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Autore: lasognatricenerd    01/09/2013    2 recensioni
Simon comincia a provare sentimenti sempre più forti, dopo quella notte sulla nave, dove lo stesso Jace gli salvò la vita..
Genere: Demenziale, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi aveva salvato la vita. Era successo davvero. Ero vivo.

No, in realtà non ero propriamente vivo, visto che ero stato seppellito dentro ad una bara completamente morto, ma poi.. ero rinato!

E poi ero morto ancora. Anche se per metà.

Valentine aveva bisogno del mio sangue per quella dannatissima spada dell’Angelo.

Non sapevo nemmeno a cosa servisse!

Ero così ignorante su quelle cose.

Perché aveva bisogno del MIO sangue?

Ancora mi pareva di essere semplicemente e solo Simon. E invece no.

Ero una creatura della notte. Un Nascosto. Un vampiro.

Insomma, pelle bianca, occhi rossi, bisogno di sangue.

Lo ero diventato da almeno qualche giorno, e subito avevo completato la mia vita, proprio grazie al padre di Jace.

Ah, quel tipo. Era stato lui a salvarmi la vita!

Non appena mi aveva lasciato a terra, sentivo il corpo bruciare come non mai.

Il sangue sgorgava dalla mia gola, ma non riuscivo nemmeno a muovermi.

Restavo immobile. Faceva male.

Volevo piangere. Non avevo visto Clary prima di morire. Non le avevo detto quanto l’amavo.

Non avevo visto nemmeno Isabelle, non le avevo detto che era una strafiga assurda.

Non avevo incontrato Alec, per dirgli che doveva infischiarsene di tutti e mettersi con Magnus!

Non avevo nemmeno detto a mia madre e a Luke che volevo bene loro.

Avevo visto solamente Valentine negli occhi.

E sarebbe stata sicuramente la morte più orribile della mia vita, se non fosse stato per.. Jace.

Ancora non potevo crederci che l’avesse fatto davvero.

Pensavo mi avrebbe lasciato morire lì, in quella nave, con chissà quanti demoni.

E invece no. Si era avvicinato a me, si era tagliato il polso, e mi avevo fatto bere il suo sangue.

Era buono. Terribilmente buono.

Persi il controllo. Mi buttai a capofitto su di lui.

I nostri corpi completamente attaccati l’uno all’altro, i nostri respiri quasi che combaciavano, petto contro petto, e le gambe incrociate.

Non persi nemmeno un secondo, e lo morsi, al collo, senza esitazione.

Non capivo più nulla quando avevo fame, era come se il solito Simon scomparisse, e io mi ritrovassi in un’altra dimensione dove ero io il cattivo.

Non i demoni. Non Valentine. IO.

Mi sentivo un mostro, per tutte le volte che mordevo qualcuno. Non riuscivo a controllarmi.

Era più forte di me, ed era orribile. Nonostante tutto, comunque, continuavano a trattarmi normalmente.

Non solamente Jace e Alec, che mi chiamavano mondano, ma anche Clary ed Isabelle.

E poi mia madre, ma lei non sapeva nulla di tutto quello.

Pensava avessi semplicemente un influenza, e me ne stavo sempre chiuso in camera.

Ma era il sole a farmi male. Nessuna influenza del cazzo.

E mi ritrovavo lì, riversato su Jace, che ovviamente stava perdendo i sensi.

Sentivo come i suoi muscoli si stendevano sotto al mio corpo, come se stesse per crollare.

Mi staccai da lui, le lacrime agli occhi.

“ Avrei potuto ucciderti..”

Ed era così. Forse non se ne rendeva conto. Ma quando un vampiro perdeva il controllo, difficilmente riusciva a riacquistare la lucidità.

“ Te l’avrei lasciato fare.”

Quelle poche parole mi sorpresero come non mai. Non mi sarei mai potuto aspettareuna cosa così.

Lui era Jace. Il cacciatore. Lo stronzo. Il biondo ossigenato.

E mi aveva appena salvato la vita. E l’avrebbe fatto anche a rischio della sua vita.

 Com’era possibile una cosa del genere?

Soprattutto i giorni che passarono, mi resero inquieto.

Continuavo a pensare a quelle parole. Giorno e notte.

Non mi lasciavano scampo, e cominciavo ad avere paura.

Ogni volta che ci trovavamo in una stanza insieme, cioè la maggior parte delle volte, visto che seguivo Clary dovunque andasse, tremavo.

Nessuno se ne rendeva conto, ma io sì.

Quando mi fissavo le mani, queste non volevano stare ferme. Ma soprattutto il mio sguardo sembrava andare a cercare sempre e solo quello di Jace.

Non capivo che cosa mi stesse succedendo. Cercavo sempre un contatto con lui.

In ogni discorso che iniziava, intervenivo, dandogli ragione, anche se questa no ce l’aveva.

Mi schieravo dalla sua parte. Chissà se qualcuno l’aveva notato.

Jace sì. Lo vedevo come mi guardava, come mi squadrava stranito tutte le volte che lo facevo.

Poi mi presi coraggio una delle sere. O meglio.

Eravamo tutti a casa di Luke, avevamo ordinato cinese, era quasi come una rimpatriata, siccome andava tutto alla grande.

Rimanemmo da soli. Clary era andata da sua madre insieme a Luke.

Alec ed Isabelle erano ritornati all’istituto, perché loro madre li aveva chiamati.

E rimanemmo semplicemente noi due.

“ Devo sparecchiare.”

Assolutamente dovevo farlo. Mi alzai velocemente dal tavolo, cominciando a prendere tutti i piatti e metterli nel lavandino. Lui rimase in silenzio.

Stava seduto sulla sedia, la schiena completamente appoggiata a questa, il corpo rilassato.

Non sapevo che cosa dire, era tutto troppo imbarazzante anche solamente per provare a parlare.

Ma perché quando doveva uscirsene con una delle solite frasi da strafottente, se ne stava in silenzio?

“ Simon?”

Mi stava chiamando, era palese che lo stesse facendo. Feci finta di nulla, continuando a lavare i piatti.

“Simon, girati, per favore.”

Non potevo evitare anche quello. No. Mi girai, cercando di evitare il suo sguardo.

“Che cosa devi dirmi, eh? Che sono gay mentre lavo i piatti?”

Non riuscivo mai a starmene davvero zitto, e sperai quasi che non avesse sentito, ma ovviamente non era così. Ci sentiva benissimo, quanto me, probabilmente.

“ No, in realtà volevo parlarti, ma sei il solito coglione a rovinare le cose.”

Boom.

Mi girai, appoggiandomi al bancone della cucina, guardandolo. Feci spallucce, facendogli capire che poteva parlare.

“ Non capisco perché ti comporti così. Che cosa c’è che non va?”

“ Così come, scusa? Sono sempre e solo io, Simon.”

“Sei cambiato da quando ti ho salvato la vita sulla nave.”

Boomx2.

“ Ti sbagli.”

Ovviamente non replicavo, perché sapevo che aveva ragione. E lui se n’era accorto anche fin troppo bene.

“Ci sono momenti in cui mi fissi, momenti in cui mi dai ragione anche se tutti mi vengono contro. Vuoi venire sempre in battaglia con noi. E non credo che tu lo faccia più per Clary.”

Riusciva sempre a colpire nel segno le persone. Ci riusciva sempre così bene. Mi sentivo un completo idiota.

“Sono solo seghe mentali, Jace.”

A quel punto mi sarei dovuto girare, se lui non fosse scattato su di me e mi avesse bloccato.

Mi prese per le natiche, facendomi sedere sopra al lavello.

E poi successe. Le sue labbra. Sulle mie.

Il suo sapore contro il mio.

Subito le mie braccia andarono contro al suo collo, le mie mani si congiunsero dietro di questo, andando a sfiorargli le punte bionde come non mai, bagnandogliele appena, visto le mani coperte di sapone e detersivo per pulire i piatti.

Mi persi completamente fra le sue braccia, fra le sue mani che mi tenevano i fianchi. Era una presa così forte, così possessiva.

Mi sembrava di sognare.

Sono morto.

Fu la cosa che mi ritrovai a pensare. Ma poi feci mente locale.

Sono già morto.

Ed era più che vero.

Le nostre labbra presero a muoversi in sincronia, così le nostre lingue che si cercavano l’un l’altra, quasi aspettassero quel momento da chissà quanto tempo.

Per me era così. Da quel giorno sulla nave, quando mi aveva salvato la vita. Era passato un mese esatto.

Ci si poteva innamorare in un mese? Perché ogni giorno che passava, mi pareva di essergli sempre più vicino, ma soprattutto ossessionato da lui.

E lo volevo come non mai. Ero certo di quello che provavo.

Ne ero innamorato. Non me n’ero mai reso conto. Eppure era così.

Non avrei mai voluto che si staccasse da me, ma dopo tutto lui era umano. Mi guardò negli occhi non appena lo fece.

Stava per dire qualcosa, ma poi qualcuno aprì la porta d’entrata.

“Sono tornata!”

Era Clary.

Velocemente lui corse alla sua sedia, e io ritornai a lavare i piatti.

Il cuore che non avevo .. mi batteva all’impazzata dentro al corpo come non mai. Sorridevo.

“ Wow, aspettavo che foste qui a sbranarvi!”

La solita ragazza ingenua. Sorrisi.

Non appena finii di lavare i piatti, mi girai fra i due, e li guardai.

Sorrisi a Clary che ovviamente non sospettava nulla di tutto quello.

E poi guardai Jace. I nostri sguardi si incrociarono.

Dio se amavo quegli occhi. Erano perfetti.

Non così ingenua.

Pensai subito dopo, ridendo.

Ci stiamo sbranando. 
   
 
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