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Autore: UmbrellaProject    01/09/2013    0 recensioni
Alice socchiuse leggermente le palpebre, ma la luce abbagliante la costrinse a coprirsi il volto. Forse era morta, magari uno scontro con le truppe dell’ Umbrella finito male. O forse no. Forse si trovava nei loro laboratori, il che era anche peggio della morte.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 - Alive

 
Alice cadeva. Vedeva  sopra di lei, sulla cima dell’edificio, l’infetto che l’aveva lasciata. Si stava coprendo il volto con le mani, urlando per il dolore. E lei cadeva. Cadeva molto velocemente, ma ogni secondo le sembrava durare un’eternità. Non sapeva se sarebbe sopravvissuta, non le interessava. In fondo sarebbe stata una liberazione. Ciò che l’aveva colpita invece, era che si stava sentendo viva, per una volta. Forse era il pensiero di una morte imminente, il brivido di una nuova vita.

Fissò il cielo.

Fissò le stelle.
 
Poi l’impatto.
 
 
Alice aprì gli occhi. Vide una figura sfocata avvicinarsi. Lei rimase immobile. Riuscì a distinguere che si trattava dell’infetto. Dunque era sopravvissuta, non che cambiasse molto a questo punto. L’avrebbe fatta a pezzi, era inoffensiva, sdraiata a terra con chissà quante fratture. Lui era a pochi passi ormai.                                      Lo stridio che le tormentava le orecchie cominciò ad affievolirsi e venne presto sostituito da una voce, l’ultima che la donna avrebbe voluto sentire in punto di morte. “Avanti Alice, non è il momento del riposino! Sai fare molto di meglio!” Alice si riscosse. Una rabbia incontrollabile le salì in mezzo al petto. Non sarebbe morta. Non ancora. Non finché non avesse portato a termine ciò che si era promessa e ucciso Wesker. Si sollevò faticosamente da terra facendo forza sulle braccia. Non sentiva dolore. Le ossa rotte non erano nulla. Il sapore metallico del sangue solo un incentivo. Fissò l’essere negli occhi, ormai inutili. Lui era sempre lì con il suo sorriso, a pochi metri da lei. Gli occhi di Alice iniziarono a bruciare, una forza incontrollabile scorreva nelle sue vene come un fiume in piena, una forza che non poteva più trattenere. Le sue pupille si dilatarono.
E fu il caos.
L’energia sprigionata sollevò macerie, spinse auto, trascinò dietro di se tutto ciò che incontrava sul suo percorso per poi colpire ogni cosa che si trovava davanti. L’infetto venne travolto e venne annientato. La potente onda di energia lo aveva trascinato per molti metri e fatto sfracellare contro un edificio.  Poi la calma. Alice restava in piedi. L’unica cosa udibile era il suo respiro affannoso. Non provava nulla. L’istinto aveva avuto il sopravvento. La macchina aveva agito.  Alice si accasciò a terra sfinita, non vedeva che nero ormai. Ma era sopravvissuta.
  
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