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Autore: _Angelica_    01/09/2013    0 recensioni
Ok confesso, non avevo che te. Come faccio a vivere adesso solo,senza te?
Pensa solo che dall'altra parte del mondo io ci sono e ricorda: siamo tutti sotto lo stesso cielo, e la stella che mi hai dedicato ci farà sempre compagnia. Ciao stella, ciao Luna.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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“Will svegliati, cazzo svegliati!” Erano le 10 passate, e i raggi del sole inondavano il nostro viso. 38 chiamate perse, vi lascio immaginare di chi fossero. Will si svegliò di soprassalto, mi guardò negli occhi fece un breve sorriso e strofinandosi gli occhi si levò in piedi. I suoi capelli erano indistinguibili dai raggi del sole quel giorno. Prendemmo tutta la nostra roba e iniziammo a correre per la spiaggia. Tra le risate mi preparavo ad una sonora sgridata da parte dei miei. Ma non mi importava. Se quello era il prezzo che dovevo pagare l’avrei pagato 3000 volte pur di ripetere di nuovo ciò che era stato. “Ciao Will …”
“Ciao Ev”
“Ci vediamo stasera ?” Disse lui prima di andare via.
“Devo prima vedere la situazione in casa.”
“Ti chiamo più tardi …” Accennai un sorriso prima che lui andasse via. Mentre era in lontananza, notai che la figura si era fermata e riprendeva a correre nel lato opposto.
“Ciao Stella …” Mi stampò un bacio sulle labbra, uno di quelli che non ti aspettavi. Senza guardare la mia espressione lui andò via e stavolta davvero. Presi le chiavi dalla borsa e non feci nemmeno in tempo ad aprire la porta che lo sguardo severo di mio padre mi squadrava dalla testa ai piedi. Mamma era sulla poltrona distrutta, e non appena mi vide mi venne in contro abbracciandomi.
“Come hai potuto farci questo ?”
“Una chiamata poteva andare bene, non ti avremmo detto di no.”
“Non uscirai per un bel po’, ora vai in camera.” Mi subivo tutte queste parole senza alzare lo sguardo da terra, le lacrime premevano agli angoli degli occhi non potevo non uscire. Dovevo godermi quei giorni, la fatidica data si avvicinava e non potevo sprecare dei giorni. Mi buttai a peso morto sul letto, fissando il soffitto e ripercorrendo tutti i pensieri che avevo lasciato fuori alla porta. Le ore passavano, ed io rodevo dentro. Andai a fare una bella doccia, e mentre uscivo Will , come mi aveva promesso, mi ha chiamato per sapere cosa avremmo fatto quella sera. In quel momento non sapevo cosa rispondergli, per cui dissi la verità.
“Mi dispiace, mi sento enormemente in colpa …”
“Non devi sentirti così, le scelte si prendono in due anzi più che altro la colpa era mia.” Fece un sospiro e si augurò di vedermi presto. Staccammo la chiamata, e senza rendermi conto mamma era dietro la porta.
“Ti è piaciuto origliare?”Dissi mentre ero intenta ad asciugare i capelli con un asciugamano.
“Vuoi uscire stasera non è così?”
Non sapevo come mia madre, cercasse di capirmi così tanto.
“Ora ti racconto una storia …” Disse lei strofinando la mano sulla mia gamba.
“Quando avevo più o meno la tua età, venni anche io qui. Lo zio a quell’epoca si era da poco trasferito ed era in piena forma. Aveva fatto tanti sforzi per costruire questa casa, ed io venni qui per aiutarlo e rendergli la vita un po’ più felice. Lui mi raccontò di aver conosciuto una ragazza Aurora. Ne parlava giorno e notte. Ne era innamorato perso. Un giorno uscii con lui e questa sua nuova ragazza e ci imbattemmo in un ragazzo bellissimo aveva gli occhi come il mare e i capelli color ebano. Il suo nome era Josh.”
Mentre raccontava quella storia i suoi occhi si riempivano di lacrime, erano talmente lucidi che ti potevi specchiare dentro. Dopo quel nome prese una pausa e dovetti spronarla per continuare.
“Lui fu il mio primo amore, eravamo così innamorati. Arrivò il giorno che dovetti ripartire, e ci promettemmo di rivederci. L’anno dopo ritornai lì con l’intento di rivederlo, e Aurora in lacrime mi disse che Josh era annegato tuffandosi da uno scoglio. Non potevo davvero crederci, non volevo. Aurora mi portò al cimitero e lì vidi ciò che mi rifiutavo di credere. La data in cui morì era 11-05-1985. Dopo poco tempo mi arrivò una chiamata dalla madre di Josh, dicendomi che lì c’era qualcosa che mi aspettava. Non appena arrivai mi diede una scatola con tanti ricordi dicendo che voleva che quella roba li tenessi io e c’era poi una lettera per me. Caddi in una profonda depressione, e piangevo giorno e notte. Ancora oggi non l’ho mai dimenticato.” In quel momento ci guardammo negli occhi, cercai di confortarla il più possibile. Non sapevo che mia madre avesse avuto una storia simile, per cui constatai che davvero ognuno di noi ha la sua storia, ognuno di noi ha una storia nascosta che preferisce tenere per sé e raccontarla nei momenti in cui si sta male. Quei maledetti scheletri nell’armadio, quei maledetti segreti che ci fanno compagnia giorno e notte e che ci scorticano all’interno.
“Chiama Will e digli che stasera uscirai …”
Disse lei con un accenno di sorriso.
“Grazie mamma …” In quel momento mi abbracciò e prima di aprire la porta mi rivolse ancora un sorriso casto. Presi il telefono, poi decisi di non chiamarlo,volevo fargli una sorpresa per cui mi vestii ed uscii di casa dopo aver salutato mia madre. Arrivai nel posto dove vidi Will la prima volta, e non appena lo vidi lì con Alyson stavo per precipitarmi a salutarlo. Ma qualcosa mi fermò, vidi Will mano nella mano con Mona, e lei prontamente non appena mi vide diede un bacio a William e lui ricambiò. Mi sentii di nuovo a pezzi, sapevo che ero solo un passatempo per lui, mi girai di scatto in lacrime e ripercossi la strada per il ritorno.
“Ciao Ev che hai?” Mi ritrovai Alyson avanti, che non si scostava e non lasciava che io andassi via.
“Devo andare, lasciami passare.” Lo dissi in modo crudo, con un tono infastidito. Lei guardò dietro le mie spalle ed urlò parole offensive verso Will che si girò di scatto e ci venne in contro. Io presi a correre. Non volevo vederlo per ora. Ho fatto un grande sforzo ad uscire e lui mi ripaga con questa moneta.
“Eveline aspetta …”
“Ev …” Non mi voltai nemmeno per un secondo. Richiusi la porta alle mie spalle, e constatai che quella sera sarei rimasta sola. I miei erano in ospedale, ed io mi precipitai nella mia stanza e notai una lettera sul letto.

  
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