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Autore: kickingleaves    06/03/2008    3 recensioni
Ginevra sbuffò, scossa dai suoi pensieri. Ancora pensava a lui... Draco.
Temeva che Mione potesse portarglielo via, lo temeva tantissimo: in fondo, tra loro c'era solo «una bellissima amicizia e qualche bacio, qualche errore». Lui era libero, lei pure.

Potrebbero essere andate così, le cose? Con una Hermione pronta a stare con chiunque capiti e una Ginny innamorata persa di Draco? Ai limiti del surreale.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ernie Macmillan, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tom Riddle sconfitto.
Mangiamorte ad Azkaban.
Hogwarts ricostruita e ripulita dai professori che l'avevano resa tanto invivibile.
Un sogno che solo pochi mesi prima era fantasia. Ma, ora, tutti gli studenti potevano rifarsi degli anni persi; Harry James Potter, Hermione Jane Granger, Ronald Bilius Weasley, per esempio, avrebbero finalmente potuto frequentare il loro Settimo ed ultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts; i loro compagni d'anno avevano deciso di seguire nuovamente i corsi: l'anno precedente erano stati talmente oppressi da non imparare nulla.
Ginevra Molly Weasley si rigirò nel letto, guardando verso Hermione, nel letto accanto.
Provava una terribile invidia nei suoi confronti: era diventata bella, bella davvero.
Lisciava i suoi capelli tutte le mattine, e il modo esplicito in cui si vestiva non poteva attirare più sguardi. Lei sì che ne aveva avuti, di ragazzi! E non stiamo parlando di sfigati del calibro di Michael Corner o Dean Thomas.
Insomma, si andava sul serio. Viktor Krum, con cui era in contatto e che rivedeva tutti gli anni per una «scopata estiva», come la chiamava lei; correva voce che si fosse fatta perfino Diggory, quand'era in vita; Ron - al pensiero Ginny fu scossa da un brivido - che nonostante tutto era il migliore amico di Harry Potter... E gli ultimi: Blaise Zabini con i suoi occhioni blu, ed Ernie McMillan, che superata l'acne adolescenziale era diventato niente male, con i suoi capelli biondo sporco e i pettorali scolpiti. Ginevra sbuffò, scossa dai suoi pensieri. Ancora pensava a lui... Draco.
Temeva che Mione potesse portarglielo via, lo temeva tantissimo: in fondo, tra loro c'era solo «una bellissima amicizia e qualche bacio, qualche errore». Lui era libero, lei pure. Ginny avrebbe potuto avere tutti i ragazzi di Hogwarts, se solo ci avesse provato: a partire da Potter che, come tutti sapevano, aveva una fissa per lei.
Invece, no: lei la fissa ce l'aveva per Malfoy, e grazie a Dio non lo sapeva nessuno, non ancora. Solo lui, probabilmente. Sentì la guancia umida e, nel buio della notte, la strofinò con una mano: lacrime.
Sbuffando, finalmente riuscì a prendere sonno.

Il suono della sveglia la fece sobbalzare; non lo sentiva da tutta l'estate, non ci aveva ancora fatto l'abitudine. Ginny le piombò addosso, ordinandole di alzarsi.
«Ma no! Non voglio! Nonvogliononvogliononvogliooo» strillò, girandosi dalla parte opposta, dandole le spalle.
«Dai! Hogwarts, Mione, torniamo ad Hogwarts!»
Si alzò, si vestì - minigonna e top, era ancora estate, accidenti, faceva ancora caldo - si truccò, sistemò i capelli castani arricciandoli e creando tantissimi boccoli.
Scese a fare colazione - Ginny era già lì, certo, non aveva bisogno di sacrifici per essere bella, lei! - salutando Molly con un sorriso e ignorando lo sguardo di Ron, che non le rivolgeva la parola da quand'era tornata dalla Bulgaria.
«Ciao anche a te, Harry» aggiunse, con un sorriso al moretto, meritandosi un'occhiataccia dalla rossa. Ma dai, tanto lo sapevano tutte che non aveva occhi che per lei. Sedette al tavolo, le gambe leggermente dischiuse per attirare lo sguardo di Ron, di fianco a Ginny.
Voleva scoparselo prima di arrivare ad Hogwarts, era l'obiettivo della giornata. Gli rivolse un sorrisetto che sperò essere abbastanza timido, con un battito di ciglia. Ma guardatelo, già lì con la bava alla bocca. Grazie a Dio Molly era girata, vedere suo figlio in tali condizioni non l'avrebbe resa così contenta, probabilmente.

Ginevra: sguardo fisso nel vuoto, braccia incrociate.
Hermione: gambe accavallate, sguardo fisso su Ron.
Possibile che Mione facesse la puttana e nessuno se ne accorgesse? Avanti, era palese che da Ron volesse solo una scopata prima di scuola. Stava diventando un attimino ninfomane. Ed era diventata giusto un filo troia.
Possibile che fosse solo lei ad accorgersene? Doveva diventare come lei, per farsi notare?
Guardò fuori dallo scompartimento, nel corridoio del vagone, sperando di poterlo almeno veder passare... Niente. Non l'aveva visto neanche al Binario. Possibile che non...? No, Ginny non riusciva nemmeno a pensarlo. Draco Malfoy era su quel treno, punto.
«Ehi, ragazzi!» richiamò una voce familiare, e una testa si affacciò dalla porta dello scompartimento: Neville. Ginny sorrise dolcemente, scalando verso il finestrino per liberargli un posto.
«Ciao Neville» salutarono Harry e Ron, in coro. Arrossirono.
Sapevano tutti perché - parlare in coro, lo facevano sempre Fred e George, e anche se era piuttosto comune che accadesse, oramai tutti ripensavano a loro quando accadeva. Ed era esattamente quello che stava accadendo: calò il silenzio, nessuno riuscì a guardarsi negli occhi, le lacrime sfiorarono il volto truccato di Hermione e quello lentigginoso di Ginny.
E allora la Weasley capì una cosa. Mione indossava una maschera, ed era abilissima nel nascondercisi dietro. Non era una puttana di quelle che se la tirano sul serio. Nascondeva la sua insicurezza dietro una facciata di cemento armato che allontanava i nemici. Ma ogni tanto la vera Granger tornava, si mostrava con un paio di lacrime che scolpivano il suo cuore.
Le strinse forte la mano, per qualche istante, lasciandola poi andare. Un aiuto ad essere forte. Uno scacciare la solitudine.

Avanti: l'aveva promesso a sé stessa: se lo sarebbe fatta, prima di Hogwarts.
A giudicare dal cielo, mancava solo una mezz'oretta, all'arrivo. Sì alzò, si girò verso il sedile per un attimo, fingendo di controllare qualcosa nella borsa, ottima scusa per piantare il suo fondoschiena davanti al volto del rosso.
Sentì una risatina soffocata da Ginny - segno che anche Harry e Neville la stavano guardando, probabilmente.
Si voltò, puntando gli occhi in quelli di Ron; sorrise.
«Ronnie» sussurrò, «puoi venire un momento? Ti devo parlare» accennò alla porta, tendendogli la mano.
Lui attese. Cercava un segno? Lei sorrise.
Lui prese dolcemente la sua mano, alzandosi e poi seguendola in corridoio.
Hermione lo condusse nello scompartimento accanto, vuoto, e chiuse a chiave, oscurando il vetro con un semplice - o almeno per lei - incantesimo.
Gli sedette in braccio, strofinando il fondoschiena sui suoi attributi, per un attimo. Concentrandosi, riuscì a mostrargli occhi lucidi; poi prese a parlare, sussurrando per apparire più sexy.
«Ron, tu lo sai, vero, che tra me e Vik non c'è nulla?» domandò, cauta. Lo chiamò per nome per suscitare gelosia - infatti, il corpo del rosso si fece più teso.
«No, Mione, non lo so! Cazzo, lo chiami anche così... Non so più cosa pensare.»
«Potresti fidarti di me, per esempio. Ti assicuro che c'è solo amicizia. Dovresti saperlo! Mi piaci tu, e solo tu. Non ce la faccio più: ti prego, torna a parlarmi!»
Uno, due secondi, e scattò il bacio.
Si mise a cavalcioni su di lui, iniziando a sbottonargli la camicia.
Nulla di più facile.

Faaaantastico!
Hermione l'aveva mollata sola con Harry Potter e Neville Paciock per scoparsi suo fratello nello scompartimento accanto.
Niente di più piacevole - a parte che si sentivano i rumori, che non aveva ancora visto Malfoy, che Harry e Neville ghignavano soddisfatti nel sentire i gemiti della sua migliore amica e di suo fratello, che non aveva ancora visto Malfoy, che iniziava a sentire la fame, che non aveva ancora visto Malfoy, che il treno era in ritardo.
Finalmente, la frenata tanto familiare arrivò: casa.
E non aveva ancora visto Malfoy.
  
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