dovere di proteggere le persone che appaiono in difficoltà.

Lui mi guardò.
Probabilmente aveva sentito il mio sguardo su di sé, mi sono soffermato troppo, preso dai miei pensieri.
Ho sorriso.
Lui ha distolto lo sguardo.
Quando il giorno seguente l’ ho cercato tra le persone rimaste ancora al castello, ho scoperto che era già tornato al suo Manor.
Sono arrivato tardi.

Ho scritto una lettera.
Non ho mai scritto una lettera, se non a mia madre per farle sapere che stavo bene ed ero vivo.
Davanti al foglio intonso, mille pensieri mi vorticavano nella testa e innumerevoli emozioni danzavano nel mio cuore, alla fine ho scelto di ascoltare quest’ultime.

Non l’ ho riletta.
Ho preferito così.

Il gufo è volato via con un pezzo del mio cuore.

Non speravo in una sua risposta, ma questa è giunta lo stesso.“Strano” ho pensato.

C’era tutto Draco.
Ogni lato della sua personalità positivo o negativo che fosse pervadeva quella lettera.
Ha acconsentito ad incontrarmi.

Ero felice.

Londra Babbana. Un pomeriggio qualunque.

“Ciao”
“Che vuoi Weasley?”
“Vederti”
“Perché?”
“Perché voglio conoscerti”
“Conoscermi?”
“Conoscerti”
“Perché?”
“Perché sono un domatore di draghi e tu sei un Drago.”
“Vuoi conoscermi per potermi domare?”
“Sì, la conoscenza del drago è fondamentale se lo si vuole domare.”
“Non hai paura che il Drago possa bruciarti?”
“No, averne significherebbe avere paura di avvicinarsi al drago. Non c’è drago che non ti procuri delle ferite, alcune possono essere lievi, altre gravi e profonde e altre addirittura mortali, ma farsi male è la prima cosa che un buon domatore mette in conto quando decide di intraprendere questo mestiere”
“Dunque vuoi avvicinarti al Drago nonostante la consapevolezza che lui possa anche ucciderti?” “I draghi uccidono è vero, ma tu Draco no.”
“Chi te lo dice? Pensi che non ne sia capace?”
“Non penso che tu non ne sia capace, so che lo saresti, ma non mi ucciderai.”
“Sembri sicuro…”
“Lo sono”
“Perché tutto questo?”
“Perché da quando ti ho visto in sala grande quella notte, dopo che Harry ha sconfitto Voldemort, non riesco a togliermi l’espressione del tuo viso dalla testa.”
“Che espressione?”
“Felicità e terrore, insieme, ecco che espressione avevi.”
“Quindi, sei qui solo per questo.”
“No, quella è stata la prima volta che ti ho visto con i miei occhi, Draco. Prima ti vedevo con quelli degli altri, quelli che scorgevano in te solo l’ombra di Lucius Malfoy…”
“Tu invece non hai visto questo, ma altro, giusto?”
“Sì, ho visto le tue paure e le tue speranze”
“Davvero hai visto questo in me, quella notte?”
“Davvero”
“…”
“Voglio conoscerle Draco. Le tue paure, le tue speranze e anche il resto di te…”
“Il resto?”
“Sì, il resto. Voglio conoscere tutto di te.”
“Perché? Io sono un mangiamorte”
“No, non più.”
“Umpfh… non più… come se la morte di Voldemort per mano di Potter avesse messo fine a tutto, vero? Cancelliamo tutto e ricominciamo daccapo! Dimentichiamo il passato. Ma certo. Facile per voi che siete sempre stati dalla parte dei buoni, degli eroi, ma per me è diverso.
IO ero dalla parte dei cattivi, dalla parte degli assassini, dalla parte di Voldemort e come prova di ciò, c’è il marchio impresso sulla mia pelle, un marchio che rimarrà per sempre, per ricordarmi chi sono e cosa ho fatto. Io non posso cancellare il passato.”
“Nessuno, può farlo.”
“Prima dici che non sono più un mangiamorte e adesso, dici che non posso cancellare il mio passato? Non ti sembra una contraddizione?”
“Non sei un mangiamorte, perché non lo sei mai stato Draco.”

Lui tira su la manica che copre il suo braccio sinistro e mi mostra il marchio, ormai solo una cicatrice e nient’ altro.

“Come vedi ti sbagli, Weasley”

Sorrido

“Che hai da sorridere?”
“Non hai mai voluto essere un mangiamorte, vero?”
“…”
“Chi tace acconsente, lo sai?”
“Umfph… sei uno che vuol sempre aver ragione, vero Weasley?”
“Io non voglio aver ragione, io HO ragione. Sono un Weasley, un Gryffindor e un domatore di Draghi, per cui ho sempre ragione.”
“Sei un tipo strano, lo sai?”
“Sì. Me l’ hanno già detto in molti.”
“Credi davvero che io abbia ancora una speranza?”
“Sì.”
“Quale sarebbe, sentiamo?”
“Io”
“Tu? Tu saresti la mia speranza?”
“Sì, sempre che tu lo voglia.”
“Se non lo volessi?”
“Lo vorrai.”
“Sempre sicuro, eh? Perché sei un domatore di Draghi, un Gryffindor e un Weasley, vero?”
“Esattamente.”

C’è un ghigno sul suo volto ora, ma il suo sguardo non è duro come prima. Sembra meno diffidente.

“Perché?”
“…”
“Perché fai tutto questo? Perché per me? Per Draco Malfoy!”
“Perché credo di essermi innamorato di te.”
“Come fai a dire una cosa del genere se nemmeno mi conosci?”
“Proprio perché non ti conosco, ho detto che CREDO di essere innamorato di te.”
“Vuoi conoscere Draco per poterlo domare o per poterlo amare?”
“Per poterlo amare.”
“Sai Weasley…”
“Chiamami Charlie, Draco”
“Sai Charlie… questa è la dichiarazione d’amore più assurda che si sia mai sentita.”
“Lo so. Ma cosa pretendevi da un Weasley?”
“Da un Weasley qualunque nulla, da te… di essere domato.”
“Sarò un buon domatore, fidati di me.”
“Mi fido di te, Charlie.”

Io e lui camminiamo fianco a fianco, le nostre mani si sfiorano, sui nostri volti un sorriso e nei nostri cuori una speranza che si chiama Futuro.

“Charlie?”
“Sì?”
“Abbracciami!”
“Umpfh… dovrei essere io a domarti, non tu a domare me…”
“Abbracciami…”

Mi volto a guardarlo.
Vedo il suo viso rilassato e allora lo faccio.
Lo abbraccio.

Stringo le braccia attorno al ragazzo biondo accanto a me e so che d’ora in poi molte cose cambieranno …ho appena cominciato ad addomesticare il Drago che mi ha preso il cuore… Sarà un addestramento lungo e difficile, ma ce la farò, dopotutto sono un Weasley, un Gryffindor e un domatore di Draghi… soprattutto un domatore di Draghi.