Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Aliens    02/09/2013    3 recensioni
Passato, delusioni, illusioni e scoperte vanno sempre a braccetto nella vita di tutti i giorni. E basta un solo sguardo per ricordare ed immergersi di nuovo in quello che è stato. Basta un solo passo...per saltare da una situazione all'altra.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic





[ANNIKA]

 

Un battito.

Deglutisco vistosamente.

Un altro battito.

Sento le farfalle invadere il mio stomaco e causarmi uno stato fastidioso di irrequietezza.

Punto lo sguardo su mia madre e poi su mio padre che mi scrutano con un leggero sorriso stampato sulle labbra.

Cos’hanno da sorridere?

La mia testa sta letteralmente per esplodere.

Un altro battito ancora.

Ok, devo calmarmi, altrimenti rischio di farmi venire un attacco di panico.

-Sei agitata, tesoro?- mi domanda calmo mio padre, sventolando di poco la gamba destra, accavallata sulla sinistra.

-Io?- chiedo con voce un po’ troppo alta- nono- mi affretto a dire scuotendo vigorosamente il capo- perché dovrei?- aggiungo poi mentendo spudoratamente.

Un lieve tremore mi prende le gambe e non riesco a fare a meno di far saettare in continuazione il mio sguardo sulla strada, in attesa dell’arrivo della limousine.

Guardo l’orologio che impreziosisce il mio polso sinistro.

Segna le 20:36.

Questo gesto decisamente irrequieto non sfugge ai miei genitori che si guardano sorridendosi a vicenda.

-Stai tranquilla- mormora mia madre con dolcezza, intuendo il nervoso che ho in corpo.

Punto i miei occhi azzurri nei suoi.

Si sono accorti che sto per essere presa da un attacco di cuore, probabilmente.

Mi mordo il labbro inferiore e mi lascio andare ad un’espressione sofferente.

È inutile che io finga di essere tranquilla davanti a loro.

Ho un’agitazione tangibile, che non può essere nascosta tanto facilmente.

-Andrà tutto bene- aggiunge poi mia madre avvicinandosi a me e prendendomi la mano con dolcezza.

Scuoto la testa.

No che non andrà tutto bene.

Se può farlo, tutto andrà malissimo.

-Tra qualche minuto, non appena sarai con gli altri, la tua agitazione si trasformerà in felicità ed eccitazione, vedrai- mi sussurra mio padre regalandomi uno dei suoi classici sorrisi.

Un paio di fari enormi si intravedono in lontananza.

Rischiarano la strada in questa tiepida notte di luglio inoltrato.

Il rombo di un’auto di grossa cilindrata si perde nell’aria.

Vedo distintamente una vettura scura, dello stesso colore della notte che ci circonda, girare ed entrare nel viale dietro il cancello della mia abitazione.

-O mio Dio- mi lascio sfuggire non appena mi rendo conto che la limousine è arrivata.

Lo stomaco mi fa una tripla capriola e un brivido potente mi corre lungo la schiena.

Mi alzo immediatamente dalla sedia in ferro battuto e mi sistemo il vestito con fare tremendamente agitato.

Vedo mio padre e mia madre abbandonare la loro posizione seduta ed alzarsi in piedi.

Li guardo, in cerca di un supporto morale che so non mi servirà comunque.

-Buona serata, Annika- mi dice mia madre sorridendomi e carezzandomi la schiena scoperta.

-E ricordati che sei una Stern, non hai nulla da temere- aggiunge mio padre facendomi un occhiolino.

Riesce a farmi sorridere.

Solo lui ha questo straordinario potere.

Alzo una mano verso di loro, salutandoli con un lieve cenno e con un sorriso decisamente poco convinto.

Ok, il momento è arrivato.

Scendo i pochi scalini, abbandonando il porticato sotto il quale eravamo seduti.

Con passo sicuro e leggiadro mi avvio verso la vettura che si è parcheggiata, con il motore ancora acceso.

Percorro il viale di casa col cuore in gola, sentendomi all’improvviso inadeguata per un evento del genere.

Mi sta venendo una voglia assurda di scappare e nascondermi dietro uno dei cespugli qui intorno, dandomi per dispersa.

Ma ormai ci sono, il cancello di casa si apre automatico.

Mi volto verso il porticato e vedo mio padre tenere una mano sulla spalla di mia madre che sta appoggiata a lui.

Mi salutano con un gesto della mano e ricambio, prima di oltrepassare il cancello e avvicinarmi al veicolo enorme ed elegantissimo.

Il cuore mi batte così velocemente che quasi mi arriva in gola.

Vedo l’autista, un uomo dall’aspetto distinto che indossa un’uniforme nera con tanto di cappello calato sulla fronte, fare il giro della vettura e raggiungermi.

-Buonasera signorina Stern- mi saluta cordiale, accennando un inchino.

Sono ancora in tempo per scappare?

-Ehm…’Sera- ricambio accennandogli un sorriso.

L’uomo apre la portiera della limousine lucente e mi fa segno di entrare.

-Prego- mormora gentile indicandomi l’entrata.

Deglutisco.

Devo proprio?

Lo fisso con sguardo terrorizzato.

L’uomo mi sorride serafico e mi sento tanto demente in questo preciso istante.

Ho l’agitazione a mille quando mi avvicino alla portiera e decido che è arrivato il momento di entrare.

Sono una Stern e non ho nulla da temere.

Mi chino leggermente per riuscire ad introdurmi all’interno dell’abitacolo.

Le note di “Knocking  on Heaven’s door” dei Guns ‘n Roses si perdono nell’aria creando un’atmosfera decisamente magica.

Non appena rialzo lo sguardo e metto piede nel lussuoso ambiente scuro, mi sento un tuffo al cuore.

Quello sguardo ambrato e caldo si punta nel mio, facendomi rabbrividire, quasi.

Forse l’emozione dell’ingresso, forse quella voce passionale e graffiante allo stesso tempo.

Mi sento un brivido correre lungo la schiena e capisco in questo momento l’effetto che Tom è in grado di farmi.

Interrompo presto quel contatto già così intenso, lasciando scorrere il mio sguardo su tutti i presenti.

-Buonasera- mormoro io con tono caldo e decisamente eccitato, mostrando loro un sorriso, mentre avverto la limousine ripartire lentamente.

Vedo i loto visi sorridenti ricambiare il mio saluto e mi sento d’un tratto come se avessi superato il primo ostacolo.

Noto che c’è un solo posto libero, ed è quello posizionato all’estremità del divanetto in pelle nera.

Ed è accanto a Tom.

Mi siedo con una certa incertezza, mentre sento il suo sguardo su di me.

Sento la pelle morbida cedere leggermente sotto il mio peso e mi sistemo meglio.

-Annika- sento la voce terribilmente agitata di Andrea raggiungere le mie orecchie.

Mi volto nella sua direzione, notando un Bill decisamente elegante che sta seduto composto accanto a Tom.

Poso la mia attenzione su Andrea che è stretta in quel bellissimo tubino nero che abbiamo comprato insieme.

La pelle chiarissima che risalta, le gambe magre accavallate, i capelli perfettamente mossi.

Uno sguardo splendido.

Rimango estasiata dall’aura di raffinatezza che la avvolge stasera.

-O mio Dio sei bellissima!- trilla lei guardandomi e sporgendosi verso di me, invadendo totalmente la postazione di Bill e Bill stesso.

-Graziee!- esclamo io emozionatissima afferrando la sua mano e stringendola forte.

Lei sorride entusiasta, ricambiando il mio gesto.

-Ehi com’è che parli così raffinato stasera?- le chiedo poi inarcando un sopracciglio, rendendomi conto solo ora del linguaggio che ha utilizzato e che, decisamente, non è da lei.

-è l’agitazione che mi fa parlare così- mormora lei riprendendo la sua postazione e ridendo.

Rido anch’io leggermente.

-Vedo che Rosalie ha fatto davvero un ottimo lavoro- commento io scrutando attentamente Andrea e poi lanciando un’occhiata complice a Bill.

Vedo lui sorridermi malizioso e allungare uno sguardo di sbieco alla ragazza accanto a lui.

Stasera Bill la desidera seriamente, glielo leggo negli occhi.

-Devo ammettere che quell’assatanata dai capelli rossi di Gorgone sa il fatto suo- mi concede Andrea ridacchiando.

Rido a quelle parole, come sempre poco lusinghiere.

Rosalie è una maestra in fatto di trucco e capelli e anche una cinica come Andrea se n’è resa conto.

Sorrido felice di vedere la mia amica splendere, accanto a Bill.

Entrambi elegantissimi, perfetti per l’annuncio del loro fidanzamento ufficiale.

Lascio poi scorrere il mio sguardo sui due ragazzi seduti al lato di Andrea, silenziosi ma dallo sguardo decisamente eloquente.

Un ragazzo piuttosto robusto, dai capelli biondo chiarissimo e dall’aria placida sta seduto con un sorriso serafico stampato in viso.

Accanto a lui un ragazzo dai lunghi capelli castani lunghi, perfettamente piastrati, ed un fisico da vero palestrato che risulta evidente dalla maglietta sottile che indossa.

Vedo entrambi sorridermi e fissarmi.

-Ah- interviene Bill- a quanto pare devo fare io gli onori di casa- si schiarisce la voce tirando una leggera gomitata a Tom, come per incitarlo a fare qualcosa, gesto che non mi sfugge affatto. -Loro sono Gustav e Georg, gli altri membri della band – riprende Bill indicandomi i due ragazzi seduti.

Mi rivolgo verso di loro, sorridendo cordiale.

-Io sono Gustav, molto piacere- mormora il biondo, distendendo le labbra in un lieve sorriso e stringendomi con vigore la mano.

-Annika, molto lieta- gli rispondo lasciando poi la sua presa calda e decisa.

-E lui è il nostro Hobbit- interviene Tom indicandomi il ragazzo dal fisico decisamente in grado di gareggiare con quello del mio giardiniere Frank.

Sento le risate invadere l’aria e la faccia del bassista si incurva in una smorfia poco simpatica.

Alzo un sopracciglio, con aria interrogativa.

-Piacere, Georg- mi saluta lui sorridendomi dolce, ed ignorando la presa in giro di Tom.

-Comunemente detto Hobbit- ripete ancora Tom, scatenando le risate generali.

Sorrido anche io, non avendo mai sentito un soprannome tanto strambo.

-Annika, piacere mio- gli rispondo stringendo la sua mano ed ignorando le prese per culo degli altri presenti.

Torno al mio posto, lasciando scorrere il mio sguardo su quell’ambiente così elegante e lussuoso che mi circonda.

Moquette nera atterra, interni completamente rivestiti in pelle scura, vari schermi al plasma sulle pareti, vetri oscurati e un mini bar con diversi cocktails già pronti.

Mio Dio, sono davvero in un posto del genere?

Un respiro caldo sul mio collo mi manda momentaneamente in tilt.

-Grazie di aver accettato il mio invito- la voce sensuale e roca di Tom arriva chiara al mio orecchio, mentre percepisco quel tocco ruvido ma caldo, così dannatamente familiare, posarsi con prudenza sulla mia coscia scoperta. –Principessa- aggiunge poi in un sussurro quasi impercettibile, facendomi aumentare i battiti del cuore a dismisura.

Ok, non devo mostrarmi succube di lui e delle sue attenzioni.

Soprattutto non davanti a tutti.

Percepisco perfettamente le sue labbra morbide ed umide posarsi accanto alla mia bocca e lasciarvi un bacio a stampo terribilmente dolce e…sexy.

Arrossisco di botto e di nuovo il mio stomaco viene preso da quella stranissima sensazione che provo solo quando lui mi è vicino.

Mi accorgo che tutti gli sguardi sono concentrati su di noi, mentre Tom riprende la sua posizione, lasciando scivolare via la sua mano dalla mia coscia.

Credo che quella parte su cui è stata poggiata la sua mano stia letteralmente prendendo fuoco.

Andrea mi fa un occhiolino mentre lo sguardo complice di Bill mi arriva chiaro.

Gustav ci guarda interessato, intenerito forse.

-Uh- squittisce Georg sfregandosi le mani- Tom che fa il romanticone- trilla lui ridendo- una visione decisamente insolita- aggiunge poi malizioso.

Sento le risate alleggerire l’atmosfera.

Sposto il mio sguardo imbarazzatissimo su Tom che manda a quel paese Georg.

Non ci giurerei, ma sembra imbarazzato anche lui.

Si volta verso di me e si avvicina di poco al mio viso.

-Bene, il nostro Hobbit sta mostrando subito il peggio di sé- mi informa Tom ridacchiando.

Rido divertita dal modo in cui, tutti lo prendono seriamente in giro.

Sposto il mio sguardo su Andrea, evidentemente impegnata con le labbra di Bill, mentre tiene una gamba su quella del suo ragazzo e una mano sulla sua nuca.

-è tutto il viaggio che fanno così- mi fa notare Gustav indicandoli con il pollice.

Sorrido, guardandoli.

-Che tenerii- trillo io stringendomi le mani al petto, nel vederli così partecipi di quel bacio.

-No, che schifo- mi corregge il bassista lanciando un verso di disgusto.

-Se l’autista non si muove a raggiungere il Plaza c’è il rischio che scopino qui davanti a noi- interviene Tom, sarcastico.

Rido a quelle parole, mentre noto Bill alzare un dito medio in direzione di suo fratello, continuando a baciare Andrea.

Quasi do ragione a Tom.

Il rischio che lo facciano qui davanti a noi è decisamente alto.

Finalmente si staccano e vedo le labbra di Andrea leggermente gonfie.

-Ringrazia Dio che esiste il Waterproof- commento io ridacchiando.

-Il water cosa?- mi chiede Georg alzando un sopracciglio.

-è un caso disperato- commenta Bill scuotendo la testa e sventolando una mano in aria con fare da super diva.

Sorrido divertita.

Aveva ragione mio padre: il panico si sta di nuovo trasformando in eccitazione e felicità.

-Signori- una voce cordiale sovrasta le nostre risate- Vi informo che manca poco a destinazione-

La voce dell’autista, molto simile a quella di un navigatore satellitare, mi provoca un tuffo al cuore.

Ok, ho parlato troppo presto.

Sono ancora tremendamente impaurita.

Faccio saettare il mo sguardo su Tom che mi osserva sorridendomi, come per tranquillizzarmi.

Vedo Andrea già in preda al panico, mentre Bill tenta di calmarla continuando a baciarla.

Ok, il momento è veramente arrivato.

Vedo che la limousine rallenta e, attraverso i vetri oscurati, noto che i marciapiedi cominciano a popolarsi.

Un numero sempre crescente di persone occupa i lati della strada, mentre le luci aumentano sempre di più.

Il cuore prende a battermi con sempre maggiore frequenza.

Faccio saettare il mio sguardo su Tom, lui si avvicina di qualche centimetro a me e intreccia le dita affusolate della sua mano con le mie, facendomi entrare ancora di più in agitazione.

Non solo sono ad una serata di gala con lui, ma siamo anche mano nella mano.

Poso il mio sguardo sulla mia mano sinistra che è nella sua, visibilmente più grande.

Poi alzo lo sguardo fino ad incrociare quello nocciola di Tom.

Mi sorride leggermente, lasciando poi scivolare il suo sguardo su tutto il mio corpo.

Gesto di malizia pura.

Ok, devo contenermi e soprattutto devo calmarmi.

Cosa piuttosto difficile, visto che il calore del suo corpo accanto al mio mi sta facendo andare in iperventilazione.

La limousine si arresta del tutto, mentre dinanzi a noi, attraverso il vetro, è visibile il tappeto rosso steso all’ingresso del suntuoso palazzo che reca la scritta: Plaza Hotel.

Un tripudio di luci inondano l’immenso edificio che si staglia, solenne, in tutta la sua monumentalità.

Un colore chiaro, impreziosito da sfumature dorate causate dagli effetti delle luci, lo rende tremendamente elegante e lussuoso.

Resto quasi a bocca aperta nel vedere quanto sia immenso e decisamente molto esclusivo.

Un tappeto rosso dall’aspetto tremendamente elitario si staglia dinanzi al mio sguardo stupito.

Un paio di transenne ai suoi lati separano giornalisti e fan assatanate dalla scia sulla quale metteranno piede i loro idoli.

Già vedo i flash e dei fotografi illuminare il passaggio, mentre le urla esaltate delle fan si sentono anche all’interno della limousine.

Tutto ciò contribuisce a creare un atmosfera a dir poco surreale.

-Siamo arrivati- annuncia l’autista spegnendo il motore e scendendo dal veicolo- vi auguro una buona serata- conclude poi, sorridendoci attraverso un piccolo schermo appeso alla parete.

-Grazie- rispondiamo in coro noi, prima che lo schermo si spegna e torni ad essere nero.

Il mio sguardo si punta sul tripudio di fotografi/giornalisti che assedia l’ingresso del Plaza.

-O mio Dio- sussurra Andrea con gli occhi sbarrati, osservando, attraverso i vetri oscurati, la quantità esorbitante di persone che si sbracciano là fuori. Bill ridacchia leggermente, stringendola poi a sé, come per rassicurarla.

La portiera della limo si apre e, immediatamente, un trionfo di urla si perde nell’aria a volume decisamente alto.

Faccio saettare il mio sguardo su un paio di omaccioni vestiti in smoking con degli auricolari alle orecchie che tentano di contenere la folla di giornalisti, fotografi e fan che per poco non abbattono le transenne.

Il viso cordiale di un uomo, che suppongo sia l’addetto dell’Hotel, si affaccia all’interno, salutandoci con un sorriso:

-Buonasera signori- asserisce lui chinando leggermente il capo.

Indossa un completo blu notte gessato, dal quale si intravede una camicia azzurro chiaro stretta da una cravatta dello stesso colore del vestito.

Sul taschino della giacca, una scritta color oro a caratteri eleganti ci informa che è un membro dello staff del Plaza Hotel.

-Prego- aggiunge poi, facendoci gentilmente cenno di scendere.

Dobbiamo proprio?

Mi volto verso Andrea e il mio sguardo terrorizzato incontra il suo.

Si alza per primo Gustav, sistemandosi la camicia a maniche corte nere che ricade su una canottiera bianca attillata.

-è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo- annuncia lui con ironia, facendoci ridere.

Scende dalla limo con sicurezza, segno che è abituato a tutto questo, causando un deciso aumento delle urla.

I flash si moltiplicano mentre il batterista alza una mano in segno di saluto verso i giornalisti che lo fotografano e si avvicina alle transenne quel poco che gli permette di non essere sbranato vivo.

Lo segue Georg, con andamento sicuro e con quel fare da play boy che gli si addice.

Ancora un aumento tangibile delle urla nel momento in cui il bassista si avvicina ad alcune fan e prende a firmare degli autografi.

Le urla dei presenti si moltiplicano, con decisione, ancora di più nell’esatto momento in cui Bill varca la soglia della limousine e mette piede sul tappeto rosso.

Regala un sorriso da mozzare il fiato a tutti i presenti e poi si volta, con stupore di tutti, porgendo con eleganza una mano ad Andrea.

La mia amica si sistema di poco il bordo del vestito, emozionatissima, poggia la sua mano su quella di Bill e, timidamente, scende sul tappeto rosso causando un numero di flash esorbitante.

Mano nella mano i due avanzano di qualche passo sulla scia rossa.

Sono scesi tutti, manchiamo solo noi.

Sento che Tom scioglie la sua presa dalla mia mano, fissandomi intensamente, come solo lui sa fare.

-Sei pronta ad affrontare tutto questo con me?- mi chiede calcando l’attenzione sulle ultime due parole.

Annuisco timidamente, sentendomi letteralmente morire.

-Stammi vicino- mormoro io quasi in un sussurro, beandomi del suo sorriso.

Si alza e, sistemandosi di poco la giacca che indossa e che, devo proprio ammetterlo, lo fa tanto figo da paura, scende dalla limousine.

Il mio cuore prende a pompare così velocemente che mi sembra quasi di sentire le urla ovattate.

Sospiro profondamente, come per mantenere almeno un minimo di controllo su me stessa.

Mi alzo e, dopo essermi sistemata il vestito sul seno, mi avvicino all’uscita.

Afferro con delicatezza la mano robusta dell’uomo che mi sorride gentile e scendo dal piano rialzato della limousine, poggiando la punta delle mie Gucci sul tappeto rosso.

Mi volto e vedo Tom osservarmi con un sorrisino stampato sulle labbra.

I flash triplicano, credo, poiché nessuno si aspettava l’uscita di una ragazza al fianco di Tom.

Ed io mi sento…importante.

Veramente importante.

Avanzo di qualche passo sul tappeto rosso, accanto a Tom che mi sta così vicino da farmi quasi girare la testa.

Sentirlo così in contatto con me e così pubblicamente mi fa sentire imbarazzatissima.

Imbarazzatissima in senso positivo.

Sposto il mio sguardo su Bill che tiene la mano di Andrea, sorridendo ai fotografi e lasciandosi immortalare accanto alla sua ragazza.

-Bill chi è la ragazza accanto a lei?- sento urlare da un giornalista che porge il microfono al cantante, voglioso di avere una risposta alla sua domanda e talmente impavido da lasciarsi quasi calpestare dalle ragazzine urlanti dietro di lui.

-è la mia fidanzata- asserisce sicuro Bill, senza paura, regalando uno splendido sorriso ai fotografi.

Poi si volta verso Andrea, che è tremendamente agitata, e le lascia un lieve bacio sulle labbra, causando un’esultanza spaventosa dei presenti.

Sorrido emozionata, nel vederli insieme.

Il bacio pubblico di Bill Kaulitz: quelle foto gireranno come minimo per due settimane.

-Signorina, sorrida all’obiettivo- urla un altro fotografo in mia direzione.

Mi volto e il potente flash mi inonda, costringendomi a chiudere gli occhi.

Non appena mi riprendo sorrido emozionata, in direzione di quell’uomo che, instancabile, continua a scattare foto.

Sento le mani di Tom passare attorno alla mia vita.

Un gesto da brivido.

Mi volto ed incrocio il suo sguardo.

Mi trascina con sé, verso la transenna di sinistra, dopo aver lasciato scivolare via le sue mani dal mio corpo.

E, avvicinandosi al mare di ragazze urlanti che sanno tanto di pazze esagitate, inizia a firmare autografi a tutte loro.

Di tanto in tanto mi esorta con lo sguardo a stare accanto a lui.

Ed io, con la mia pochette di Liu Jo tra le mani, lo seguo, sentendomi incredibilmente fuori luogo in quell’ambiente che fa tanto super diva.

-Tom, Tom!- sento urlare da alcune ragazze che si sbracciano, porgendogli un pezzo di carta bianco.

Osservo l’estrema gentilezza e pazienza con cui Tom si avvicina a loro e firma velocemente un paio di autografi, regalando loro un sorriso che a lui non costa nulla, in fondo.

Ma che per loro vale dannatamente tanto e causa uno spaventoso aumento delle loro urla.

Rimango estasiata dal modo in cui Tom è tremendamente gentile con loro.

Rimango estasiata da questo suo lato…pubblico.

E rimango affascinata dal modo in cui lui si mostra disponibile con le fan, con i fotografi, cercando per quanto possibile di accontentare tutti loro.

Non l’avevo mai visto sotto questa luce, ma devo ammettere che mi piace.

E anche tanto.

-Signor Kaulitz- urla un giornalista, rivolto verso Tom- chi è la ragazza accanto a lei?- chiede l’uomo con una telecamera in spalla.

A quella domanda, prendo letteralmente fuoco e, in questo momento, vorrei scavarmi una buca, qui sul tappeto rosso, e infilarmici dentro.

Tom mi guarda per un attimo, lanciandomi una delle sue occhiate, poi posa la sua attenzione sull’uomo che lo guarda con impazienza, in attesa di una risposta.

-un’amica- esordisce lui, ridendo leggermente e guardandomi malizioso.

Abbasso lo sguardo imbarazzata e sento un brivido scuotermi potentemente.

La risata di Tom è sempre molto eloquente.

-quanto amica?- continua il giornalista con insistenza, cercando di captare sempre maggiori informazioni.

Guardo l’uomo perplessa.

Che vuol dire “Quanto amica”?

Mi stupisco di quanto quelli del mestiere sappiano essere davvero indiscreti.

Vedo Tom ridere, divertito da quella domanda assurda.

-Tanto!- esclama lui sarcastico, ridendo verso il giornalista.

Ridacchio anche io: noto che ha imparato molto bene come comportarsi in certe situazioni.

Un bodyguard vestito elegantemente si avvicina a Tom facendogli cenno di entrare.

Allora lui fa scorrere una mano dietro la mia schiena e mi avvicina a lui, sorridendomi.

Ricambio quel sorriso mozzafiato, mentre vedo gli altri membri della band ed Andrea accostarsi a noi.

Percorriamo i pochi metri rimasti, mentre Bill, Tom, Georg e Gustav continuano a salutare le fan urlanti e a sorridere loro.

Sento la mano di Tom stringere con delicatezza il mio fianco, mentre abbandoniamo il Red Carpet e ci accingiamo ad entrare nel sontuoso Hotel.

Il suo contatto mi fa sentire tremendamente in imbarazzo, soprattutto perché tutti ci stanno vedendo e presto l’intera nazione saprà che Tom Kaulitz teneva una ragazza bionda stretta a sé davanti al Plaza Hotel.

Già l’idea mi fa rabbrividire.

Georg e Gustav salgono la breve ma sontuosa scalinata di ingresso al Plaza e si introducono lentamente all’interno.

Subito dopo fanno lo stesso Bill e Andrea che si tengono per mano e di tanto in tanto si guardano in adorazione l’uno dell’altra.

Sono così dolci insieme.

E soprattutto Bill è stato dolcissimo quando ha urlato davanti ai fotografi che quella è la sua ragazza.

Vedo il cantante avvicinarsi all’orecchio di Andrea e sussurrarle qualcosa che la fa ridere, prima di baciarla di nuovo.

Sento la mano di Tom ancora tenermi stretta a lui, mentre sento perfettamente dentro di me quello che si prova quando si sta per esplodere.

Saliamo le scalinate e entriamo all’interno di un ambiente decisamente lussuoso, circondato da due file di colonne in marmo chiaro, stile corinzio con un basamento in pregiato marmo nero.

Saliamo un altro paio di scalini e troviamo il portiere ad accoglierci con un inchino elegante.

-Buonasera, signori- ci saluta lui con estrema professionalità, togliendosi il cappello blu con una piccola visiera nero lucido.

-Buonasera- mormoro io, in contemporanea con gli altri.

Gli sorrido gentile, mentre vedo che lui si rimette dritto, stretto in quella sua divisa blu e nera, decisamente elegante, impreziosita da qualche bottone laccato in oro e qualche risvolto dello stesso colore.

Il pavimento in marmo scuro sotto i nostri piedi dà quasi l’aria di essere di cristallo, tanto è lucido e splendente.

Su un sontuoso tappeto circolare, dalla fantasia oro e rosso, si staglia un tavolinetto in legno scuro, anch’esso circolare, con un enorme composizione floreale al di sopra.

Pareti color oro, colonne corinzie e uno splendido lampadario in cristallo completano il tutto.

Un bodyguard in smoking dall’aspetto austero ci fa segno di andare a destra.

Probabilmente ci sta indicando la sala principale.

Seguiamo la sua indicazione e in un attimo siamo all’interno di un immenso, enorme, sontuosissimo salone addobbato come se fosse in atto la festa del secolo.

Pareti completamente dorate, impreziosite da specchi lucidissimi, affreschi e applicazioni dall’aspetto decisamente maestoso.

Il pavimento è completamente ricoperto da una moquette rosso scuro, morbidissima, con disegni e fantasie oro dall’aspetto regale.

Un soffitto a volta con affreschi che quasi danno un effetto di dilatazione dello spazio, un lampadario enorme in cristallo e divanetti dall’aria raffinata, in tinta con il resto della sala, sparsi qua e là.

All’ingresso dell’immenso salone, troviamo l’intera equipe del Plaza ad attenderci.

Ci salutano tutti, con un inchino reverenziale, stretti in quei completi elegantissimi che recano tutti la stessa scritta: Plaza Hotel.

Le note di “Stand By Me” degli Oasis si perdono nell’aria.

Una melodia dolce, ma movimentata allo stesso tempo.

Una canzone stupenda, che riscalda l’atmosfera, facendomi sentire quasi in un luogo surreale.

Tutto quello che mi circonda è avvolto da un alone di lusso ed eleganza e quelle note creano un sottofondo decisamente suggestivo.

 

So what’s the matter with you?

Sing me something new

Don’t you know the cold and wind

The rain don’t know

They only seem to come and go away

 

 

In un luogo del genere la musica deve essere assolutamente adatta all’ambiente.

E devo dire che chi l’ha scelta ha fatto davvero un ottimo lavoro.

Entrare qui dentro e trovare un mare di persone in abito elegante che ci osservano, sulle note degli Oasis è terribilmente magico. È come se fossimo in un sogno.

Tutti gli sguardi dei presenti si concentrano su di noi.

Qui dentro non c’è uomo che non indossi lo smoking (esclusi i membri della band, ovviamente) e non c’è donna che non sia avvolta in un vestito da gala.

Lo sguardo di Tom si punta su di me, mentre la sua mano scivola via dal mio fianco.

 

Stand by me

Nobody knows the way it’s gonna be

Stand by me

Nobody knows the way it’s gonna be

Stand by me

Nobody knows the way it’s gonna be

Stand by me

Nobody knows, yeah nobody knows

The way it’s gonna be

 

Sento il suo respiro caldo sul mio collo.

-Sorridi e tutto andrà bene- mi sussurra lui, con tono decisamente sensuale.

Lo guardo e sul suo viso noto un sorrisetto malizioso.

Incurvo anch’io le labbra in un leggero sorriso.

Vedo Andrea e Bill che vengono già rapiti da un paio di persone vestite elegantemente.

Guardo ancora Tom.

Sorrido, facendo come mi ha detto lui.

Non so perché ma stasera mi fido di lui.

 

*

[ANDREA]

 

 

Vi è mai capitato di sentirvi, leggermente, osservate?

Non vi è mai capitato di entrare in una stanza e attirare l’attenzione di tutti?

Beh, può sembrare strano, ma io, Andrea Linke, nonostante il mio abbigliamento non proprio sobrio, sono un tipo che passa inosservato.

Sarà la mia altezza, il fatto di essere magra come un’alice e senza un accenno di forma lontanamente provocante.

Sarà la mia totale insicurezza, l’acidità che uso per difendermi.

Non saprei dirlo.

Fatto sta che passo, sempre, inosservata, ovunque vada.

Nessuno si è mai accorto di me o, almeno, non si è mai ricordato.

L’unica volta che è capitato è stato con Bill, un attimo, i nostri sguardi si sono incontrati e lui, forse ha conservato il ricordo.

Ora sono qui, stringo la sua mano mentre entriamo in una delle grandi sale del Plaza Hotel.

E, come in una favola, tutti gli occhi sono su di me.

Sembrano indagare affondo, commentare ogni mio piccolo passo, qualche moglie di qualche discografico parlotta con un’altra indicandomi e poi sorridendomi, decisamente falsa.

Certo che questo posto è completamente falso.

Eppure è differente dalle feste a casa di Annika.

-Sbaglio o mi stanno guardando tutti?- domando sottovoce al mio ragazzo mentre mi stringo a lui.

Bill abbassa lo sguardo verso di me e sorride –Non sbagli- mi conferma –Stanno ammirando la più bella ragazza di questa sala-

Aggrotto le sopracciglia guardandolo attentamente –Bill…-

-Mmm…-

-Smettila di sparare stronzate- lo rimbecco.

Bill scoppia a ridere e fa scivolare un suo braccio sulla mia spalla stringendomi –Ma perché ti sottovaluti così tanto?- mi chiede retorico –La vedi quella ragazza lì?-

Mi indica una bionda, sicuramente tinta, seduta con le gambe accavallate su uno dei divanetti.

Ha un vestito abbastanza attillato e un paio di tette sicuramente costate un occhio della testa.

Annuisco.

-Alla festa per la presentazione di Zimmer 483 sono andato a letto con lei, adesso non ricordo nemmeno il suo nome-

E quest’informazione dovrebbe farmi stare tranquilla?

-E quella lì, la modella al braccio di Jonathan Meyer?- mi indica uno dei dirigenti della Universal che stringe la vita di una ragazza rossa decisamente mozzafiato.

È costretta in un vestitino verde che le copre a malapena il sedere e che lascia scoperte le lunghe e affusolate gambe.

Sarà alta un metro e ottanta sicuro.

Annuisco.

-Lei è stata nel mio letto circa due anni fa a una premiazione, come quella con la treccia bionda- continua.

Mi chiedo cosa sia per Bill tranquillizzare una persona.

Cioè, mi sta praticamente dicendo che ogni ragazza/bomba sexy in questa sala è stata a letto con lui, il mio ragazzo?

-Bill, spiegami come questo mi possa far sentire bene- dico guardandolo intensamente.

Il mio ragazzo si gira sorridendomi, mi prende le mani tra le sue e mi guarda, come a volermi spogliare l’anima –Le hai viste, sono il sogno erotico di ogni uomo, io le ho avute ma… nessuna di loro è te Andy, nessuna di loro ha mai varcato quella porta come mia, solo tu Andrea, solo tu sei entrata qui dentro come la mia fidanzata perché a differenza di quelle che sono solo gusci bellissimi ma inevitabilmente vuoti, tu sei splendida sia dentro che fuori- inclina la testa –Io mi sono innamorato di te perché sei… Dio, Andy, sei tremendamente vera, hai un cuore che non riesce a nascondere le emozioni, tu sei la mia libertà, sei la mia vitalità, mi hai tirato su perché quando parli è come se mi facessi una magia, nessuna di quelle ragazze mi ha mai, minimamente, dato quello che io sento per te- mi guarda –Nessuna era mai riuscita a incantarmi come te, quasi come se mi avessi fatto un incantesimo, mentre sto con te, piccola, sono vivo, mentre stavo con loro mi sentivo… no, non mi sentivo per niente, ero vuoto-

Posso piangere?

Come posso aver trovato un ragazzo… così?

Mi spinge verso di lui e mi abbraccia stretta, sotto lo sguardo di tutti.

Mi bacia i capelli e sorrido sulla sua giacca.

Come potrei mai sentirmi una nullità con lui accanto?

Con lui che mi dice certe cose?

E tra le sue braccia mi sento annegare, mi sento al sicuro.

-Piccola, questa è la nostra serata e tu sei davvero la ragazza più bella della sala, non mi piace quando ti sottovaluti ok?- mi allontana di poco dal suo corpo e mi guarda intensamente sorridendo –Sappi solo che mi sto trattenendo dal saltarti addosso davanti a tutti-

Arrossisco di botto mentre Bill ride.

Bill mi farà prendere qualche infarto uno di questi giorni.

Il suo sorriso è un fuoco continuo e io non voglio essere la prima vittima d’infarto per i sorrisi mozzafiato di Bill Kaulitz.

-Ora andiamo che ti devo presentare delle persone- trilla concitato –Non vedevano l’ora di sapere chi sei!-

Non mi lascia il tempo di rispondere che già mi ha presa per mano e sta camminando, con aria tronfia, tra la folla.

Io sono al suo fianco e cerco con lo sguardo Annika.

Non l’ho vista da quando siamo scesi, sembra che Tom l’abbia requisita.

Sorrido senza accorgermene.

Nonostante lei non abbia voluto farlo vedere, io so che dentro la Limosine Annika se la stava facendo addosso.

Quando Tom le ha sussurrato qualcosa all’orecchio quasi si è sentita male.

Poi Bill ha iniziato a baciarmi e il mio cervello si è liquefatto.

Dovevo stare più attenta, maledizione!

Bill saluta qualcuno con un gesto della mano e un sorriso tirato.

Volto lo sguardo verso la sua direzione mentre si ferma di colpo –Il Signore e la Signora Power, lui è uno dei due Dirigenti della casa Discografica, almeno della filiale tedesca, è il pezzo grosso, insomma- mi informa sottovoce mentre vedo questa coppia avvicinarsi –Sono odiosi, lui vuole rifilarmi la figlia da tempo immemore mentre lei è una gran pettegola, se le dici qualcosa il giorno dopo, come minimo, lo sa tutt’Amburgo-

-Come Annette- dico senza pensarci.

-Oh, Annette impallidirebbe a suo confronto- mi contraddice lui –Signor Power- trilla con voce troppo acuta –Che piacere rivederla-

Guardo Bill mentre si esibisce in un sorriso tutt’altro che vero, un sorriso che non ho mai visto in lui.

Esigenze di lavoro, lo immagino.

Poi mi soffermo a guardare la Signora Power.

È una donna abbastanza in carne, costretta in un completo Valentino rosso in tinta con i suoi capelli mogano. Indossa una gioielleria e un vistoso anello con tanto di diamante adorna il suo anulare destro.

Ecco, ho capito il genere.

La gran signora dell’alta società, raffinata e pettegola.

Mi guarda con evidente disgusto prima di mettersi a braccetto con il marito e guardare anche Bill, con evidente interesse.

Mi salgono i nervi. Questa mi sta già sul cazzo.

-Anche per me Bill- risponde l’uomo cordiale –Chi è questa fanciulla al tuo fianco?-

“Parlano come fossero rimasti al rinascimento francese, non capirai un cazzo”.

Le parole di Tom mi risuonano nelle orecchie.

Perfetto! Dovrò sforzarmi di non dire parolacce, impresa più ardua delle fatiche di Ercole.

Bill si illumina di un altro sorriso, questa volta vero e mi guarda dall’alto –Lei è Andrea Linke, la mia fidanzata- dice gonfiandosi d’orgoglio.

L’uomo fa scattare lo sguardo su di me percorrendomi come ha fatto la moglie.

Mi guarda facendo una smorfia.

Lui vuole rifilarmi la figlia da tempo immemore.

Perfetto, mi sono fatta il primo nemico nel mondo dello spettacolo. Allungo una mano sorridendo.

Tanto vale usare le loro stesse armi, Annika mi avrà insegnato pur qualcosa, no?

-Piacere di conoscerla, Signor Power- squittisco con tutta l’educazione che ho, ricordandomi di dargli del lei.

Bill mi stringe un fianco possessivo mentre la mano calda dell’uomo si stringe alla mia –Piacere mio, Andrea-

-E lei è la Signora Power- trilla ancora Bill indicandomi la donna.

Stringo la mano anche a lei, che sta già pensando a come lavarsela.

Blah, dovrei essere io a lavarmela, questa donna è così viscida.

-Quindi hai deciso di accasarti- inizia il Signor Power con evidente disapprovazione.

Bill fa spallucce –Mi sono innamorato di questo esserino- mi guarda con amore e io quasi mi sciolgo, mi scompiglia appena i capelli –Vedremo come andrà avanti, questa sera, però, ho intenzione di presentarla ufficialmente, è già un mese che stiamo insieme-

La Signora Power fa una smorfia tremenda e poi, con voce falsa e direi quasi avvelenata, dice –Spero che duri molto, allora!- ma in realtà vorrebbe dire –Spero ti butti nel cesso seduta stante-

Vorrei rispondere con una battuta intrisa di sarcasmo e cinismo (la mia specialità) ma una voce non me ne da la possibilità.

-BILL!- urla una voce tra la folla.

Il mio ragazzo si volta venendo investito da un flash non indifferente che fa strillare di disapprovazione la Signora Power.

-Chris cavolo- ridacchia Bill mentre un uomo dagli occhi verdi e i capelli neri abbassa un enorme macchinetta fotografica professionale da paparazzo e guarda il mio ragazzo con evidente divertimento –Quante volte di ho detto di non farmi foto all’improvviso?-

Faccio slittare lo sguardo sull’uomo che scoppia a ridere.

-Sai che è più divertente vedere le foto in cui siete usciti da schifo e poi metterle di nascosto su internet e vedere le ragazze che, comunque, dicono “Oh, quant’è bello!”- continua a ridere, per poi posare gli occhi su di me –Oh, è lei la famosa fidanzata eh?-

Arrossisco.

Non ho mai pensato che Bill avesse potuto parlare di me a qualcuno.

Fa ricadere la macchinetta fotografica e allunga una mano –Sono Christopher Härng- mi annuncia.

Stringo la sua mano e sorrido, lui è decisamente più simpatico della donna che se ne va via indignata seguita dal marito più interessato a un bicchiere di Champagne –Andrea Linke-

-Lui ci perseguita giornalmente- scherza Bill –è il nostro fotografo personale, ci segue ovunque per documentare le fans-

-Eh già!- trilla lui –E visto che sono il “paparazzo personale”, mettetevi in posa che vi faccio una foto, essendo uno dello Staff dei Tokio Hotel voglio la prima foto della coppia!- rivendica il primato mentre Bill mi afferra per la vita e io barcollo, sui miei tacchi.

Ok, adesso devo fare pure delle foto?

-Baciatevi- ci ordina.

Arrossisco un po’ mentre alzo lo sguardo verso Bill che mi stringe alla vita, faccio passare un braccio sulle sue spalle e l’altro sul suo viso, Christopher scatta nell’istante stesso in cui le nostre labbra si sfiorano appena.

Bill le posa completamente e, dopo aver morso le mie labbra, sorride al fotografo che sta guardando la foto appena scattata e sorride –Bellissima!-

-Chris ha già iniziato a rompere eh?- annuncia una voce femminile avvicinandosi.

Alzo lo sguardo e noto una donna sulla quarantina, bionda e dall’aria affidabile, avvicinarsi a noi. Ha un vestitino nero a tubino e delle scarpe non troppo alte, è davvero poco truccata e ha l’aria… normale.

Mi è già simpatica.

Si ferma al fianco di Christopher passando un braccio sulle sue spalle nonostante sia decisamente più alto.

L’uomo rotea gli occhi facendo ridere Bill.

Presumo che, per lui, questa sia una specie di seconda famiglia.

-Oh, ecco la misteriosa fidanzata di Bill, aspetta che viene Natalie, se la spupazzerà di sicuro- annuncia la donna con voce simpatica –Sono Dunja Pechner- si presenta infine.

Allungo la mano e ripeto il mio nome, nuovamente –Andrea Linke-

-Dunja è la Promoter Manager- mi informa Bill.

-Sto sempre con questi quattro casinari, lui, specialmente, mi manda sempre in bestia con le sue continue lamentele- mi dice facendomi sorridere –Sembra una Diva in menopausa-

-DUNJA!- esclama, indignato, Bill –Perché devi dire queste cose davanti alla mia ragazza?-

-Perché è ancora in tempo per scappare- sorride lei facendomi scoppiare a ridere.

Dio, i Tokio Hotel, compreso di staff, sono il gruppo più unito e strano che abbia mai visto.

Avevo sempre immaginato che fossero tutti abbastanza distaccati tra di loro per via del rapporto di lavoro, ma quello che ho davanti è sapore di… famiglia.

-Come stanno Erik e Simone?- chiede Bill.

-Credo che tuo fratello abbia traviato Erik, l’ho visto che guardava uno spettacolo di burlesque con il padre- ridacchia Dunja –Da quando Tom l’ha portato al Luna Park non fa altro che parlare delle bambine nella sua scuola-

Bill scoppia a ridere.

-Ma quanti anni ha?- chiedo curiosa.

-Quattro- annuncia lei annuendo –Puoi capire come ci sia rimasta!-

Rido anche io mentre Bill mi passa un braccio sulle spalle.

-Dunja, mica hai visto…- un’altra voce femminile si aggiunge a noi –Oh Dio Mio!- esclama quando posa gli occhi su di me.

Cavolo, è davvero bellissima.

Capelli biondi, pelle curatissima, lineamenti dolci e sofisticati, vestitino rosso stile retrò anni ‘50 e altissime scarpe con tacco a spillo sempre rosse.

Dietro di lei c’è una ragazza più giovane, sempre bionda e decisamente carina, con un tubino blu e le scarpe argentate.

Dunja si passa una mano sulla bocca dopo aver sussurrato un “Te l’avevo detto Bill” prima che la prima bionda mi si butti addosso abbracciandomi, senza un perché preciso.

-Tu devi essere la ragazza di Bill vero?-  esclama concitata mentre mi dondola appena –Non vedevo l’ora di conoscerti!-

Sto quasi soffocando.

Christopher, ridacchiando, scatta una foto, vedendo, poi, incenerito da uno sguardo inquisitore di Bill, che ride a sua volta.

Ma chi è questa?

Mi lascia appena per farmi specchiare nei suoi occhioni turchesi –Non sai quanto stai facendo felice Bill e sei davvero bellissima, davvero-

Alzo un sopracciglio.

-Natalie Franz, la truccatrice di Bill- mi dice Dunja.

Quindi è suo il merito del fascino di Bill?

-Allora?- mi esorta lei –Come ti chiami?-

-Andrea Lin…-

-Oh, Andrea è un nome bellissimo!- trilla lei –Quanti anni hai?-

-Natalie…- la riprende Bill ridacchiando.

Forse sa che poco sopporto i terzi gradi, nonostante mi diverta a farli. Capisco che quella donna ha qualcosa in comune con me.

-Diciassette - rispondo.

-Sei giovanissima!- si esalta da sola questa Natalie –Sei perfetta per Bill!-

-Grazie!- sorrido inclinando la testa.

Una mano si posa sulla spalla della donna e la seconda bionda, scuotendo la testa, mi sorride –Scusala, sono cinque anni che ascolta le pene d’amore di Bill, appena ha saputo di te si è esaltata, manco vi sposaste- dice allegramente –Sono Silke Grän, l’assistente Management-

È giovane, forse ha iniziato con i Tokio Hotel ed è rimasta fedele a loro.

Stringo la sua mano morbida, sorridendo.

Christopher scatta altre foto.

-Chris, smettila!- lo riprende Bill afferrandomi per un braccio per tenermi stretta.

Altro flash.

-Bill, tesoro di Christopher, nonostante mi diverta a fotografare Tom ubriaco perso che vomita sulle scarpe della sua “conquista serale” a tutti i vostri After Party, la tua ragazza mi sembra l’opportunità di finirla di fare foto così squallide che David, purtroppo usa solo per ricattarvi- lo guarda divertito.

Scoppio a ridere.

Questo Christopher mi sta simpatico, davvero.

-L’hai fatta conoscere a David?- chiede, d’un tratto, Dunja.

Bill scuote la testa –Non l’ho ancora visto-

-Beh, è lì che parla con Peter, Pat e Dave- Dunja indica un gruppetto seduto su uno dei divani di pregiata stoffa persiana.

Ne conto cinque, tutti vestiti in modo elegante ma senza eccessi, quasi giovanili.

Bill mi afferra per una mano e mi porta verso di loro dopo aver salutato l’allegra compagnia.

Dunja e Silke mi salutano con un gesto della mano, Natalie facendomi promettere che sarei passata durante i Photoshooting dei Tokio Hotel per qualche chiacchiera e Christopher facendoci un’ultima foto.

Credo che, se dovrò seguire Bill ovunque (e se i miei genitori accetteranno di farmelo fare) mi troverò benissimo.

C’è aria di famiglia in loro, di affetto e di allegria.

Il gruppo elegante scoppia a ridere mentre uno di loro, con sguardo malizioso, si porta il bicchiere di Champagne alle labbra.

È decisamente il più bello del gruppo, è un uomo sulla trentacinquina, portati bene aggiungo, moro dagli occhi turchesi.

Attira subito l’attenzione tra i cinque.

Ce ne è anche uno più giovane, biondo e dall’aria puramente teutonica, ma non riesce a splendere al fianco di quell’uomo.

-Chi sono?- chiedo a Bill mentre ci avviciniamo.

Lui sorride –I nostri produttori, il nostro manager, è il capo del nostro management-  mi dice.

I vertici della piramide Tokio Hotel, insomma.

L’uomo posa il bicchiere sul tavolo e si illumina appena ci vede.

-Bill!- trilla alzandosi –E in compagnia-

Abbasso lo sguardo imbarazzata, stringendomi al mio ragazzo.

Sto iniziando a sentirmi in soggezione.

-Lui è David Jost, il nostro manager- ci presenta Bill sorridendo –David lei è Andrea, la mia fidanzata-

L’uomo, David, mi porge la mano e io la stringo sorridendo –Molto piacere di conoscerti, Andrea-

-Anche per me, Signor Jost!- sorrido.

-Oh, una educata!- esulta David –Miss Germania si rifiutava di ammettermi al suo cospetto- scimmiotta –Sedetevi dai, vuoi qualcosa da bere Andrea?-

Scuoto la testa ringraziandolo prima che Bill mi costringa a sedermi sulle sue ginocchia.

Lui mi posa un bacio sulla guancia e mi dice, sottovoce, di tranquillizzarmi.

Sembra facile!

Sono seduta con tre produttori della Universal, al Plaza Hotel, mentre nell’aria si diffonde “Let it be” dei Beatles.

Almeno c’è buona musica.

Quando siamo entrati siamo stati accolti da “Stand by Me” degli Oasis.

Questo lo apprezzo, davvero.

Sorrido imbarazzata mentre il divanetto cede appena sotto il peso di David che ha passato a Bill un bicchiere di Champagne.

-Allora, vedo che Bill ha deciso di non fare niente stasera eh?- lancia un’occhiata al mio ragazzo per rimproverarlo –Loro sono Peter Hoffmann, Patrick, detto Pat, Benzner, Dave Roth e Benjamin Ebel-

Stringo le mani a tutti loro mentre David annuncia, in tono trillante –Lei è Andrea, la ragazza di Bill-

Guardo il mio ragazzo dopo le strette di mano e poso un bacio sulla sua fronte accoccolandomi a lui. 

Bill mi massaggia un fianco e sorride –Sei bellissima- mi ripete ancora.

-Andrea?- mi chiama Peter facendo stoppare la mano di Bill. Mi volto verso l’uomo, abbastanza anziano ma giovanile che, dopo essersi sistemato gli occhiali, mi sorride –Dove hai conosciuto Bill?-

Sorrido –Amici comuni-

Lui ridacchia mettendosi una ciocca di capelli a posto.

-Ci siamo incontrati in un centro commerciale mentre lui stava litigando con la mia migliore amica per una bottiglietta di Chanel n.5 scontato del 40%- racconto soffocando le risate –Lì per lì ho pensato che fosse gay-

-Come il resto del mondo, tranquilla!- scherza Benjamin beccandosi un dito medio da parte di Bill.

-Poi, qualche giorno dopo, l’ho incontrato mentre tornavo a piedi da scuola, lui mi ha fatta salire e beh, penso di essermi innamorata di lui in quel momento- dico sincera –Ha fatto tutto Bill, comunque- mi affretto a dire –Io sono abbastanza negata con i ragazzi-

I componenti della compagnia scoppiano a ridere e io sorrido.

-Ti sei appioppata un bel guaio Andrea- mi annuncia David –Non so se conosci il lato oscuro di Bill-

-Quale lato oscuro?- chiedo mentre Bill lo fulmina con lo sguardo.

-Bill è l’essere più irascibile, stancate, insopportabile, lamentoso, esigente, infantile e impulsivo che io abbia mai conosciuto- annuncia David –Con lui nemmeno un monaco buddista riuscirebbe a rimanere paziente-

-David- lo minaccia Bill arpionando le mani al suo braccio –Stai rischiando grosso lo sai?-

-Con Miss Germania non potevo prenderti in giro- lo rimbecca il manager facendomi ridere.

-La vuoi smettere con questa Miss Germania?- esclama Bill irritato –Lei era una smorfiosa senza cervello, non c’è bisogno che me lo ricordi, ok?-

David scoppia a ridere contagiandomi.

Bill mette il broncio ma… oh, quant’è adorabile!

Mi piego verso di lui e lo bacio a stampo, tappando il suo broncio da bambino.

-Allora sono innamorata del suo lato oscuro- annuncio facendolo sorridere.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Aliens