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Autore: MatitaGialla    01/09/2013    24 recensioni
Come sarebbe se, prima dell'inizio di tutto, Peeta e Katniss fossero veramente innamorati?
I momenti che ogni adolescente vorrebbe vivere per sempre, senza il terrore di dover morire.
Questa one shot è molto OOC e molto What if?, ma è stato dannatamente bello scriverla.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Attenzione: OOC What if? Buona lettura, spero vi piaccia.
 

                Ma ti immagini, Katniss?

 
Facendo ben attenzione a non esser visto, sgattaiolo velocemente oltre la recinzione confinante del distretto, verso il prato dove Katniss mi sta aspettando già da quasi venti minuti.
Se solo ripenso a quanto tempo ci ho messo per farmi convincere a superare il filo elettrificato la prima volta, mi scappa da ridere. Ma sono in ritardo, devo muovermi.
Mia madre oggi ha fatto più domande del solito, sembra non credere che io vada ogni giorno a studiare con gli amici della scuola, soprattutto in questi giorni.
Sicuramente qualche commerciante deve avermi visto mentre mi addentravo nel giacimento con fare furtivo, e deve averglielo detto. Certo a me non interessa, può sgridarmi e mortificarmi quanto vuole, ma non rinuncerò a quello che sono riuscito ad avere finalmente per le mani.
Salto via qualche masso e scanso un boschetto di cespugli; e poi eccola, la vedo bellissima come sempre con il suo aspetto scompigliato.
Ogni volta è come se la gravità sparisse. Mi sembra di perdere tutto il mio peso e fluttuare in aria come le nuvole. Beh, non mi stupirei, considerate tutte le farfalle allo stomaco che mi procura ogni volta la sua vista.
La osservo: con quello sguardo languido, i capelli morbidi e scuri che accarezzano disordinati i fili d’erba, le gambe che sprofondano in mezzo ai mille fiorellini azzurri che le solleticano la pelle; e l’indice che si muove per chiamarmi a sé.
Mi chino a darle un bacio a fior di labbra, adoro la morbidezza della sua bocca.
– Buongiorno – le sussurro all’orecchio.
Lei mi sorride e si stiracchia, in modo talmente dolce che mi sembra di avere mille piccoli aghi di pino che mi puntellano il cuore.
– Sei in ritardo – pigola abbandonando le braccia sul manto verde.
– Lo so, scusami – le rispondo – mamma oggi era più dubbiosa del solito, è stata dura convincerla –
Katniss mi guarda leggermente in ansia, sa bene quanto me come sia mal vista una relazione tra ragazzi del giacimento e ragazzi figli di commercianti.
Ma ci ho messo così tanto tempo a conquistarla, che proprio non mi interessa altro che stare con lei.
Certo è stata un’impresa, non ve lo nego. Questa ragazza è più dura del cemento quando ci si mette!
A scuola mi ci è voluto l’aiuto di tutti i miei amici per creare una “serie di sfortunati eventi” che ci portasse a collaborare per i progetti scolastici.
Per non parlare delle pulizie in classe! Quanti turni mi deve Delly ormai? A forza di andare al suo posto per stare con Katniss, ho perso il conto.
Ah, se ripenso all’imbarazzo per chiedere al professore di Minerali di poter essere messo in banco con lei; potrei arrossire. Tra l’altro, quel patto mi era costato una pagnotta appena sfornata.. che fatica rubarla dal panificio quella mattina!
Purtroppo fuori scuola era tutto più difficile: non potevo parlare in presenza del suo amico, Gale.
Incuteva timore a tutti, e i miei amici se la davano a gambe quando c’era lui.
Quindi ecco, una vera faticaccia. Però ragazzi, come ne è valsa la pena: guardate com’è bella.
– A cosa pensi, Peeta? – mi chiede Katniss all’improvviso, inarcando le sopracciglia e postando la faccia sulla mia pancia. Le sorrido mentre scuoto la testa.
– Pensavo a quanto ci ho messo per convincerti a degnarmi di uno sguardo – le rispondo sinceramente.
Lei mi rivolge uno di quei suoi sorrisi che, non so nemmeno spiegarlo, mi fanno impazzire.
– Sei una mezzacalzetta, bastava venire a parlarmi direttamente! Ci avesti messo la metà del tempo – mi sbuffa lei divertita. Io non mi offendo per nulla, del resto è vero.
Da quando anni fa le gettai il pane per non farla morire di fame, lei non mi degnò mai di uno sguardo, anzi.
Mi sentivo intimorito da una ragazza così forte, che ci potevo fare.
– Però alla fine ce l’ho fatta, no? – le chiedo accarezzandole i capelli con una mano, e con l’altra le porgo uno dei fiorellini che ci circondano. Lei lo prende, e annusa il suo profumo, annuendo.
Katniss si scansa dalla mia pancia e si avvicina con il viso al mio. Ancora quello sguardo languido!
Questa ragazza vuole vedermi perdere il controllo, è appurato.
Quando ci siamo dati il nostro primo bacio ormai qualche mese fa, già desideravo di poterla toccare ovunque. Sono un maschio dopotutto, e i miei fratelli più grandi mi hanno mal influenzato in ogni modo possibile: non mi hanno mai insegnato ad allacciare le scarpe con il doppio nodo alle elementari, ma non ci han messo molto a sventolarmi davanti al naso una più che reale descrizione delle tette delle loro fidanzate.
Quando mamma li aveva sentiti parlarmi di quelle cose, si presero tante di quelle sberle..
Comunque, il nostro primo bacio! Aveva le labbra così morbide. Il sapore della sua bocca riportava ai mirtilli che le avevo portato come regalo, per il primo appuntamento. Era così felice, ma non li mangiò tutti, ne tenne un po’ nel sacchetto. “ Li porterò a Prim” mi disse.  
Katniss era palesemente intimorita, probabilmente per lei era il primissimo bacio quello. La sua lingua era così fresca, che.. – Peeta! Ma a che pensi?? – ride divertita Katniss interrompendomi dai miei pensieri.
Ho forse la faccia sognante?
Sbuffo sorridendo, e le do un tenero bacio sulla tempia. – Dio se ti amo, Katniss – le sussurro.
Come ogni volta che glielo dico, abbassa gli occhi arrossendo e bofonchia un “anche io” sommesso e timido. Non è brava con le parole, me l’ha sempre detto. Ma a me bastano i suoi sguardi.
Solleva gli occhi e mi bacia cogliendomi in una piacevole sorpresa. Dopo qualche delizioso secondo di sottomissione, rispondo al bacio rendendolo più umido, e le prendo la nuca con la mano, attirandola a me per esplorare la sua bocca con più passione, più in profondità.
Il tempo di un respiro e Katniss torna a cercare le mie labbra con desiderio. Sento le sue mani che si fanno spazio lungo le mie spalle sotto la maglietta e accarezzarmi la schiena.
Ahia, ragazza mia, perché mi fai questo? Mi scosto e la guardo con malizia.
Posso vedere i suoi occhi brillare.  – Sei tu fai così, allora anche io posso f.. –
– Assolutamente no –  mi blocca subito facendomi morire le parole in gola. Maledetta ingiustizia.
Sbuffo.
Katniss ridacchia divertita e appoggia il viso sul mio petto, socchiudendo gli occhi.
Inalo il profumo dei suoi capelli scuri: odorano di bosco, di selvaggio, di pericoloso. E lei è proprio così.
A volte mi sembra di stare con una vedova nera: piccola, affascinante, letale.
È l’effetto che mi fa, ma lei non se ne rende conto.
Mi stordisce con la sua bellezza e con i piccoli gesti amorevoli che mi regala di tanto in tanto. Gesti che da lei non mi sarei mai aspettato, considerato il suo carattere schivo e riservato. Quando glielo dico, lei ride e con il palmo della mano mugugna sempre un “ma và”.
Katniss è così, non sa che effetto fa alla gente.
– Si sta bene così, non è vero? – mi chiede poi sospirando con lieve malinconia, mentre mi accarezza con le dita il petto.
Annuisco. Volto gli occhi al cielo, il sole inizia a scendere e ben presto il bosco diventerà pericoloso più di quanto non lo sia già.
– Dobbiamo andare, Katniss – le dico dispiaciuto. Un martellio d’agonia mi prende il petto. – Domani mattina vai a caccia con Gale? – chiedo.
Lei annuisce alzandosi da terra.
Abbiamo avuto diverse discussioni sul suo rapporto con quel ragazzo, Hawthorne.
Non lo conosco quindi non posso dire se è simpatico o meno, mio fratello ha la sua età e mi racconta sempre che è piuttosto taciturno, se ne sta sempre con Thom e altri pochi ragazzi del giacimento.
Non mi ha mai convinto il modo in cui guarda Katniss, ma lei ha tanto insistito di non farci peso che alla fine ho desistito.
Lei mi accarezza tristemente i capelli, giocando con i miei ricci.
“Mi piacciono i tuoi capelli” mi disse un giorno, era uno dei primi (e uno dei pochi) complimenti che mi ha regalato.
La abbraccio forte affondando il viso nei suoi capelli; e mentre sfioro con le labbra il suo collo, la sento rabbrividire. Mi stringe anche lei, e sento il battito del suo cuore accelerato quanto il mio.
Mi guarda poi, con quegli occhi tormentati che velano l’espressione di ogni ragazzo della nostra età. Cerco di capire cosa mi vuole dire: ma è palese, palpabile, disperatamente comprensibile.
Io rido, le do un dolce buffetto sulla guancia e scuoto la testa.
– Ma ti immagini, Katniss? Non succederà niente. Ora torniamocene a casa, ci vediamo domani, amore – le dico baciandola.
 
 
Guardo Gale trascinare via Prim urlante e portarla dalla signora Everdeen, che la afferra in un abbraccio straziante.
 
Ma ti immagini, Katniss? Non succederà niente.
 
Osservo l’unica ragazza che i miei appena sedici anni di vita abbiano mai amato, salire sul palco della mietitura. La mia bocca è paralizzata, secca. Ogni mio senso è ottenebrato dallo shock.
Sembra che una voragine si sia aperta ai miei piedi, e io ci sto per cadere dentro senza aver scampo di salvarmi.
È uno scherzo, forse?
 
Ma ti immagini, Katniss? Non succederà niente.
 
Non ho nemmeno il tempo di reagire al fatto che la mia ragazza sta andando a morire, nemmeno il tempo di pensare a cosa poter fare per portarla via da quel palco, quando sento il mio nome scandirsi nell’aria del distretto dodici.
Occhi vitrei mi osservano mentre mi avvicino al palco, io dal canto mio, non riesco a deglutire. Ma cosa sta succedendo? Tutto questo è un incubo, Peeta! tranquillo.
O meglio, no.
Tu sei stato chiamato per andare a morire agli Hunger Games, ma quegli occhi grigi e glaciali a cui stai andando incontro sul palco, non sono quelli di Katniss. Non possono essere i suoi.
 
Ma ti immagini, Katniss? Non succederà niente.
 
Invece si, sono i suoi. Belli da spezzarmi il fiato, terrorizzati e rotti dal dolore.
Mi guarda. Le mie labbra sussurrano “ti amo” mentre la signorina di Capitol ci scorta nel palazzo di giustizia.
Lei abbassa gli occhi e abbandona la sua aria fredda. Il mento inizia a tremarle.
Mugugna un “anche io”, e si asciuga le lacrime che hanno iniziato a scenderle lungo le guance.
Ora riesco a deglutire, mentre osservo il mio unico amore entrare nel baratro insieme a me.
 
Ma ti immagini, Katniss? Non succederà niente.
 

 

 
 
Se avete critiche e consigli, sono ben accetti! Vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate! Ok. Non so questa shot altamente OOC e altamente What if? Da dove sia sbucata fuori.
Forse la sbronza di ieri sera o l’assoluta ribellione allo studio che incombe sulla mia scrivania, non so.
Beh, devo tuttavia ammettere che mi è piaciuta scriverla, senza pretese naturalmente.
Spero però che vi sia piaciuta, insomma, fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Se volete leggere un’altra storia su Hunger Games che sto portando avanti, cercate “Dormire insieme”, e se vi va, fatemi sapere che ne pensate anche per quella.
 
Ovviamente le recensioni le accetto sempre per posta di piccioni viaggiatori, tramite bombe a mano o lettere di denuncia; oppure, ripeto, scrivendo qui due righe che è più facile.
 
Vi auguro una buonissima serata, a presto!
MatitaGialla
  
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