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Autore: _eco    03/09/2013    6 recensioni
[Il lato positivo/Silver linings playbook]
[Il lato positivo/Silver linings playbook][Pat/Tiffany] [Missing Moment]
- Aspetta. Aspetta un attimo... quella là diventa un soldato per salvare suo padre, si fa quasi ammazzare, fa fuori Unni a destra e a manca e tu riesci a pensare soltanto a quella frase? -
[Partcipa al concorso "Viva l'infanzia!" indetto da karter95 sul forum di efp]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Resistenza.
Il fiore che cresce tra le avversità è il più raro e bello di tutti.
- Mulan

[Pat/Tiffany]
Tiffany tiene la testa leggermente inclinata a destra e batte il piede sul parquet, a tempo di musica. A giudicare dal suo sguardo, perso in un anfratto del mondo in cui la canzone sembra averla trasportata già da un pezzo, il suono emesso dagli auricolari, che rimbomba nelle loro orecchie, deve essere qualcosa di sublime. E potrebbe anche esserlo. Ma, ora come ora, Pat pensa soltanto a quanto sia fastidioso quel coso che quasi gli sfonda il timpano destro e cerca di cogliere il momento giusto per liberarsene.
Pensa che potrebbe sempre proporle di aiutarla ad appendere qualche quadro: del resto, le pareti sono un po’ spoglie, e lui se la cava piuttosto bene con il martello. Sarebbe disposto persino a lucidare i pavimenti con la faccia, piuttosto che mettere in scena una coreografia sulle note che adesso sta ascoltando.
Non che la canzone sia malaccio. Anzi. Il fatto che non somigli per niente a quella del suo matrimonio è di grande aiuto. E ci sono certi accostamenti di suoni che gli fanno palpitare il cuore rapidamente, e subito dopo rilassare le membra, come in una sorta di piacevole trance.
Il fatto è che, nella sua mente, alla gradevole melodia che Tiffany gli ha ficcato nelle orecchie per mezzo di quei fastidiosi auricolari, si sovrappongono la voce stizzita di Nikki, il suo sguardo di sufficienza, le labbra accartocciate in una smorfia che voleva essere un sorriso comprensivo, ma che trasudava disprezzo.
Pat, sei un completo disastro.
Nikki gliel’aveva detto ad una delle lezioni di ballo cui si erano presentati prima del matrimonio. Pat aveva cercato, nelle sue braccia rigide e nelle sue spalle curve, la più infinitesimale traccia di grazia. Aveva tentato di costruire sul proprio viso l’espressione fiera di un ballerino provetto. Ci aveva provato, davvero. Ma tutto ciò che era riuscito a fare era stato pestare più volte i piedi di Nikki e rovinare a terra con un sordo colpo di sedere.
Per un qualche assurdo e misericordioso miracolo, il giorno del matrimonio Pat era stato abbastanza mediocre da non essere deriso. O, forse, la folla era tanta che nessuno aveva fatto caso alla sua pessima performance.
Però Nikki aveva sorriso. Riso, addirittura, con le labbra schiuse e i denti dritti e bianchi in mostra, la testa gettata all’indietro, la cascata di boccoli rossi e perfettamente modellati per l’occasione.
Nikki… la lettera è ancora lì, assicurata tra le sbarre delle scale.
Gliela darà stasera. Di nascosto a Veronica. Tiffany gliela darà stasera.
- Ferma! Ferma un attimo! – prorompe Pat, le braccia sollevate in movimenti che sferzano l’aria con malagrazia.
Tiffany mette in pausa la musica, visibilmente scocciata.
- Che diavolo ti prende? – inveisce.
Pat ha l’espressione di uno che è stato appena colto da una fitta improvvisa. Il che porta Tiffany a preoccuparsi sul serio e ad ammorbidire il tono, quando lo chiama per nome.
- Pat? –
- Il fiore che cresce tra le avversità è il più raro e bello di tutti. – mormora lui, snocciolando rapidamente le parole come in una specie di cantilena evocata da un tempo lontano, lo sguardo perso in un punto imprecisato della stanza, un sorriso che suggerisce follia e felicità allo stesso tempo sulle labbra.
- Ma che cazzo stai dicendo? – gli risponde Tiffany, arricciando il naso e staccandogli la cuffia, ormai muta, dall’orecchio destro.
- Il fiore che cresce tra le avversità è il più raro e bello di tutti. – ripete Pat, e stavolta la guarda fisso negli occhi, mentre il suo sorriso si allarga, sino a mostrare la dentatura irregolare, lo smalto un po’ consumato.
- Dì un po’, ti drogavano, da bambino? Ti facevano vedere quelle telenovela che mandano a macchinetta sui canali per vecchie zitelle? – borbotta Tiffany, che non crede di capirci più niente.
Anzi, è piuttosto convinta che sia tutta una strategia, ideata da quello stronzo, per rimandare il più a lungo possibile il momento in cui inizieranno a parlare della coreografia.
- No. È Mulan. – risponde lui.
E poi, quando il volto di Tiffany si dipinge di un’espressione confusa e visibilmente irritata, aggiunge: - Questa frase. È del cartone animato di Mulan. –
Tiffany ha come un sussulto, solleva le spalle e fa una specie di scatto all’indietro con la testa, che, così nota Pat, ha in sé la stessa grazia che aveva Nikki il giorno del loro matrimonio, ma anche qualcosa in più: una punta di malizia. Come in tutto ciò che Tiffany fa, del resto.
- Aspetta. Aspetta un attimo… quella là diventa un soldato per proteggere suo padre, si fa quasi ammazzare, fa fuori Unni a destra e a manca, e tu riesci a pensare soltanto a quella frase? –
Adesso la faccenda sembra andare quasi sul personale. Pat si tira su con un rapido scatto. Tiffany lo imita, dandosi una spinta con il ginocchio che sino a poco fa era poggiato sul parquet.
- È una bella frase. – dice Pat. – Nikki la troverebbe romantica. –
- Be’, - replica lei, lisciandosi le pieghe della maglietta nera, - ti dico come la trovo io. Un ottimo modo per fare alzare a mille il mio tasso glicemico. – biascica, stringendo l’elastico intorno alla cascata scomposta di capelli castano scuro.
Le parole di Tiffany sembrano scivolare addosso a Pat come potrebbe farlo una leggera pioggerella estiva.
- Devo aggiungerla alla lettera. – e scatta verso le scale per afferrare la busta di carta.
Tiffany gli dà un colpetto al braccio.
- Ah, no. Non esiste assolutamente. La lettera è già imbustata e pronta. Non la tocchi più. – sentenzia, in un tono che non ammette repliche.
Pat la guarda fisso negli occhi grigi, screziati di finissime pagliuzze verdi e gialle, oscurati in parte dalle folte, ma curate, sopracciglia nere, abbassate in un’espressione accigliata.
Pensa che Tiffany gli sta facendo un favore. A lui. A Nikki. Che stasera le consegnerà la lettera. Pensa che farebbe meglio a non darle ulteriori motivi per scombussolare il suo già altalenante sistema nervoso, altrimenti Tiffany potrebbe benissimo strappargliela in faccia, quella lettera. E Nikki non la leggerebbe mai.
- Bene. – si arrende, rilassando le spalle.
– Vuol dire che l’aggiungerò nella prossima lettera. –
- Bene. – ripete Tiffany, a denti stretti.
Pat si chiede come mai sia possibile che se la prenda tanto per qualsiasi cosa dica. Sbuffa, e stavolta è lui ad essere irritato dal suo fare sin troppo suscettibile. Sta per darle della stronza, quando si ricorda nuovamente che Tiffany, sino ad ora, è l’unico e insostituibile mezzo per arrivare a Nikki.
Perciò, quando lei gli porge nuovamente l’auricolare, che ogni volta gli raschia l’interno dell’orecchio come un rastrello, lui non sbuffa né si lamenta.

***

Pat ha piantato un centinaio di semi nel giardino, questo inverno.
Non appena la primavera è arrivata alle porte, almeno la metà di questi si è trasformata in rose rosso vermiglio.
L’estate, con la sua afa, ne ha fatte seccare un bel po’.
L’inverno è tornato, gelido e pungente. Pat sorseggia cioccolata calda come se non ci fosse un domani. A Tiffany riesce difficile non fargli compagnia, così, ogni tanto, cede anche lei alla tentazione di buttare giù un po’ di quel liquido caldo e pastoso.
La neve ha cosparso il prato, appena appena puntellato di verde qua e là, sotto il manto candido e freddo.
C’è qualcosa, lì in fondo, ancorato a quel che resta del cespuglio, adesso cosparso di fiocchi bianchi e compatti. Petali rossi, un po’ increspati per via dell’afa estiva, un po’ arricciati per via del vento invernale. Una rosa.
Il fiore che cresce tra le avversità è il più raro e bello di tutti.
La voce di Pat affiora nella miscela di ricordi che le affollano la testa. All’improvviso, Tiffany è quasi tentata di essere d’accordo con quelle parole.
Ma è troppo orgogliosa per dare a Pat una soddisfazione del genere, perciò si limita a sfiorare il vetro della finestra, definendo con le dita i contorni stentati della rosa che, tra il caldo e il gelo, ha resistito. Come lei. Come loro.

Angolo autrice:
Io amo questo film. Ho letto anche il libro, molto bello, ma per la prima volta mi ritrovo a dire che, forse, preferisco la verione cinematografica.
Sarà che gli attori sono troppo belli, troppo bravi, troppo troppo!
Quando ho letto la frase che mi è stata appioppata per il concorso, ho pensato subito a Pat, alla sua visione positiva del mondo e a come Tiffany smonti ogni volta le sue più rosee fantasie con quel tono adorabile un po' acido. Solo un po', eh.
La prima parte, se non si è capito, è un missing moment della scena in cui Tiff fa ascoltare la canzone a Pat.
La seconda è ambientata in un futuro molto futuro :3
Spero che recensiate e che vi sia piaciuta, e anche che la sezione di SLP venga aggiunta a quelle dei Film.
Un bacio!
S.
  
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