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Autore: rosadighiaccio    02/09/2013    0 recensioni
Storia partecipante al contest "7 vizi capitali"
Lo vedeva, era bellissimo
Lo vedeva, era superbo
Lo vedeva, era perfetto-
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ritmico.

La distanza  fra un  colpo e l’altro  alla porta  della sua camera ha davvero  qualcosa di ritmico.
Ovviamente è anche stressante, ma cerca di non pensarci.

Toc
Toc Toc
Toc

-Per l’amor  di Godric, entra!-  Sbotta furioso,  alla mano  un grosso tomo, pronto  a  colpire chiunque lo stia disturbando.

La porta  cigola, o  meglio scricchiola, non può fare a meno di notarlo tutte le volte, ma non l’ha mai detto a nessuna  infermiera. 
L’ospite fa  il suo ingresso, chiudendosi lentamente  la porta alle spalle.
Si fissano l’un l’altro, probabilmente più imbarazzati che altro.
-Grifondoro  anche  nella malattia, eh potter?-  Chiede, cercando di sdrammatizzare, BlasieZabini, indicando con  un cenno la trapunta color oro.
-Zabini- Constata  il paziente, quasi  ad  accertarsi  di non star  sognando.
-Intuitivo come  sempre- Ribatte spiccato il  moro, mordendosi subito la  lingua.
 Deve starsene buono, o  tutti  i bei propositi andranno  a puttane.
 

-Ripetimi ancora come mi hai convinto a venire  qui- Grugnì il bambino sopravvissuto.
-Ora basta- Sbottò l’altro fermandosi brusco nel mezzo  di un corridoio mezzo vuoto, facendo sobbalzare il malato sulla sedia a rotelle.
-Guardami bene perché non lo ripeterò un’altra volta: ti ho ringraziato molte volte e Dio solo sa quanto noi  tutti ti siamo debitori Potter, ma questo non ti da il permesso di comportarti come un Dio sceso in terra- Disse sbattendo la mano sul bracciolo della poltrona –Lui sta male, non ti chiedo di guarirlo, ma parlagli oggi te ne prego, perché so che non sopravviverà un altro giorno-
Solo in quel momento, l’alito del ragazzo a pochi centimetri dal volto, le profonde occhiaie che segnavano gli occhi più blu che avesse mai visto, le labbra tirate, gli zigomi appena scavati, si accorse che era al capolinea.
-Solo per te Zabini, solo per te- Concluse scotendo il capo.
 

I corridoi del reparto psichiatrico del San Mungo erano desolatamente pieni. Pieni di quelle che una volta forse erano persone.  Incedevano lentamente, ma con passo cadenzato, quasi come ad una marcia funebre, quelle dove tante persone vestite di nero commiserano qualcuno che la maggior parte di loro neanche conosceva, dove il dolore è concentrato solo in sprazzi qua e là.

Poche differenze contraddistinguevano i due scenari, ma nel corridoio 104, dopo la porta a vetri, ogni antisettica parete sembrava trasudare disperazione, come se gocciolasse, se piovesse copiosamente dal muro. Una cascata viscosa, il cui rumore fangoso entrava nelle ossa, sporcandole.

Ogni tanto si fermavano bruscamente, interrotti da un urlo isterico che sembrava finire sempre troppo presto, chetato da qualcosa di innaturale.

Davanti alla porta color crema della stanza infondo al corridoio non c’erano numeri, sono una targhetta con impresso il nome DracoMalfoy.

Aprirono l’anticamera con cautela, trovando un piccolo stanzino con dentro un paio di infermiere che li guardarono titubanti –Signor Zabini, è sicuro che..?-
-Più che sicuro- Affermò conciso, a quelle parole le due donne si fecero da parte e li lasciarono passare, anche se leggermente titubanti.
Passarono da un’altra porta e si ritrovarono in una stanza di medie dimensioni, completamente imbottita, di un bianco così accecante che il Prescelto dovette chiudere gli occhi per qualche secondo.

Era arredata semplicemente: un piccolo letto sfatto, un comodino sgombro da qualsiasi cosa, così come la sedia e la scrivania, tutti sempre di quel colore così chiaro.

-Vi lascio soli- Mormorò l’altro ragazzo, la carnagione che sembrava fare a pugni con il resto della stanza.
-Ma Zabini, qui non c’è..- Non fece in tempo a finire che l’altro se n’era già andato.
-Nessuno..- Concluse borbottando con se stesso, ma appena ebbe finito di pronunciare la parola il mucchio di coperte che stava mollemente adagiato sul letto si mosse lentamente, facendogli accapponare la pelle.
Inizialmente pensò che i medicinali gli avessero giocato un brutto tiro, ma poi, concentrandosi, riuscì a scorgere un ciuffo di capelli, poi improvvisamente il proprietario del suddetto ciuffo sbucò dalla morbida coltre.

-Potter- Gracchiò, la voce un po’ rauca.

Al bambino sopravvissuto ci vollero alcuni istanti prima di riuscire a distinguere l’interlocutore, era qualcosa di tristemente affascinante come la pallidissima pelle marmorea ed i capelli insolitamente candidi riuscissero a camuffarsi con il resto del mobilio.

-Malfoy- Disse, incespicando sulla parola.

I due si fissarono a lungo, titubanti, prima che l’ex Serpeverde si alzasse dal letto con grazia e si avvicinasse all’altro.
Nonostante la malattia e la mancata esposizione al sole non avessero giovato affatto al giovane, con una punta di invidia il moro dovette constatare che Draco risultava ancora bellissimo persino ai suoi occhi, l’aspetto efebico, quasi androgino, conferivano alla sua camminata un che di ipnotico.

Alla sua camminata.

Quasi come avesse sentito i suoi pensieri il biondo inclinò la testa di lato, le labbra inclinate in un sorrisetto strafottente –Che c’è Potter- Disse accucciandosi davanti a lui –Ti si sono intorpidite le gambe?- Aggiunse, scoppiando poi a ridere fragorosamente all’espressione ferita e irata dell’altro.
Vecchie sensazioni, un rancore mal assopito si fece prepotentemente strada in lui, scavando con le unghie e lacerando quel minimo di pietà che avrebbe voluto provare.
-Suvvia, non mettere il broncio Potter, mamma non ti ha detto che non ti si addice?-
-Per questo mi avete fatto portare qui?- Sbottò Harry  -Per farmi insultare ancora una volta?- Continuò a voce più alta, le guance che prendevano una sfumatura vermiglia.
-Mmm…- Fece finta di pensare il biondo, picchiettandosi un dito sul mento –Forse sì- Concluse guardando nella sua direzione, gli occhi sbarrati in un espressione folle, accompagnati dallo spasmodico sollevarsi di un sopracciglio.
-Tu sei pazzo- Alitò il moro, cercando di ritrarsi.
-Parla quello che è venuto in gita al reparto psichiatrico-
La luce nei suoi occhi è malsana.
-Fatemi uscire di qui!- Urla il moro.
-Non puoi uscire Potter, non cammini e nessuno è rimasto dell’altra parte della porta, non hai più niente!- Ringhia il pazzo, ora la sua voce da squilibrata è diventata feroce.
-Più niente? PIU’ NIENTE?!?- Si inalbera l’altro, ora anche la sua voce è feroce –Non avrò le gambe, ma ho ancora la mia sanità mentale, ho ancora degli amici, ho ancora chi mi ama! Tu cos’hai? Niente, e lo sai il perché? Perché sei pazzo!PAZZO!- Finisce, urlandogli addosso, il volto deformato dalla rabbia.
Malfoy trema, in preda agli spasmi –Li uccido..- Sibila prima lentamente.

La luce nei suoi occhi arde di qualcosa di inumano.

-Li ucciderò tutti.. TUTTI!- Scatta in avanti, mettendo l’altro spalle al muro –E tu non avrai più niente, NIENTE!- Continua, percuotendo violentemente la  sua sedia a rotelle.
-Perché sono il migliore- Comincia, prima rabbioso –Sono sempre stato migliore! Ho dei genitori, ho la fama, ho il denaro!- Esclama, allargando le braccia, come mostrandogli qualcosa –Guarda potter! Tutto questo oro, i galeoni, i diamanti, tutti miei!- Sputa, accovacciandosi in un angolo e raccogliendo a se pietre preziose invisibili ed inestimabili tesori impalpabili.
Alterna verità a menzogna, questo è diventato.

La luce nei suoi occhi è iniettata di rosso.

-Non ho bisogno di nessuno! Tu hai gli amici, eh Potter? Io non ho bisogno di tirapiedi, pezzenti traditori del loro sangue!- Afferma deciso –Ho una villa- Urla, indicando le morbide pareti –Ho case ovunque, ed ho la fama: la gente mi rispetta e mi osanna come un DIO!- dice ergendosi in tutta la sua altezza –Quando passo nessuno di quei mostri ha il coraggio di guardarmi negli occhi, loro striscerebbero ai miei piedi se solo glielo ordinassi, e sai perché Potter? Perché sono SUPERIORE!-
Si avvicina frettoloso a lui, e si mette in ginocchio, afferrandogli le gambe –GUARDAMI!- Gli ordina imperioso.

La luce nei suoi occhi è quella di un imperatore di anime.

Gli prende il volto in modo brusco, ignorando i suoi gemiti e le percosse –Sono bellissimo, sono perfetto- Sussurra e trema nuovamente –Bellissimo… superiore-
E volta piano la testa, improvvisamente dolce, come a rimirare la sua immagine in un specchio troppo sottile per essere visto da chi non guarda con i suoi occhi.
È sono il quel momento che la forza viene meno, il petto comincia a contrarsi, le labbra a cercare aria in maniera spasmodica, le ciglia tremolano.

La luce nei suoi occhi sta diventando rada.

Tossisce qualche volta, riempiendo la stanza di colore.
Si accascia senza cercare appiglio, ma l’altro scivola con lui.
-Aiuto! AIUTATEMI!- Urla Harry, la voce potente che risuona e torna indietro come fra le montagne.
L’attenzione ritorna a lui, sempre a lui.

Può vedere la sua stessa magia consumare le sue ossa e la sua carne.
Può vedere la forza abbandonare le sue membra.

-Guardami….- gli chiede.

La luce nei suoi occhi sta svanendo.

-Dillo…- Lo supplica, ma prima che possa finire, la vita abbandona DracoMalfoy, lasciando di lui l’ombra di quello che era.
Una sola lacrima ha solcato le guance del bambino sopravvissuto quel giorno, mentre i suoi occhi guardavano ciò che era: il corpo malamente scomposto sul pavimento, le labbra aperte dal cui scivola qualche rivolo color cremisi, inclinate comunque in un leggero sorriso.

-Perfetto-
 

Ai funerali di Draco Lucius Malfoy non furono presenti che pochi invitati, raccolti in un intimo e sincero dolore, per qualcuno che era andato perso molto prima.

Dopo la funzione però, accompagnato da un continuo ed insistente cigolio, fece la sua comparsa un’ospite inatteso.

Non versò lacrime, ne disse parole d’amore.
Lasciò solo un fiore, con un piccolo biglietto.
 

Si dice che sulla tomba dell’erede Malfoy ci sia un Narciso color della neve, con vicino un piccolo biglietto, che recita queste parole:
C’è un girone dell’inferno per entrambi, spero mi aspetterai.
HP-

Si dice che l’uomo che lo adagiò sulla tomba avesse gli occhi animati da uno strano bagliore.
 
Perfetto.
 
 
  
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