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Autore: ManFuckThatShit    02/09/2013    5 recensioni
"Lucas, l'hai mai capito perché mi piace puntare la sveglia mezz'ora prima e svegliarmi, prendere il telefono, inserire l'ora giusta e infilarmi tra le tue braccia di nuovo?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mezz'ora.

“Lucas, l'hai mai capito perché mi piace puntare la sveglia mezz'ora prima e svegliarmi, prendere il telefono, inserire l'ora giusta e infilarmi tra le tue braccia di nuovo?
Sapere di avere mezz'ora così, di dormiveglia e tepore: cinque minuti faccia a faccia a dirci buongiorno, cinque minuti di te che mi avvolgi tra le tue braccia perché ho svegliato pure te, cinque minuti di me che mi ci infilo dentro, il tuo caldo abbraccio, e ne chiedo altri cinque, dieci, venti, sempre magari.
Ti sento respirare tra i miei capelli e da distesi continuo ad essere ancora più piccola di te.
E tiro le lenzuola, scoprendoti i piedi, tu mi baci e te le riprendi.
Quanti baci già ci siamo dati prima di alzarci da letto? Un milione è riduttivo.
Pensa se io la sveglia la mettessi all'ora giusta, pensa a quante cose andrebbero perse nel sonno, pensa a quanti baci andrebbero persi nel sonno.
Ora lo capisci perché mi piace puntare la sveglia mezz'ora prima e vederti svegliare accanto a me, aprire gli occhi e sorridermi già con quelli?
Ho così tanta paura che un giorno di questi tu non sia più lì, nella tua parte del letto, che mi sveglio mezz'ora prima per scoprire che invece tu ci sei ancora e allora mezz'ora forse non basta neanche per dimostrarti che m'importa, per ringraziarti, per baciarti e farti sentire bene.
Ci vorrebbe tutta la vita, forse.”

“Winston, sai che l'ho capito perché metti la sveglia mezz'ora prima e mi costringi ad alzarmi presto?
E piace anche a me.
Far finta di non averla sentita, serrando gli occhi e le mie braccia intorno a te.
Avvicinando il viso ai tuoi capelli per sentire il tuo profumo ancora più vicino e cercare di riaddormentarmi così, comodo più di quanto tu immagini.
E mi piace anche quando mi togli le lenzuola dai piedi perché così ho il pretesto per baciarti o per farti il solletico, dipende.
E sai da cosa l'ho capito?
Tu ti giri e mi osservi, mi togli dei ciuffi di capelli dal volto e mi baci pensando che io stia dormendo ancora.
Tu ti giri e controlli che io sia ancora accanto a te ma sai una cosa mezz'ora non basta per farti capire che io non ho alcuna intenzione di andarmene.”

“E che sia tutta la vita, allora.
Ci pensi?
Le nostre mani intrecciate, le nostre dita che combaciano perfettamente invecchierebbero così, insieme e legate. I nostri corpi, uno più alto e uno più basso ma va bene, cambierebbero ma rimarrebbero sempre loro: si continuerebbe a non sapere dove comincia l'uno e finisce l'altro. I nostri capelli non saranno più biondi ma bianchi magari e ad entrambi piace il bianco.
Ci pensi?
Ad una vita in questa casa, in questo letto, con me.
Ad una vita facendoci sentire vivi a vicenda, sognando insieme, ridendo, piangendo, urlando, arrabbiandosi e facendo pace.
Camminando, saltando, correndo, volando.”

“Sempre ci penso.
Ma lo faccio più intensamente in quella mezz'ora, mentre ti stringo, ti annuso, ti bacio.
Penso alle tue dita lunghe e magre che scorrono sulle mie braccia, ad uno in particolare, perfetto per il piccolo anello che ho nascosto nel taschino interno di una delle tante giacche che mi hai obbligato a comprare.
Ci penso eccome a come ti starebbe bene, a quanto ti potrebbe piacere, ma poi penso anche alla paura che mi attanaglia ogni volta che smetto di fingere di dormire e ti guardo negli occhi.
Così diversi dai miei, così scuri come il fondo di una tazzina di caffè.
E tu, invece, pensi a come sarebbe nostro figlio?
Moro o biondo? Con gli occhi chiari o scuri? I miei lineamenti del viso o i tuoi?
Ci pensi a quanto bene potremmo volergli?
O a quanto potrebbe farci impaurire la prima volta che va in discoteca, o a quanto potrebbe renderci orgogliosi prendendo un bel voto a scuola.
Ci pensi a quanto potremmo essere felici sentendogli dire che ci vuole bene?”

“Ma forse sto correndo un po' troppo... e se domani mattina tu non fossi qui quando mi suona la sveglia come oggi?
E se invece del tuo Qualcuno io fossi solamente il tuo chiunque?
Una mezz'ora di queste te lo dirò, forse, di quanto ho paura, intendo.”

“Io ci penso spesso e non mi importa se sto correndo troppo... o forse sì?
Mi vuoi, mi vorrai?
Una mezz'ora di queste te lo chiederò, lo giuro, di sposarmi, intendo.”



<<Buongiorno, Luke>>
<<Buongiorno, Winston>>

 

 

  
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