Londra, 24 dicembre 


Quell’inverno era stato uno dei più freddi. La neve cadeva formando un sottile strato sulle trafficate strade di Londra. La città era in fermento. Uomini e donne entravano e uscivano dai caldi negozietti carichi di pacchetti  alla ricerca degli ultimi regali da fare. Mancavano ormai solo poche ore al Natale.
Tessa osservava i passanti da dietro la tendina della carrozza. I bambini erano riuniti davanti alle vetrine dei negozi di giocattoli mentre le madri esasperate tentavano di convincerli a seguirle nel loro giro di compere. Ad Hyde Park coppie di felici amanti condividevano le caldarroste per combattere il freddo pungente di quel 24 dicembre, mentre gli uomini leggevano il giornale seduti sulle panchine, noncuranti del freddo.

-Signorina, siamo arrivati!
La voce del cocchiere distolse Tessa dai suoi pensieri. La ragazza scese dalla carrozza e subito questa ripartì schizzandole il retro del vestito di neve fresca. Ciò non sembrava interessarle molto, tanto che subito prese la strada che portava al luogo dell’appuntamento. Camminava a testa bassa, attenta a non inciampare nel vestito. Non era interessata alle vetrine, come ogni anno non aveva regali da fare a Natale, ma qualcosa la spinse ad alzare lo sguardo e fermarsi. Si trovava davanti ad un negozio di strumenti musicali. Pianoforti, arpe, clarinetti, ma ciò che catturò la sua attenzione fu un violino. Subito un flusso di pensieri invase la sua mente. Will? Sei tu, Will? Le prime parole che aveva sentito pronunciare da Jem mentre suonava il violino. Subito una lacrima le righò la guancia. Jem le mancava terribilmente. E così anche Will. Avrebbe rinunciato alla sua immortalità solo per averli con lei ancora un giorno. Invece se n’erano andati. Così come tutti gli altri a cui aveva voluto bene. Prima Will, poi Jem. Non rimaneva nessuno. Solo lei.

Cercando di scacciare questi pensieri dalla sua mente, alzò lo sguardo e sugli scalini innevati di una chiesa vide seduto un ragazzino. Aveva i capelli neri come la pece e un’aria non troppo felice nonostante fosse la vigilia di Natale.
Tessa si avvicinò, ma il ragazzino la precedette. ‘Tu, puoi vedermi?’ le chiese sorpreso.
 ‘Certo, perché non dovrei farlo?’chiese Tessa altrettanto stupita. ‘Perché ho usato una runa per nascondermi alla vista dei mondani, sai, io sono un cacciatore di demoni. E tu cosa sei? Dal momento che puoi vedermi non puoi essere una di loro.’ le spiegò il ragazzino con tono fiero.
‘Io sono una strega. Ma dimmi, come ti chiami e come mai non sei all’istituto?’ chiese Tessa con dolcezza. ’Mi chiamo Jeremy, ho 13 anni. Non so dove si trovi l’istuto. Ho appena dovuto  lasciare casa mia. Mio padre era un cacciatore di demoni, come me, ma poi conobbe mia madre, una mondana, e per lei lasciò tutto. Io ho deciso di essere uno Shadowhunter e di recarmi all’istituto, ma credo di essermi perso’.

Ascoltando la storia di Jeremy, Tessa ebbe un sussulto. Quel ragazzo era così tanto simile a Will. Anche la storia li accomunava.
‘Allora, mi ci puoi portare?’ Jeremy la stava fissando con i suoi penetranti occhi azzurri. Tessa sapeva che avrebbe dovuto recarsi all’appuntamento, ma c’erano così tante cose in quel ragazzino che le ricordavano Will, che cedette. ‘Si ti accompagnerò io’. La bocca di Jeremy si allarghò subito in un grosso sorriso.
‘E comunque, puoi chiamarmi Jem’.