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Autore: kk549210    01/09/2013    3 recensioni
La partenza movimentata di una famiglia fiorentina vista dalla prospettiva del figlio maggiore.
Pubblicato da "Sette giorni editore" (Pistoia) nel 2004.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In partenza per le vacanze
 
 
11 agosto. Domenica mattina. Ancora un po’ di fresco. Poi il caldo afoso appiccicoso della fetida gora avvolgerà la città trasformandola in un evanescente miraggio per giapponesi. Scendo in bici da San Miniato, fiondandomi giù di gran spinta lungo il viale Michelangelo. Roba da ricchi, come quelli del liceo di babbo in via Martelli. Porta San Niccolò, lungarno….
Non c’è nessuno in giro. Bella consolazione. Ma in questa città se vai in bici sei un pezzente. E non gliene frega proprio a nessuno se ti stirano. Gli inconvenienti di non essere fiorentino purosangue. Quelli già a quindici anni sciamano in centro a cavallo degli scooter, mentre io… figlio di un romagnolo bastardo e di una toscoterroaltoatesina, fin da piccolo son stato iniziato da babbo ai segreti arcani della bici nei vialetti delle Cascine. La Bici. Questa è la mia unica consolazione estiva, ora che  mi son preso quattro debiti e mia madre m’ha recluso in casa per le vacanze.
Ponte alla Vittoria, ciclabile della Leopolda, Porta a Prato. Ponte alle Mosse che non finisce più. Via Rinuccini. C’è del movimento. Una Multipla blu  parcheggiata sul lato destro della strada. Bionda alta e sottile, Frau Marta - la mia signora madre - dirige le operazioni come  un perfetto e indefettibile ammiraglio vichingo.
- Ti sembra questa l’ora di arrivare? Sono già le sette. Di questo passo ci prenderemo tutto il caldo in autostrada.
- Mamma… Che palle!
- Modera i termini e fila in casa a prendere le tue borse…
- …
- … sempre che tu riesca a trovarli. La tua stanza è un tale macello che pure un elefante si smarrirebbe …
- …
Sono pietrificato alla logica perentorietà degli ordini materni impartiti con muliebre fermezza. Meglio non fiatare di fronte a cotanta razionale incazzosità e filare in casa a caricarsi gli ultimi bagagli. La bici in cortile, poi quattro piani di scale senza ascensore. Ce n’è abbastanza da tenersi in forma senza palestra, ma con questo caldo si rischia un collasso vero e proprio. A soli diciannov’anni, per giunta. All’ultimo pianerottolo, incrocio babbo che sta uscendo di casa stracarico come uno sherpa nepalese e chiama a raccolta i soliti due ancora dispersi per i meandri di casa…
- Ci siete ragazzi?
- …
- Dammelo subito,  brutta idiota… ora lo dico a babbo!
-…
-Salta fuori, stronzetta o peggio per te!!!
-…
-Senti babbo,  Camilla mi ha fregato il pallone da calcio, è una vera stronza!     
Eccolo lì quel rompipalle di Matteo, con la canotta extralarge dell’NBA su quel fisico da moscerino stitico, che stressa babbo per cercare conforto e giustizia
      -  O Matteo, ti sei fatto i gargarismi in Arno, stamane? Ehi, Camilla, salta fuori da dietro la libreria… tanto ti ho visto…
Babbo non riesce nemmeno a incavolarsi come dovrebbe. Sarà il caldo che gli abbassa la pressione ai minimi termini. Sorride con calore alle menate di quei due scemetti. Una fila di denti bianchissimi fa capolino nella sua folta barba. Che cosa avrà fatto per meritarsi noi altri?
- Dai, ragazzi… non perdete tempo a litigare. È già tardi e dobbiamo partire…
Finalmente - si fa per dire - si parte. La vacanza dei sogni più proibiti di un adolescente brufoloso e ormonalmente lanciato. Con Frau Marta, babbo e le due piaghe d’Egitto. Tutti in Puglia a casa di un vecchietto che fa i busti di Padrepio. Ma visto che l’esecrabile tortura tocca, tanto vale affrontarla a testa alta. E subito. Forse così finisce prima.
DRIIN… DRIIN… DRIIN.
Il solito cellulare di mamma. Quante volte lo tirerei in Arno. Suona sempre quando meno te l’aspetti. Stiamo partendo per le ferie e quello continua a trillare inopportuno. Sarà uno dei soliti ingegnerini – come li chiama lei – che ha combinato qualche danno. Ma nessun ponte crolla se lei non risponde… Ma figurati…
-Sì, pronto… Dimmi tutto, Renzi… sì?...  Il progetto per Paggetti & Pacini? È ancora da stampare… hmm… vai alla copisteria, quella solita, che ci fanno lo sconto…  Sì…  Alle 13 consegni il tutto al cliente e poi se ne riparla dopo le ferie…  D’accordo? Ciao…
L’ha spento. Inaudito assurdo pazzesco. Questa volta fa davvero sul serio la parte della brava genitrice tutta presa da noi altri e dalla splendida vacanza iapigia. O forse non si vuole far sgamare dalla polizia mentre guida e parla al telefono. Che casino che c’è in giro. Saranno i lavori alla Fortezza che spandono in città un’entropia incontrollabile e a vasto raggio. Sarà la partenza intelligente per le ferie ferragostane di un monte di fiorentini brachicefali. Sarà che il mio scazzo è alle stelle. E non solo il mio.
Mamma tirata da morire alla guida. Un po’ accelera, un po’ frena in questo ginepraio di macchine deliranti. Tra un po’ si vomita tutti e gli interni della Multipla virano dal “bluette con varicella da crisi Fiat” al “colazione di stamane rivisitata in chiave acida”.
A1. Firenze Nord. Stiamo  entrando in questa marmellata automobilistica multicolore. Per fortuna che Frau Marta c’ha risparmiato la solita visita autostradale alla chiesa del Michelucci. Forse segretamente sogna che qualcuno di noi diventi almeno architetto. Ma chissenefrega. Mica voglio finire i miei giorni a progettare scaffali per scarpe da ginnastica in qualche bigio e triste capannone di Osmannoro. O peggio ancora, a lavorare con lei. Da grande farò… che cacchio ne so, già è un miracolo se riesco a finire la quinta…
Assetto familiare da viaggio: io sto davanti e fo da navigatore. Tanto per espiare i miei debiti formativi e non. Dietro, babbo separa pacificamente i due eterni contendenti. Matteo già auricolarizzato e intrippato nei suoi complessi punk dal nome impronunciabile e dai testi a dir poco satanici  – per fortuna che mamma ha una cronica avversione alle lingue straniere – e Camilla che armeggia con le sue quattro Barbie intruppandole in chissà quale infantile sit com dai risvolti erotico-beceroni.
 
Altro che Barbie!!! Il viaggio sarà una barba atrocissima… meglio chiudere le comunicazioni con il mondo. Tanto ormai mamma è lanciata sull’autostrada – e non dà cenno di cedere il timone a babbo, la solita Vichinga – babbo legge il giornale, Camilla smanazza le Barbie ma presto crollerà dal sonno e Matteo è dato per disperso dal lontano 1988. Fino in Puglia posso isolarmi dal mondo. Red Hot Chilli Peppers a tutto busso nelle orecchie. Sordità annunciata intorno all’età pensionabile. Ma… un bel chissenefrega!
 
  
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