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Autore: shelters    02/09/2013    2 recensioni
e allora Luke cammina fino a Cape May, si distende nella sabbia appena umida e guarda le nuvole.
alle volte urla, alle volte ride, mentre il temporale gli incombe sopra e la camicia si insabbia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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a luke, per essere entrato nella mia vita ed averla stravolta.

-non so che diavolo ne verrà fuori, ho aperto il foglio bianco e ci ho riversato il mio amore
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(*)

Poco prima che fuori piova, Luke lo sente. Disteso malamente sul divano del garage, calzini bianchi bucati e piede penzolante, smette di pizzicare le corde e accoglie il tuono che scoppia, lo guarda rimbalzare sulle pareti della stanza.
Poi crede che non sia un grande avvenimento, e torna a socchiudere gli occhi e a creare melodie nella sua testa. 
Quando lui suona o crea, o anche solo canticchia, tutto sembra passare in secondo piano: si chiude in una bolla forte, di quelle con i vetri oscurati, magari anche dal suo lato; che gli importa di vedere fuori? 
Liz, infatti, non lo lascia mai a casa da solo quando sta per piovere, nonostante lei sappia che il figlio riesce ad avvertirlo subito. Non si accorge nemmeno dei flash di luce che entrano dai luridi vetri del garage, lui è lì solo fisicamente.
E se si annoia, se a casa è finito il tonno, o se riesce solo a strimpellare A Drop In The Ocean, prende le scarpe consumate ed esce, senza ombrello nè meta.
Certe volte va da Bayley's, se ha 1$ o se ha voglia di provarci con Noah, la quindicenne del banco che stravede per lui, e farsi offrire un gelato, oppure cammina a caso, strisciando i piedi sull'asfalto più grigio per via della pioggia, a riflettere il cielo.
Passa davanti a casa di Ashton, e certe volte la sua risata la si sente fino a fuori, svolta l'angolo e passa sotto il balcone di Calum, ma continua ad andare dritto. La dimora di Michael è ad est, rispetto a lui.
Una volta li ha incontrati, cioè, ha incontrato Michael in Spring St. e ha semplicemente chinato il capo e proseguito. Sa che Michael ha fatto lo stesso, e gli è debitore.
L'anno scorso, mentre scorreva un quotidiano, ha scoperto Cape May. E' una piccola baia a 10 minuti di distanza da casa sua, se fai 100 passi ad ovest e poi prosegui verso sud -attento a non girare al vicolo 24, lì sono 98 i passi-. Non l'ha mai condiviso con nessuno, quel posto, quel giorno, anche perchè lui ha il piede grande e teme di sbagliare il numero dei passi.
Lì, nell'estate del 1983, una signora si è uccisa e lui lo sa perchè c'è una piccola targa, probabilmente messa dal marito, da dove lei ha spiccato il salto. Certe volte anche lui ci pensa, ma non perchè voglia porre fine alla sua vita. Vorrebbe solo provare l'ebbrezza che Mary Jane, così si chiamava, ha provato 30 anni prima. Il tempo passa, ma le sensazioni rimangono, no?
Ripone fiducia nelle sue capacità di nuotatore, tanto, ma ha un piccolo testamento nella tasca posteriore dei cheap monday, e il pinguino di peluches lo ha lasciato ad Ashton.
L'unica volta che voleva fare una foto, giusto perchè erano settimane che non pioveva e lui, in quel posto, ci va solo con le nubi grige pesanti appena sopra il ciuffo, aveva lasciato l'iphone a casa. Quindi l'ha fotografato mentalmente, e quando ne ha voglia, apre la cartella e osserva quel panorama, un po' rock e un po' malinconico. 
Nell'ultima pagina della sua Moleskine, un quadernetto nero che ha preso a Palermo, e che, probabilmente, in Australia nemmeno esiste, ha scritto di voler portare la chitarra lì e suonare alle onde e al mare, perchè è il suo posto preferito al mondo, e ne potrebbero nascere solo belle canzoni.
E quando il bagnasciuga, più sassi che sabbia, non è troppo umido, lui si distende, ben consapevole che Liz gli laverà la camicia. Alle volte guarda il cielo e tira fuori la lingua, gioca a raccogliere le gocce con quella, altre volte pensa a lei e al fatto che sarebbe capace di buttarsi nel mare gelato urlando per la gioia.
E' sempre stata un po' anormale, ma a lui piaceva così. Riusciva quasi a fargli fare cose strane, tipo il tatuaggio alla fine dell'avambraccio, un piccolo "scream loud". Perchè Luke, nella sua vita, ha urlato tanto, la sua anima ha la gola arrossata, ma le sue labbra sono sempre state chiuse. Un po' la pigrizia, troppo la timidezza, ma il mondo non ha mai saputo davvero cosa Luke volesse; anche che si trattasse di un cono croccante al cioccolato o alla menta.
Lei lo guardava, anche troppo a lungo, e gli sorrideva, con quel dente destro accavallato sul sinistro. Lui arrossiva e, diamine, si chiedeva chi fosse la ragazza tra i due, congiungeva le mani, si contava anche le pellicine. Una volta ne contò 32, prima che lei ridesse con quei sospiri lunghi e acuti, e lo facesse tornare sulla Terra.
Quando si annoia, il tonno è finito o il silenzio del garage non è più di compagnia, Luke inforca l'ipod e cammina a tempo di Justin Timberlake fino a Cape May. Saluta Mary Jane, scandisce i secondi che mancano all'acquazzone, si insabbia la camicia e si sfiora il tatuaggio. Forse un giorno lo farà rimuovere, perchè crede di non essere più quel tipo di persona. 
Ma poi si sfiora i denti, li sente lisci e capisce che quella è l'unica cosa che gli rimane di lei.
Poi si chiede dove sia, se verso l'est di Michael o il sud di Calum e Ashton.
Ma decide sempre che non è importante, in quel momento. Perchè la vita va avanti.
Allora urla, forte, finchè sente il sapore di pioggia e il sale del mare depositarsi sui polmoni. Poi incurva le labbra all'insù, e spera sempre di aver spaventato le nuvole, con quell'urlo.
E che non inizi a piovere sulla strada del ritorno, o sua madre non curerà l'ennesimo raffreddore.


___
avevo detto che non avrebbe avuto senso, non so nemmeno chi la leggerà (spero nessuno)
Liz è la mia futura suocera la madre di Luke. (non ho mai capito il legame suocera, cognata, che cazzo)

quindi ciao, che cosa imbarazzante.
Viols.
  
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