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Autore: Shinkocchi_    02/09/2013    1 recensioni
[Senyuu]
-Non reagisci?- chiese la voce falsamente divertita di Elf, sul volto gli comparve la solita espressione derisoria.
[Elf/Teufel]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene, eccomi ancora qua (?) Allora, quando pubblicai la prima fiction su Senyuu su EFP mi sentivo così sola- e abbandonata- e invece in poco tempo avete riempito la sezione di cose carine e coccolose e sono commossa ;A; *abbraccia* oh, vi adoro persone belle <3 -EHI, VOGLIO UNA SEZION---
Comunque. Sono una persona cattiva- perennemente indecisa fra la Teufel/Foyfoy e la Elf/Teufel. Credevo di aver risolto i miei drammi esistenziali, ma SBAM (?) oggi ho trovato una bella adorabile fanart su pixiv -che personicina tanto coccolosa, quell'artista...ahah- e mi è scattato il ghiribizzo di scrivere questa cosa (?) Non ha particolare senso, boh, ma io amo Elf, amo Teufel, da morire. Non credo di doverla indicare come spoiler, ma dato che non voglio grane, anticipo che la cosa che sto per scrivere sotto fra parentesi quadre è SPOILER per coloro che non seguono il manga. 
[In questa fic Elf è uno stronzo, sì, come ho constatato sia davvero dopo aver letto il 3.22 -ma lo amo comunque *soffre a dismisura* e mi sono basata sul fatto che sia alla continua ricerca di qualcosa che lo faccia divertire e gli impedisca di annoiarsi
Bene. La fanart è questa (?) 
Buona lettura.








 
                                                                                                                                                                                                     Candela:.

 
La mano percorse flemmatica la pelle pallida dell'avambraccio del giovane supino sotto di lui, sostò sul gomito, poi raggiunse il polso al quale si strinse in un gesto di possessione che ormai Teufel aveva imparato a riconoscere. Saldo eppure delicato, era quello che gli dava la percezione di ciò che gli stava attorno e lo svegliava dal suo solito torpore. Il giovane maggiordomo chinò leggeremente il capo sul materasso, linee su linee concentriche di quegli occhi perennemente assonnati che si incupivano sempre più man mano che si procedeva verso il centro, un quieto e silenzioso scivolare verso l'oblio. Cercò dal basso le iridi grigiastre dell'altro, che brillavano di una luce fioca nella penombra della stanza del palazzo, mentre qualche debole fiammella si contorceva sulla cera calda della candela.
-Non reagisci?- chiese la voce falsamente divertita di Elf, sul volto gli comparve la solita espressione derisoria.
-Dovrei?- il tono vacillò per un momento, forse nemmeno lui era tanto sicuro della risposta.
Le dita dell'altro premettero lievemente sul palmo della mano. Forse l'avrebbe baciato, Elf, si ritrovò a pensare il maggiordomo senza particolare sorpresa. Forse l'avrebbe toccato ancora, di più, l'avrebbe stretto, gli avrebbe fatto male. Sarebbe comunque stato un passatempo piacevole nonostante tutto. In fondo, essere soli come entrambi erano aveva i suoi lati positivi quanto quelli negativi. Teufel pensò fosse inutile, e sopratutto stancante, starci a pensare, e desiderò solo dimenticare quanto gli stava passando per la testa.
Poi il demone sopra di lui sbuffò infantilmente, increspando le labbra.
-Perché quella faccia?- chiese il maggiordomo leggermente piccato, le guance si gonfiarono appena in una maniera che probabilmente chiunque avrebbe trovato adorabile, forse anche l'altro, ma Teufel non si preoccupò di farci caso in quel momento. Non era il tipo da fare caso alle cose, lui.
Sobbalzò appena nel notare una scintilla sadica nello sguardo di Elf, che ghignò -Sei così noioso.- soffiò quello, si chinò sulla spalla dell'altro -Tutti lo siete.-
L'eco sordo di altre voci in lontananza riempì le pareti, rimbombandovi, Teufel rimase con gli occhi fissi al soffitto, inerme al suo volere -Anche tu?- chiese poi in un sussurro ben udibile. Elf trattenne il fiato e non rispose, rise solo sommessamente poggiando la fronte nell'incavo del suo collo.
Quando la fiamma della candela si spense non restò che il buio in quella stanza.







 
  
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