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Autore: Nightingale_92    31/08/2013    1 recensioni
" La bambina si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi ancora assonnati, si aspettava che suo padre, Dave, le dicesse di sbrigarsi e di scendere a fare colazione, come faceva di solito. Ma l'uomo in quel momento era troppo impegnato, con espressione seria si era inginocchiando davanti all'armadio della stanza di Becky e stava tirando fuori tutti i vestiti di lei, per poi infilarli freneticamente nello zainetto di Winnie the Pooh..."
Becky è una bambina come tutte le altre, ma un giorno qualcosa nella sua vita cambia per sempre. La città in cui vive viene invasa dagli zombie. Per fortuna, suo padre Dave è un soldato e non lascerà certo che la sua famiglia venga divorata, anzi lui farà di tutto per proteggere la sua "principessa". Ma come è l'apocalisse vista con gli occhi di una bambina?
One-shot senza pretese su una bimba costretta improvvisamente a diventare più grande...
Genere: Azione, Dark, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti semi-seri pre-storia:
1. Gli zombie di questa storia sono quelli classici: morti, predatori di carne umana ed estremamente lenti. Quindi non aspettatevi cadaveri viventi che sputano fuoco o sbrilluccicano alla luce del sole. La particolarità del racconto è un'altra e...la scoprirete solo leggendo! XD
2. A dispetto del titolo, questa non è una favola, perciò non vedrete animali "tenerosi" alla Disney o zombie in frac che prendono il tea insieme ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Anche se un legame con le fiabe, ovviamente, c'è.
Detto questo, vi auguro una buona lettura!

                                                   A  ZOMBIE  FAIRYTALE

Quando, quella mattina, papà andò a svegliarla e in tutta fretta le diede una scrollata sulla spalla, Becky pensò di aver dormito troppo e di essere di nuovo in ritardo per la scuola. La bambina si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi ancora assonnati, si aspettava che suo padre, Dave, le dicesse di sbrigarsi e di scendere a fare colazione, come faceva di solito. Ma l'uomo in quel momento era troppo impegnato, con espressione seria si era inginocchiando davanti all'armadio della stanza di Becky e stava tirando fuori tutti i  vestiti di lei, per poi infilarli freneticamente nello zainetto di Winnie the Pooh.   
-Papà...- lo chiamò Becky, ma lui era troppo occupato per poter rispondere, sembrava avere una grande fretta. Infastidita per essere stata ignorata, la bambina sbuffò e spostò lo sguardo verso la finestra. Fuori il cielo era ancora di un tenue grigio chiaro, non era nemmeno sorto il sole.
 -Papino, andiamo a fare una gita?- domandò Becky. Le uniche occasioni in cui lei e i suoi genitori si alzavano prima dell'alba era perchè uscivano a fare una gita e Dave voleva evitare le code in autostrada. L'uomo smise di frugare nell'armadio e guardò verso la bimba.
 -Certo, principessa. Una gita fuori città solo tu ed io, ti piace l'idea?- le domandò con un sorriso tirato. Becky battè le mani per la contentezza. 
-Sì, tanto- rispose. A lei piaceva moltissimo uscire col suo papà e andare in posti divertenti come lo zoo o il parco divertimenti. Ma stavolta c'era una cosa che preoccupava un po' la bambina. Normalmente anche Dave era felice di fare un'uscita e scherzava, cantava un sacco di canzoni finchè mamma, ridendo, non gli diceva di smetterla perchè era stonato come una campana.
 Questa volta invece l'uomo non cantava e il suo viso era tremendamente serio.
-Papino, c'è qualcosa che non va?- domandò Becky impensierita. Dave le rispose con un sorriso rassicurante.
- No, principessa, va tutto bene.- l'uomo si avvicinò al letto e le scoccò una grande bacio sulla fronte.
-Ora scendi a fare colazione mentre io finisco di fare i bagagli, d'accordo?- le disse.
Becky annuì, non del tutto convinta, e dopo aver preso Teddy, l'orsetto che dormiva con lei fin da quando era nata, uscì dalla propria cameretta.
 Una volta arrivata in cucina, la bambina prese il latte e i biscotti che il padre aveva lasciato apposta per lei e si diresse verso il salotto. Dave aveva dimenticato la TV accesa. Becky si sedette sul divano, offrì un ringo anche all'orsetto e poi rivolse tutta la sua attenzione allo schermo azzurrino. Dentro l'apparecchio, un uomo in giacca e cravatta e con il volto serio discuteva con voce agitata di qualcosa che lei non riuscì a capire.
I grandi e i loro paroloni difficili! 
 Becky colse solo i termine virus, epidemia e numero degli infetti, ripetuti più volte e anche se lei non conosceva il significato di quelle parole, le rimasero comunque impresse. La bambina sentì Dave al piano di sopra che si muoveva freneticamente da una stanza all'altra. Quella mattina tutti i grandi sembravano nervosi. La piccola si strinse al suo orsetto e guardò nuovamente lo schermo. Adesso dentro il video non c'era più il signore agitato, ma strane immagini di gente che scappava e di buffe persone sporche di tempera rossa che si muovevano a scatti. 
Strano, pensò Becky, quando vedeva Tom & Jerry inseguirsi lei si divertiva sempre, ma guardando quel filmato adesso non le veniva più da ridere. La bambina prese il telecomando e fece zapping cercando i cartoni animati, ma tutti i canali trasmettevano quelle immagini.  
-Piccola..- la chiamò una voce.
Alla fine suo padre l'aveva raggiunta in salotto. L'uomo aveva tra le mani lo zaino di Winnie e un'altra sacca. Alle sue spalle, appoggiato contro il muro, c'era quel lungo bastone di metallo che mamma odiava e che Dave normalmente teneva nel capanno in giardino. 
Becky cercò di ricordare, com'è che si chiamava? Ah, sì fu-ci-le.
Papà era un soldato, cosa che, le aveva spiegato Dave, era un po' come essere un cavaliere delle fiabe, solo che lui vestiva tutto di verde e spesso stava lontano da casa interi mesi.
-Allora mia principessa, sei pronta a partire?- le chiese papà allargando le braccia con aria allegra.
La bambina lo guardò interdetta, da una parte moriva dalla voglia di uscire fuori a divertirsi, dall'altra sentiva che c'era qualcosa che non andava.        
-Mamma non si arrabbierà?- domandò invece, indicando il fucile.
Dave per un attimo sembrò perdersi d'animo.
-No, se non lo saprà- rispose poi, riprendendo il sorriso. -E' un segreto speciale fra me e te, d'accordo?- le fece con aria accattivante.
-Ok- disse Becky con entusiasmo.
 L'idea di condividere un segreto speciale con suo padre le piaceva moltissimo. E poi mamma non era in casa in quei giorni, era andata via. Sandra di lavoro faceva la scien-zia-ta, cioè aveva spiegato Dave alla bimba, era una sorta di maga buona che aiutava le persone a stare meglio con i suoi incantesimi/ricerche.
Quella settimana sua madre era partita per andare ad un congresso e parlare con i suoi colleghi maghi che, le aveva sempre detto papà, avevano tutti i cappelli a punta e lunghe barbe bianche.
 A Becky piacevano un sacco le storie fantasiose che papà raccontava, perchè se Dave era il cavaliere e Sandra la maga, lei era sempre la loro principessa nel grande e meraviglioso castello.                        
-Allora, mia principessa- disse di nuovo l'uomo -Ci prepariamo e usciamo?- chiese.
Becky annuì con tutta la dignità regale di cui è capace una bambina di cinque anni.
Il padre la vestì direttamente lì in soggiorno, anzichè salire in camera come al solito, e lei sopportò di buon grado, stringendo lievemente gli occhi perchè lui non era bravo come la mamma a farle la coda di cavallo e spesso le tirava involontariamente i capelli. Alla fine sia Becky che Dave erano pronti per la gita.
 -Adesso piccola, voglio che tu mi ascolti molto bene- disse ancora papà, con espressione di nuovo seria
-Quando adesso usciremo di casa non dovremo fare alcun rumore. Stiamo facendo il gioco del silenzio, capisci? E chi perde paga pegno- concluse solenne.
-D'accordo- accettò Becky, tanto era stra-sicura di vincere lei, Dave era una vera schiappa quando si trattava di giochi. Dopo aver detto quelle ultime parole papà era andato a prendere gli zaini, se li era caricati in spalla e con il fucile in una mano e Becky nell'altra, si era avviato verso l'ingresso della casa.
Quando furono davanti alla porta, l'uomo si mise un dito davanti alle labbra facendole cenno di stare zitta poi, con l'arma stretta tra entrambe le mani, si chinò a spiare fuori dalla fessura per la posta.
A Becky vedere suo padre così accovacciato sembrava tremendamente buffo, ma si sforzò di non ridere perchè non voleva perdere al gioco del silenzio.
Dopo che Dave si fu assicurato che in strada non ci fosse nessuno, lui e la bambina andarono a prendere la macchina, la quale si trovava nel vialetto di ingresso. Quando furono nell'abitacolo papà tirò un sospiro di sollievo e disse a Becky che potevano smettere di giocare.
 -E allora chi ha vinto?- domandò la bambina.
 -Ma tu principessa- rispose Dave come se fosse ovvio. 
-Sei stata davvero brava e coraggiosa- aggiunse.
Lei annuì accettando la vittoria, anche se non sapeva bene perchè suo padre l'avesse definita anche coraggiosa, e si strinse forte a Teddy mentre l'uomo faceva partire il motore.


La macchina sfrecciava per la strada ancora immersa nel silenzio e stava per raggiungere la fine del quartiere, quando il signor Wilson si parò davanti al suo cammino. Becky conosceva il vecchio signor Wilson perchè era un loro vicino di casa, e lui e papà litigavano spesso sul fatto che l'anziano accendesse sempre gli irrigatori alle sei del mattino. Questa volta l'anziano non stava facendo giardinaggio, ma si comportava in modo strano.
Si muoveva tutto rigido, come la mamma dopo quella lezione di danza di prova al centro commerciale e aveva la camicia sporca di tempera rossa peggio di Becky dopo l'ora di disegno con la signorina Fisher.
Il signor Wilson stava in piedi in mezzo alla strada e camminava incontro alla macchina che procedeva a gran velocità. 
-Papà spostati, spostati!- gridò la bambina mentre la figura del vecchio si avvicinava sempre di più.
Ma Dave non cambiò strada, anzi, accellerò ancora. L'anziano impattò con il muso dell'auto, rimbalzò e volò via, oltre la visuale di Becky. Suo padre non si fermò a controllare se il signor Wilson stesse bene e sgommando, uscì dal quartiere.
La bambina cominciò a singhiozzare e a piangere. Non capiva cosa stesse succedendo. La macchina intanto continuava a correre, svoltando in viette e stradine secondarie che la sua famiglia non aveva mai percorso prima.
Ogni tanto a Becky parve di scorgere in lontananza altri tipi come il signor Wilson, ma l'auto andava sempre troppo veloce e loro rimanevano indietro.
Alla fine la bambina e suo padre raggiunsero i confini della città.
Appena usciti, Dave raggiunse uno spiazzo erboso sotto il cavalcavia e vi parcheggiò la macchina, tutt'intorno non c'era nessuno. 
-Piccola mia...- disse l'uomo girandosi verso Becky che, per la stanchezza, aveva quasi smesso di piangere. Vedendola in quelle condizioni, suo padre la prese in braccio e le accarezzò i capelli, cosa che  la fece sentire un po' meglio. 
-P-perchè hai f-fatto male al signo-or Wilson?- balbettò lei con gli occhi ancora lucidi.
 -Principessa, io non gli volevo fare del male. E comunque lui ora non può più sentire il dolore- le rispose Dave con voce calma.
-Perchè?- domandò Becky
-Perchè...- papà esitò, sembrava aver difficoltà nel trovare le parole giuste.
-Perchè adesso lui è uno zombie- concluse alla fine.
-Zombie?-
La bambina non conosceva il significato di quella parola, ma le sembrò avere un brutto sapore in bocca. 
-Sono una specie di.... mostri cattivi, loro vogliono fare del male alle persone- le spiegò Dave.
-Come i giganti e gli orchi nel libro delle fiabe?- chiese Becky.
Nelle favole che suo padre le leggeva alla sera c'erano sempre delle creature orribili che volevano fare delle cose brutte alle persone. 
-Sì, esatto- confermò suo padre. -Vedi alcune persone sono state trasformate in questi mostri cattivi da una sorta di...ecco, di incantesimo- continuò Dave, la sua voce diventò quella che usava per narrarle le storie. 
-E questa terribile magia è stata fatta da... una regina cattiva. Una simile alla matrigna di Biancaneve, hai presente?- Becky annuì, aveva visto il film della Disney il mese prima con la mamma e la regina-strega le aveva fatto paurissima.
 -E' stata la regina Virus?- domandò la bimba, ricordandosi cosa aveva visto stamattina alla TV. 
-Proprio così- le rispose Papà. - La regina Virus ha gettato un incantesimo che ha traformato le persone in mostri/zombie e ora noi dobbiamo scappare, perchè io non voglio che la mia principessa venga presa da loro- spiegò Dave. Becky annuì, quel ragionamento filava. Nelle storie c'era sempre una sovrana cattiva che voleva catturare e fare del male alla bella principessa. E dato che lei era la principessa di Dave e Sandra, le cose non potevano essere diversamente. 
-Ma tu mi proteggerai, vero?- domandò la bambina, stringendo la mano del suo papà.
Dave era il suo cavaliere e perciò lei sapeva che avrebbe sconfitto ogni tipo di mostro, drago o zombie che fosse. L'uomo le rivolse un sorriso caldo come il sole. 
-Certo, piccola mia. Non permetterò mai a nessuno di farti del male- le promise. -Ora ripartiremo per andare a raggiungere tua madre, che si trova nella zona sicura, un posto speciale dove l'incantesimo della regina virus non ha effetto. Sei pronta?- le domandò poi papà. 
-Sì, andiamo- rispose Becky -Insieme, troveremo una magia per ritrasformare i mostri in persone- dichiarò in più la bimba, guardando fiduciosa alla nuova avventura che le si prospettava davanti. 
Perchè lei  lo sapeva, nelle favole, anche quelle di zombie, alla fine sono sempre i buoni a vincere.


Angolo dell'autrice:
Il rating giallo l'ho scelto più per prevenire che altro, non credo che nelle storie verdi anziani signori con la fissa del giardinaggio, seppur zombie, vengano investiti senza pietà.... Incidenti automobilistici a parte, ci tengo a chiarire che il mio obiettivo quando ho scritto questa storia non era quello di rivoluzionare in qualche modo la figura dello zombie, ma solo descrivere come avrebbe potuto vedere l'apocalisse zombie una bambina di cinque anni, narrare le cose dal suo punto di vista insomma. Spero di esserci riuscita. Bene, chiudo qui prima di diventare logorroica... 
Grazie a chiunque commenterà o anche solo leggerà questa storia. Alla prossima!
P.S. Io personalmente non ritengo questa storia una fiaba, perchè le spiegazione di Dave a Becky sono sì favolistiche, ma il modo di narrare gli eventi e l'intreccio sono quelle di un racconto normale, pur essendo adattati alla visione di una bimba di cinque anni.... 
  
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