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Autore: grietwriters    01/09/2013    11 recensioni
Zayn Jawaad Malik ha un sogno. Zayn Jawaad Malik è anche troppo insicuro per realizzarlo. Ma non ha fatto i conti con sua madre, Trisha, che lo sprona a partecipare a X-Factor. Ed è grazie a sua madre se la sua vita cambierà.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Every single one of you.




La sveglia suonava ormai da dieci minuti, ma feci finta di nulla ignorandola e continuando a dormire.
Quella mattina dovevo fare la mia prima audizione per X-Factor, ma la voglia di umiliarmi e di alzarmi da quel letto era pari a zero. 
Proprio nel momento in cui la sveglia si spense e, finalmente avrei potuto continuare a dormire in santa pace, mia madre, accompagnata dalle mie due sorelline mi vennero a svegliare.
- Zayn sveglia, oggi è il grande giorno - esclamò mia madre molto premurosa avvicinandosi a me e accarezzandomi la fronte. 
Riposi la faccia sotto le coperte in segno di disapprovazione. Tutta la buona volontà e le intenzioni di quel giorno scomparvero. Che senso aveva andare lì e poi sentirmi dire di no.
Che strano, di solito mia madre dopo aver insistito più volte di svegliarmi  mi buttava a calci dal letto.
Dopo neanche la fine del mio pensiero mi sentii due corpi che saltavano sopra di me. 
Waliyha e Safaa mi stavano praticamente schiacciando, urlando di farmi scendere dal letto. Ormai ero più che sveglio, inutile continuare a fingere di dormire o di ignorarle, non sarei neanche riuscito a  riaddormentarmi.
Le piccole morette scesero dal letto nel momento in cui finsi di essere un cavernicolo che si svegliava dalle caverne per farle divertire. Sentii delle risate allontanarsi, segno che le mie sorelle se ne erano andate. Uscii con la testa dalle coperte e intravidi mia madre che mi sorrise. La sorrisi di rimando e mi baciò sulla guancia. D’un tratto però, il mio sorriso scomparve.
-Mamma, ho paura che possa andare male, e che possa essere scartato. Non lo voglio questo.
La cosa che più odiavo è essere preso in giro. Molte volte è capitato che nella mia vecchia scuola i ragazzi mi guardavano sempre per il colore scuro della mia pelle. Mi sentivo molto a disagio.
- Zayn, sei un ragazzo fantastico e talentuoso. Non ti devi fermare, devi cogliere l’attimo. Adesso tu ti alzi, fai colazione veloce, ti prepari  e alle sette io e te andiamo ai casting.
Guardai mia madre pietrificato. L’abbracciai e subito dopo ubbidii ai suoi comandi. Meglio non farla arrabbiare, o avrei rischiato di andare alle audizioni a suon di calci in culo.
Quando finii di prepararmi, presi il necessario per quella che sarebbe stata una giornata molto faticosa.
Mi diressi verso la porta d’ingresso dove vi era tutta la mia famiglia: mia madre, mio padre, e le tre mie adorate sorelle.
Mi avvicinai a loro cinque e ci abbracciammo. 
- Mi raccomando fratellone, falli neri! - disse Safaa piena di grinta.
- Stai tranquilla, anzi, ti dedicherò la canzone che canterò - in quel momento gli occhi della bambina di illuminarono per la felicità, come se le avessero appena regalato una Barbie.
- Mi raccomando, campione, - cominciò mio padre - porta alte le tue origini e il cognome Malik. Fai vedere chi sei.  
Che famiglia meravigliosa. Mi ritengo fortunato di avere loro al mio fianco.
- Certo, papà, te lo prometto -  mio padre era fiero di me, in tutto e per tutto. 
Lui e mia madre mi ripetevano sempre che ero il figlio perfetto. 
- Ok, Zayn, è tardissimo. È il caso di andare o dovremmo avere a che fare con una fila immensa - non me lo feci ripetere due volte e, dopo cinque minuti eravamo già i macchina pronti per una nuova avventura.
Due anni prima mi ricordo che presi il modulo per i provini, ma non lo compilai. L’anno dopo ci riprovai ma l’ansia era diventata un ostacolo da non potermi permettere di provarci. Quest’anno invece, volevo o non volevo, io a quell'audizione ci dovevo partecipare.
 
* * *

Quella mattina, sfortunatamente, faceva un caldo tremendo. Per mia fortuna, però, non c’era una lunga fila. Quando arrivammo mi chiesero nominativo, alcune informazioni e subito dopo mi assegnarono il numero.
Io  e mia madre ci posizionammo dietro gli ultimi di quella fila. Erano un gruppo che cantava blues. Lo sapevo perché non facevano altro che riscaldare la voce e provare quella che doveva essere la canzone  che avrebbero presentato davanti ai giudici.
Mi sentivo le gambe cedere per l’ansia e l’agitazione, decisi quindi anche io di riscaldare la voce e esercitarmi  con la canzone su cui mi ero preparato da lì a qualche mese.
Se ero lì dovevo ringraziare anche la mia insegnate di musica del mio liceo, perché era stata lei a scovare la mia voce nascosta.
Mi aveva spronato lei a compilare i moduli per X-Factor, ovviamente dopo averne parlato con mia madre che era assolutamente d’accordo.
Dietro di noi si posizionarono un sacco di persone nell’arco di un’ora, magari tutte con il mio stesso sogno.
Girandomi intorno, potei constatare che quel posto era pieno di ragazzi talentuosi. Alle mi orecchie arrivavano delle voci incredibili: chi cantava Whitney Huston, chi Robbie Williams, chi Beyoncé, chi i Coldplay... Insomma, quel giorno si era presentata gente davvero talentuosa. Come avrei potuto competere io? 
Stavo facendo riscaldamento vocale da almeno un’ora. Volevo fare un’esibizione perfetta e non potevo permettermi un minimo errore. 
- È da un’ora che non fai altro che riscaldare la voce. Tutto questo riscaldamento non ti farà male tesoro?
Mia madre quando voleva, oltre che essere adorabile, sapeva essere anche insopportabile. Delle volte mi trattava come se fossi un bambino, mettendomi in ridicolo davanti ai miei migliori amici.
- No, mamma, me l’ha consigliato la professoressa. E poi sono agitato, non voglio deludere te e i giudici.
Gli occhi di mia madre brillarono per la felicità. Iniziai a quel punto a provare la canzone e a insistere nelle parti laddove avevo piccole difficoltà. Mia madre mi guardava incantata, come se le stessi cantando una ninna nanna. Dopo ormai ore e ore di prove, era quasi il mio turno, c’erano ancora cinque partecipanti davanti a me. Il gruppo blues, una donna, una bambina, un duo e un ragazzo poco più grande di me.
Erano le 14:30 e non avevo toccato cibo da quella mattina. La morsa allo stomaco mi impediva di mangiare, ero troppo nervoso. Con che faccia sarei tornato a casa se mi avessero rifiutato? Ho promesso a tutta Bradford di non deluderli, e di certo non l’avrei fatto. Una promessa è una promessa. 
Man mano che ci avvicinavamo sempre di più la tensione aumentava e, ad essere sincero anche un po’ di adrenalina, quella giusta ci vuole sempre nei momenti così. 
- Ci siamo quasi, mamma - mi strinse forte forte la mano segno che anche lei era agitata e ansiosa.
- Malik. Zayn Jawaad Malik - mi chiamò un uomo sulla quarantina vestito in nero con delle cuffie sulle orecchie
- Sì, io - risposi. 
Il momento era arrivato. “Forza Zayn, ce la farai” pensai, anche se l’idea di scappare mi aveva sfiorato la mente.
- Ok, tra poco tocca a te, inizia a venire.
Ubbidii agli ordini di quel signore, oltrepassando la porta. Accanto a me c’era mia madre che non mi aveva mai lasciato la mano in segno di solidarietà e supporto.
Nel momento in cui entrai dietro le quinte, vidi la donna che poco prima stava davanti a me, arrivare dal palco in preda ad una crisi di pianto. Ciò voleva dire soltanto che i giudici erano stati spietati.
Subito dopo, il gruppo blues superarono degli scalini e si presentarono sul palco pronti a farsi valere. Da un piccolo televisore che c’era guardai la loro esibizione constatando che erano stati bravissimi. Diedi anche un’occhiata ai giudici presenti quel giorno. Simon Cowell, Louis Walsh e Nicole Scherzinger.
Quello che più temevo era, però, Simon Cowell. Seguivo quel programma da quando era stato trasmesso la prima volta e lui era di certo il più severo di tutti, mi faceva anche un po’ paura, ad essere sincero.
Quando il gruppo finì di esibirsi, il pubblico applaudì e, quando i giudici iniziarono a parlare, non uscirono altri che commenti positivi. Quei ragazzi erano passati. Quando ricevettero i tre sì li vidi piangere per la felicità e avvicinarsi verso i giudici per ringraziarli.
Quando entrarono dietro le quinte tutti felici, non potei non congratularmi con loro. Erano davvero bravi.
- Zayn Malik. 
Finii di salutarli, sentendomi chiamare. Gettai un’occhiata a mia madre e, lei ricambiò sorridendomi e mandandomi un bacio volante. Nel momento in cui uscii da dietro le quinte, delle luci erano puntate su di me e il pubblico applaudiva.
- Ciao, qual'è il tuo nome? - mi chiese Simon. Che tipo strano dal vivo.
- Il mio nome è Zayn - risposi fermo. Non dovevo mostrare momenti di debolezza.
- Zayn, cosa hai intenzione di cantare? - continuò.
- Canto 'Let me Love You' di Mario - "respira Zayn, ce la farai."
- Ok.
La base non partì perché decisi di cantare a cappella, così rendeva di più.
La canzone partì in automatico dalla mia bocca. Chiusi gli occhi immaginandomi di cantare davanti alla mia insegnate di musica, cosicché magari la tensione diminuisse. Feci un’intonazione perfetta, anzi, la mia piccola esibizione andò alla grande. Quando finii l’ultima nota, ricevetti un clamoroso applauso da parte di tutto il pubblico, ma, soprattutto, per mio stupore, anche da parte dei giudici. 
- Louis, sì o no? - chiese alla fine Simon al suo collega.
- Mmh, sì - disse tutto entusiasta. 
"Ok, siamo a uno. Ne mancano ancora due." Il cuore mi batteva all'impazzata.
- Grazie - disse molto educatamente.
- Nicole? - continuò Simon. 
"Che ansia, porcospino."
- Sì.
- Grazie.
"Cazzo siamo a due. Simon, ti prego, fa che non sei come sembri e dimmi anche tu sì."
- Zayn, io dico di sì.
Tre sì. Avevo ricevuto tre sì. Non ci credevo. Mi sentivo la persona più felice di tutto il mondo. 
Li ringraziai, feci dietro-front e corsi dietro le quinte per correre da mia madre.
Cazzo, avevano detto sì. Non ci potevo credere. Tutte le insicurezze e le ansie scomparvero in un niente, facendo posto alla sicurezza. Mia madre si era commossa per la mia performance. Quando mi staccai da quell’abbraccio le asciugai le lacrime, sembrava un bambina.
- Mamma, ho avuto tre sì hai visto? Grazie per avermi fatto alzare dal letto stamattina.
A quella mia affermazione tutti i presenti si misero a ridere, compresa mia madre. Non credevo mi avessero sentito. Uscimmo da quell’edificio che straboccava di persone, chiamai immediatamente a casa.
- Pronto? - rispose Doniya.
- Doniya sono Zayn - volevo fare un piccolo scherzetto, tanto nessuno se la sarebbe presa no?
- Com’è andata??? Sputa il rospo racconta tutto!
Come sempre la voce della mia sorella maggiore era più squillante di un clacson. In sottofondo sentii un brusio, ciò significava che mio padre e le altre due sorelline stavano cercando di udire la conversazione.
-Non sono stato preso - feci l’occhiolino a mia madre, facendole capire dello scherzetto cercando di tenere il tono della voce fermo e serio senza scoppiare a ridere.
- Oddio Zayn,  ci dispiace. Ma che cavolo avevano nelle orecchie quei tre deficenti? Ovatta? Non capisco come hanno potuto dire di no. Idioti, ecco cosa sono. Idioti e sordi...
Quando a mia sorella non andava bene qualcosa diventava logorroica e, nessuno era in grado di fermarla.
- Doniya, c’è dell’altro che devo dire - continuai a tenere un tono serio anche se non ce la facevo più, mi veniva da ridere e mia madre se ne accorse, ridendo anche lei.
- Ah, c’è pure dell’altro? - la sua voce continuava ad essere infuriata e squillante.
- È  un piccolo scherzetto. SONO STATO PRESO! - urlai in preda all’euforia e alla felicità. 
Dall’altro capo del telefono potetti udire delle urla di felicità. Sul mio volto si formò un’espressione felice e nessuno poteva levarmela, perché il mio sogno si stava realizzando.
- Vi racconto tutto non appena ritorniamo a dopo - riattaccai il telefono e entrai in macchina.
Mia madre accese il motore e partimmo via da quel parcheggio. Continuavo a sorridere come un ebete, la felicità era troppa. Accesi la radio e misi il mio CD preferito di Kanye West. Quello che ci voleva in quel momento era del buon e sano rap. Abbassai il finestrino iniziando a cantare a squarciagola ai passanti sulla strada. Mi sentivo vivo, pieno di energie. Chiusi il finestrino dopo la protesta di mia madre nel potermi prendere un bel mal di gola e, in quel momento, proprio non ci voleva.
- E adesso? Dobbiamo aspettare la chiamata della produzione per la prossima audizione? - la mia affermazione sembrava più una lamentela. Odiavo aspettare, stare attento a non tenere il telefono occupato. Ma fa niente, avrei fatto un piccolo sforzo per quella volta.
Arrivammo a casa intorno alle 20.00 e quando entrammo, fui assalito dalle mie tre sorelle che, si erano letteralmente attaccate a me come delle cozze sullo scoglio. Cercai di liberarmi dalla presa di quelle tre pazze e andai a sedermi sul divanetto in salotto.
- Ora vi racconto tutto con calma - ma in quel momento sentii un brontolio provenire dal mio stomaco affamato. A pranzo non avevo toccato cibo per la tensione ma in quel momento mi sarei mangiato di tutto. - Ah, mamma, ho una fame da lupi. Prepari qualcosa da mangiare? - esclamai cercando di farmi sentire e ricevendo come risposta un sì di mia madre.
Nell’attesa, cominciai a raccontar tutto di quella giornata a mio padre e alle mie sorelle. Quando terminai, mio padre si avvicinò per abbracciarmi e io ovviamente ricambiai.
Quella sera festeggiammo un piccolo traguardo. Il giorno dopo a scuola venni chiamato dall’altoparlante dalla preside. Mi recai nel suo ufficio preoccupato  ma, quando vi entrai, notai con piacere che era presente anche la mia insegnante di musica.
- Buongiorno, mi avete chiamato? - chiesi impacciato chiudendo la porta. Davanti a me vi era una bellissima donna dai capelli lunghi e scuri, con degli occhi verdi e delle labbra contornate da un rossetto rosso. L’ho sempre detto che la preside era proprio una bella donna.
- Sì, Malik. La sua professoressa stamattina mi ha messa al corrente della buona notizia. Sono contenta che un nostro diplomando abbia partecipato a qualcosa di così importante. improvvisamente diventai rosso per l’imbarazzo. – Volevo farti di persona le mie congratulazioni. Sappi che la scuola e tutti i tuoi compagni ti sosterranno in questa esperienza - mi sorrise. Non sapevo che dire. 
- Be', preside, ne sono davvero grato. Non deluderò nessuno ve lo prometto - e quelle mie parole erano davvero sincere. Non volevo deludere proprio nessuno, tanto meno me stesso. Sorrisi cordialmente alle due figure femminili e ritornai in classe.
Poco dopo sentii all’altoparlante un incoraggiamento da parte della preside, seguito da un applauso dei miei compagni di classe. Ormai a scuola ero diventato popolare. Ogni volta che incontravo qualcuno mi augurava in bocca al lupo. Ero felice di avere l’appoggio di così tante persone. Però il mio obbiettivo era esercitarmi bene per una nuova canzone.
Le settimane passarono, ma della fatidica chiamata neanche l’ombra. stavo davvero iniziando a pensare fosse stata una Candid Camera. A casa ero un continuo fascio di nervi, non mi concentravo abbastanza nello studio. Perché cazzo non chiamavano? Ma, un giorno il mio buon dio credo ascoltò le mie preghiere.
Dopo tre settimane esatte dall’audizione mi chiamarono  i produttori del programma dicendomi di ritornare per il provino successivo due giorni dopo.
Improvvisamente mi sembrava di ritornare a tre settimane prima. Agitato, nervoso, teso. 
Nei due giorni successivi non feci altro che provare. Ero più teso della prima volta. Dovevo tranquillizzarmi in qualche modo ma non sapevo come. EUREKA. Una bella sigaretta era quello che ci voleva così quel giorno decisi di andarmi a prendere un pacchetto.  La sera uscii con i miei due migliori amici per svagarmi un po’, ne avevo bisogno.
I due giorni consecutivi passarono veloci, così il giorno del mio secondo provino arrivò.
Ero più nervoso che mai. Quando arrivai di fronte all’edificio constatai che c’era meno gente rispetto l’ultima volta che ero andato.
Mi ripetevo che non dovevo mollare, non dovevo mostrarmi nervoso o teso o impaurito da Simon.
Ce la potevo fare di nuovo. “Coraggio Zayn, tirati uno schiaffo, lavati la faccia con acqua fredda e sii impeccabile” la mia vocina amava ricordarmi di essere sempre composto.
Questa volta fu mio padre ad accompagnarmi. Era più teso di me, lo capivo dal modo in cui tamburellava nervosamente i piedi verso il pavimento.
- Papà calma, aumenti la mia ansia - ed era vero. Infatti  bloccò i piedi che ormai avevano fatto una buca sull’asfalto, e si accese una sigaretta.
La fila scorreva. Gente che usciva piangendo, altri che erano contenti, altri ancora avevano un’espressione tra l’allegro e il triste. Dopo tre ore di file, finalmente toccava a me. 
- Figliolo, sappi che anche se non ce la farai io e tua madre siamo fieri di te. Adesso metticela tutta e fai vedere chi  sei - come sempre i miei genitori erano i positivi della famiglia. Beati loro, se non ce l'avessi fatta ci sarei rimasto davvero male.
In neanche cinque minuti, mi presentai nuovamente sul palco.
- Aaah, tu sei il mio amico Malik. Mi ricordo bene di te - affermò Simon quando entrai. 
Si ricordava di me? Ok, quel tizio mi faceva sempre più paura. Dopo un piccolo scambio di parole, finalmente mi permisero di cantare. Non me la cavai per niente male neanche questa volta. Ero fiero di me, della mia esibizione di tutto.
Quando finii di cantare, il pubblico mi applaudì molto rumorosamente, segno che ero piaciuto. Per fortuna.
I giudici iniziarono a parlare e dirmi ciò che pensavano della mia esibizione, eccetera. 
Solo che due di loro non erano molto convinti di me. Ok, brutto segno. E la mai intuizione purtroppo fu giusta. Nicole e Louis mi dissero no. In quel momento attorno a me  era diventato tutto nero. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. In quel momento mi crollò il mondo. Non riuscivo più a parlare. Li ringraziai comunque e mi diressi nuovamente dietro le quinte.
Andai incontro mio padre che sembrava anche lui triste. Non volevo vedere nessuno, volevo andare a casa, chiudermi nella mia stanza e alzare al massimo il volume della radio per isolarmi da tutto e da tutti. Ero arrabbiato con me stesso, sapevo che non sarei piaciuto, era stata solo una perdita di tempo.
Per tutto il tragitto di ritorno non aprii bocca, mi limitai semplicemente ad annuire a ciò che mi diceva mio padre.
- Dai, ragazzo, magari sarà per il prossimo anno. Non ti abbattere! Sei andato benissimo, sei l'orgoglio di questa famiglia.
Non sapevo cosa rispondere. Gli sorrisi, prima di suonare la porta di casa. Era sera ormai e, da fuori si sentiva un profumo invitante di verdure. Ad accogliermi all'ingresso c'erano mia madre, le mie sorelle e... e la prof di musica? Che ci faceva?
- Tesoro, bentornato. Allora? Come è andata?
Tutte mi guardarono come se volessero sentirsi dire che ero passato, che ce l'avevo fatta per la seconda volta, ma non risposi. 
Le guardai tutte e cinque e mi diressi verso la mia stanza chiudendo violentemente la porta alle mie spalle. Accesi lo stereo e il mio primo CD di Eminem, regalatomi qualche anno prima, partì. Nessuno venne a bussarmi alla porta, mi conoscevano e sapevano benissimo che quando mi trovavo in quelgli stati da vegetale nessuno mi doveva pensare.
I giorni seguenti nessuno toccò più l'argomento 'audizioni', neanche a scuola. Cercai di andare avanti e continuare i miei studi senza farmi influenzare dai miei stati emotivi.
Però, le buone notizie arrivano quando meno te lo aspetti.
Due settimane dopo il mio umore era decisamente migliorato. La scuola era ormai finita finalmente, meritavo un pò di pace e di tranquillità. Una mattina però, intento a dormire, suonò il telefono di casa e nessuno si degnò di andare a rispondere. Mezzo addormentato uscii dalle coperte per vedere se qualcuno c'era in casa, effettivamente non sentivo nessun movimento di passi o urla delle mie sorelle. Infatti, quando aprii la porta della mia stanza e mi recai in cucina, constatai che ero a casa da solo. Il telefono continuava a non smettere di suonare, così per far tacere quell'odioso oggetto risposi.
- Pronto? - chiesi con voce roca.
- Buongiorno, vorremmo parlare con Zayn Malik oppure con uno dei signori  se sono in casa, gentilmente -  dal tono di voce di questa sembrava scocciata, come se quella fosse l'ennesima chiamata della giornata. Ma che voleva da me quella signora?
- Sono io Zayn Malik, lei è? - chiesi curioso di capire chi mi cercasse. La voce non mi sembrava neanche familiare.
- Faccio parte della produzione del programma di X-Factor. 
Spalancai gli occhi a quell'affermazione. Oh, di nuovo. L'immagine di me davanti ai giudici che mi scartarono si ripresentò per l'ennesima volta nella mia mente, rattristandomi di punto in bianco. - Volevamo farla sapere che noi della produzione compresi i tre giudici abbiamo rivisto la sua audizione e abbiamo constatato che al pubblico di casa lei è piaciuto molto, - Cosa voleva dire con ciò? - pertanto, la vorremmo incontrare per proporle un'idea. L'aspettiamo insieme ad un genitore il 23 luglio presso gli studi. Se ha qualche domanda può chiedere a me.
La donna, disse così tante cose insieme che rimasi di sbieco. Rimasi a bocca aperta e, proprio in quel momento, entrarono i mie notando la mia buffa espressione.
- No, grazie. Arrivederci - riattaccai e per poco non svenni. Mi sedetti di peso sulla poltrona ancora shockato. 
- Tesoro chi era al telefono? E perchè hai la bocca aperta? - non sentii neanche ciò che mi chiese mia madre per  la felicità. Mi voltai verso di lei mentre sul mio viso si stampò un mega sorrisone a trentadue denti. Spiegai ai miei tuttao ciò che mi aveva detto la signora al telefono tutto d'un fiato, re notai che anche loro ebbero la mia stessa reazione.
- Ma è fantastico! Hai visto? E' una notizia fantastica, bisogna festegg... - ma bloccai mia madre intervenendo io.
- No, mamma, non voglio illudermi ancora una volta. Prima di festeggiare vediamo cosa mi devono dire. 
Mio padre appoggiò la mia affermazione.
Decidemmo di non dire niente a nessuno di quella telefonata, così un pò per scaramanzia.
Mancavono solo quattro giorni al 23, per questo mi esercitai su qualche canzone.

 
* * *

23 Luglio 2010

In quei giorni rimasi serio e anche nervoso. Cosa mi avrebbero proposto? Forse di essere uno dei partecipanti dell'anno successivo? La curiosità mi stava divorando.
I giorni passarono molto lentamente. Tutto ciò sembrava un'agonia. La mattina del 23 mi svegliai, stranamente, di buon'ora. Ero tesissimo. L'incontro agli studi era la sera alle otto. Chissà se ero l'unico che avevano chiamato. A pranzo non toccai cibo, nonostante le proteste di mia madre che cercò inutilmente di farmi mangiare, ma il mio stomaco era chiuso.
Per tutto il pomeriggio non feci altro che asoltare musica e starmene sdraiato sul letto. Alle sette il richiamo di mia madre mi fece scattare in salotto.
- Zayn, ti conviene prepararti, tra un pò usciamo - mi limitai ad annuire e mi diressi verso il bagno, intento a farmi una doccia fredda veloce. Misi dei vestiti decenti, presi una bottiglia d'acqua e uscii di casa con mia madre.
Durante tutto il ragitto, non spiccicai parola. Ero troppo agitato. Puntuali come sempre, alle 20.00 eravamo di fronte gli studi del programma. Feci un ultimo respiro prima di entrare. Ci accomodammo dietro le quinte, dove vi erano altri quattro ragazzi accompagnati dai rispettivi genitori. Anche loro, proprio come me avevano un'aria tesa e nervosa. 
- Sera - salutai molto educatamente. Ricambiarono tutti il saluto. - Sapete il perchè ci hanno fatto venire quì? - chiesi nella vana speranza di ricevere una risposta.
- No, sinceramente, hanno detto a tutti e noi quattro la stessa cosa. Stiamo all'oscuro di tutto, proprio come te - mi rispose un moro riccio con gli occhi verdi. Sembrava un alieno.
Accanto a lui c'era invece un ragazzo dai capelli alla Zac Efron e degli occhi celesti. Vidi anche un biondino dagli occhi azzurri e uno con i capelli biondo cenere e un fisico asciutto. Che tipi strani. Anche se quest'ultimo aveva un volto familiare. Dove l'avevo già visto? Ah, sì giusto. Era stato scartato due anni prima da Simon. Caspita, era proprio bravo. durante l'attesa ci presentammo scoprendo che il riccio alieno si chiamava Harry, la versione mini di Zac Efron Louis, il biondo nano Niall, che veniva da Mullingar tra l'altro, un paesino irlandese, e il ragazzo a me familiare Liam. Parlammo del più e del meno, scoprendo che avevamo parecchie cose in comune, inoltre erano anche molto simpatici.
Dopo un quarto d'ora circa, Simon, Nicole e Louis ci chiamarono sul palco. Tutti e cinque ci dirigemmo verso i giudici, ormai arrivati al verdetto di quella situazione.
- Ciao, ragazzi, - cominciò Simon. - abbiamo rivisto molto attentamente le vostre audizioni e siamo arrivati ad una conclusione più che giusta. 
"Ok parla ora testa di porcospino."
- Siete dentro come gruppo. 
A quella notizia non potei crederci. Io e quei quattro ragazzi facevamo parte dello stesso gruppo? E avremmo partecipato al programma? In quel momento, mi misi le mani in faccia. Sì, stavo piangendo per la felicità. Il mio sogno, anzi, il sogno di noi cinque si stava realizzando. Vidi Harry correre in braccio a Louis, Niall saltare come un bambino il giorno di Natale e Liam si mise le mani tra i capelli incredulo di quello che era appena successo.
Erano le 20.22, e gli One Direction si erano appena formati.

* * *

23 Luglio 2013

Sono passati tre anni. Oggi, 23 Luglio 2013, sono precisamente tre anni. Simon mi ha cambiato la vita. Quei quattro ragazzi  mi hanno cambiato la vita.
Harry, Liam, Niall e Louis. Questi esseri umani,  da un giorno all’altro sono diventati la mia seconda famiglia.
Proprio la settimana scorsa sono andato a farmi un tatuaggio dedicato a loro. Non l’ho detto ancora a nessuno. È piccolino. Un cuore sul petto. Banale, ma per me non lo è. Mi ha accompagnato Perrie a farlo.
Perrie.
Quanto la amo.
Le ho comprato un anello, ma ho paura. Paura che possa rifiutare, paura che non mi ami più, paura che possa dire di sì. E poi? E se dicesse di sì? Non ho idea di cosa potrebbe succedere.
Matrimonio.
Non mi sento pronto per il matrimonio. Sono proprio stupido, però le voglio dare questo anello, le voglio far capire che è mia, che le starò acanto fino alla morte. Che la amo.
Questo anello è simbolo di fede.
E’ il marchio di una promessa che tra qualche anno si realizzerà. Voglio far capire a tutto l’universo che, la nostra, è una relazione seria, e non una semplice storia solo per della insulsa pubblicità. No.
Può sembrare stupido questo mio gesto, in fondo stiamo insieme da solo un anno, ma a me sembra una vita. No riesco a vedermi senza di lei, è il mio tutto, mi completa.
Adesso l’anello è nascosto nel cassetto della mia biancheria intima a Londra, in modo tale che nessuno lo trovi.
Mi manca tantissimo. Quando posso, prendo il primo volo e la raggiungo in Inghilterra, e poi ritorno in America. Adesso è una settimana che non la vedo. 
L’altro giorno è venuto con me Louis a comprare l’anello da Tiffany & Co., la marca di gioielli preferita da Perrie. È l’unico che sa di tutto questo per il momento voglio tenere tutto nascosto. Tranne ai ragazzi, a loro lo dico domani. Chissà come reagiranno.
Ho intenzione di darle l’anello tra 28 giorni, la sera della première di ‘This is us’. Il 20 Agosto.
Sono così emozionato e agitato. 
In questo momento è notte fonda. Io mi trovo  nel mio letto in una stupida stanza d’hotel, ad osservare il soffitto. Nel letto accanto c’è Harry che russa  peggio di un maiale in procinto di partorire e dalla finestra si scorge una meravigliosa luna piena. Abbiamo festeggiato tutta la sera, in onore dei nostri tre anni come boy band. Un piccolo traguardo per noi. Con noi c’erano lo zio Simon e Lou, con il marito e Lux. C’era anche Eleanor e la nuova fiamma di Liam, Sophia, se non ricordo male, che, tra l’altro, la porto altamente sui coglioni. Niente di personale, semplicemente impressione a pelle. Ah, c’era anche tutta la nostra troupe  al completo. Siamo andati in un locale molto carino e appartato. Avevamo prenotato l’intera sala, in modo tale che nessuno potesse entrare. Per una volta volevamo fare qualcosa di intimo, senza fans urlanti e, devo dire che ci siamo divertiti tutti insieme. Abbiamo fatto baldoria, scherzato, e ci siamo anche ubriacati, tranne Harry, Liam e Niall, però, perché qui in America è vietato vendere alcolici se non hai ventuno anni compiuti.
Sono le 03:00 e ancora non prendo sonno. Mi alzo e prendo qualcosa dal mini frigo della stanza, ma non c’è una vasta gamma di scelta, così prendo delle semplici noccioline e una birra. Mi stendo nuovamente sul letto accendendo la lampada del comò e mi connetto su twitter, vediamo cosa dicono le nostre fans.
“Così fiera di loro”, “Li amo tanto”, “Dopo tre anni non sono cambiati”, “È incredibile come cinque ragazzi possano rallegrare la mia vita”, “Auguri per i vostri tre anni ragazzi, sono così fiera di voi”.
Ci sono tantissimi tweet in nostro onore, che carine. Voglio seguirne qualcuna.
Inizio a retwottare i tweet che mi hanno colpito di più, notando un improvviso aumento dei miei followers, segno che hanno capito che sono connesso.
Perché deludere le loro aspettative? Così, decido di rendere felice qualcuna seguendola.
Scrivo anche un tweet:  “Buona notte ragazzi, è stata una serata fantastica. Tutto questo è solo grazie a voi. P.s.: @Harry_Styles evita di russare” 
Subito una miriade di fans commentano il mio tweet, con risposte carine e simpatiche, altre invece chiedevano un mio follow. Detto fatto tesoro. 
Spengo l’IPhone dopo aver ormai seguito tantissime persone. Mi rendeva felice leggere tutti quei commenti carini riguardo i nostri tre anni. E sono sincero quando dico che è veramente grazie alle nostre fans se adesso siamo arrivati fin qui. Loro ci hanno permesso tutto questo e non le ringrazieremo mai abbastanza.
 Non so cosa cosa sarebbe successo se mia madre non avrebbe insistito a dirmi di andare ai provini di X-Factor. E anche a lei le devo tanto. Quando mi avevano detto che non sarei passato dopo il secondo provino, mi era crollato il mondo a dosso. I giorni successivi li avevo passati a deprimermi nella mia stanza, facendomi forza per migliorare e riprovare l’anno successivo.
Solo dopo pochi giorni quella chiamata inaspettata. Il ripescaggio. Le parole della produzione: “Zayn Malik? La produzione di X-Factor la vorrebbe rivedere per darle delle notizie.”
Mi ricordo benissimo che rimasi a bocca aperta. 
Simon ci disse che eravamo dentro però come una band.
Ancora oggi non so spiegare la felicità che provai in quel momento. 
In questi tre anni la mia vita è cambiata in tutto, ma non ho mai smesso di essere me stesso. 
Da un giorno all’altro mi sono ritrovato a condividere tutto con quattro bellissime persone che, a mio avviso, non cambierei con nessun altro al mondo. Sono i miei fratelli, voglio loro un mondo di bene.
Se mi dovessero chiedere chi scegliere tra Perrie e i ragazzi sceglierei di gran lunga i ragazzi. Non perché non ami abbastanza Perrie, ma per il semplice fatto che loro sono tutto per me. Non mostro tanto e spesso i miei sentimenti, ma loro mi conoscono e sanno come la penso.
A volte mi ripiombano in mente i video diary. Quanto cazzo mi manca farne qualcuno, mi divertivo tantissimo a vedere Louis fare il coglione, Niall ridere per qualsiasi cosa, Harry sembrare un mezzo addormentato e Liam prendere in giro il mio ‘VA SAPPNIN’.
Devo ricordarmi di parlare anche di questo domani con i ragazzi. Magari rifare anche i video tipo ‘Spin The Harry’. Molti pensano che noi non le ricordiamo queste cose, ma darei di tutto pur di tornare indietro e rivivere tutte queste esperienze indimenticabili. 
Devo tutto questo alla mia mamma, che mi ha sempre spronato in tutto, soprattutto il giorno delle audizioni.
Da quando gli One Direction si erano formati, tutti e cinque ci aiutavamo a vicenda, ci sostenevamo, in poco tempo abbiamo imparato a conoscerci sapendo che non ci saremmo separati molto facilmente.
Voglio un’infinità di bene a questi ragazzi e ho tanta paura che un giorno litigheremo e potremmo separarci. È uno dei miei peggiori incubi e, se succedesse davvero, credo che mi sentirei morire.
Sono troppo legato a loro.
Spengo la luce e cerco di dormire, nonostante Harry non abbia smesso di russare e i miei continui ricordi di questi fantastici tre anni faticano ad abbandonarmi.









 

Buonasera a tutte! :)
Sono Eleanor_Rigby su EFP e pubblico questa storia della mia amica, solo che lei non sa cosa scrivere e scrivo io per lei nello "spazio dell'autrice". Allora cosa ne pensate? E' la sua prima storia e secondo me è bellissima! Non è la solita OS romantica, mi piace il fatto di entrare nella mente di Zayn e sentire le sue emozioni.
Voi cosa ne dite? A me ha colpito tantissimo.
E secondo me questa scema dovrebbe continuare a scrivere! Secondo voi ne è in grado? Ditele che ne è in grado, così le passano tutte le sue seghe mentali.
Grazie per essere passate di qui.
la beta di fifty shades.
   
 
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