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Autore: Seeyousmile    01/09/2013    1 recensioni
“Sei molto brava!” Disse un ragazzo con un forte accento irlandese, come i miei nonni.
Alzai la testa per poi vedere Niall Horan che mi stava casualmente guardando sorridente.
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“Era nella tasca dei tuoi jeans,” disse mia madre indicando i pantaloni che avevo addosso il giorno precedente, tenendo in mano un pezzetto di carta.
E fu in quel momento che realizzai di avere in mano il numero di un membro della band più famosa del pianeta.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dai!” Mi chiamò Amy correndo verso la metropolitana all'angolo.

“STO ARRIVANDO!” Le gridai correndo nel negozio.

“Due panini italiani con formaggio, prosciutto, pomodoro e ketchup per favore” La sentii ordinare all'uomo mentre andavo a trovare un tavolo libero, cosa che fu abbastanza facile visto che erano le 7:00 del mattino di sabato e tutta la strada commerciale (un centro commerciale vicino a casa mia) era ancora vuota se non per qualche persona.

“Ecco a te” disse lasciando cadere i panini difronte a lei e una grande manciata di tovaglioli difronte a me.

“Ehm... Grazie?” Risposi spostando i tovaglioli dalla sua parte del tavolo prendendo il mio panino, Amy sorrise sarcastica.

“Non mangi quindi?” mi chiese alzando un sopracciglio. Gli diedi un'occhiata del tipo 'non è divertente', lei fece semplicemente spallucce e prese un morso del suo panino.

Presi due bottigliette di acqua dalla mia borsa e gliene passai una.

“Sai che gli One Direction faranno un concerto al Guildhall domani?” Mi chiese pulendosi un po' di salsa dalla bocca con uno dei tovaglioli, mentre masticava l'ultimo morso del panino.

“No, non lo sapevo, e non era il posto dove vedrai i Mcfly l'anno prossimo? Chiesi finendo anch'io il mio panino, accartocciando le cartacce formando una palla.

“Si.” Rispose prendendo la spazzatura ed alzandosi per buttarla nel cestino.

“Fico, possiamo andare al negozio di musica ora?” chiesi quando tornò al tavolo.

“Per favooooooooree” La pregai facendo il labbruccio.

“Ti permetterò di portarmi in tutti i tuoi negozi che vuoi!” Continuai guardandola dritta negli occhi con ma mia famosa occhiata da cucciolo.

“Okay, okay!” Disse sbuffando e prendendo le sue cose.

“SI!” Esclamai un po' troppo forte, perchè le poche persone nel negozio si erano girate a guardarci. Imbarazzante.

Uscimmo velocemente dal negozio, girando l'angolo verso quello di musica, quando notai un nuovo negozio di vestiti, 'With It', era uno di quei negozi con abiti e costumi colorati, quelli che piacevano ad Amy.

“Ummm” la sentii esclamare.

“Vai pure, io sono alla porta affianco” dissi ridacchiando; mi diete un veloce abbraccio e corse dentro l'edificio come una bambina di cinque anni all'entrata di Disney Land.

Entrai nel negozio di musica e andai dritta al bancone dove John, il mio vicino di casa di 23 anni, dall'aria annoiata era seduto con un giornale aperto davanti a lui. L'intero negozio era ricoperto di tutto ciò che era relativo alla musica, c'era a mala pena uno spazio vuoto da qualche parte, specialmente sui muri.

“Hey Alex.” Disse alzando lo sguardo, la sua faccia si rianimò un po'.

“Hey posso usare il pianoforte?” Chiesi tirando fuori il portamonete blu elettrico dalla mia borsa.

“Si certo, non c'è bisogno che me lo chiedi.” Mi sorrise mentre lasciavo delle sterline sul tavolo, e rimettevo il portamonete nella borsa.

“Si lo so, ma è educato.” Gli risposi scrollando le spalle per poi correre dietro il pianoforte.

Era un pianoforte nero in ebano che io avevo pagato con una cauzione di 15 sterline a settimana, nel corso dei due anni precedenti. Nessuno sapeva di questo, nemmeno i miei genitori.

Feci scorrere le dita delicatamente lungo la tastiera prima di sfilarmi la borsa e sedermi lentamente sullo sgabello rosso velluto del pianoforte.

“Suonami l'Inno alla Gioia.” Disse John dal bancone.

“Okay.” Risposi e gli suonai l'Inno alla Gioia. Non fece altre richieste dopo quella perchè sapeva che amavo suonare ininterrottamente.

Suonai un altro paio di canzoni, sapendo che Amy ci avrebbe messo secoli, così potei prendermi il mio tempo per esercitarmi su quello che volevo.

Suonai cinque canzoni e stavo per cominciare la sesta quando sentii il campanello sopra la porta fare rumore, segno che qualcuno stava entrando. Sapevo che Amy mi avrebbe lasciato finire, così cominciai a suonare la canzone 'They Don't Know About Us'.

RE MI RE DO LA SOL LA DO DO
RE MI RE LA SOL LA SI DO
RE MI RE DO LA SOL LA DO DO
RE MI RE DO LA SOL LA SI SI

Cantai le parole a tempo con la musica, mentre sentivo Amy camminare finchè non fu proprio dietro di me.

Quando cominciai gli accordi finali si mosse alla mia sinistra.

“Sei molto brava!” Disse un ragazzo con un forte accento irlandese, come i miei nonni.

Alzai la testa per poi vedere Niall Horan che mi stava casualmente guardando sorridente.

“Grazie” dissi presa alquanto di sprovvista.

“Nessun problema,” Disse, e si girò, prese una chitarra che stava dietro di lui infilando la cinghia da sopra la testa.

“Suoni con me? La stessa canzone di prima, They Don't Know About Us.” Mi chiese.

“Si, certo!” Risposi appoggiando le dita sulle prime note aspettando il segnale per iniziare.

“Suonammo l'intera canzone in sincronia, entrambi cantando, fino al suo assolo quando cantò senza di me. Un sorriso apparve sulle mie labbra sentendolo cantare, il suono era così perfetto.

“Ben fatto voi due, era adorabile!” sentii dire John quando finimmo.

“Grazie John!” Risposi allegramente.

“Allooora,” dissi tornando a Niall.

“Ciao, io sono Niall,” Disse spingendo la chitarra su un lato del corpo.

“Alex” risposi sorridendo, girandomi sullo sgabello per guardarlo bene.

“Bel nome per una ragazza,” Rispose ridacchiando.

“Si, è carino e diverso” risposi ridacchiando giocosamente anch'io.

“Suppongo tu sappia chi io sia,” disse agitandosi appena.

“Si, amo gli One Direction,” risposi con tono sdolcinato.

“Ho un po' immaginato che avremmo dovuto piacerti, per suonare quella canzone.” Rispose.

“Si, solo una piccola fissazione” Risposi ridendo.

“Verrai al nostro concerto domani?” Domandò spostando la sedia dove era seduto un po' più vicino.

“No, non ci sarò,” Risposi alzando lo sguardo verso i suoi occhi, che stavano guardando verso di me.

“Oh, volevi andarci?” Chiese suonando abbastanza colpito.

“Non sul serio, non vado a molti concerti di solito,” Risposi incrociando le gambe.

“Perchè no? Ai concerti ci si diverte molto!” Mi chiese chiaramente impressionato dalla mia risposta.

“La musica è troppo alta,” Risposi stringendomi nelle spalle.

“Come vuoi tu,” Rispose pensando chiaramente che fossi matta.

“Dove sono gli altri?” Chiesi un po' perplessa, sembrava un po' strano che non fossero tutti con lui.

“Oh, sono nella sala ad esercitarsi,” Rispose indicando l'edificio dietro di noi.

“E perchè non sei con loro?” Chiesi. Correggetemi se sbaglio ma non si ha bisogno di tutta la band per essere in grado di esercitarsi???

“Ho bisogno di un plettro,” Rispose.

“Sembra che abbia perso il mio,” Finì.

“Oh,” Risposi. Mi alzai raggiungendo i plettri, con Niall dietro.

“Beh, prendi il tuo plettro,” dissi spostandomi in modo da lasciargli la visuale libera.

“Stette lì per un po' di tempo in silenzio, prendendo in mano vari plettri, ruotandoli fra le dita, prima di rimetterli giù. Poi uno non lo rimise giù, ma me lo mostrò.

“E' carino,” Dissi prendendolo dalle sue mani, era un plettro blu pallido con una tartaruga addormentata su un lato, l'altro lato era vuoto.

“Prendo questo allora,” Rispose sorridendo e camminando verso la cassa.


“Sono 5 sterline, grazie” Disse John mettendo il plettro in una piccola busta di carta.

Ripose i soldi sul bancone e poi si girò verso di me.

“Grazie per aver suonato con me,” Dissi gentilmente.

“E' stato un piacere,” Rispose guardandomi interrogativo.

“Che c'è?” Chiesi confusa.

“Sono le tue vere ciglia quelle?” Chiese educatamente.

“Si, sono le mie,” Risposi ridendo.

“Veramente?” Chiese guardando attentamente i miei occhi.

“Si, certo!” Dissi imbarazzandolo.

 

Mi strinse al suo petto e lo sentii maneggiare con la tasca dei miei jeans.

“Spero di rincontrarla di nuovo, mia bella signora,” Disse sorridendo e prendendomi la mano per baciarla, come se fossi una principessa.

“Lo spero anche io, mio dolce principe,” Risposi imitandolo, inchinando la testa.

 

Mi diede un altro abbraccio veloce, e poi corse fuori dal negozio e attraversò la strada prima di scomparire dentro l'edificio con il suo finale saluto di arrivederci.

 

Tastai la mia tasca ed estrassi quello che c'era dentro. Era un plettro di chitarra, non quello che aveva comprato, ma uno diverso, era piatto, di un grigio chiaro, non blu pallido come l'altro. Lo girai per poi notare che lo aveva firmato su un lato. Avevo un oggetto ricordo di lui che sarebbe stato mio per sempre. Era definitivamente qualcosa che avei custodito gelosamente per molto tempo ancora, ma avrei certamente tenuto nascosta la sua esistenza nel miglior modo possibile.

 

“Custodiscilo, stammi a sentire,” Disse John guardandomi.

“Ti starò a sentire, e non preoccuparti, starà al sicuro,” Risposi sorridendo.

“Hey,” Esclamò Amy entrando nel negozio con una nuova borsa di shopping.

“Hey,” Risposi.

“Mi sono persa qualcosa?” Chiese sedendosi su una sedia vicino al bancone.

“No niente” Risposi allontanandomi e strizzando l'occhio a John.

“Non succede mai niente di interessante qui intorno,” disse tristemente. Mi trattenni dal ridere e riuscii a non farlo fingendo di tossicchiare, non aveva idea di quello che era appena successo proprio in quel posto.

“Lo so, è tutto così noioso da queste parti,” Risposi ed alzai gli occhi verso l'edificio sorridendo mentalmente pensando a quanto era appena successo e a come avrebbe reagito lei se avesse saputo cosa era davvero accaduto mentre stavo suonando il pianoforte.

 

 

La mattina dopo...

 

 

“No, no, no.” Dissi facendo zapping fra i canali della TV.

“Alex,” Gridò mia mamma dal piano superiore.

“Arrivo,” Le risposi con lo stesso volume di voce, saltando su dal dovano e salendo su per le scale.

“Arrivai da mia mamma che aveva un pezzo di carta in mano e me lo porse.

“Era nella tasca dei tuoi jeans,” disse indicando i pantaloni che avevo addosso il giorno precedente.

“Grazi mamma,” Risposi camminando verso camera mia calciando la porta che sbatté, per poi sedermi sul letto.

 

Aprii il pezzo di carta stropicciato e vidi un numero di telefono scarabocchiato sopra con un 'Niall' scritto sotto, Fissai il pezzo di carta lievemente shoccata, prima di prendere il telefono dalla tasca e digitare il numero, aspettando che rispondesse.


 





Ciao a tutti!
Ok, questo non è il massimo dei miei capolavori, lo so. Spero l'abbiate gradito in ogni caso.
Volevo ringraziare di cuore le persone che hanno recensito, messo tra i preferiti, tra le ricordate eccetera. Grazie mille davvero.
Fatemi sapere cosa ne pensate delle mie storie in generale se ne avete lette alcune, ne sarei molto molto felice!
Un bacione,
Vale.

 

  
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