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Autore: Eynis96    02/09/2013    2 recensioni
Questa oneshot è ambientata tra il secondo e il terzo film, e vedremo la nostra cara e compostissima Virginia "Pepper" Potts in una veste....come dire...insolita, e tra macchine in cortocircuito e militari anche troppo esperti al miliardario, playboy e filantropo Tony Stark verrà quasi un colpo!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Jarvis, Natasha Romanoff, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-A me interessa solo che tu sia al sicuro- .

Queste erano le ultime parole che Tony Stark le aveva rivolto prima di abbassarsi la maschera dorata sugli occhi e schizzare via per cercare di salvare il salvabile di Manhattan, devastata dall'attacco dell'ultimo pazzo psicopatico in circolazione.

Solo che nel farlo, il brillante scienziato, l'aveva rinchiusa nell'enorme casa affacciata sul mare, per poter dare man forte agli altri Avengers, ed anche se Tony non voleva dirglielo lei sapeva che la situazione era grave, forse disperata, e la cosa che più la tormentava era non poter fare nulla.

Per giunta il perimetro della casa era circondato da alcuni agenti in abito scuro che la tenevano sotto controllo.

Ma Pepper Potts non era il genere di persona che si arrende facilmente, e dopo aver fatto un grosso respiro, drizzato le spalle ed essersi sistemata la camicetta candida si diresse a passo spedito verso l'ufficio di Tony, anche se il suo vero obbiettivo era il laboratorio.

Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle, per fortuna nessun agente sorvegliava quella finestra a strapiombo sul mare, tuttavia la signorina Potts non sapeva ancora come raggiungere il laboratorio, sino a che non rifletté sul fatto che Tony, per quanto fosse un uomo geniale, probabilmente la sottovalutava un po', non molto, ma quel tanto che bastava per permetterle di raggiungere la “tana” del suo capo.

E così fece, uscì dallo studio con in mano un plico di fogli, sbuffando in modo molto tranquillo e dirigendosi verso la cucina, come se non fosse successo nulla, a quel punto fece finta di notare per la prima volta l'agente in abito scuro che s trovava fuori dalla vetrata.

A quel punto sorrise ammiccante:- Salve, sono davvero mortificata per questo servizio fuori dall'ordinario, deve scusare il mio capo per il suo comportamento, ma forse potrei renderle il suo incarico più leggero se volesse prendere un caffè con me magari- completò sorridendo.

Pepper sperava davvero che Iron Man la sottovalutasse a tal punto da affidare la sua protezione allo stato, e le sue speranze vennero ripagate quando l'agente le sorrise e acconsentì ad entrare.

Mentre continuava a parlare, trascinò in cucina l'agente , che a quanto pare era un tipo incline all'autocommiserazione, distrattamente Pepper si chiese se continuando la sua opera di persuasione avrebbe potuto farsi confessare alcuni dei peggiori segreti del paese, ma non volle mettere alla prova la sorte più del necessario.

Ad un certo punto mentre l'uomo sorseggiava la sua tazza di caffè fumante rivolto verso il panorama, ben visibile anche dalla cucina, con una rapidità che stupì più di tutti Pepper, ella scaraventò un padella sulla testa del tizio, il quale caracollò a terra privo di sensi.

A quel punto Virginia si precipitò giù nel laboratorio, prima che gli altri agenti si accorgessero dell'assenza prolungata del loro compagno e nel frattempo impartiva ordini alla casa.:- Jarvis, avvia la procedura standard che il Signor Stark inizializza di solito per utilizzare l'armatura-.

-Ma Signorina, non mi è concesso, e ho bisogno del codice...- il computer non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che Pepper snocciolò un numero a sei cifre e dieci lettere che avrebbe avviato automaticamente il processo.

-Signorina, la prego, il signor Stark mi manderà in corto i circuiti...- implorò Jarvis.

-Mi aiuti o me la sbrigo da sola ?- disse Pepper togliendosi i tacchi e strappando le maniche della camicetta con qualche rimpianto dato che l'aveva appena comprata.

Entrò nella piattaforma, pronta per diventare Iron Woman, ma Jarvis mentre iniziava ad assemblare l'armatura cominciò a spaventarsi, cosa alquanto strana e ridicola per una macchina:- Signorina l'armatura è stata creata appositamente per il Signor Stark, ed è troppo pesante per lei, inoltre lei non è addestrata per...-

Pepper interruppe il computer poiché cominciava a sentire dei passi nel salone e ripetè:-Mi aiuti o faccio da sola?- Jarvis sospirò e disse:-Mi permetta almeno di praticare alcune migliorie all'armatura per renderla più leggera-

Il computer terminò giusto in tempo per l'arrivo degli agenti, i quali infransero i vetri e spararono contro di lei, l'azione tuttavia si rivelò inutile dato che la donna ormai aveva preso il volo, anche se in maniera molto instabile.

-Jarvis! Aiutami!- urlò Pepper, ma alla macchina si era bruciato un circuito per l'ansia e per un po' non fu in grado di fornirle informazioni utili, allora, una volta compresa la sua situazione Virginia fece chiamare Rhodey, il migliore amico di Tony, il quale aveva utilizzato l'armatura in precedenza, e stava certamente coordinando le attività aeree per la protezione del popolo di Manhattan.

-Pronto Pep, oh ma cos'è questo rumore?-

-Senti Rhodey non ho tempo di spiegarti, sono dentro l'armatura e Jarvis è in corto, devi aiutarmi-

-Cosa?!? Sai che Tony ti ucciderà quando verrà a saperlo...-

-Attualmente sto lavorando per evitare che venga ucciso lui, di quello che accadrà dopo non mi interessa ora-

-Va bene ti aiuterò, ora ascoltami bene...-

Finalmente dopo qualche dritta Virginia prese pieno possesso dell'armatura e si diresse verso il luogo della battaglia, non ancora sicura di quello che avrebbe potuto fare, quindi decise di avvicinarsi a Natasha Romanoff, la vedova nera, che si batteva come una furia contro gli invasori. Raggiungendola la sollevò in volo salvandola da un attacco che non aveva previsto.

-Ma Cos..?Pepper?- borbottò sconvolta -Si si i convenevoli più tardi, dov'è che servo?-

-A casa, Virginia!- urlò la spia, che era davvero scioccata dalla vista di quella donna.

Nella sua testa l'immagine della compostissima segretaria che non aveva mai visto senza tailleur e tacchi cozzava nettamente con la versione eroina di ferro del pianeta.

-Perchè? Potrebbe esserci d'aiuto-intervenne Captain America scrutando l'armatura d'argento scintillante con un sorriso sornione.

Pepper sorrise al giovane, e dimenticando per un momento il luogo in cui si trovavano stese la mano fasciata di metallo al supereroe, che la strinse e le diede le direttive necessarie, per poi spostarsi velocemente quando i motori dell'armatura si accesero con uno scoppio.

Di punto in bianco la semplice segretaria si trasformò in paladina gettandosi nella mischia, aiutata da Rhodey, che aveva ceduto il comando dell'aeronautica al suo secondo.

-Ah cavolo..- commentò Natasha appoggiandosi al rottame di un auto.

-Che c'è? Diamole un po' di fiducia no? E poi la terremo d'occhio..- Affermò Captain America

-Certo ma se va a finire male è colpa tua, e Iron Man lo fa a te il culo ok?- Sbottò la Vedova nera esasperata prima di colpire l'ennesimo nemico.

 

-Jarvis che succede, ti voglio presente, che succede? Rispondimi- sbraitava Tony Stark dentro la sua armatura.

-Mi perdoni Signore, ma è difficile coordinare due diverse sezioni di inizializzazione di missili...-

-Aspetta, aspetta- lo bloccò Tony preoccupato:- C'è qualcuno che sta inviando missili da casa mia?-

-Non esattamente, signore, ma non posso dire nulla ho promesso!- disse Jarvis mortificata.

-Nono fammi capire bene, cominciano ad esserci segreti tra noi Jarvis? No perchè tra un computer e il suo creatore non devono essercene!Mi sto offendendo,davvero...-

Il brillante uomo d'affari avrebbe continuato fino a che il computer non avesse ceduto, ma vide da lontano un baluginio fin troppo familiare.

-Jarvis!Ma la procedura di sicurezza per le armature cosa l'ho creata a fare? cazzarola!-sbraitò Stark allontanandosi dal campo di battaglia.

-Il codice era conosciuto signore-

Conosciuto? Non era possibile, nessuno conosceva il codice, certo nessuno tranne...

No, no Tony si rifiutava persino di concepire l'idea, eppure sentiva che c'era qualcosa di strano, ma a scanso di equivoci provò a chiamare l'unica persona realmente importante per lui.

-Pronto Pepper?-chiese titubante. -Si signor Stark- rispose la sua segretaria con la voce un po affaticata, in fondo l'armatura era davvero pesante per il suo fisico esile.

-Oh ti prego non dirmi che sei dove io credo che tu sia, perchè se così fosse, non so davvero da chi cominciare a prendere a calci...quale parte della frase “voglio che tu sia al sicuro”non ti è chiara?- urlò rigettandosi nella mischia più vicino a lei.

-E poi come hai fatto ad eludere la sicurezza?Come hai fatto ad azionare l'armatura?- continuò Tony incapace di fermarsi

-Oh se fosse dipeso dalla sicurezza a quest'ora sarei tra le mani di un pazzo svitato tipo questo qui-disse Pepper -Per quanto riguarda l'armatura...mi sono rivolta ad un esperto- borbottò evasiva la giovane.

-Rhodey! State per caso organizzando un complotto per farmi morire di infarto? Guardate che il nemico è questo brutto ceffo qui!- strillò Tony in modo lievemente isterico schivando un braccio metallico proveniente dal mostro che stavano combattendo.

In poco tempo la battaglia si fece più intensa e non ci fu più tempo per le parole.

  
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