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Autore: black_eyes    01/09/2013    4 recensioni
Blaine incontra Sebastian in una libreria.
una vita nuova per entrambi.
un inconveniente.
i libri e il cuore come filo per collegare i due ragazzi.
per la Seblaine Sunday! buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction in risposta alla sfida lanciata da MissBethCriss AKA Benedetta Cesarini sul gruppo Seblaine Events

 

SFIDA:LIBRI

 

Tipo che più angst di così si muore, e non è un modo di dire.

 

 

Presente

Blaine da due anni, giorno più, giorno meno, era un amante dei libri, non riusciva a entrare in una libreria senza comprarne almeno uno.

La sua casa, in quei due anni, aveva iniziato a straripare di libri, sia quelli economici che quelli di seconda mano, anche quelli tascabili. Tavoli, librerie, persino a terra, vicino alla porta o dietro alcuni vasi di piante, tutto era coperto dai libri; aperti, chiusi, consumati, sporchi di caffè, tenuti con cura o mai letti.

Un pomeriggio di Novembre, Blaine era sulla sua poltrona preferita mentre leggeva per l'ennesima volta 'Fahrenheit 451' -lui amava quella storia- forse perchè si ritrovava in essa, rivedeva una parte di sé nel protagonista e perciò gli venivano i brividi ogni volta che leggeva di questi 'Vigili del Fuoco' che bruciavano ogni libro.

Ad un certo punto suonò il telefono e Blaine, sobbalzando sul suo posto, alzò gli occhi dalle pagine, era arrivato al punto in cui Montag legge un paio di righe da un libro che doveva incendiare.

Depose il volume sul suo grembo e rispose.

“Pronto?” Corrugò le sopracciglia. “Cosa?” La sua voce tremò “Arrivo subito.”

 

***

Passato

Blaine era arrivato a New York da appena un paio di mesi, aveva visto tutto di quella cittadina, pub, discoteche, ristoranti, negozi di dischi, abiti e quant'altro. Sapeva prendere la metro e andare ovunque. Passeggiava, andava nei vari giardini e andava al lavoro come ogni ragazzo venticinquenne nel pieno della vita. Un sabato pomeriggio stava passeggiando tranquillamente per le vie di NY quando si imbattè in un edificio a cui non aveva mai posto particolare attenzione, una libreria; era stato in ogni tipo di posto, ma non aveva mai pensato di entrare in una libreria, insomma, i libri a che servono? Ci sono i film, i telefilm.

Infatti Blaine Anderson pensava che spendere soldi per un libro era uno spreco disumano, ma entrò lo stesso in quel negozietto dall'aria noiosa e buia.

All'interno trovò scaffali pieni di ogni genere di libro: avventura, fantasy, horror, storia, geografia, tascabili, per bambini. Alla cassa c'era una ragazza tatuata e con i capelli rosa che controllava alcune riviste e di tanto in tanto scriveva al PC. Quando si accorse di lui alzò gli occhi verso il suo viso.

“ 'Giorno! Desideri?” chiese sorridendo e alzandosi dallo sgabello su cui era seduta.

Non cerco nulla, sto dando un'occhiata.” Blaine alzò le spalle e andò verso alcuni scaffali, non trovò nulla di interessante. Le collane di 'Harry Potter' che aveva visto al cinema, la trilogia di 'Hunger Games', i libri del 'Trono di Spade' del quale conosceva la storia, perchè vedeva il telefilm. Tutto questo lo conosceva già grazie alla televisione. Camminò osservando i titoli dei vari libri finchè non si scontrò con un ragazzo che aveva la testa immersa in un grosso volume. “Scusa.” Disse Blaine, spostandosi di lato. L'altro ragazzo abbassò il libro sbattendo le palpebre, come se qualcuno lo avesse fatto catapultare nel mondo reale improvvisamente.

Era molto carino, alto, capelli corti sul castano chiaro, due labbra piene e invitanti, un paio di occhi verdi come due smeraldi e qualche piccolo neo sul collo niveo e perfetto.

No niente, sono io svampito, quando leggo non vedo dove vado.” Sorrise chiudendo il libro, ma lasciando il medio tra le pagine -per tenere il segno su dove era arrivato- immaginò Blaine. “Trovato qualcosa che ti piace? Io qui ho trovato delle cose meravigliose!”

Sono capitato qui per caso. In realtà non mi piace leggere.” Blaine scosse le spalle.

Come no?!” L'altro ragazzo spalancò gli occhi rimanendo perplesso “Quinn! Non gli piace leggere!” Urlò alla ragazza che era alla cassa.

Seb, lascialo stare, non sono tutti fissati come te.” ridacchiò la ragazza dai capelli rosa che stava sfogliando i giornali e controllando i conti al pc.

Blaine inarcò un sopracciglio “Deduco da questa frase che a te piaccia leggere, invece.”

Leggermente.” mostrò il libro che aveva tra le mani “Comunque se vuoi un mio consiglio, inizia con qualcosa di semplice, 'Racconti del Terrore' di E. Allan Poe, è semplice, breve e stupendo! Anzi! 'Il grande Gatsby' dalle descrizioni affascinanti! No, oppure molto meglio…c'è 'Fahrenheit 451' un capolavoro, lasciatelo dire.”

Scommetto che per te tutto è stupendo.” rise Blaine “Comunque sono serio, non sono un lettore, molte opere letterarie vengono prodotte anche in TV, quindi che leggo a fare? Ci sono i film, i telefilm, perchè leggere?” Domandò alzando le spalle.

Il ragazzo di fronte a lui strinse le labbra in una sottile linea “E' un po' come dire 'viviamo questa vita così, tanto un giorno moriremo tutti'. No, leggere è come vivere, anzi di più. In questa vita bisogna vivere, respirare, festeggiare come se fosse il nostro ultimo giorno.” A questa affermazione gli brillarono gli occhi “C'è un mondo intero da leggere, un milione di vite da vivere e posti fantastici da scoprire. La TV comprime queste idee e te le mette nel cervello, così! … E tu non immagini nulla.” Alzò il libro picchiettando un dito contro la copertina “Invece questo tesoro ti fa scattare qualcosa nella mente. Ti fa sognare e ...” Si zittì di colpo, notando che l'altro sorrideva e aveva il capo inclinato verso sinistra “Lascia perdere.” E scrollò le spalle rassegnato.

Blaine si morse il labbro inferiore. Ok sembrava un po' pazzo per come raccontava le cose, ma aveva quella passione negli occhi che travolgeva e faceva venire voglia di prendere in mano qualunque libro per poterlo leggere.

Facciamo così.” Blaine lo fermò, prendendolo per un polso“Se lasci che ti offra qualcosa da bere, provo a leggere. Scegli tu il libro... Ma bevi qualcosa con me.” Gli porse la mano “Che ne dici, andata? Comunque io sono Blaine. Blaine Anderson.”

Il ragazzo più alto sorrise e annuì “Andata. Sarà un piacere... Io sono Sebastian Smythe.”

 

***

Presente

Blaine arrivò in ospedale dove la signora Smythe lo stava aspettando.

“E' già …” non riuscì a finire la frase, non voleva crederci, non poteva essere reale.

“No, è ancora qui.” disse Valerie, la madre di Sebastian “Se vuoi puoi vederlo, ha chiesto di te.” Strinse le labbra e deglutì. Nessuno di loro aveva la forza di odiarsi, non quando un loro caro era su un letto d'ospedale, legato a dei tubicini per tenerlo in vita.

Il moretto annuì e andò nella stanza di Sebastian, appena lo vide gli mancò il fiato, sembrava non respirasse, aveva gli occhi chiusi e un aspetto cadaverico. Chiuse la porta dietro di sé.

Questo lieve rumore fece svegliare l'altro ragazzo “Ehi, killer,” lo salutò con voce debole “sei qui.”

“Certo, come stai?” Gli chiese sedendosi e sfiorandogli un braccio, sentì sotto le mani le ossa che spiccavano contro la pelle “Ti vedo meglio di ieri.”

“Mettiti gli occhiali Anderson, stai diventando cieco.” ribatté Bas, alzando gli occhi al cielo.

Blaine passò una mano sulla testa rasata di Sebastian; le chemio avevano indebolito i suoi capelli fino a farglieli cadere tutti, gli baciò il dorso della mano cercando di non piangere.

Quanti cambiamenti aveva subito il suo corpo in quell'unico anno.

Capelli andati, perdita di peso fino a somigliare a uno scheletro ambulante, il colore verde dei suoi occhi così vivido era scemato fino a divenire opaco e sempre meno chiaro.

“Killer, non devi piangere.” Sebastian gli carezzò il capo dolcemente.

Blaine si asciugò le guance con i palmi delle mani “Dovevi stare meglio dopo le cure!” disse roco, stringendo i pugni “Il dottore aveva detto che c'era il 50% di probabilità che tu guarissi.” Si morsicò il labbro inferiore “La chemioterapia doveva curarti.” la sua voce si indebolì lentamente.

“Sono terminale Blaine, lo sapevamo tutti e due.” gli sfiorò uno zigomo. Tirò le labbra in un sorriso forzato “Mi sono sentito così vivo in questi due anni... Ti ho amato così tanto...”
Blaine lo zittì baciandolo “Shh, non dire queste cose, non parlare al passato, siamo ancora io e te, giusto? Siamo insieme. Adesso, qui.” gli sfiorò uno zigomo con il pollice “Io ti ho amato, ti amo ancora Bas e ti amerò sempre.” Gli sorrise baciandolo su una tempia.

Sebastian socchiuse gli occhi inalando il profumo del moro. “Ti amo anche io B. Tu per me sei stato meglio di tutti i libri che ho mai letto. Ho vissuto solo due anni con te, ma questo tempo è stato stupendo.” Finì la frase con un sorriso sulle labbra.

Blaine non riuscì a trattenere un singhiozzo “Per te tutto è stupendo.”

Bas sorrise, frenando le lacrime che scendevano dagli occhi del ragazzo che gli era stato accanto, che lo aveva amato nonostante la malattia. “Che ne dici se mi fai sentire la tua voce per qualcosa di utile?” Blaine deglutì e si pulì gli occhi con il dorso della mano, nonostante tutto, il suo Sebastian non aveva perso la sua vena di cinismo “Che ne dici se mi leggessi qualcosa?”

Blaine annuì e prese dal comodino, in parte al letto su cui era sdraiato il suo ragazzo, il loro libro preferito. Il libro che aveva fatto iniziare tutto.

 

***

Passato

Il giorno dopo Blaine andò alla libreria, il ragazzo amante dei libri stava chiacchierando con la tizia tatuata. Era bello quando sorrideva, gli si illuminavano anche gli occhi, rendendoli brillanti.

Buongiorno, piccioncini.” li salutò Blaine, avvicinandosi a loro.

Piccioncini? Io e lui? Ma anche no.” rispose Quinn “Io vado a lavorare, trattamelo bene. E, Sebastian, ti prego, limitati a non shoccarlo del tutto.” E ridendo andò dietro alla sua postazione.

Sbaglio o mi avevi promesso che ti pagavo da bere?” Chiese Blaine, indicandogli la porta della libreria “Andiamo?”

Sebastian si fece condurre verso un piccolo bar con gli ombrelloni verdi all'esterno.

Allora, questo lo devo ritenere un appuntamento?” Chiese Smythe, prendendo un piccolo libricino dalla propria giacca.

Naaa, diciamo che è una sfida. Trova un libro che possa piacermi.”

Sebastian sogghignò “Questo è perfetto” e fece scivolare sul tavolino un libro tascabile con la copertina rugosa e leggermente consunto “L'ho amato. E' stato IL libro che mi ha iniziato alla lettura.”

Sul serio? 'Fahrenheit 451'? Oddio quanto sei nerd!” Rise Blaine, prendendolo e aprendo la prima pagina.

Non sono nerd.” sbuffò Bas “E' stato il libro che mio padre mi ha regalato quando ho compiuto quindici anni, è prezioso per me…” il suo viso si rabbuiò per una frazione di secondo, per poi sorridere nuovamente “Ecco, questa è la sfida: Leggilo, senza barare ovviamente.” Lo fissò serio “Ok?!”

Blaine annuì “Ok, andata.” Mise via il libricino e bevve un sorso del suo drink “Allora Sebastian, raccontami di te. Perchè ami i libri?”

Sebastian alzò le spalle sbuffando “Non c'è una ragione precisa, amo leggere perchè amo vivere. Nei libri posso essere chiunque, posso vivere più volte e visitare posti che non vedrò mai nella mia vita, come Firenze, Venezia, Londra, New Orleans, Los Angeles, Las Vegas, Barcellona, Parigi e molte altre capitali.” Ridacchiò sotto ai baffi “Ovviamente anche Hogwarts, Atlantide, Narnia, Il paese delle Meraviglie; posso salire su Plutone e nuotare nella Via Lattea … vedere tutto questo è possibile.” Prese il suo bicchiere e fissò il ghiaccio sul fondo “Anche leggere del passato è strabiliante, conoscere mondi che non ci sono più, come Pompei, la Magna Grecia con i suoi tempii e le sue statue, i filosofi che disquisivano per le strade...” alzò gli occhi verso Blaine che lo ascoltava rapito “Scusa, mi faccio prendere troppo.”

Non scusarti, è bello ascoltarti parlare. Dici cose sensate. Però non posso fare a meno di pensare che c'è anche la televisione per vedere tutto ciò, i documentari, il Tg, i film… Con i libri immagini, ma con la Tv vedi realmente.”

Hai centrato il punto. Immaginare come può essere un posto. Non pensi mai che la Tv mostri solo quello che vogliono mostrarci?”

Blaine scosse il capo “E' la Tv, dice la verità.”

Sebastian scosse il capo “Non proprio. La televisione è un oggetto per fare pensare tutti allo stesso modo, indi per cui, non fa pensare nessuno.” Poi alzò le spalle “Leggi quel libro, poi mi dirai.”

Blaine annuì e poggiò il mento sul palmo della mano “Capito. Ma spiegami una cosa: come hai iniziato a essere così appassionato alla lettura?”

Sebastian scosse le spalle “A scuola, come tutti, ma poi un po' è stato il desiderio di mio padre di lasciarmi la sua collezione di libri, lui diceva che la conoscenza che viene stipata in quelle pagine non dovrebbe rimanere su uno scaffale, ma deve essere letta, usata, appresa.” Sebastian sorrise tristemente, piegando un solo angolo della bocca carnosa “Idee petulanti di un povero topo di biblioteca.”

No, idee intelligenti alle quali non avevo mai pensato realmente. Sei una persona interessante, Sebastian.”

Sebastian rise, incrociando le braccia al petto “Interessante nel senso di strano?”

Il moretto scosse il capo, si fece in avanti per parlargli a bassa voce “A me piacciono le persone interessanti, quelle banali non hanno niente che possa intrigare.” gli sorrise “Che ne dici se ci vediamo domani? Non so nulla di te, e in più io ho un libro che ti ha dato tuo padre …”

Sebastian si morsicò internamente la guancia “Perchè?” Chiese.

Perchè se terminerò questo libro tu dovrai dirmi altri titoli” scherzò Blaine “Io odio leggere, prendi me come sfida. Fammi amare i libri come li ami tu.”

Sebastian sogghignò “Perfetto. Due settimane a partire da oggi. Stesso luogo, stessa ora. Quindi libreria ore due di pomeriggio. Patto fatto?”

Patto fatto!” Esclamò Blaine, stranamente felice.

 

***

Presente

Blaine lesse pagine su pagine, alternando voci ed espressioni facciali. Si ricordò i giorni in cui erano ai giardini pubblici e il moretto leggeva qualunque cosa pur di far contento il suo ragazzo.

Da quando Bas lo aveva sentito leggere ad alta voce, gli aveva imposto di farlo sempre.

Blaine cercò di tenere il tono fermo mentre leggeva, cercava di non pensare a quell'amore nato, cresciuto e morto nel giro di soli due anni. Anche se erano stati due anni stupendi.

Sebastian respirava lento, troppo lento in verità, quindi Blaine, di tanto in tanto, lo osservava da sopra il libro, gli occhi chiusi e l'ombra di un sorriso sulle sue labbra pallide.

Blaine stava per cominciare un nuovo capitolo quando un sibilo acuto riempì la stanza, il monitor a cui era collegato Sebastian non lampeggiava più, la luce d'emergenza continuava a pulsare, la sirena dell'allarme fischiava sopra la sua testa; medici entrarono nella stanza e fecero uscire Blaine ancora tramortito.

“No!” urlò il moro, capendo cosa stava accadendo; cercò di tornare al capezzale di Sebastian ma due braccia lo tennero fermo.

Valerie, la donna con cui aveva avuto molti screzi durante la sua storia con Bas, lo stava abbracciando, cercando di calmare i suoi singhiozzi.

“Non puoi fare nulla.” Gli sussurrò in un orecchio, stringendolo per non farlo cadere a terra. “Se ne è andato.”

Quelle parole furono come una bomba a orologeria per Blaine.

Nonostante il moretto vide i medici uscire ed entrare in quella camera asettica, dopo che l'allarme fu cessato e la porta fu chiusa, neanche all’ora potè credere veramente che il suo ragazzo, Sebastian Smythe, fosse morto.

Blaine gemette, lasciandosi cadere a terra, le sue gambe non riuscirono a sopportare il peso di quel dolore e tutto divenne nero.

Nel suo cervello ci fu un black-out assoluto, avvertì Valerie inginocchiarsi accanto a lui, le sue braccia aggrapparsi alla schiena della madre di Sebastian, ma era tutto ovattato. In realtà dentro di sé sentiva il vuoto assoluto, non sentiva nulla.

In realtà i suoi pensieri erano andati al giorno del loro primo appuntamento.

 

***

Passato

Le due settimane passarono veloci, Blaine riuscì a leggere il libro in tempo; si ritagliava momenti al lavoro, a casa, quando doveva preparare la cena. Provava a prendersi del tempo per leggere cinque, dieci, quindici pagine al giorno.

Le prime volte riusciva a leggere solo poche righe, ma andando avanti con le giornate leggeva sempre più, fino a scorrere capitoli e capitoli, uno dopo l'altro, in un giorno solo.

Tutto ciò non gli pesò affatto, a dire la verità gli piacque! Quel pomeriggio andò alla libreria dove Quinn lo salutò felice e gli indicò Sebastian intento a leggere un libro sulle civiltà antiche.

Buon pomeriggio!” Lo salutò il moretto, porgendogli il libro che aveva letto.

Ciao.” disse Bas con un dolce sorriso sulle labbra “Allora, sei riuscito a leggerlo!” Il suo sorriso si allargò ulteriormente “Come ti è sembrato?”

Blaine gli disse i suoi pareri in proposito al libro, del fatto che lo scrittore aveva saputo descrivere il mondo così bene che pareva quasi essere lì, vicino a Montag e agli altri Vigili, alla ragazza, Clarisse, che abitava vicino all'ex Vigile del Fuoco, e alla famiglia con cui parlava di libri, notizie vere e discorsi fondati su pensieri e idee razionali, creati con il proprio cervello e non influenzati dalle parole vuote della televisione.

Avevi ragione! In queste settimane ho dimenticato praticamente cosa significa stare davanti alla Tv e a sorbirmi quei discorsi vuoti dettati da giornalisti che parlano di Vip e Partiti politici che non fanno nulla a parte spendere i soldi per loro.” Blaine mentre parlava agitava le mani come se fosse preda di un delirio. “C'è stato un punto in cui non riuscivo a mettere giù il libro, volevo sapere, dovevo sapere se Montag era riuscito a scappare, a crearsi una nuova vita. E speravo che lui e Clarisse vivessero assieme.”

Ma la vita non è una favola.” finì di dire Sebastian “Comunque ti consiglio di leggere questi libri, ti ho scritto il titolo, l'autore e quante pagine sono. Almeno sai quanto tempo impieghi per leggere ognuno.” spiegò Bas, porgendogli un foglio ripiegato in quattro.

Tu cosa mi consigli per primo?” Domandò Blaine, scorrendo la lista dei libri.

Shakespeare,” sospirò Smythe “è incasinato ma ne vale la pena. Poi si possono vedere queste produzioni teatrali, ma prima leggiti le opere. Altrimenti non capisci nulla!” Spiegò il ragazzo dagli occhi verdi “Ah, un consiglio, scriviti nomi, descrizioni e legami su un foglio a parte mentre leggi questi libri. Io l'ho fatto e mi è servito.” Gli sorrise “Ora la scadenza non c'è più, il libro me lo hai riportato … non sei più obbligato a vedermi.”

Blaine scorse un sorriso finto sulle sue labbra “E se ti chiedessi di vederci ancora?” Notò a quella richiesta un leggero brillio nelle sue iridi smeraldine. “O sei stufo di me?”

Sebastian deglutì e si morsicò il labbro inferiore giocando con la copertina del libro “Non sono stufo di te … solo che … non sono il tipo di ragazzo da compagnia che tutti amano.”

Se io sono qui a parlare con te significa che a me piace la tua compagnia.” Spiegò Blaine, alzando le spalle in maniera tranquilla “Comunque vorrei sapere perchè quel libro è così importante. Si nota che per te è prezioso.” Blaine si inumidì il labbro inferiore “Posso sembrare un cretino, ma le cose le vedo, capisco che tu ci tieni a quel libretto. Perchè?”

Mio padre è morto una settimana dopo che compii sedici anni. Sapeva che non aveva molto da vivere e mi regalò questo libro; mi fece amare la lettura.” sorrise tristemente “Poi da quel giorno imparai ad amare la vita, sì uscivo come tutti i ragazzi della mia età, ma poi ho capito l'importanza della vita. Ogni attimo poteva essere l'ultimo.” Sebastian si perse nel raccontare quelle volte in cui pensava che la vita potesse essere presa alla leggera, ma poi il suo cambiamento di pensiero, la sua voglia di conoscere, visitare posti e Paesi diversi da NY, le sue vacanze estive passate in Francia dove cambiò radicalmente e dove, lì a Parigi, comprò libri e libri da riempire la sua camera.

Blaine lo ascoltava parlare e rimase rapito da come aveva saputo vivere da solo con la propria madre, di come entrambi erano riusciti ad andare avanti, e di come Paul, il padre di Bas, gli mancasse ogni giorno.

Quel pomeriggio lo passarono a parlare di libri, della vita e di Blaine.

Il moretto non riuscì a scucire nulla da Sebastian, non seppe molto dei suoi studi, se aveva amato, che cosa faceva nella vita. Ogni volta Smythe diceva altre cose, svicolava dalle domande e non rispondeva a nessuna.

 

I giorni passavano lentamente, Blaine e Sebastian si incontravano ogni giorno alla libreria, ogni giorno prendevano un caffè e poi parlavano di ciò che il moretto aveva letto. Sia una frase che un capitolo di un libro che Bas gli aveva consigliato.

Passarono anche le settimane in questa routine che entrambi avevano iniziato ad amare, infatti Blaine si sentiva bene quando parlava di letteratura e storia con Sebastian, e quest'ultimo si sentiva vivo e unico quando il moretto lo fissava con gli occhi spalancati mentre parlava di Parigi e delle varie biblioteche che si potevano trovare nei vari vicoletti.

Un giorno d'estate Blaine era ai giardini a leggere 'Candido' quando un'ombra si stagliò davanti a lui. Il ricciolino alzò gli occhi e sorrise vedendo Sebastian.

Ma buongiorno!” Lo salutò chiudendo il libro e posandolo sul proprio grembo “Vuoi sederti? Mi fai compagnia?” Gli chiese indicandogli l'erba accanto a sé.

Con piacere! Che stavi leggendo?” Domandò sbilanciandosi per leggere il titolo “Mmh, carino. Voltaire era uno strano, molto, ha scritto anche qualcosa sulla pena di morte. Una frase splendida che adoro dice così 'Disapprovo quel che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo' poi non so se era realmente così ma è questo il succo, avere idee differenti ma difenderle perchè ognuno di noi ha i diritto di avere un proprio pensiero.” Blaine vide che a Sebastian brillavano gli occhi, come ogni volta che raccontava qualcosa che lo appassionava “Dai, fammi sentire come leggi.” Il ragazzo dagli occhi verdi si prese le ginocchia al petto e posò il mento sopra queste.

Blaine iniziò a leggere, dando toni diversi alle persone, alternando tempi veloci con lenti e muovendo le dita della mano libera per sottolineare certi passaggi.

Anderson non poteva vedere ma Smythe sorrideva felice, chiudeva gli occhi facendosi cullare dalla voce calda del moretto.

E così quei loro incontri si erano trasformati in giorni interi in cui il ricciolino leggeva passaggi brevi, capitoli interi o piccoli brani al ragazzo dagli occhi verdi.

La vita era migliorata per entrambi da quando si erano incontrati.

 

Un sabato pomeriggio che dovevano incontrarsi come al solito però, Bas non andò alla libreria, non si fece vedere per qualche giorno, Blaine si preoccupò leggermente per il suo amico, così provò a chiedere a Quinn qualche informazione.

Ehm, Quinn … scusa se ti disturbo ma volevo chiederti una cosa.”

Spara nanetto. Dimmi tutto.” disse radiosa con i capelli rosa shocking e un nuovo piercing al naso. “Che vuoi sapere?”

Perchè Bas non viene più qui? Sono tre giorni che manca, gli è capitato qualcosa di grave?”

Vide la ragazza sbiancare di colpo, si morse il labbro inferiore “Non so se … magari dovresti aspettare una sua chiamata. Sono certa che si farà risentire!”

Quinn, da quant'è che conosci Smythe?” Le chiese facendola zittire “La verità.”

Anni, siamo andati alla stessa scuola. Diciamo che quando morì suo padre ci fui solo io accanto a lui, non aveva molti amici in quel periodo, poi come sai: Ridi, tutti rideranno con te. Piangi, sarai solo con le tue lacrime.” Quinn scrollò le spalle “Bas è in ospedale” scrisse su un foglietto un indirizzo e il numero della camera “E’ andato a fare dei controlli, credevamo tutti che i medici ci mettessero solo un giorno, ma invece …”

Ce ne mettono di più. Grazie mille Quinn, sei un angelo.” E uscì dalla libreria a razzo per andare a trovare Sebastian in ospedale.

Quando fu davanti alla porta che dava sulla stanza di Smythe gli tremarono le mani, ma dopotutto Quinn aveva detto che era lì solo per alcuni accertamenti, per una visita. No?

Blaine bussò alla porta prima di entrare lentamente, sulla poltroncina vicino al lettino era seduto Sebastian intento a leggere un libro, il cui titolo era in francese.

Ciao.” lo salutò Blaine, facendogli alzare il viso di scatto.

B-BLAINE!” non fece in tempo a dire il suo nome che l'altro ragazzo si avvicinò a lui velocemente, gli strinse le braccia al collo e nessuno di loro due disse niente per i secondi successivi. Sebastian gli strinse la vita contraccambiando l'abbraccio “Ho fatto un paio di visite.”

Lo so,” bofonchiò Blaine sul suo collo “me lo ha detto Quinn. Come mai non mi hai fatto sapere nulla?” Gli chiese.

Non avevo il tuo numero di cellulare. Non mi va di disturbare le persone per cose così … inutili.”

Blaine scosse il capo fissandolo negli occhi “Tu non sei inutile. Quando torni a casa?” Domandò.

Domani, aspettano gli esiti e poi mi fanno uscire da qui. Mia madre mi ha portato questo libro, almeno leggo qualcosa nel frattempo.” gli mostrò il libro che aveva in grembo “E’ francese.”

‘’Il libro o tua madre?’’

Sebastian ridacchiò ‘’Entrambi.’’

Comunque ho notato dal titolo che non è in lingua inglese.” ridacchiò Blaine “Se ti faccio compagnia ti da fastidio?” Dicendo ciò prese una sedia in plastica e la avvicinò alla poltroncina.

No, anzi, mi farebbe piacere.” rispose Sebastian sorridendo. Poi iniziò a leggere ad alta voce alcune righe in francese.

Nonostante Anderson non capisse una parola di ciò che leggeva il francesino, lo ascoltava rapito, gli piaceva il suono della sua voce mentre leggeva, era calmo, con un tono basso, leggermente roco, ma perfetto.

Il giorno dopo Sebastian tornò al proprio appartamento, uscì ancora con Blaine e quando quest'ultimo gli chiese com'erano andati gli esiti rispondeva continuamente che erano come si era aspettato.

Le giornate passavano in modo regolare, il tempo passava tranquillo, entrambi purtroppo avevano poco tempo per stare assieme, ma ogni week end lo passavano a casa di uno dei due, almeno per leggere, far passare parole in quei mesi. Blaine infatti aveva trovato un impiego e Sebastian si era laureato; quella sera avevano festeggiato la laurea andando a cena in un piccolo ristorante, i due ragazzi, la madre di Bas e Quinn.

Quella sera ci furono risate, piccoli aneddoti e il racconto di come Bas fosse riuscito a fare amare i libri a Blaine. Le chiacchiere, le risate, le battutine e quegli scontri di pensiero su un certo libro o il significato di una frase che avevano trovato in un film che poteva essere collegata a qualche tema che avevano in precedenza trattato.

La signora Smythe per tutta la sera non riuscì a rivolgere un solo sorriso a Blaine, continuava a trattarlo male, a rispondergli acidamente oppure non ascoltando ciò che diceva.

Nonostante ciò, Blaine si sentì bene quella sera, aveva in parte due persone meravigliose con cui aveva chiacchierato più volte e precisamente anche perchè stava iniziando a provare qualcosa per Bas, non solo una leggera amicizia e simpatia come i primi giorni.

 

Passò un anno dal loro incontro e in quella data Blaine si decise a dirgli la verità, doveva provarci, poteva anche essere deriso, allontanato, ma doveva dirgli ciò che provava. Quindi lo invitò a cena. Almeno potevano parlare tranquillamente davanti a una pizza e a una birra, Smythe accettò e alle nove in punto fu da lui con un paio di bottiglie di birra e un sorriso stanco sul viso.

Ciao,” lo salutò cordialmente Bas prima di entrare nel suo appartamento “come stai?”

Io bene … ma tu? Mi sembri più pallido del solito…” Blaine lo fece sedere sul divano e gli andò accanto stringendogli una mano.

Sono andato a fare un prelievo del sangue, cose normali.” Sebastian sorrise stancamente.

Blaine annuì anche se non gli credette totalmente, infatti in quei giorni era sempre molto stanco, pallido e dimagriva a vista d'occhio.

Ascolta,” gli strinse il dorso della mano “volevo dirti una cosa importante…” il ragazzo dagli occhi verdi lo fissò annuendo “Noi ci conosciamo da un anno; mi hai fatto amare i libri e … ci siamo conosciuti, siamo usciti … e …” deglutì sentendo la gola secca.

Killer … dillo e basta dai.” disse Sebastian, alzando un angolo della bocca.

Credo di essermi innamorato di te. Mi piaci. Amo passare il tempo assieme a te, mi piace parlare di tutto e di niente” Blaine lo disse tutto d'un fiato “Ma so che magari tu …”

Non disse altro che Sebastian lo baciò. Fu inizialmente dolce, ma poi divenne languido, fatto di saliva, denti e lingua.

Sta zitto Anderson.” gli sussurrò sulle labbra per poi gettarvisi sopra nuovamente.

Quella sera Sebastian rimase a dormire da Blaine, nel suo letto, accanto a lui, con la testa nell'incavo del suo collo. Per quella notte non pensò a nulla a parte loro due. La mattina dopo, però, tornò nel proprio appartamento.

I giorni passavano lenti, i weekend li trascorrevano assieme, cercavano in tutti i modi di ritagliarsi del tempo libero per loro durante il lavoro, i corsi e tutto il resto che veniva da sé.

 

Un sabato notte che Blaine era a dormire da Sebastian, lo sentì alzarsi alle due per andare in bagno a causa della nausea, lo sentì e lo vide stare male.

Ehi, amore!”gli corse incontro e si sedette accanto a lui, gli carezzò la schiena, sentiva le ossa della colonna vertebrale sporgersi contro la pelle.

Sebastian aveva una mano appoggiata sulla tavoletta, respirava profondamente e alcune lacrime erano apparse agli angoli degli occhi.

Sebastian … cosa c'è?” Gli chiese, passandogli una mano sul collo sentendo i capelli più corti pizzicargli i polpastrelli. “Sono settimane che vai avanti così.”

Sebastian scosse il capo “Va tutto bene, non ho digerito la cena.”

Blaine capì che stava dicendo una bugia, come molti giorni prima, quando aveva trovato un piccolo dépliant riguardante il cancro, ma Sebastian glielo aveva tolto dalle mani senza dire alcuna parola.

Il moretto vedeva il corpo del suo amore che cambiava, che si indeboliva sempre più, lo vedeva che andava sempre più spesso in ospedale.

Ti prego, sii sincero con me.” gli baciò una tempia e gli passò una mano fra i capelli corti.

Ho il cancro, Blaine…” Sebastian lo disse fiocamente, stringendo le mani a pugno “come mio padre.” Lo vide deglutire “La chemioterapia mi fa stare una merda.”

Blaine gli strinse la schiena sentendolo singhiozzare “Io sono qui con te, adesso.” Deglutì “Dovevi dirmelo prima. Io c'ero sempre e ci sarò sempre.”

Bas si lasciò cadere sul pavimento “Avevo paura. Anche se adesso sono terrorizzato!”

Il moretto gli sfiorò una guancia “Avevi paura di cosa? Non ti avrei lasciato solo, non me ne sarei andato e non lo farò adesso.” Si inumidì il labbro “Andrà tutto bene, vero?!”

Smythe scosse il capo “C’è il cinquanta per cento di possibilità…” sorrise debolmente “Ho paura di morire, Blaine.”

 

***

Presente

Blaine indossò la cravatta nera, si fece il nodo e si spolverò la giacca.

Fissò il suo riflesso e si asciugò gli occhi, doveva prepararsi per andare al funerale del proprio ragazzo. Uscì dalla sua stanza e andò in parte a Valerie, che indossava un tubino nero con sopra una giacca di raso.

“Pronto?” Gli chiese la donna prendendo la borsetta. “Come ti senti?”

“Come uno al quale abbiano strappato la parte migliore di sé.” deglutì “Mi sento morto dentro.”

Si ritrovarono tutti al cimitero, amici, parenti. Poche persone che lo avevano conosciuto e che gli avevano voluto bene.

Quinn si mise in parte a Blaine e gli strinse la mano per dargli un po' di conforto.

Le parole del prete riempivano l'aria, chiunque ascoltava annuiva a quei discorsi vuoti di verità, a quella parole sentite e risentite ovunque. Blaine non sentiva, si era estraniato da tutto, e invece ciò che faceva era pensare a quando Sebastian era ancora in vita.

Il loro ultimo periodo vissuto assieme.

Quando fecero scendere la bara, Blaine non riuscì più a trattenere le lacrime. Tutti gli altri potevano anche pensare che fosse un ragazzetto, ma non potevano sapere che loro due erano riusciti a vivere come coppia solamente un anno.

Un anno vissuto meravigliosamente bene, ma era stato troppo breve, e anche se avessero vissuto cento anni assieme, il tempo sarebbe stato sempre troppo scarso.

 

***

Passato

Blaine accompagnò il suo ragazzo a ogni seduta di chemioterapia, ogni settimana c'era da aspettare quattro ore seduto accanto a lui.

Ma ne valeva la pena. Erano sempre quattro ore passate assieme; del tempo prezioso creato in un luogo diverso.

In quei giorni però Blaine non smetteva di leggere, parlare con Sebastian, cercava di rendergli più leggere le giornate in cui faceva la chemio.

In quei momenti, Smythe si sentiva bene, ma aveva ancor più paura, era terrorizzato di morire e lasciare Blaine. Ma la speranza di guarire e vivere c'era sempre.

Le loro mani intrecciate, la pelle olivastra di Blaine a contatto di quella pallida di Bas, ogni volta che le fissavano era sferzata di positività.

Erano assieme, sarebbe andato tutto a meraviglia.

Le settimane passavano, nonostante Blaine era vicino a Sebastian e cercava di dargli un supporto cercando di farlo star meglio, quest'ultimo continuava a peggiorare; i capelli caddero, continuò a perdere peso e la sua carnagione divenne ogni giorno più pallida.

Bas,” il moretto si alzò, sedendosi sul letto su cui erano stesi, per fissarlo negli occhi “come ti senti dopo la chemioterapia? Almeno di questi tempi?”

E' sempre come le prime volte.” Si passò una mano sul volto “Mi sento uno straccio, ogni fottuta volta.”

Blaine gli sfiorò uno zigomo “Ti amo. Quando guarirai completamente ci faremo un viaggio in Italia, a Venezia. Ti va?” Passò con le dita sullo sterno, congiungendo i nei sulla sua pelle tra loro.

Potremo vedere le gondole” annuì Sebastian chiudendo gli occhi e facendosi coccolare dalle carezze del proprio ragazzo “la città natale di Casanova … A proposito! Ti è piaciuto il suo manoscritto? Il libro sui suoi amori, la sua vita e le varie fughe?” Gli chiese aprendo gli occhi di scatto e fissandolo con una scintilla, quella solita scintilla che si poteva vedere quando parlava dei libri e dei vari scrittori.

Sì, l'ho letto, era proprio un ragazzo dall'anima francese, amava passionalmente e viveva ogni giorno. E quando si è innamorato realmente … finalmente ha trovato pane per i suoi denti.” Gli salì in grembo. “Vedrai guarirai e vivremo assieme ancora per tanti anni.” Gli sfiorò il naso con il proprio. “Ti amo.”

Lo so” Sebastian deglutì per poi baciarlo dolcemente.

 

Killer,” lo chiamò un giorno Sebastian al telefono “oggi sono andato a fare una visita e … mi hanno detto che” sorrise tristemente “bhè … che sono terminale.” sospirò frustrato “B non urlare, tranquillo.” Sorrise passandosi una mano sulla testa rasata. “Amore, ascolta, sono peggiorato in queste ultime settimane, lo sapevamo fin dall'inizio.” Abbassò gli occhi sulle proprie mani “Blaine, il mio tumore è come quello di mio padre, solo che io ho vissuto un po' meno di lui” deglutì “B, amore, possiamo vederci oggi? Ho bisogno di te, ho bisogno di sentirmi vivo, solo un po', ti prego Blaine.” ricacciò indietro le lacrime. “Ok, a dopo.”Lo salutò dolcemente.

Quel pomeriggio Blaine lo tenne stretto a sé, cercò un modo per fargli dimenticare che avrebbero avuto poco tempo, forse mesi, o anche meno, per stare assieme.

Due settimane più tardi di quel pomeriggio Sebastian fu trasferito in ospedale per tenerlo sotto controllo, ma Blaine sapeva che era lì perchè mancava poco, sapeva che quelli erano gli ultimi giorni per amarlo.

Blaine rimase in quella camera d'ospedale più tempo che poteva, portava libri, giornali, tutto quello che poteva leggere e per far sentire la propria voce al suo ragazzo.

 

Sebastian fu collegato a delle macchine il 2 Novembre, tre settimane dopo morì perchè il suo organismo non resse più, il cancro gli aveva tolto tutto, aveva aggredito tutti i suoi organi interni lasciando poco o niente di sano.

Blaine quel giorno perse un pezzo di sé stesso, perse un confidente, un amico, l’amore.

 

***

Presente

Una settimana dopo il funerale, Blaine si trovò davanti alla porta di casa la madre di Bas.

“Buongiorno.” le disse passandosi una mano sul collo; non si era fatto la barba, era in tuta e aveva due borse nere sotto agli occhi.

“Buongiorno a te.” posò ai suoi piedi alcuni borsoni “Tutto questo è quello che Sebastian amava: libri, foto, e ho trovato queste in un cassetto a casa di mio figlio,” gli porse una pacco di lettere “ sono tutte indirizzate a te.” Deglutì vedendo Blaine inginocchiarsi davanti a quelle cose, lo vide sfiorare un libretto vecchio e malandato: 'Fahrenheit 451'. Blaine singhiozzò, stringendoselo al petto. “Manca anche a me, anche io ero così quando è morto Paul, non riuscivo a respirare, ma Bas mi aiutò, ci aiutammo a vicenda. Superammo tutto.” si abbassò accanto a Blaine “Ora capisci perchè disapprovavo? Non volevo che qualcun altro provasse ciò che avevo dovuto subire io in quel periodo, la felicità, la speranza, l'amore. Tutto volato via …”

“No. L'amore resta. La felicità è impressa nei ricordi.” Alzò lo sguardo “Come farò adesso a sopravvivere, ad andare avanti, ora che lui se ne è andato via da me?” Strinse al petto le lettere.

“Tutti i libri di mio figlio andranno a te. L'ho deciso. Ma solo se tu vorrai.”

Blaine annuì solamente “Sì, verrò a prenderli. È molto gentile da parte sua donarmeli.”

“E' stata la volontà di mio figlio. Me lo ha chiesto esplicitamente prima che tu entrassi nella sua stanza. È stato il suo ultimo desiderio.”

Il moretto deglutì ricacciando indietro altre lacrime. “Grazie.”

“Non c'è di che, ora devo andare. Buona giornata Blaine” e uscì dal piccolo appartamento lasciando Blaine da solo.

Blaine portò tutti i libri di Sebastian accanto ai propri, avrebbe dovuto comprare altre mensole, altri armadi dove poter impilare per bene tutto, doveva tenere in ordine quel tesoro cartaceo.

Con quei pensieri si sedette sul divano, che aveva visto nascere e crescere l'amore tra i due ragazzi, e scartò il pacchetto di lettere.

Sorrise vedendo la calligrafia perfetta del suo ragazzo.

Non poteva credere che non lo avrebbe più rivisto, che non avrebbe più sentito la sue voce mentre parlava, leggeva, conversava, rideva.

Aprì la prima busta e iniziò a leggere le prime righe.

 

Ciao amore mio,

quando leggerai queste lettere io oramai non ci sarò più, il cancro ha vinto e me ne sono andato.

Ho scritto queste lettere per far sì che tu non ti senta solo.

Mi sei stato accanto un anno intero, aiutandomi nella malattia e facendo sì che non soffrissi; per questo ho scritto una lettera al giorno per te per un anno intero.

365 lettere tutte per te, per aiutarti a stare meglio, ad andare avanti con la tua vita.

Blaine, lo so cosa starai pensando:

“Non voglio dimenticarti. Sei l'amore della mia vita …”

- Eccetera, eccetera, eccetera. -

Tu devi riprendere in mano la tua vita, devi vivere, sì, ricordandoti di me, ma non morendo nel ricordo del nostro amore.

Io ti ho amato, non te l'ho detto abbastanza. Ma è, sarà, ed era vero.

Ti amo Blaine.

 

Il moretto si accorse di piangere solamente quando alcune lacrime caddero sul foglio scritto.

Un piccolo singhiozzo gli uscì dalle labbra ripiegando la lettera.

365 lettere per 365 giorni.

 

Ogni giorno Blaine leggeva una lettera di Sebastian, ogni giorno rideva e piangeva per i ricordi e le parole che vi erano scritte; al lavoro si portava dietro la lettera del giorno e quando era in pausa la rileggeva per sentire nelle orecchie la voce del ragazzo dagli occhi verdi leggergliela.

Più i giorni passavano, più aveva voglia di tornare in libreria per leggere altre storie.

Passarono tre mesi, ogni giorno Blaine apriva e leggeva ciò che Sebastian gli aveva scritto, alla fine di ogni lettera vi era un Post Scriptum di sole due parole. Ti amo.

Andò avanti così per settimane e Blaine si sentiva felice, meno solo e aveva imparato a respirare nuovamente.

Con Quinn i rapporti d'amicizia erano stretti e si aiutavano, parlavano di libri e di Sebastian. Blaine era felice di aver trovato un'amica come lei, era strana, aveva capelli fluo, tatuaggi e piercing, ma aveva un'anima da nerd.

Conosceva libri, documentari, personaggi e videogames vari.

In poche parole Quinn aveva un cuore dolce ricoperto da un'armatura di granito.

Un giorno Blaine andò in libreria con un'idea in mente.

“Quinn, lo so che sembro matto ma … ho voglia di fare un tatuaggio”

“Tu. Un tatuaggio. Tu che metti cravattini e ti impomati di gel un giorno sì e l'altro pure?”

Blaine fece ruotare gli occhi, ecco che arrivava il lato cinico della tipa dal cuore dolce.

“Comunque! Sì, voglio fare un tatuaggio!”

“Resterà per sempre sulla tua pelle, non dimenticherai mai quel segno lì! Non è una cosa da nulla. Pensaci bene Blaine.”

“Ci ho pensato più che bene e … hai detto la parola chiave. Non dimenticare. Perchè non voglio.”

“Lo fai per Bas?” Quinn inclinò il capo di lato facendo ondeggiare una ciocca rosa “Wow, sei più romantico e checca di quanto pensassi.” Sogghignò “Va bene, andiamo. Ho un amico che mi deve un favore. Tipo che gli ho tolto la verginità quando eravamo al liceo. Ora ha uno studio di tatuatori, comunque, decidi prima il soggetto. Dimmi cosa vuoi fare.”

“Remember Us?” Chiese Blaine.

“Ti prego, il diabete mi verrà lo stesso senza questa idea melassosa. Riprova.” Quinn si accigliò mettendo la guancia sopra il palmo della mano.

“Una rondine sul polso” pensò Blaine alzando le spalle.

“Andiamo Blaine, il tuo primo tatuaggio, qualcosa di più … fantastico, no?”

Blaine annuì, ripensò al tempo passato con Sebastian, alla loro vita assieme in un anno, le loro vite intrecciate come due corde. Gli si illuminarono gli occhi per mascherare il sorriso triste.

“Il simbolo dell'infinito formato da due corde, questo all'interno del polso, e all'esterno le due corde non più unite fra loro” Blaine vide Quinn storcere il naso “Ok… ehm … una frase francese, una citazione dal libro 'Fahrenheit 451' è l'unico modo che ho per ricordarlo. Perchè lui mi ha insegnato ad amare i libri e perchè ci siamo amati quel tanto che bastava per migliorare le nostre vite ...” Fissò il pavimento “O per lo meno la mia vita… Lui non c’è più ormai.”

Quinn gli andò accanto e gli prese il viso fra le mani “Lui c'è Blaine, lui è qui.” e gli sfiorò una tempia “Ma soprattutto vivrà qui,” e gli puntò un indice sul cuore “per sempre.”

Blaine annuì sorridendo malinconicamente “Lo so, ma io lo voglio qui” si fermò “accanto a me, nel mio letto e nella mia vita. Non solo nel mio cuore e nella mia testa.”

“Vedrai che tutto si aggiusterà. Lui non vorrebbe vederti in questo stato. Lui vuole che ricominci a vivere, secondo te perchè ti ha scritto quelle lettere?” Quinn arrossì, “So tutto, nelle ultime lettere l'ho aiutato io. Gli unici giorni in cui non potevi essere in ospedale ero io con lui.” Si morse il labbro inferiore “Non volevo dirti nulla, ma so che Bas non desiderava questo per te. Lui voleva vederti felice. Voleva una nuova vita per te. Un nuovo amore.”

Blaine la fissò scandalizzato “Come faccio a innamorarmi nuovamente? È impensabile per me!”

“Ma non per Bas, ascolta Blainers, è difficile lo so. Ma la vita continua, va avanti. Non devi fossilizzarti su un sentimento. È la vita, tutto quello che devi fare è … amare.”

Poi lo prese a braccetto e uscirono dal negozio. Quinn quel pomeriggio lo portò a fare il suo primo tatuaggio. Fu doloroso, fu strano, ma alla fine fu impresso sulla sua pelle per sempre.

 

I giorni e le lettere trascorsero e passarono fin troppo facilmente per i gusti di Blaine, infatti il moretto non si accorse neanche che mancavano appena cinque lettere da aprire e leggere.

Era già passato un anno. Trecentosessanta giorni in cui aveva continuato a lavorare, a leggere e a vivere.

Ma l'amore non l'aveva più cercato, non aveva più voluto sapere di ragazzi, di uscite a gruppo o a quattro con altri amici, non voleva perdere il ricordo del suo Sebastian.

Ma anche l'ultima lettera fu aperta.

 

Ciao amore mio,

questa è l'ultima lettera che leggerai da parte mia, Quinn è stata molto gentile ad aiutarmi in queste ultime settimane, so che non manca molto, me lo sento, e accanirsi contro di me non sarebbe stato giusto.

Non so come poterti ringraziare per ciò che hai fatto per me, mi hai amato e non mi hai trascurato, hai continuato a leggere per me, hai provato a leggere anche il francese e Dio te ne scampi, non impararlo MAI.

Ci sono delle novità che non ti ho mai voluto dire, io sono iscritto alla lista dei donatori di organi.

E quindi, quando sarà giunta la mia ora, potrò aiutare anche io qualcuno donando cuore, reni, cornee; tutto ciò che potrebbe servire per salvare una vita umana, o almeno, a migliorarla.

So che ti sembrerà brutto da sentire, o per meglio dire, leggere, ma è così.

Anche mio padre è riuscito a salvare un paio di persone, il midollo osseo a una ragazzina di 15 anni, il cuore a una madre di 36 e via dicendo.

Io spero di donare il mio cuore a una persona che ama, che ha bisogno di sentire la vita scorrere nelle proprie vene e non solo di sopravvivere in questo mondo.

Blaine, amore, io ti sto dicendo queste cose nella speranza che tu non abbandoni mai la voglia di amare, perchè è quella che mi ha colpito di te, quella scintilla che mi ha fatto innamorare di te e far sì che io abbia potuto riporre la fiducia nelle tue mani.

E se devo essere sincero non è stato uno spreco di vita quello che ho passato con te.

Io ti ho amato Blaine Anderson, ma tu ora devi lasciarmi andare, devi fare della tua vita un'opera d'arte.

Scrivi da solo la tua storia, cambia pagina e inizia con la parola AMORE, fallo per te.

Ci rivedremo, ma tu devi vivere, per noi, per me, ma sopratutto per te.

Ti ho amato.

 

Quando Blaine finì di leggere quella pagina gli scese sullo zigomo un'unica lacrima, l'ultima.

Strinse al petto quel pezzo di carta, doveva dire addio a Sebastian. In quel momento si rese conto che non avrebbe più avuto nessun contatto, nessun dialogo con il suo francesino.

Il moretto richiuse la lettera e la depose assieme alle altre nell'ultimo cassetto della scrivania che vi era in camera sua.

Doveva ricominciare, lo avrebbe fatto per Sebastian.

 

Indossò il suo sorriso migliore e andò fino a piedi alla libreria di Quinn, stava per entrare quando notò, legato ad un paletto, un bellissimo cane.

“Ehi,” disse accovacciandosi accanto all'animale “dov'è il tuo padrone? Ti ha lasciato da solo?” Gli accarezzò le orecchie sentendolo uggiolare felice “Ma sai che sei proprio bello?” Ridacchiò quando il cane lo leccò su una guancia “Sì, ti voglio bene anche io.” gli accarezzò la schiena un'ultima volta prima di entrare nel negozietto.

Salutò Quinn e come sempre andò a vedere se era arrivato qualcosa di nuovo; solo i soliti libri sulla fantascienza e romanzi rosa per casalinghe disperate.

Poi su uno scaffale abbastanza alto notò un libro che non era riuscito a trovare da nessun'altra parte.

Cercò di raggiungerlo, ma come previsto non riuscì.

Gli comparve sul volto un sorriso triste, infatti ricordò di quando Bas era ancora in pieno delle forze e che quando andavano assieme a comprare i libri era il francesino che recuperava i libri dalle mensole più alte.

Blaine si allontanò dallo scaffale e fece per andare a cercare altro quando una voce lo richiamò.

“Ehi,” una mano si posò sulla sua spalla, il tocco era lieve, quasi familiare “ho visto che stavi fissando questo libro!” Si voltò e incontrò un ragazzo con un paio di occhi celesti e un sorriso genuino in volto “Ho visto che avevi un po’ di difficoltà… beh, eccoti il volume.”

Blaine rimase interdetto ma prese il volume dalle sue mani “Grazie ma tu non …”

“E' stato un piacere.” sorrise il biondino, per poi andare a scovare qualche altro libro in un angolino.

Notò che il ragazzo si muoveva febbrilmente cercando dei libri, li apriva, corruga la fronte e li metteva da parte.

Il moretto si avvicinò allo sconosciuto e quando riuscì a leggere i titoli deglutì, quei libri erano gli stessi che Sebastian gli aveva prestato in quei due anni, scosse il capo, chiunque poteva amare quei libri. Erano disponibili agli occhi di tutti!

“Stai cercando qualcosa in particolare?” Gli chiese sfiorandogli il braccio.

“Ehi, killer! Vuoi farmi morire di crepacuore?” Il ragazzo dagli occhi celesti alzò di scatto la testa e fissò le iridi caramellate del ricciolino.

“C-come mi hai chiamato scusa?” Balbettò, indietreggiando di un passo.

“Killer?!” Domandò corrugando la fronte “S-scusa. Non so neanche io perchè l'ho detto. Non mi sono ancora abituato a queste strane sensazioni.” si morse il labbro inferiore.

“Che sensazioni scusa?” Gli chiese Blaine, sedendosi accanto a lui e prendendo in mano uno dei libri che aveva accatastato accanto a sé.

“Al fatto che dico, sento e mi piacciono cose che nella mia vita non mi era mai capitato di provare, per esempio i libri.” Ne prese in mano uno “Li ho sempre odiati, ma quando mi hanno rimesso dall'ospedale la prima cosa che ho fatto è stato leggere 'Fahrenheit 451' . Oppure, una volta odiavo mangiare il pesce e una settimana dopo che ero a casa da solo mi sono cucinato una trota salmonata intera! Anche se poi l'ho bruciata e ho dovuto ordinare italiano.” Mosse le mani “O ancora, è da tre mesi che vengo in questa libreria, avevo questa sensazione in questo punto qui” e si toccò la pelle sopra il cuore “che mi diceva di passarci sempre più tempo.” Scosse il capo “Mi prendi per matto, vero?”

Blaine scosse il capo “N-no, ma … perchè eri in ospedale?”

L'altro ragazzo sorrise di sbieco “Mi hanno operato al cuore, è da un anno che ho questo cuore nuovo. O per meglio dire di seconda mano. Se non mi avessero operato sarei morto, non mi restava molto tempo da vivere.” Scrollò le spalle “Fortunatamente sono vivo.”

Blaine deglutì e gli porse la mano “Blaine Anderson.”

L'altro ragazzo sorrise stringendogliela di rimando “Andrew Awake.” i suoi occhi si posarono sul polso di Blaine “Bel tatuaggio.”

Blaine sorrise vedendo quelle parole impresse sulla sua pelle “E’ francese.”

“Che Dio ce ne scampi, speriamo di non impararlo mai.” Ridacchiò Andrew.

Blaine annuì sospirando pesantemente, doveva sapere.

“Posso chiederti un'informazione?” Chiese sottovoce “Il tuo cuore nuovo, a chi apparteneva?”

Andrew si rabbuiò “Per quanto ne so, apparteneva a un ragazzo morto di cancro. Mi hanno detto che fino all’ultimo ha conservato la voglia di vivere e amare. Aveva appena compiuto ventotto anni.” Lo fissò curioso “Perchè lo vuoi sapere?”

“Perchè …” Blaine non seppe che dire.

Perchè io lo amavo? Perchè il suo cuore batte nel tuo petto? Perchè mi ha dato un'altra chance di amare?

No. Non poteva dire quelle cose

“Perchè sei stato fortunato. Allora, che ne dici? Quale libro ti piace di più fra questi?”

“E' difficile da decidere. Sono tutti dei classici stupendi!” Disse Andrew con gli occhi luccicanti.

“Scommetto che per te adesso è tutto stupendo.” Sorrise Blaine, prendendogli la mano e stringendogliela.

Andrew lo fissò stranito per poi poggiare lo sguardo sulle loro mani intrecciate “E’ strano, ho sentito il mio cuore perdere un battito.” Deglutì “Mi sento sciocco.”

“Non sentirti così.” Blaine scosse il capo e alzò la mano libera per poi posarla sulla maglietta che copriva la cicatrice del ragazzo “Ora sarai tu a prendermi per matto ma… posso sentire il tuo cuore?”

Andrew annuì e lo strinse a sé facendo accostare l'orecchio destro di Blaine contro il proprio petto.

E in quel momento Blaine pensò di essere completo. Perchè aveva ritrovato un pezzo del suo Sebastian. Sì, forse sarebbe riuscito a ricominciare un nuovo capitolo della sua vita, magari proprio con la parola AMORE.

 

 

Grazie alla mia cara beta _Zia Cla_ per avermi betato questo scempio, e per non avermi mandato a quel paese dopo 5 righe <3

Ti voglio bene anche io.

E grazie a chiunque sia arrivato fino a qui.

  
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