03/09/2013
1 recensioniSin da quando ero piccola sono abituata ad avere gli occhi addosso, beh.. per la mia carnagione (credo!) . Ci sono persone che apprezzano e magari dopo una chiacchierata chiedono delle mie origini, altre invece che se ne approfittano e giusto per scaldare l’atmosfera, ecco che inventano battute a sfondo razzista, roba del genere insomma.
Mia madre viene dal sud africa, precisamente dallo Zimbabwe e mio padre l’ha conosciuta durante una delle sue spedizioni da medico senza frontiere nel medesimo luogo. Mio padre, bianco come la mozzarella e mia madre, scura come il cioccolato fondente. Ah scordavo! Ho anche due sorelle maggiori, Kilai, la più grande e la più scura delle sorella e Mona, stranamente di carnagione più chiara nonostante sia più grande di me di due anni e mezzo. La mia famiglia è abbastanza conosciuta in città, sia per le nobili origini di mio padre sia per la presenza di mia madre, che all’epoca fu motivo di grandissimo stupore. Infatti è stata una delle prime donne scure di pelle ad abitare la mia attuale città e guai chi avesse detto che era una brutta donna.
D’altro canto i tempi sono cambiati, si parla di discriminazione ovunque, come se fosse la novità del giorno, addirittura nel calcio! Non che nella mia piccola cittidina ci siano bulli che pestino persone di carnagione diversa da quella bianca , ma c’è sempre stata quella piccola percentuale di persone che ti prendono in giro come se niente fosse: codeste sono i miei amici e da qui tutto ebbe inizio.
Finchè il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, sarà sempre guerra.
Salve a tutti ! Prima di tutto voglio ringraziare una mia carissima amica, Carangel_ , se alle 0.48 provo a scrivere questa storia, capitolo per capitolo. Non prometto nulla di super fantastico, ma ci proverò lo stesso. Da piccola mi ritrovavo a scrivere sempre cose senza un senso sul PC, creavo un nuovo documento di Microsoft e ci scrivevo di tutto e di più; adesso che ho trovato questo sito mi sbizzarrisco un po' :P
Buona Lettura S.G.