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Autore: __Lunatica    02/09/2013    3 recensioni
Sento il prete dire “Parli ora, o taccia per sempre”.
C’è il silenzio, la mia ultima opportunità.
|| Larry ||
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Speak now. 


Quel giorno non sarebbe mai dovuto arrivare.
Eppure ora Harry era lì, seduto come tutti gli altri invitati a fissare un punto indefinito di quell’enorme stanza con un misto di rabbia, tristezza, risentimento e dolore.
Perché si erano spinti così oltre Harry proprio non riusciva a spiegarselo.
Come erano potuti arrivare ad un punto di non ritorno.
Ma forse, pensò Harry, non era un punto d’arrivo, forse non era il giorno dell’arresa, ma era il giorno d'inizio, il giorno in cui dovrebbe prendere, finalmente, le redini della sua vita in mano.
Eppure rimaneva lì seduto, sentendo lo sguardo di sua madre puntato su di lui, senza muoversi e senza osare alzare lo sguardo, perché sapeva che quello sguardo era pieno di dolore, certo non era nemmeno lontanamente comparabile a quello che provava Harry, ma il dolore di Anne era diverso, era il dolore di una madre che vedeva il figlio stare male senza poter fare niente per farlo stare meglio.
Harry osò uscire da quel trans in cui si era rifuggiato per trovare con i suoi occhi inespressivi un paio di file davanti a lui un altro paio di occhi puntati su di lui.
Jay, la madre di Louis, lo stavano pregando con lo sguardo di fare qualcosa.
Ma cosa poteva, cosa doveva fare? Si chiese Harry ormai divorato dai dubbi e dai pensieri che lo tormentavano ormai da mesi e mesi.
 
“Mi dispiace Harry.”
Louis si stava scusando, forse per la millesima volta con lui, ma lui rimaneva fermo, immobile.
Una parte del suo cervello gli diceva di urlare, sbraitare, rompere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, un’altra gli diceva di scappare, scappare lontano da tutti e da tutto, anche da lui, che, in quel momento, era la principale causa del suo dolore.
“Avevi detto che non lo avresti mai fatto, mai, eppure…”
La voce di Harry si ruppe e gli morì in gola quando un singhiozzo lo scosse.
“L’ho fatto per te, solo per te, per noi, per i ragazzi.”
“Per noi Louis!? Lo hai fatto per noi? Non ci sarà mai nessun noi dopo quel giorno, come puoi credere di averlo fatto per noi?”
E allora Harry iniziò a urlare e a piangere contemporaneamente.
Louis non l’aveva mai visto così.
Sembrava impazzito. Iniziò anche a tirare cose all’aria. Non sapeva come fermarlo o forse non voleva fermarlo, non poteva. Perché dopotutto era quello che voleva fare anche lui, rompere tutto e mandare tutto al diavolo.
Ma rimase fermo, a fissare quella scena finché Harry se ne andò lasciandolo solo, distrutto.

 
Harry abbandonò quel doloroso ricordo di quel giorno in cui Louis gli disse che si sarebbe sposato con Eleanor quando un rumore confuso di sedie che strusciavano a terra lo portò ad alzare lo sguardo, di nuovo.
E fu in quel momento che incontrò i suoi occhi, gli occhi del ragazzo che amava più di qualsiasi cosa, il ragazzo che si sarebbe sposato di lì a poco con una ragazza che non amava solo per proteggerlo.
E fu in quel momento che senti gli occhi pizzicargli e la mente tornare alla prima volta che lo vide.
 
Harry si era rinchiuso dentro al bagno ormai arresosi ai conati di vomito che lo tartassavano da quella mattina.
Si inginocchiò a terra iniziò a rimettere.
Quando finì usci dal bagno e andò a sciacquarsi il viso.
Il nervoso lo stava divorando.
Improvvisamente si chiese se essere andato alle audizioni di xfactor fosse stata una buona idea.
Ma quei pensieri vennero improvvisamente interrotti da un colpo di tosse finta.
Così Harry si girò e lo vide.
Lì, dietro di lui, appoggiato allo stipite della porta che lo fissava con quei occhi in cui si perse così tante volte da quel giorno.
“Nervoso?” gli chiese prima di sorridergli.
E Harry pensò che quel sorriso era perfetto, pensò che anche solo sorridendo era riuscito a farlo tranquillizzare.
“Si” rispose allora Harry cercando di ridarsi un’aria decente.
“Non dovresti.” Disse Louis avvicinandosi “Secondo me andrai alla grande.”
Allora Harry lo guardò torvo, come faceva ad esserne così sicuro?
“Sai, prima ti ho sentito canticchiare.” Ammise Louis una volta visto lo sguardo confuso di Harry prima di sorridergli, ancora.
Harry arrossì, non seppe neanche lui il perché, ma quel ragazzo gli faceva un brutto effetto, o forse un bel effetto.
Louis gli si avvicinò  e gli posò una mano sulla spalla.
“Vai e convinci tutti, ma quando sarai famoso non ti dimenticare del tuo fan numero uno.”
E detto questo Louis lasciò la stanza.

 
 
Incredibile l’effetto che gli aveva fatto Louis quella volta.
Ma da qualche parte dentro di Harry, sin da quel giorno, c’era la convinzione che quel ragazzo sarebbe diventato importante per lui.
E ancora non riusciva a dimenticare la sorpresa quando, ormai sicuro di aver perso ogni possibilità, dopo essere stato scartato lo chiamarono per tonare sul palco davanti ai giudici e di ritrovarselo lì insieme a lui.
 
 
Harry era talmente sconsolato e distrutto che non aveva guardato gli altri ragazzi e le altre ragazze che erano stati richiamati su quel dannato palco.
Ogni sua speranza era andata in frantumi e non capiva perché dovevano infierire in quel modo.
Magari gli avrebbero chiesto di tornare l’anno dopo, ma lui non lo avrebbe fatto, sarebbe tornato a lavorare nella panetteria e alla sua noiosa vita di periferia.
Così quando sentì un voce che sembrava tremendamente lontana dire “… Ecco, voi parteciperete a xfactor come band.” Alzò a fatica lo sguardo.
Era incredulo, preso totalmente alla sprovvista.
E diventò ancora più incredulo quando i suoi occhi incontrarono quegli occhi.
Gli occhi così unici di quel ragazzo che incontrò quella volta in bagno.
Così senza neanche pensare gli saltò addosso e lui lo strinse forte per non farlo cadere rovinosamente a terra.
Quando scese i loro sorrisi erano talmente veri che nel cuore qualcosa si sciolse.
“Comunque, io sono Louis” gli disse il più grande porgendogli la mano.
Lui la strinse con energia e disse “Harry” forte e chiaro in modo tale che non se lo sarebbe mai scordato.
E quel nome, Louis non poteva di certo immaginarlo, era rimasto marchiato nel suo cuore indelebilmente.
E da quel giorno loro furono praticamente inseparabili, erano diventati amici e poi migliori amici e poi avevano scoperto con il tempo, e con grande sorpresa di entrambi, di amarsi, amarsi davvero, come nei film, di quell’amore che non muore mai.

 
 
Però forse l’amore non bastava quella volta, pensò Harry tornando alla realtà ma continuando a fissare Louis in quei occhi che ora erano lucidi.
In quel momento Harry voleva solo alzarsi e andare ad abbracciare il suo ragazzo.
Voleva rassicurarlo e dirgli che il loro amore avrebbe superato tutto, anche quello, voleva davvero farlo, ma non ci riusciva.
Non poteva mentire al ragazzo che amava, ma soprattutto non poteva mentire a se stesso.
Allora si voltò, non potendo più sorreggere quello scambio di sguardi che lo stava distruggendo da dentro, e guardò loro tre. I ragazzi che gli erano sempre stati vicini. Quei ragazzi meravigliosi che ora erano alla sua sinistra una fila dietro di lui che lo stavano guardando.
E sapeva cosa gli stavano dicendo.
I loro occhi dicevano “Vai, alzati, fallo, salvalo, parla, parla ora.”
Gli stavano dicendo con un solo sguardo quello che pochi giorni fa gli avevano detto a parole.
 
 
“Ma non capisci Harry.” Sbuffò Liam contrariato “Voi venite prima della fama.”
“Già, non mi importa essere famoso se il prezzo da pagare è vedere due dei miei più cari amici soffrire così tanto.” Gli diede man forte il moro.
Ma lui non poteva farlo, non poteva distruggere il loro sogno.
Non poteva anteporsi ai suoi fratelli, a Niall, Liam e Zayn, come anche Louis non poteva farlo.
E fu proprio quel giorno che capì il gesto del castano, capì perché aveva ubbidito, ancora, ai loro manager.
Per loro.
“Amico” iniziò Niall che fino ad allora era rimasto in silenzio “Lo sai che se tu fermerai le nozze e la nostra carriera finirà noi non ce la prenderemo con te… Anzi. Lo sai vero?”
Allora Harry annuì, ma neanche lui ne era tanto convinto, quindi non poté ingannare quei tre ragazzi che purtroppo, o per fortuna, lo conoscevano troppo bene.

 
 
Già, lo conoscevano tanto da capire che lui stava morendo.
Certo, non fisicamente, ma dentro stava morendo lentamente ormai da anni e quello sarebbe stato il colpo di grazia.
Allora Harry lo vide, Liam mimare con le labbra un “parla ora” prima che la marcia nuziale lo fece sobbalzare sul posto.
Scosse leggermente la testa, imitò gli altri invitati e si alzò. Ma facendo questo teneva gli occhi puntati sul suo amato che non accennavano a distogliere lo sguardo da lui.
Sguardo che diceva un ‘vorrei che ci fossi tu al suo posto’ ne era sicuro, glielo aveva anche detto la sera prima, abbracciandolo sotto le coperte e posando la testa sul suo petto.
‘Anche io vorrei essere al suo posto’ pensò allora Harry mentre lasciava ormai liberamente scendere le lacrime sulle sue guance.
Nel frattempo Eleanor aveva raggiunto l’altare ed era mano nella mano con il ragazzo che Harry amava.
E quando Louis dovette voltarsi verso il prete e il loro scambio di sguardi venne interrotto Harry tornò in se. Per davvero questa volta.
Fu come se qualcuno lo ebbe scosso, come se qualcuno gli ebbe tirato uno schiaffo in pieno viso.
Tutti tacevano, si sentiva solo la voce del prete.
Le lacrime ormai avevano smesso di rigare le sue guance e la rabbia, il dolore e la delusione lasciarono spazio ad una sola emozione: determinazione.
Si voltò, ancora verso Niall, Liam e Zayn che lo guardavano, ancora, ma questa volta sembravano arrabbiati con lui.
E questa volta furono tutti e tre a sussurrare un “parla ora
 
“…Quindi se qualcuno ha qualcosa da dire su questa unione parli ora o taccia per sempre"
 
Queste parole arrivarono forti e chiare alle orecchie di Harry che senza quasi rendersene conto si alzò in piedi come una molla.
Louis e Eleanor si voltarono a guardarlo. Lui con un’espressione indecifrabile, lei terrorizzata.
Si cara, mi sto riprendendo quello che è mio, pensò allora Harry sorridendo sornione.
E così fece, percorse quel metro che lo divideva dall’altare.
“Ha qualcosa da dire caro?” gli chiese il prete basito.
“Si, in effetti avrei qualcosa da dire, o meglio, molto da dire.” Ripose Harry prima di voltarsi un’ultima volta verso i ragazzi per avere un’altra conferma e loro annuirono vigorosamente, esattamente come stavano facendo Jay e Anne.
Allora Harry prese le mani di Louis tra le sue.
Giudicando la faccia del prete questo lui proprio non se lo aspettava.
“Non puoi farlo.” Iniziò a parlare Harry “Non puoi sposare una persona che tu non ami per proteggermi, io non ho bisogno della tua stupida protezione, io ho bisogno di te, sempre, al mio fianco. Non puoi farlo, perché in questo modo non mi proteggi, mi distruggi. Il solo pensiero di vederti al suo fianco invece che al mio, solo il fatto di vedervi mano nella mano mi distrugge. Tu Louis William Tomlinson non puoi farlo perché io ti amo dannazione! Io ti amo come non ho mai amato nessuno e tu non puoi sposarti con qualcuno che non sono io, capisci? Non puoi.”
“Harry…” Cercò di interromperlo Louis.
“Non dire 'Harry' in quel modo. Basta, mi sono stufato di fingere, basta. Voglio urlare al mondo intero che ti amo.”
Allora si girò verso le persone che li stavano fissando e urlò “Io amo Louis William Tomlinson” con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Ti amo anche io Harry.” Sussurrò appena Louis.
Ma questo ad Harry bastava, bastava eccome.
Allora lasciò le sue mano e le piantò alla base del suo viso per attirarlo verso di se e baciarlo cercando di racchiudere in quel bacio tutto quello che provava per quel meraviglioso castano dagli occhi indescrivibili per quanto meravigliosi e Louis rispose immediatamente a quel bacio.
Louis pensò che poteva morire dalla felicità in quel momento.
Pensò che quelle erano le uniche labbra che avrebbe mai voluto baciare per il resto della vita.
Ma un applauso gli fece interrompere il bacio e una volta allontanate le proprie labbra da quelle di Harry vide le persone in piedi che applaudivano, dopotutto la maggior parte di loro sapevano che stavano insieme, e vide Anne che cercava invano di trattenere le lacrime e la madre che invece singhiozzava liberamente rifugiata tra le braccia di Lottie, anche lei commossa, poi portò lo sguardo su Niall, quell’irlandese stava piangendo come un bambino e anche Liam e addirittura l’impassibile Zayn si erano commossi.
Allora sorrise e tornò a guardare Harry che gli stava sorridendo.
“Ti amo così tanto Harry Edward Styles” disse prima di baciarlo ancora, ancora e ancora. 



Angolo dell'autore: 
Salve, questa è la prima cosa che scrivo sui larry. 
Voglio solo dire che l'ho pensata e scritta in un'ora, in pratica si è scritta da sola. 
Come molti di voi avranno sicuramente capito è ispirata alla canzone speak now di Taylor che io personalmente amo. 
Detto quasto mi piacerebbe tanto sapere che ne pensate. 
Baci, Ambra. 
  
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