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Autore: KokoroChuu    02/09/2013    8 recensioni
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"Prova a pensarci... Siamo umani. Non possiamo volare, e nemmeno esplorare l'oceano... siamo solo stupidi, semplici e inutili umani..."
***
Buonsalve e benvenuti nella mia nuova e strappalacrime fic. Diciamo... l'idea originale viene da una cosa top secret, ma siccome a mio parere è una bella storia, ho deciso di svilupparla e renderla accessibile a tutti *leva filo spinato e mine antiuomo dai meandri della mente*
Allora... i protagonisti sono Natsu e Lucy, anche se non sono proprio loro, non so come spiegarlo... vabbò, leggetevela ò.o
E' una storia molto pattosa e kawaii, a volte mi stupisco di quanto sono brava *modestia mode :on:*
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.
Sprofonda nell'oceano

Sola. Terribilmente sola.
Salì le scale, e raggiunse il corridoio spoglio.
Niente vasi di fiori, niente quadri, niente. Solo due lunghe file di porte di legno scuro. 
La sua porta era là, in fondo a quel corridoio.
Si fermò un attimo, esitando. Qualcosa non andava. 
La porta in fondo al corridoio si spalancò. Ne uscirono quattro infermieri, e un uomo vestito di nero, spingendo un letto.
Su quel letto, era steso il suo corpo senza vita. Il suo cuore non batteva più.
Rimase immobile qualche secondo. Poi, dalla porta socchiusa, vide il padre, i suoi occhi, il suo sguardo.
E capì.
Era morta. 
Sua madre era morta.
La ragazza si accasciò a terra. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi e rotolavano giù dalle guancie. Un grido sordo uscì dalla sua bocca. Gli occhi vitrei fissavano il punto in cui si era aperta la porta, senza vedre altro.
Senza vedere il ragazzo, in piedi di fronte a lei.

***

Il ragazzo esitò un attimo. Aveva visto il corpo della donna venir spinto fuori, aveva sentito la ragazza cadere a terra.
Si girò, lentamente.
E vide ciò che era, un fantasma, consumato da un intero anno passato in ospedale, a pregare per la madre, perchè quella donna che aveva tanto amato guarisse.
Una magnifica farfalla che aveva volato con un unico battito d'ali di speranza, a cui erano state tagliate le ali, e che, inesorabilmente, era sprofondata nell'oceano della solitudine.
Non lo vedeva. Lo guardava, ma non lo poteva vedere. I suoi occhi e la sua mente erano fermi a quel momento, quando l'ultimo sfavillio di debole speranza se ne era andato.
Lentamente si avvicinò.
La osservò un istante.
Era bella. Lineamenti sottili, occhi grandi, ora spenti, ma che un tempo aveva visto brillare.

***

La bionda si recava ogni giorno in ospedale. Portava sempre fiori freschi alla madre. Ma lei stava male.
I medici dicevano che stava passando un brutto periodo. Quando la ragazza andava a trovarla, la madre rispondeva con un debole saluto e un sorriso, ma era pallida e stanca, ogni volta sempre di più.
Natsu, il ragazzo con i capelli rosa, era in ospedale da una settimana. Una brutta caduta, eh sì. Facendo a botte con un amico, si era preso una leggera contusione al polso. Non doveva rimanere per forza in ospedale, doveva venire solo per i controlli. E aveva così conosciuto, anche se non ci aveva mai parlato, la ragazza.
All'inizio aveva preso l'ospedale come un gioco, a suo solito. Poi però, si era accorto di quanta sofferenza vi era al suo interno.
Quel giorno, usi dalla stanza dove parlava con il dottore quando quest'ultimo lo congedò. Ormai doveva solo tenere il polso fermo, e a riposo, sarebbe guarito in fretta.
La prima cosa che vide fu il movimento in fondo al corridoio.
La barella con il corpo della donna, il padre nella stanza, sconvolto, o almeno così pareva.
Poi si era girato, e aveva visto la figlia.
Una ragazza invidiabile, sia per l'aspetto, che per i soldi. Una Heartfilia.
E capì che i soldi non centravano. Lei stava soffrendo come un normale essere umano...

***

Natsu rimase a guardare ancora un po' la ragazza a terra.
Poi si decise.
Doveva salvarla.
E mosse il primo passo verso di lei.

***

-Alzati.-
Un ordine, più che una proposta.
-Dammi la mano e alzati.-
Per Lucy fu come risvegliarsi da un lungo sonno.
Guardò il ragazzo.
Occhi grandi e ingenui, ma che adesso erano animati da una sincera convinzione. Capelli rosa, scompigliati. Se li avesse visti sua madre... pensò, quasi con un sorriso.
Il ricordo della madre fu doloroso come un pugno nello stomaco, come una lancia che trafigge il petto.
Guardò di nuovo il giovane negli occhi. Non vi lesse compassione, nè pietà.
Solo speranza.
E si aggrappò a lui, alla sua mano calda.
E poi pianse, a lungo, sulla sua spalla.
Perchè quel ragazzo che nemmeno conosceva era il suo ultimo appiglio, senza di lui sarebbe caduta, e non si sarebbe più riuscita a rialzare.
Poi, quando anche l'ultima lacrima che aveva fu versata, si staccò da lui, e si preparò a dirgli addio, per sempre.
O forse no.

***
Angolo autrice
Io: Ok, questa fic mi ha commosso tantissimo *si soffia il naso* Non ho molto da dire... bho, spero vi piaccia, recensite e blabla, le solite cose... Bho ciao .-.
Io: Ah, già.... grazie oSi <3
  
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