Inhale
and Exhale.
Prologo.
Becks.
Per
fortuna avevo il
posto accanto al finestrino sull’aereo, mi sono sempre rotta
le ovaie ad
alzarmi ogni fottutissima volta per far passare gli altri che avevano
l’urgenza
del bagno, e inoltre la vista da lassù era bellissima.
Ormai scovavo la terra inglese sotto ai miei piedi, segno che tra poco
avrei di
sicuro atterrato.
“Vogliamo
informare i gentili passeggeri che stiamo
per atterrare, vi preghiamo di allacciare le cinture”
Ci siamo, finalmente Londra mi stava aspettando.
Avevo
sempre sognato di poter fare
l’ultimo anno di diploma in un college inglese e non potevo
ancora crederci di
esserci già da un mese.
Sembra un sogno.
“E’
mai possibile che tu tocchi la mia roba poi non la metti dove
l’hai trovata?”
iniziò
la mia compagna di stanza.
Okey scherzavo prima, era un incubo.
E perché cazzo tu mi devi
scartavetrare i
coglioni che non ho?
“Cosa beatissima e
santissima bega
stai dicendo? Io non ho toccato un bel niente della tua
‘amata’ roba!”
stava cercando di farmi infuriare già di prima
mattina? Beh, quella
tro…ehm,ragazza ci stava riuscendo alla grande.
“Ah no? Allora
dov’è il mio smalto
rosa perlato?”
Se il buongiorno si vede dal mattino
non voglio proprio immaginare che cosa mi aspetta.
“E perché ti
devi mettere lo smalto
adesso che tra poco abbiamo lezione?” domandai con
un sopracciglio alzato
ed a testa alta.
Non mi sarei fatta sottomettere da questa cavalla di Troia
Sono-tutta-sillicone-niente-legno.
“Secondo
te posso uscire
senza smalto? Quello perlato con questa maglia ci sta da Dio!”
Ma
chi è il tuo Dio eh
stronzetta? Ken senza mutande?
“Allora se ci tieni tanto a
metterti lo smalto,
cambia la maglia.”conclusi
uscendo dalla stanza e sbattendo
la porta.
Amber,
la mia compagna di stanza nonché la troietta del
college. Divertente vero?
NO, non c’è assolutamente
niente di
divertente.
Se ne stava tutto il giorno in giro per la scuola sculettando con
dietro altre
due troiette di turno (o forse si
potevano chiamare anche loro “ragazze”?)
che mi pare si chiamassero
Danielle e Eleanor, e conquistando ragazzi, che cadevano subito ai loro
piedi
per poi portarseli a letto e lasciarli subito dopo.
Perché tutti i ragazzi hanno una
pellicina
delle unghie al posto del cervello, tutti.
Ah, ma niente pericolo, le avevo già etichettate come
Puttanelle-
svergognate-inutili-scrofe, lo
avevano
scritto sulla fronte a caratteri cubitali che scorrevano colorati e
luccicanti
in quella specie di pezzo di tabellone per le pubblicità,
intendo?
Insomma chi vuole intendere in-tenda,
tutti gli altri in casa.
Pessima.
Barbie al confronto era una scopiazzatura. Il primo giorno mi
ricordo che
l’ho sprecato, ripeto, s-p-r-e-c-a-t-o a scrutarle con una
smorfia disgustata
e, Cristo, mi dovetti trattenere dallo sputare la mia saliva sulle loro
facce
mentre le osservavo cinguettare su quel letto fracassato dalle troppe
scopat...ehm, scene hot.
Becks calmati, legati, sculacciati,
sberlati, fai di tutto per trattenerti, ma non sprecare la tua saliva,
è troppo
pura per una faccia da culo come la loro.
Giuro che quelle extensions bionde gliele avrei strappate in
un modo poco
delicato, le avrei preso quei cappero di pantaloncini corti corti corti
che non
coprivano una beata minchia e le avrei strappato a morsi quella
maglietta
troppo scollata per poi buttare fuori il tutto da quella finestra che
in quel
momento sembrava la più intelligente, dopo me ovviamente, in
quella stanza.
Se io ero la più intelligente nella
stanza
seguita dalla finestra cosa ci sarebbe stato dopo? Ah, di sicuro la
pedana
sotto al letto, lo spazzolino, la croce che reggeva i miei jeans
nell’armadio,
l’atbajour, il cuscino, lo stura-cessi e forse, ma ripeto:
forse, ci sarebbero
state loro tre.
Lei era totalmente il mio opposto, come potevo andarci
d’amore ed accordo?
{Ashley
Benson; Amber}
I
corsi scolastici di quella mattina passarono velocemente quindi mi
diressi di
corsa verso la mensa scolastica per trovare posto, magari a sedere.
Una volta preso il cibo mi sedetti in un tavolo libero e cominciai a
mangiare
tranquillamente per poi finire il pasto in pochi minuti.
Dopo una mezz’oretta mi avviai in camera mia, che si trovava
circa al terzo
piano del college, con l’intenzione di studiare per il test
che avrei avuto due
giorni dopo.
Arrivai alla porta, mami accorsi di non avere la chiave così
cominciai a
bussare sentendo delle voci provenienti dall’interno.
Che poi: dove cazzarola impanata e poi
fritta ho la testa, mh?
“Amber!
Sono io, Becks! Aprimi!”
chiamai continuando a bussare.
“Arrivo,
un
attimo cazzo!”
Se non mi apri adesso la porta
ti..ehm,ti…oh, fanculen.
Dopo
pochi minuti la figura della finta bionda apparse dietro alla porta
ricoperta
solo dal lenzuolo del letto.
Ma che cazz?
“Che cazzo stai facendo,
‘bionda’?” chiesi
assumendo una faccia disgustata.
“Beh
niente, ritorna più tardi se mai, io ora ho da fare e qui
dentro non c’è posto
per te! Ciao cocca!” rispose
lei sbattendomi la
porta in faccia.
Ma cocca tua sorella! Io ti spezzo in due
le gambine depilate poi te le faccio ingoiare, te lo giuro.
Ispira,
espira. Ispira, espira.
No, non posso iniziare a fare gesti inconcreti che poi sembro Sharpay
di HSM e
io non sono come lei, no.
“Troia.”
sussurrai avviandomi alla porta principale per uscire a prendere una
boccata
d’aria e magari fare un giro, tanto sarebbe stata una cosa
lunga con quella.
Mi
diressi verso il centro fermandomi di tanto in tanto in alcuni negozi
provandomi vestiti o accessori vari, ho sempre amato fare shopping,
già, credo
che sia un passatempo personale che varia da persona in persona, io
riesco a
non pensare più a niente se non che alle cose che
semplicemente mi piacciono.
Guardai l’orologio: 7e40.
Perfetto, mi
fermo un po’ a bere qualcosa e poi me ne ritorno al college
prima
che chiuda, ovvero alle otto. Yes.
Mi incamminai verso lo Starbucks che si trovava dopo aver attraversato
un’enorme parco pieno di scoiattoli e di fiori vari. Mi
sedetti su uno dei
tanti tavolini esposti fuori dal bar ordinando un Frapuccino e un
muffin alla
cannella.
Gustai tranquillamente il mio ordine assaporando quel momento, ero
praticamente
isolata da tutto e tutti, senza pensieri o preoccupazioni, solo io e il mio Frapuccino.
Sentivo
il vento che ormai mi accarezzava i capelli
lasciandoli svolazzare liberi da parecchi minuti facendomi perdere la
condizione del tempo.
Che ore saranno?
Estrassi il mio Blackbarry dalla tasca dei pantaloni notando
l’orario:
19e55.
Porcospino in calore che si fa’
inchiappettare da un dugongo con un pene lungo settanta centimetri, non
ce la
farò mai, m-a-i.
Scattai in piedi velocemente lanciando letteralmente i soldi
contati, si spera, sul tavolino e
cominciando a
correre verso il parco.
Il mio sguardo fù catturato per un attimo dalle numerose
piccole barche a vela
telecomandate che stavano navigando tranquille in un laghetto enorme,
al centro
del verde, quando qualcuno mi venne letteralmente addosso spingendomi,
io
sfortunatamente persi l’equilibrio e mi ritrovai
involontariamente nel
laghetto.
Perché proprio a me? Ma che cazzo
ho
fatto nella vita precedente? Ero un serial-kieller per caso? Oppure un
ammasso
di merda galleggiante che ha fatto scoppiare il mondo per la puzza che
emanavo?
“Minchione testa di cazzo!
Non so’ nuotare!”
sbottai in piedi al centro del laghetto completamente grondante,
emettendo un
odore assurdo.
Touchè!
“Ma se
stai toccando il fondo! Guardati,
sei in piedi!” disse lui continuando a
ridere a quella scena.
No, ma aspetta un attimo, chi ti ha dato
il permesso di ridere?
Alzai lo sguardo osservandolo meglio, o meglio, fulminandolo
meglio era un
ragazzo non troppo alto, circa come me, biondo tinto probabilmente,
indossava
dei jeans chiari con una felpa azzurra sopra da cui si poteva
intravedere la
maglietta bianca sotto.
Uau, mica male.
“Cosa
c’entra? Ora vieni qui giù e mi vieni a
prendere!” a
quell’affermazione si fermò di botto assumendo
un’espressione seria.
“Scherzi?
Io li giù non ci vengo.”
Ripose alzando le sopracciglia.
Ma per chi mi hai preso? Contro Becks non
si vince mai.
“Oh, e invece ti conviene
muovere le
chiappe!”
“Mai.”
disse deciso incrociando le braccia al petto.
Sei solo un ragazzo strafottente.
“Allora
sai cosa ti dico?- iniziai avvicinandomi a lui
incrociando i suoi
occhi blu – Vaffanculo.” conclusi
cominciando a schizzarlo, bagnandolo
dalla testa ai piedi.
Ops.
“Nemmeno
ci
conosciamo e già mi rompi i coglioni!”
disse prima di buttarsi e
raggiungermi a nuoto.
Una volta vicino a me ritornò a galla e mi sorrise
ironico “Ora
contenta che sono venuto a prenderti?”
“Certo, ma ora io ritorno
su, con le
mie gambe” risposi vittoriosa.
“Quindi
sapevi nuotare?” chiese divertito
seguendomi a razzo.
Perspicace, bravo! Ti meriti un applauso:
clap.
“Ho diciassette anni, secondo te non
so
nuotare?”
“Beh,
Zayn infondo ha paura dell’acqua” ne
uscì lui raggiungendomi sul
prato.
Zatteri chi?
“Eh?
Chi?”
“Niente,
niente”
Bravo, zitto. Un altro applauso?
Ma anche no.
D’un tratto guardai l’orario; 20.05.
“Porca Tro…Amber!”
“Eh?”
mi guardò abbagliato, come se avesse visto un uomo
che
cambiava il pannolino ad un bambino, cosa che non capitava Mai.
Oh, ora scoppio, alla grande anche.
“Il
coprifuoco, cazzo! Quella puttana di Amber che per colpa sua sono
fuori fino a domani mattina! Bene, lasciamola pure scopare tutta notte!
Vediamo
se domani sarà felice! Diamo aria al sesso! Minchia,
minchia, minchia e ancora
minchia!-
“Calmati! Che
succede?”
“Succede
che sono appena caduta in un laghetto per colpa di un’idiota
che non ha visto
dove andava! Succede che ho una compagna di stanza che se verrebbe
sostituita
con la puttana migliore del mondo farebbe comunque più
sesso! Ma porca vacca da
latte! E poi sai che succede? Che sono nel college qui vicino a scuola
a vivere
per i prossimi mesi fino a quando non sarò finalmente
maggiorenne e ora sono
fuori! Sono fuori fino a domani mattina perché mi
è partito quella merda di
coprifuoco della minchia! Dove cazzo dormirò, mh? Bene
Becks, stanotte proverai
l’arte dell’essere un barbone. Yeah. Non sono mai
stata cosi felice”
conclusi sbuffando e sdraiandomi a pancia in su sull’erba
fresca del prato,
accanto a quel ragazzo di cui non sapevo nemmeno il nome.
Passarono
alcuni minuti fino a quando il ragazzo biondo si girò verso
di me tendendomi la
mano per aiutare ad alzarmi.
Ma che cazz?
Gliela presi e scattai in piedi pulendomi il sedere con le
mani ormai
asciutte.
Gli sorrisi lievemente osservandolo mentre riportava la mano verso di
me “Niall.”
“Che stai cercando di
fare?”
Che cosa vuoi che faccia eh Becks?
Che ti faccia vedere quanto sono belle le sue mani? Ma ripigliati.
“Mi
presento. Ricominciamo tutto da capo, da qui.”
Rewind. Uuh come un nastro! Carina
come cosa.
“Okay.”
“Niall
Horan, piacere”
“Becks
Tyler, piacere
mio.”
Rawrr.
Questa
volta non sono
da sola a scrivere una fanfiction✌
Le
menti sono le mie due cugine e io
scrivo, modifico e aggiungo pezzi.
Non so davvero cosa dire come prime parole maa spero solo che vi
piaccia.
Vi dico che tutto questo è nato tramite un sogno che poi
abbiamo
sviluppato facendo un bagno nel mare, oh yeah fuck yeah.
Nei prossimi capitoli ci saranno i punti di vista di tutti i ragazzi e
nuovi
personaggi.
Le tre protagoniste della storia siamo noi, ciò che siamo
dentro e chi vorremmo
essere.
Spero davvero con tutto il cuore che vi piaccia e che
recensirete in tante, o tanti.
A questo punto non mi resta che dire recensite e leggetela fino
alla fine perché ci stiamo mettendo l’anima. ❤