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Autore: Scarlet23    02/09/2013    4 recensioni
Kayla un tempo aveva un fratellastro che le rovinava la vita.
Se volete scoprire quello che successe dopo tre anni, dopo che vennero separati, entrate e leggete :)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo la televisione senza emozione.
Quel pomeriggio, i produttori di Sky non avevano trasmesso alcun film sensazionale che potesse risvegliare i miei occhi assonati e volenterosi di una lunga dormitina in camera mia.
Ero sola in casa e tutto intorno a me era silenzioso; mia madre, come le altre volte, sarebbe tornata verso sera a causa dei suoi irregolari turni d’ufficio.
Per me non era un problema rimanere sola, ma mi annoiavo a morte.
Spensi il televisore con il telecomando e mi avviai verso la cucina.
La noia che mi aveva assalita, mi aveva fatto dimenticare che avrei dovuto fare da un pezzo il pranzo. Il problema era che non c’era un fico secco nel frigorifero. Appoggiata con il braccio sulla portiera del frigo, osservavo il cavolfiore che mia madre aveva comperato il giorno prima.
“Taglialo a pezzetini e cuocilo con la pasta”, aveva detto.
Imprecai. Non avevo bisogno di diventare vegetariana come lei.
Afferrai le chiavi di casa dal tavolo e, mettendo il cellulare dentro la tasca dei pantaloni neri, uscii dall’appartamento.
Non avevo voglia di fare la spesa, quindi optai di andare dal ristorante di Mike, migliore amico di mia madre.Si trovava proprio dall’altra parte della strada e Mike mi aveva riservato un posto al centro della stanza che io rifiutai completamente, preferivo occupare un tavolo che non dasse troppo nell’occhio.
Mentre sgranocchiavo dei grissini, vidi un ragazzo famigliare che stava seduto ad un tavolo poco distante dal mio e che conversava divertito con un amico.
Quando conobbi chi fosse, venni invasa dal panico. Sprofondai sotto il tavolo come una sardina e, senza guardare dalla sua parte, iniziai  una lunga strisciata a quattro zampe per tutto il ristorante, con varie occhiate di signore che mi guardavano con sospetto e curiosità.
Era poco signorile, ma per scappare da lui avrei fatto di tutto.
Avevo fatto il giro ma prima che potessi raggiungere l’uscita, due scarpe leggermente rovinate alle punte si presentarono davanti ai miei occhi.
 
-Ok, non so bene quello che stai combinando ma stai attirando l’attenzione di tutti -.
Alzai lo sguardo, il suo sorriso era magnifico. Le labbra rosee e morbide avevano scavato profondamente delle fossette.
Sembrava contento di rivedermi, ma io no, non per quello che mi aveva fatto passare in passato.
Mi tese una mano in avanti in segno di aiuto, ma io la allontanai innervosita.
Lo guardai di sottecchi, i miei occhi erano diventate due fessure, cercavo di incenerirlo con lo sguardo.
 
-Come al solito sei una di tante parole, eh, Kayla? -.
 
- Perché diavolo sei tornato? – la mia era una minaccia. Harry lanciò qualche occhiata furtiva alle persone che ascoltavano con attenzione la nostra conversazione e, infastidito, come se non volesse rivelare un segreto a persone sconosciute, posò una mano dietro la mia spalla e mi condusse fino al tavolo dove ci stava aspettando Louis, il suo migliore amico.
Harry spostò una sedia e mi invitò a sedere ma io, conoscendo il suo solito trucchetto nel spostarla appena mi abbassavo, lo ignorai e mi sedetti sulla sedia accanto.
Percepii una risatina da parte sua.
Alzai gli occhi al cielo.
 
 
-Allora, come vanno le cose a casa? – domandò Harry aprendo il menù, curioso.
-Oh, alla grande! Da quando tu e tuo padre ve ne siete andati da casa nostra tutto è diventato più fico! – mentii, ma il mio sorriso sfrontato riuscì, probabilmente, a convincerlo.
 
-Oh, ma davvero? – ripetè con voce da sapientone.
 
I suoi occhi verdi riuscivano a bucarmi l’anima.
 
-Eppure, ti piaceva quando ti stavo accanto di notte, quando avevi paura del buio -.
 
Gli sferrai un calcio al ginocchio, rossa in volto. Come si permetteva di dire una cosa del genere in presenza di Louis, che mi conosceva a mala pena?!
Dalle sue labbra uscirono sospiri sofferenti, ammicava gli occhi: - Dimentico sempre i tuoi calci -.
Il cameriere riuscì a salvare la situazione. Se non fosse stato per lui, avrei assassinato il mio ex fratellastro.
 
-Cosa desiderate? -.
 
-Patatine fritte e uova, grazie – rispose Louis.
 
-Anch’io – feci, ricomponendomi. Con la coda dell’occio notai la faccia sbalordita di Harry.
Quando viveva a casa nostra era abituato a vedermi mangiare cibi salutari per volere di mia madre e ora non riusciva a credere che stavo per mangiare schifezze.
 
-Quanti cambiamenti… - commentò serio, mi squadrò dalla testa ai piedi.
 
- Cosa intendi? – mossi i capelli biondi con una mano.
 
- Tre anni fa, non ti saresti mai vestita così. Ti ricordavo tutta rosa -.
 
Lo fulminai con lo sguardo ma aveva ragione. Un tempo non mi sarei mai messa tutto quel trucco nero sui miei occhi azzurri e non avrei mai indossato una maglietta ceruela scollata su una spalla che scopriva una parte del mio regiseno nero.
 
-Da quando siete partiti, tutto è cambiato – tagliai corto con un tono amaro.
 
-Lo vedo –continuava a studiarmi, la sua espressione era indescrivibile.
 
Avevamo pranzato con calma. Io e Louis avevamo parlato del più e del meno, mentre Harry si divertiva nel umiliarmi, raccontando tutti gli scherzi e i momenti di imbarazzo che fui costretta a sopportare a causa sua.
Io a mia volta, mi vendicavo raccontando i momenti migliori di quando lo mettevo al tappeto in pochi secondi. Infatti, quando ero molto giovane, seppur amassi essere chiamata principessa, cosa che ora odiavo, mi piaceva seguire lezioni di karate e mettere al tappeto chi mi maltrattava.
 
-Beh, avete superato molte avventure vedo – commentò Louis, divertito.
 
-Oh, si… -, io e Harry ci auguravamo morte a vicenda con un solo sguardo.
 
-Ma almeno vi siete divertiti. Ricordo che Harry parlava molte volte di t… - non riuscì a finire la frase, il riccio gli diede una gomitata talmente forte che dallo spavento sbattè il ginocchio contro il tavolo.
Soffocai una risata con le mani davanti alla bocca, almeno adesso avevo una prova per tenere in pugno Harry.
 
 
 
 
 
                                                                                ***
 
Dopo il pranzo, Louis dovette andare via per questioni di lavoro, e, quindi, io e Harry rimanemmo soli a passeggiare per il quartiere.
 
-Sul serio, come mai siete tornati? – chiesi.
 
Fece spallucce, continuava a camminare con lo sguardo basso e con le mani nasconte dentro le tasche dei jeans: - Non lo so nemmeno io. È mio padre che ha voluto venire -.
 
Riflettei. C’erano dei dubbi che mi assillavano. Era suo padre che un giorno decise di lasciare mia madre e che non voleva ritornare più in questa città. Perché mai era ritornato?
 
Lo vidi assorto nei suoi pensieri e così decisi di continuare la conversazione.
 
-Ma tu sei contento di essere ritornato? -.
 
-Forse. Anche se mi manca ciò che ho lasciato lì… - la sua voce era stata così soffice e innocente che mi fece percorrere dei brividi su tutta la schiena. Non lo avevo mai sentito così sentimentale.
 
Mi schiarii la voce, il mio sorriso doveva essere il più angelico e amichevole che avessi mai fatto: - Cos’è ciò che ti manca? -.
 
Si voltò verso di me, i suoi occhi trasmettevano confidenza. Pensavo che mi avrebbe rivelato tutto ma poco dopo, come se avesse ricordato un ricordo lontano e buffo, scosse la testa. Cinse un braccio intorno al mio collo e facendomi inchinare, mi spettinò i capelli con una mano velocemente quasi strozzandomi.
 
-Ma quanto sei impicciona! – esclamò.
 
Mi divincolai per staccarmi dalla sua presa. I capelli biondi si posarono mossi sulle mie spalle magre , le guance erano rosee per la vergogna. Con quella differenza di altezza, assomigliavo ad una bambina viziata che stava per arrabbiarsi perchè non aveva ottenuto ciò che voleva.
 
Con tutta la rabbia che provavo dentro, posai una mano dietro la sua nuca e contemporaneamente, dopo averlo rivolto verso di me, gli feci perdere l’equilibrio con una gamba e lo misi  al tappeto. Mi posai con il bacino sopra di lui e bloccai le sue spalle.
 
-Oppss, perdonami. Ti ho fatto male? -, la sua risata vibrava sotto di me.
 
-Nah – allungando una mano dietro la mia nuca e l’altra al fondo schiena, mi avvicinò a sé – Anzi, mi piace quando una ragazza prende l’iniziativa – ammiccò uno dei soui sorrisi più splendenti che abbia mai visto.
 
Solo in quel momento mi accorsi che un’anziana stava a pochi passi da noi, il suo sguardo era pieno di sdegno. Il cuore mi palpitava nel petto, non riuscivo a credere che avevo fatto una cosa del genere fuori, all’aperto, dove tutti ci potevo vedere.
Mi alzai, non osavo incrociare ancora una volta lo sguardo di quella signora, e quindi scappai via.
I capelli ondeggiavano dietro di me, sentivo la voce di Harry chiamare il mio nome ma mai e poi mai mi sarei fermata.
 
 
Salve, ecco il primo capitolo, spero che vi sia piaciuto.
Commentate e ditemi se vi piace perché non so se continuare :))
  
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