NELL'INCANTO
-Prologo-
-Prologo-
Buongiorno,
il mio nome è Maya, ho 14 anni e vivo in un paesino di nome Caluso.
Sogno e spero di diventare un’artista, dato che disegnare è la mia passione.
Sono una ragazzina normale, non diversa da molte altre donnine della mia età, l’unica differenza è che io penso di essere ancora bambina, e mentre le dodicenni si ubriacano, io vado per i boschi in cerca di elfi, puk, fate, streghe, maghi, goblin, protezioni contro le fate, nani, berretti rossi (anche se li temo da quando mia mamma da piccola me li citò), ninfe, fuochi fatui, pepolini (piante), quadrifogli, streghe di sambuco, spiriti delle betulle, cerchi delle fate e piccoli villaggi incantati. Amo la natura e so per certo che in essa si nasconde qualcosa, qualcosa che, a parer mio, noi umani non vogliamo vedere, qualcosa di cui abbiamo paura e qualcosa che ormai è diventato mito. Un mondo magico.
Ebbene per quanto possa essere strano, questo è quello in cui credo, la mia fede. Non vi preoccupate, non sono l’unica ad uscire di casa con mantello e bastone, anche mia cugina Agata lo fa. Ha un anno in meno di me, condivide le mie stesse idee, e io le voglio un gran bene!
L’estate scorsa è venuta a dormire una sera a casa mia, cosa che facciamo spesso, e la mattina dopo, siamo andate, alle cinque del mattino, al Castellazzo, che è il castello distrutto di Caluso, e abbiamo visto tre protezioni contro le fate.
Ovviamo penserete che io sia come le altre, che fanno le ragazze alternative, ma io non ho Fece book e il mio cellulare lo uso, per la maggior parte del tempo, per ascoltare musica. E poi io non sono alternativa, io odio “l’alternatività” dei miei tempi, è falsa, ci sono troppi “poser”. Io, invece, sono acqua e sapone, jeans, anfibi e maglioni di lana cuciti dalle mie care nonnine.
il mio nome è Maya, ho 14 anni e vivo in un paesino di nome Caluso.
Sogno e spero di diventare un’artista, dato che disegnare è la mia passione.
Sono una ragazzina normale, non diversa da molte altre donnine della mia età, l’unica differenza è che io penso di essere ancora bambina, e mentre le dodicenni si ubriacano, io vado per i boschi in cerca di elfi, puk, fate, streghe, maghi, goblin, protezioni contro le fate, nani, berretti rossi (anche se li temo da quando mia mamma da piccola me li citò), ninfe, fuochi fatui, pepolini (piante), quadrifogli, streghe di sambuco, spiriti delle betulle, cerchi delle fate e piccoli villaggi incantati. Amo la natura e so per certo che in essa si nasconde qualcosa, qualcosa che, a parer mio, noi umani non vogliamo vedere, qualcosa di cui abbiamo paura e qualcosa che ormai è diventato mito. Un mondo magico.
Ebbene per quanto possa essere strano, questo è quello in cui credo, la mia fede. Non vi preoccupate, non sono l’unica ad uscire di casa con mantello e bastone, anche mia cugina Agata lo fa. Ha un anno in meno di me, condivide le mie stesse idee, e io le voglio un gran bene!
L’estate scorsa è venuta a dormire una sera a casa mia, cosa che facciamo spesso, e la mattina dopo, siamo andate, alle cinque del mattino, al Castellazzo, che è il castello distrutto di Caluso, e abbiamo visto tre protezioni contro le fate.
Ovviamo penserete che io sia come le altre, che fanno le ragazze alternative, ma io non ho Fece book e il mio cellulare lo uso, per la maggior parte del tempo, per ascoltare musica. E poi io non sono alternativa, io odio “l’alternatività” dei miei tempi, è falsa, ci sono troppi “poser”. Io, invece, sono acqua e sapone, jeans, anfibi e maglioni di lana cuciti dalle mie care nonnine.