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Autore: _zia cla_    01/09/2013    5 recensioni
Fanfiction in risposta alla sfida lanciata da MissBethCriss AKA Benedetta Cesarini sul gruppo Seblaine Events.
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No, non ho nessuna intenzione di scrivere un saggio sul mondo della letteratura e affini; nonostante questo fascinoso prologo, il mio intento è molto più semplice: Voglio raccontarvi una storia, o meglio, voglio parlarvi di uno di loro: un lettore.
E’ proprio lì, potete scorgerlo anche voi; seduto al tavolino di quel bar solitario, non il solito che frequenta sempre insieme ai suoi amici, no. Quando legge lui vuole il silenzio, vuole un posto dove nessuno sa il suo nome… Solo che, beh, io lo conosco il suo nome: E’ Blaine. Blaine Anderson.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da MissBethCriss sul gruppo Seblaine Events.

“LIBRI.

Ok, io sono drogata di libri, ne ho sempre uno a portata di mano e leggo ovunque perciò non potevo proporvi un prompt diverso. u.u
Penso che è un tema con cui ci potete giostrare parecchio. Può essere di tutto: angst, fluff, smut, etc etc. Decreterò il vincitore in base al modo con cui verrà usato il prompt, perciò stupitemi. “



Read me (and love me)


 
 
 
Lettori. Esistono varie tipologie di lettori: c’è il seriale (colui che non fa in tempo a chiudere un libro che ne riapre un altro), lo sporadico (lo si vede leggere solitamente solo in vacanza, quando bisogna trovare un passatempo mentre ci si crogiola al sole stile cordon bleu), l’indeciso (ha letto migliaia di libri, peccato non ne abbia finito uno!), il facilmente impressionabile (ha una personalità per ogni libro che ha letto, il suo guardaroba vanta una varietà di outfits che va da completi stile Inghilterra ottocentesca a tute spaziali. Individuato il soggetto, chi gli è affianco dovrà fare un enorme sforzo a circoscrivere i suoi libri solo a determinato generi. Tipo, sono assolutamente vietati i romanzi russi), il mattatore (leggere un solo libro alla volta?! Vuoi che muoro?!), il tirchio (in casa sua la libreria e vuota, semplicemente perché passa le sue intere giornate alla Feltrinelli a leggere a scrocco, giustificandosi con un sempre efficace ‘’A casa non ho una poltrona così comoda. E’ dell’Ikea?’’)… Per non parlare dei luoghi più comuni dediti a questo magnifico passatempo: le biblioteche, i giardini pubblici, il metrò, la panchina solitaria sotto casa, il bagno, il magazzino del negozio dove lavori… e perché no, casa propria. Insomma, ovunque voltiamo lo sguardo siamo destinati a incontrare questi coraggiosi pionieri del passato, sniffatori di carta rilegata e armatori del pensiero.
No, non ho nessuna intenzione di scrivere un saggio sul mondo della letteratura e affini; nonostante questo fascinoso prologo, il mio intento è molto più semplice: Voglio raccontarvi una storia, o meglio, voglio parlarvi di uno di loro: un lettore.
E’ proprio lì, potete scorgerlo anche voi; seduto al tavolino di quel bar solitario, non il solito che frequenta sempre insieme ai suoi amici, no. Quando legge lui vuole il silenzio, vuole un posto dove nessuno sa il suo nome… Solo che, beh, io lo conosco il suo nome: E’ Blaine. Blaine Anderson.
Buffo, vero?! A vederlo così, non sembrerebbe nulla di speciale; è un ragazzo di diciotto anni come molti, forse più affascinante della media dei suoi coetanei, forse più bizzarro -a causa del suo  discutibile gusto in fatto di moda, che lo portano a vestirsi come un semaforo in tilt e ad usare un quantitativo spropositato di gel per capelli, che lo fanno somigliare ad un giovane Burt Raynolds- ma per il resto è un adolescente come gli altri. Perché allora questo mio interesse particolare per lui?!
Sono due giorni che è seduto lì, su quella seggiola di ferro. Ha cominciato un nuovo libro, lo capisco dall’esimio quantitativo di pagine lette; se ne sta lì, con il suo cappuccino che sorseggia di tanto in tanto… E’ strano però, diversamente dalle altre volte, non è solo. Tutti quando leggiamo lo facciamo in solitudine, è quasi un momento intimo che dedichiamo a noi stessi, eppure con lui c’è qualcuno, sì, un ragazzo. Parlano poco, a volte ho l’impressione che non parlino affatto. E’ come una presenza che lo osserva mentre legge, in silenzio. Non distinguo i suoi lineamenti, Blaine però sì, perché di tanto in tanto alza lo sguardo dalle pagine e sorride; immagino gli piaccia quello che vede. Non so chi sia il suo amico, né cosa significhi per Blaine, so solo che lui lo chiama Bas… Strano, ho cominciato dicendo che volevo parlarvi di Blaine, solo ora mi rendo conto che in realtà non sono io che devo raccontarvi questa storia. Forse è meglio che, da questo momento in avanti, questa faccenda si racconti da sola…
 
*
 
 Blaine non si era mai sentito un vero lettore; per prima cosa, non aveva mai letto un Classico, cosa che l’aveva fatto sentire sempre in difetto. Solo che sentiva che non facevano per lui; ricordava esattamente quando aveva provato a leggere ‘’Cuore di tenebra’’ di Conrad: dopo le prime pagine aveva sentito man mano la sua gioia di vivere scivolare via. Nonostante questo, adorava leggere, probabilmente era la seconda cosa che amasse più fare dopo cantare. Nel corso dei suoi diciotto anni aveva letto una discreta quantità di libri, li sceglieva sempre con cura, facendosi anche consigliare dalla madre e dai suoi conoscenti, perché non sopportava l’idea di non riuscire a finire un libro e abbandonarlo in cima a qualche mensola.
L’ultimo libro, che aveva iniziato da un paio di giorni, diversamente dagli altri, l’aveva incontrato per caso. Sì, incontrato. Era entrato nella biblioteca della scuola, in realtà non stava neanche cercando un libro, era lì per un motivo che neanche ricordava, quando aveva girato distrattamente lo sguardo verso uno scaffale e se lo era ritrovato davanti; non conosceva né l’autore né il titolo, ma lo prese comunque, ispirato.
Già dalle prime pagine era stato rapito completamente: le ambientazioni erano perfette, la trama complessa e contorta, come piaceva a lui, e i personaggi erano così caratterizzati da fare quasi innamorare…
‘’Ti sta piacendo davvero?!’’
Blaine non si prese neanche la briga di alzare il volto dalle pagine, continuò a leggere tranquillamente con espressione neutra. ‘’Non saresti qui altrimenti, Bas.’’
‘’Lo so… Dico solo che è un libro come tutti gli altri, perché tutto questo interesse?’’
‘’Perché non è un libro come gli altri e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro.’’ Il tono di Blaine fu un po’ più severo. Non gli piaceva che qualcuno sindacasse i suoi gusti. Il ragazzo seduto di fronte a lui ghignò divertito a quella reazione: ‘’Sei sexy quando ti scaldi così.’’
‘’Questo lo dici a tutti.’’ Sbuffò sarcastico Blaine.
‘’Lo sto dicendo a te ora.’’
Non alzò lo sguardo dal libro neanche questa volta Blaine, ma Bas riuscì comunque nel suo intento, smise di leggere per un secondo per poi riprendere immediatamente. Solo che questa volta sul volto di Blaine c’era l’ombra di un piccolo sorriso.
 
*
 
‘’Hai davvero un carattere di merda!’’ sbottò Blaine, poggiando bruscamente il libro sul tavolino del bar.
Era passata una settimana da quando aveva iniziato il romanzo ed era arrivato esattamente a metà. Bas lo accompagnava ogni giorno, camminava al suo fianco nel tragitto verso il bar, sedeva con lui e lo osservava mentre leggeva.
Le loro conversazioni erano davvero poche, più che altro era Bas a raccontarsi, a interagire con lui. Blaine lo trovava piacevole, tutto quello che aveva da dire era interessante e, in un certo senso, appagante, almeno lo era stato fino a quel momento. Blaine aveva letto gli ultimi due capitoli in preda al rancore e alla delusione, si trattenne a stento dal saltare al collo del ragazzo di fronte a sé.
‘’E io che pensavo che avessi un debole per me.’’ Bas rispose con calma, un ghigno appena accennato sulle labbra.
‘’Questo prima che tu ti comportassi come un irresponsabile. Sei stato un egoista! Chi userebbe così qualcuno, fingendo di amarlo, per i suoi subdoli fini?’’ Blaine era furioso ed era sicuro di aver alzato la voce anche più del solito, perché attirò l’attenzione del proprietario, unico presente oltre lui.
Bas lo guardò serio ‘’Tu non sai niente, Blaine… Continua a leggere, dato che è l’unico modo che hai per capire.’’
Ma Blaine non continuò a leggere, prese il libro e lo chiuse con un tonfo, lo mise nella tracolla e si alzò dalla sedia di scatto, facendo un rumore infernale a causa dello stridere del metallo sul pavimento. Mormorò un’imprecazione tra i denti e si allontanò con passo spedito.
 
*
 
Passò qualche giorno e Blaine non aveva più aperto quel libro. L’aveva abbandonato sul comodino di camera sua e lo ignorava ogni volta che entrava nel suo campo visivo. Era rimasto troppo angustiato dall’evolversi della situazione; il tradimento di Bas l’aveva fatto sprofondare in una strana apatia nei confronti di quel romanzo che aveva amato così tanto nei giorni passati.
Era sdraiato sul letto un pomeriggio di pioggia, a guardare il soffitto, quando un tonfo lo ridestò; si voltò verso la fonte del rumore e notò che qualcosa era caduto dal comodino. Si sporse dal materasso e si ritrovò a stringere di nuovo quel libro che aveva cercato di ignorare. Lo tirò su e si mise seduto, carezzando per qualche istante la copertina sgualcita. Prese un respiro profondo e lo aprì al punto indicato da una orecchia sulla pagina. Doveva sapere.
 
Continuò a leggere per ore, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, finchè non arrivò quasi a finirlo.
Mancava l’ultimo capitolo quando avvertì una presenza di fronte al letto, non l’aveva sentito entrare. ‘’Mi dispiace, ti ho giudicato male.’’
‘’Non importa, sapevo che avresti capito.’’ Bas si sedette ai piedi del letto, tenendosi a distanza ravvicinata da Blaine.
‘’Perché non me l’hai detto fin da subito?’’ sbuffò Blaine, senza guardarlo.
Bas ridacchiò. ‘’Dovevi scoprirlo da solo, che gusto c’era altrimenti!’’
Sorrisero entrambi, poi cadde nuovamente il silenzio.
‘’Posso chiederti una cosa?’’ disse Bas, spezzando la calma.
‘’Certo.’’
‘’Perché non mi guardi mai?’’
‘’Lo sai che ti vedo ugualmente.’’ Rispose Blaine, voltando la testa verso un punto imprecisato della stanza.
‘’Sì, ma voglio sapere perché non mi guardi. Io sono qui.’’
Blaine strinse gli occhi e le labbra in una smorfia triste, poi alzò lo sguardo e incontrò due occhi ai quali non era mai riuscito a dare un colore, l’unica cosa che non era mai riuscito a vedere di Bas.
‘’Perché non esisti.’’
 
*
 
‘’Ti ho sempre detto che è un pessimo libro!’’ ridacchiò Bas, facendo ruotare gli occhi a Blaine ‘’L’autore non è riuscito neanche a fare una descrizione decente dei suoi personaggi. Cosa sai di me?! Che sono alto, ho le spalle larghe e un portamento elegante. Ho i capelli castani e gli occhi chiari… Dico, chiari?!’’
Blaine sbuffò ‘’So anche che sei sfrontato, cinico e promiscuo, ma dietro a tutti i tuoi difetti nascondi una mente brillante e una grande sensibilità… E sei sexy. Quindi cosa può importarmi di che colore sono i tuoi occhi o…’’
‘’Come li hai immaginati?’’ lo interruppe Bas,
‘’Cosa?’’
‘’I miei occhi.’’
‘’N-non lo so… Azzurri… o verdi. Non lo so, non sono mai riuscito a focalizzarli!’’ Blaine diede una scrollata di spalle e si lasciò andare contro lo schienale della sedia di ferro.
‘’Perché non entrambi?!’’ sorrise languido Bas.
‘’Verdi-blu?! Sarebbero innaturali.’’ Rise Blaine.
‘’Sono il personaggio di un libro, cosa ti frega se sono naturali o meno!’’
Blaine rise e abbassò lo sguardo sul suo grembo, dove giaceva il libro che gli aveva fatto conoscere le storie di molti personaggi, ma che l’aveva conquistato grazie a uno. Bas.
‘’Perché non lo finisci?’’ sentì distintamente nella sua testa ed era il ragazzo di fronte a sé che glielo domandava. ‘’Sono giorni che vieni qui, ma non lo hai aperto una sola volta. Perché?’’
‘’E’ l’ultimo capitolo. Sai, ci sono libri che ti colpiscono così in profondità da conquistarti totalmente, da farti desiderare non finiscano mai. Così, quando arrivi a leggere le ultime righe, ti sembra di stare per dire addio ad un vecchio amico… e non sempre sei pronto a farlo.’’  Aveva gli occhi lucidi e Blaine si sentì uno stupido ad avere una reazione del genere.
‘’Blaine…’’
‘’Lo so, lo so. Solo, non voglio lasciarti andare. E’ stupido ne sono consapevole ma la vita reale non è come nei libri.’’
‘’Beh, questo non posso saperlo, non ne ho esperienza… Però, potresti sempre cercarmi lì.’’
Blaine aggrottò la fronte e alzò lo sguardo. Lo immaginò lì, seduto al tavolino, il suo sorriso sornione e i suoi occhi brillanti che lo squadravano con malizia. Sospirò e poggiò i gomiti sulla superficie metallica, inquadrando una mano poggiata a poca distanza: dita affusolate e pelle pallida e liscia. Avrebbe tanto voluto accarezzarla, ma se solo ci avesse provato, sapeva che avrebbe carezzato aria.
‘’Cercami nella vita vera… Sai, se fossi reale potrei innamorarmi di te.’’
Blaine alzò un sopracciglio e sorrise sornione. ‘’Io non so se potrei innamorarmi di uno come te.’’ Ridacchiò divertito ma quando si sistemò di nuovo contro lo schienale, sul suo volto c’era un sorriso malinconico.
‘’Addio, Blaine.’’
‘’Non ho ancora finito il libro, è presto per gli addii.’’ Sospirò, poi aprì il romanzo e cominciò a leggere.
Arrivato all’ultimo periodo, si prese qualche secondo, lo lesse lentamente, più e più volte, finchè nella sua testa non udì un flebile addio.    
Chiuse il libro e si lasciò andare ad un profondo sospiro, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato; carezzò il retro del libro con un sorriso malinconico sulle labbra. L’aveva salutato, ne aveva lasciato andare un altro; strinse il volume tra le dita, come un abbraccio, come se quel gesto gli permettesse di imprimere per sempre le emozioni che aveva provato leggendolo, ma Blaine sapeva che era già così.
D’un tratto il trillo del suo cellulare lo riscosse da quel momento- quasi ne fu contrariato in effetti- lo estrasse dalla tasca della giacca e lesse il messaggio:
 
da Mamma:
‘Blaine, tesoro, hai dimenticato qui il carnet di biglietti dello spettacolo scolastico per i tuoi amici, passa da casa prima di andare alla Dalton.’
 
Giusto, aveva in programma di andare a trovare i Warblers, il suo vecchio coro, quel pomeriggio. Era da quando si era trasferito nella nuova scuola che non li vedeva. La scusa di invitarli al musical scolastico gli era sembrato un buon pretesto per passare un po’ di tempo con dei vecchi amici.
Rivolse un ultimo sguardo e un ultimo sorriso al libro che aveva in grembo, poi lo rimise nella sua tracolla; si alzò, lasciando che la sedia stridesse nel suo tipico modo poco piacevole, ma questa volta non ci fece troppo caso, anzi, ridacchiò e si avviò verso la sua auto.
 
 
*
 
 
Aveva già visto quel ragazzo, di questo Blaine era sicuro. Aveva qualcosa di familiare: il suo modo di fare così sfacciato, la sua gestualità, il modo in cui lo guardava e… quegli occhi così… innaturali.
Lasciò che gli rivolgesse tutte le sue attenzioni durante l’esibizione, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso, nonostante cercasse di dissimulare la curiosità che lo spingeva verso quel nuovo membro del suo ex coro.
Alla fine dell’esibizione invitò i Warblers allo spettacolo, come di programma, sorridendo e sentendo distintamente un nuovo brivido percorrergli la schiena, come era accaduto durante l’esibizione di pochi minuti prima, quando sentì la voce del ragazzo sconosciuto che gli confermava la loro presenza in modo piuttosto sagace, chissà perché se l’aspettava una frase del genere da parte sua, sembrava proprio il tipo.
D’un tratto nella sua mente tutti i tasselli andarono al loro posto e capì esattamente chi era quel ragazzo, o meglio chi gli ricordava.
 La conferma la ebbe quando quell’affascinante ragazzo gli si avvicinò e gli tese la mano.
‘’Blaine Anderson. Sebastian Smythe.’’
Se-bas-tian.  Bas.
Blaine ne avrebbe riso se non fosse stato così sotto shock, l’unica cosa che riuscì a fare fu rimanere zitto e balbettare con un’espressione che doveva somigliare vagamente a quella di una triglia in salmì.
Fissò per qualche istante la mano di quel Sebastian, (un po’ più giovane rispetto al suo Bas, ma assolutamente lui) tesa verso di lui, poi l’afferrò. Era solida, calda e liscia tra le sue dita. Era vera, tangibile. Era reale.
Sorrise, fissando il suo sguardo in quei fantastici occhi. Gli sembrò per un attimo di aver vinto alla Lotteria, la vita reale gli stava facendo un enorme regalo e forse era arrivato il momento di dare una chance anche a lei… il beneficio del dubbio almeno. Strinse solo un po’ di più la stretta, ricevendo lo stesso gesto di rimando.
‘’C-ciao. Sei del primo anno?’’   

 






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_zia cla_ corner

Beh, non c'è molto da dire. Io ho sempre affermato che Blaine è un visionario... E poi, chi non si è mai innamorato del personaggio di un libro o non si è mai immaginato di trovarsi in alcune situazioni con il proprio 'eroe'... E per situazioni non intendo situazioni erotiche e affini. Spero di aver rispettato il prompt della cara Benedetta e spero vi sia piaciuto questo stile un po' strano. Lo ammetto e strano e forse complicato ( o noioso) da leggere. Però, mi sono divertita a tirarla giù, quindi spero piaccia anche a voi.
Un bacione!
  
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