_Poker Face_
Aveva sbattuto l’anta dell’armadio con forza inaudita,
facendo tremare l’intero mobile.
Era stato scoperto, il suo covo era stato scoperto!
Dentro di sé percepiva un moto di rabbia farsi sempre più
forte, mentre riempiva e colmava tutte le fibre del suo essere. Quelle quattro
piccole impiccione erano riuscite a scovare la sua base, ma come diavolo erano
riuscite a farlo? Era stato ben attento a nascondere tutte le prove della sua
esistenza, eppure… Nessuno sapeva, ne era certo. Strinse i pugni con forza,
conficcandosi le unghie nella carne del palmo, quando la spiegazione giunse in
un attimo.
Alison.
Lei era la chiave di tutto, la persona che lo univa alle
quattro ragazze. Alison era viva e aveva condotto il gruppetto nel suo covo,
non aveva più dubbi. Ora era certo che quella ragazzina fosse ancora viva, ma
lui l’avrebbe trovata. Lo avrebbe fatto di sicuro.
Prese un lungo respiro e si riposizionò davanti l’armadio,
al cui interno erano nascoste numerose giacche, le giacche di Ezra Fitz.
Le sue giacche.
Allungò la mano e ne sfiorò una. Alle volte lui stesso
faceva fatica a credere che lui, il professore calmo e tranquillo, potesse
essere invece –A, il terrore di quattro ragazze. Non aveva nulla di personale
contro di loro, semplicemente erano quello che poteva essere semplicemente
chiamato incidente di percorso. Aveva bisogno del loro terrore per raggiungere
il suo scopo principale, e sapeva che le ragazze avrebbero fatto esattamente
quello che sperava: trovare Alison. A lui sarebbe spettata poi l’ultima mossa,
quella di finirla una volta per tutte.
Si tolse il berretto dalla testa e si sfilò la giacca nera.
Non aveva tempo da perdere, presto la festa sarebbe iniziata a Ravenswood e le
ragazze sarebbero state presenti. Si voltò, dando le spalle all’armadio, e si
diresse a prendere il costume da sub da indossare.
Però ad un tratto si fermò.
Aveva incrociato gli occhi nocciola, grandi e luminosi, di
Aria. La foto della mora, appesa sulla bacheca insieme a quelle di tante altre
persone, aveva catturato per un attimo la sua attenzione, distogliendolo da
quello che stava facendo. Si avvicinò alla parete e staccò la foto,
rigirandosela tra le dita.
Provava un po’ di dispiacere per quella ragazza, vero
dispiacere nei suoi confronti. Non poteva mentire su quello, perché per quella
ragazza aveva provato vero affetto. Tuttavia, neanche tutto l’affetto che
poteva provare per lei, amore compreso, lo avrebbe fatto desistere e, come
amica di Alison, anche Aria doveva essere vittima delle sue azioni. Questo era
il motivo per cui le azioni contro quella ragazza erano più ‘leggere’ rispetto
a quelle che venivano invece riservate a resto delle sue amiche.
Prese una puntina e con essa riattaccò la foto sulla
bacheca. Il tempo scorreva veloce e lui ne aveva già perso molto. Svelto si
cambiò d’abito, ma non poteva uscire se prima non avesse fatto una cosa assai
importante.
“Sto venendo a prendervi, stronzette.
Baci.
-A”