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Autore: The_MaD_HaTteR    01/09/2013    1 recensioni
Sarah ha diciassette anni e la sua vita gira attorno alle moto, alle gare illegali e ai casini con gli amici.
Ma quando il destino chiama tu non puoi sottrarti e sei costretto ad affrontare le conseguenze dei tuoi sbagli.
Così Sarah si ritrova a cambiare vita e tenta in tutti i modi di stare lontana dai guai e di dimenticare gli orrori che l' hanno segnata dentro. Ma la vita non sempre è giusta e spesso si vendica delle persone che con lei hanno solo giocato, Sarah è una di queste e dovrà lottare con tutta se stessa per proteggere le poche cose che le sono rimaste da amare.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia storia era già dura da prima che io nascessi.
Mia madre rimase incinta di me quando aveva solo sedici anni. Non fù lei a cercarselo ma fù violentata e lasciata sola su un marciapiede lurido di Detroit.
Decise di tenermi ma morì quando io avevo sei anni. Per un'incidente, credo.
Non ricordo molte cose di lei, sò che faceva la cameriera per quattro dollari al giorno, per mantenermi.
Sò che aveva i capelli biondi, sò anche che io non le somiglio, perchè i miei capelli sono neri.
Credo che la vita abbia sempre cercato di punirmi per il fatto che sono nata senza che nessuno mi volesse. Sinceramente non capisco cosa abbia spinto mia madre a tenere me, il frutto dell' esperienza che le ha distrutto la vita. Io a sedici anni non avrei avuto lo stesso coraggio.
Quando morì mi portarono in un vecchio orfanotrofio scorticato, ci rimasi per un anno e conobbi un bambino che aveva otto anni più di me, si chiamava Sean. Non sò perchè ma da quando arrivai lui mi ha sempre protetto, mi difendeva dai bambini più grandi e spesso prendeva botte al posto mio quando io rompevo qualcosa.
Diventammo fratelli, ci addottammo a vicenda.
Finchè un giorno una coppia di nome Winters, che non poteva avere figli, venne all'orfanotrofio per portarmi via. Ma io non volevo abbandonare mio fratello, così dissi a quelle persone che senza Sean io non andavo da nessuna parte.
Pensavo che ci avrebbero mollato lì entrambi e invece decisero di adottare non solo una bambina di sette anni scalmanata ma anche un ragazzo problematico di quindici.
Ci trattavano davvero come se fossimo figli loro. Ci amavano e non hanno mai cercato di nascondercelo e, col tempo anche noi imparammo ad amare loro e a chiamarli mamma e papà.
Ma ognuno ha la sua strada nella vita e Sean la sua l'aveva trovata con le auto.
Quando aveva sedici anni gli comprarono una macchina e dopo qualche tempo lui mi confessò che usciva sempre di nascosto per andare a fare le gare illegali. Truccava motori, faceva scommesse con gli amici e mi insegnava tutto quello che sapeva.
Poi quando io avevo quattordici anni e lui ventidue mi portò per la prima volta a vedere una gara.
Ricordo che c'era tantissima gente, nonostante fosse notte fonda.
C'erano un sacco di macchine di ogni tipo di modello e poi c'erano le moto.
Sean poteva dire tutto quello che voleva sulle auto ma inevitabilmente, io mi innamorai delle moto.
Quella sera stessa conobbi tre ragazzi, Matt, Tyson e Val. Diventammo subito amici e da quella volta non ci separammo più, andavamo sempre in giro insieme a fare casini, saltavamo la scuola e giravamo per la città sfidandoci a vicenda e mi insegnarono a guidare la moto, all'inizio usavo sempre quella di Matt, finchè un giorno Sean mi regalò una Ducati Monster che ovviamente tenevamo ben nascosta dai nostri genitori.
In meno di un anno diventai la miglior pilota della zona e, cosa che faceva incazzare ancora di più gli altri era che venivano battuti da una femmina.
Vincevo le gare e le scommesse, una dopo l' altra, insieme ai miei amici. Ci piaceva così tanto continuare a fare quello che più amavamo senza doverci mai fermare.
Sfrecciare sulla strada a 200 kmh, quello era brivido e volevo che non finisse mai.
Ma le cose non sono mai come ci aspettiamo, le cose cambiano, non tutto resta come prima.
Le gare, i casini, le scommesse, le risse. Il rischio ad ogni corsa di cadere e di non rialzarsi più. Eravamo ragazzini stupidi che giocavamo con la vita.
E la vita ha deciso di vendicarsi con noi... Nel peggiore dei modi.
  
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