Una luce nel buio
 

 
16/06/1944
“Ordini dall’alto” mi buttarono giù dal letto quella mattina: dopo un anno e mezzo trascorso qui, nel cuore della cosiddetta Valle dell’Aniene, la mia prima vera missione: bombardare il ponte della ferrovia. Fosse successo un anno fa, non ci avrei pensato due volte, ma ora…
Tanti pensieri affollano la mia testa, mentre salgo sul mio aereo Caccia, pronto al decollo ma con un gran peso sul cuore: verrò ricordato come Otto Hilger, colui che con una bomba ha ucciso un intero paese?
A Roma, tanti miei commilitoni commettono reati ogni giorno, ma qui sono stato ben accolto e questi… “cinetesi” (credo di aver capito si chiamino così) mi hanno accettato con calore ; sarà perché appena arrivato ero un 26enne spavaldo che però la guerra non la voleva proprio fare, o perché  sono biondo e parlo uno strano italiano, chissà!
Mentre la mia mente continua a vagare, sono già nei pressi del punto prescelto per lo sgancio della bomba… Ripenso a tante cose: a mia madre rimasta in Germania, al mio cane Bingo che non vedo da molto tempo, alla bella ragazza del paese che mi sorride sempre e decido che NO! Gli ordini sono sbagliati, forse me li sono sognati o ero momentaneamente diventato matto quando ho risposto al telefono due ore fa.
Un breve giro di ricognizione mi fa finalmente individuare un campo al momento abbandonato e prima che possa solo pensare qualcosa sgancio lì la mia arma micidiale… Non attendo neanche lo scoppio che volo immediatamente via, ad informare il mio superiore che “Purtroppo, signore, la missione non è riuscita!”
Lui urla, strepita e minaccia di rimuovermi dall’incarico ma io improvviso un balletto di felicità e poi conclusa la telefonata, esco di casa e mi dirigo verso la piazza del piccolo paese, a quest’ora sarà sicuramente piena e la bomba avrà fatto spaventare tutti: devo andare a rassicurarli che Otto veglierà sempre su di loro.
E magari, chissà, riuscirò anche a sapere il nome di quella ragazza che  mi ha già stregato il cuore!
Dopotutto, le ho appena salvato la vita…
 
Note: questa one-shot è ispirata ad una storia realmente accaduta nel mio paesino in provincia di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale: Otto, il protagonista, era un ufficiale tedesco incaricato di bombardare un ponte della ferrovia che passa appunto nel mio paese (un punto strategico, vicinissimo all’Acquedotto dell’Aqua Marcia, che dai tempi dei Romani rifornisce parte della Capitale).
Mi è sempre piaciuto immaginare quest’uomo come una luce nella grande oscurità di quei giorni, visto che proprio quando il suo aereo stava per sganciare la bomba… sbagliò volontariamente mira e la lanciò su un campo incolto!!!
Non ci sono parole per descrivere ciò che ha fatto: Otto ha salvato un paese povero di campagna da distruzione certa (all’epoca le Autostrade non esistevano ancora ed i treni erano il modo più sicuro e relativamente veloci per trasportare merci e persone) e per questo avrà sempre la mia riconoscenza eterna, ovunque sia ora.
Spero abbiate apprezzato  questa sorta di ringraziamento tardivo per un uomo la cui storia merita di essere narrata al pari di quella dei sei ufficiali tedeschi che con lo stesso stratagemma evitarono la distruzione di un altro ponte ben più famoso: Ponte Vecchio a Firenze.
Con affetto, Devilgirl89^_^
Ps: non avendo elementi sufficienti, il cognome di Otto ed il giorno in cui si svolsero i fatti sono inventati, ma il resto è tutto tristemente vero.