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Autore: Luce_Della_Sera    03/09/2013    3 recensioni
La vendetta a volte può essere molto utile...questa one shot è ispirata a un episodio reale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolce sapore della vendetta

 

Mi guardo attorno con fare nervoso: e se qualcuno mi vedesse? Se qualche professore o qualche amico dei miei genitori stesse passando di qui e mi notasse?
“Basta fare la fifona, hai diciotto anni!” mi rimprovero. “Lo fanno tutti e nessuno li coglie mai in flagrante, quindi perché mai per te dovrebbe essere diverso?”.
Sospiro, conto fino a cinque e dopo aver dato un’ultima veloce occhiata alla strada mi infilo dentro al bar più vicino, con il cuore che mi batte a mille; faccio correre lo sguardo per la stanza cercando un tavolo in cui sedermi per prendere qualcosa di caldo che mi aiuti a calmarmi, quando intravedo una persona familiare: mia cugina Vanessa, l’unica di tutto il mio parentado con cui non vado affatto d’accordo. Anzi, per la precisione ci detestiamo a vicenda da quando siamo entrate nell’adolescenza!
Ovviamente, è circondata da uno stuolo di amiche cinguettanti che pendono dalle sue labbra, e mi guarda sprezzante, gongolante, come se avesse già capito il motivo per cui sono qui.
“Ciao Ale!” mi saluta, fingendo di essere felice di vedermi. Una recitazione perfetta, devo dargliene atto: se non la conoscessi ci crederei persino io!
“Ciao Vane”, rispondo, esibendo un sorriso a trentadue denti.
“Come mai qui?”
mi domanda, fingendo interesse. Nonostante si sia sempre comportata da stronza nei miei confronti, sento che posso dirle la verità: in fondo, se si trova nel bar vuol dire che anche lei non andrà a scuola! Quindi, non potrà spifferare a nessuno di avermi vista.
“Oggi non mi va di entrare, preferisco marinare la scuola”.
“Ma davvero? Wow, la santarellina della famiglia che salta un giorno di lezione! Questa sì che è una novità”.
Le sue amichette ridono come se avesse fatto la battuta più divertente del mondo, e io mi trattengo a stento dal non prenderla a pugni.
“Ti prego Vane, non lo …” comincio automaticamente, anche se so che è un avvertimento superfluo.
“Dire ai miei”. conclude lei. “Tranquilla cugina cara, non lo dirò a nessuno … ma tu devi promettermi che farai lo stesso per me, però!”
“Ma cer …” inizio a dire, ma poi mi blocco, vedendo che lei sta confabulando con le altre ragazze.
“Cosa starà tramando?” penso, mettendomi sulla difensiva. Sto quasi pensando di andarmene da lì alla chetichella per andare finalmente ad ordinare qualcosa, quando la mia amata parente mi blocca.
“Senti, Ale, lei deve … fare una cosa”, mi dice, spingendo in avanti una ragazza della sua comitiva che fa del suo meglio per sembrare davvero una che ha un impegno improvviso. “Quando ha finito torniamo, ok? Ci metteremo dieci minuti, non di più!”
“D’accordo”, le dico perplessa, mentre le osservo precipitarsi fuori dal locale. Hanno una bella fretta, questa cosa se esiste deve essere davvero importante!
Anche se non sono convinta della loro onestà, decido di dare loro il beneficio del dubbio e di aspettarle sorseggiando un buon cappuccino.
 

Dieci minuti dopo

 
Come immaginavo, non sono arrivate.
Vanessa mi ha presa in giro, per l’ennesima volta. E io cretina che ho anche voluto aspettarla qui, che ho voluto darle una chance! Illusa.
Mi sento una stupida: non solo ho perso venti minuti di lezione inutilmente, ma sono stata anche umiliata da una nanerottola che si crede di essere chissà chi! Chissà come staranno ridendo a crepapelle adesso, lei e le sue tirapiedi.
“Eh, no!” penso, dentro di me. “Ride bene chi ride ultimo, mi sono stufata delle sue angherie!” Ripenso alle innumerevoli volte in cui ha cercato di rubarmi il fidanzato, alle volte in cui mi ha portato via le amiche raccontando cose false sul mio conto, alle volte in cui mi ha snobbata e mi ha derisa per i miei insuccessi e alle volte in cui mi veniva a cercare soltanto perché non aveva di meglio da fare, e decido di trovarla e fargliela pagare. Come, ancora non lo so, ma so che ci riuscirò!
Mi alzo, pago il mio cappuccino ed esco: sono così determinata che quasi dimentico di controllare che qualcuno che conosco non mi stia osservando.
Dopo aver fatto circa cinque giri a vuoto, però, decido di arrendermi: ormai è chiaro che non la vedrò. L’unica cosa che mi consola è che almeno sarà costretta a mantenere la sua promessa, quindi da quel punto di vista sono al sicuro!
Mi rifiuto di tornare a scuola con la coda tra le gambe: è una questione di orgoglio, e poi c’è il piccolo ma non certo insignificante dettaglio che ieri non ho studiato nulla proprio perché avevo deciso di non andare!
Quindi, mi rassegno ad entrare in un altro bar, dicendomi che magari stavolta posso mangiarmi un cornetto.
“Diciotto anni di stupidità!” sento dire però ad una voce che conosco fin troppo bene mentre varco la soglia, e mi blocco.
“Già!” fanno le altre in coro.
“Davvero pensava che saremmo tornate, che idiota! Se ripenso alla sua faccia quando gliel’ho detto … ci è proprio cascata alla grande!”
“Che farai adesso? Dirai ai tuoi zii che ha saltato le lezioni?” le chiede una delle sue coetanee, probabilmente proprio quella che doveva avere la “cosa” urgente da fare.
“Ma sei matta? Non posso, perché non ci metterebbe niente a ricambiare il favore. E poi è maggiorenne, beata lei … non rischierà comunque di passare i guai, perché le giustificazioni per le assenze può firmarsele da sola. Magari l’avessi io questa possibilità!”
Sentendo queste sue parole velenose, resto dove sono, incerta sul da farsi; poi, improvvisamente, mi viene un’idea.
“Eh sì, Vanessina, io sono maggiorenne e posso fare più cose di te! Vedrai cosa ti combino …” dico tra me e me, mentre chiudo velocemente la porta del bar e scappo verso la scuola.
 

La sera stessa, ore 21

 
“Dai, ti prego, rispondi!” penso, mentre il telefono dall’altra parte fa il terzo squillo.
“Pronto?”. Sospiro di sollievo. Forse allora il mio piano può davvero funzionare!
“Ciao zia, come stai? Sono Alessandra!”
“Ciao bella di zia! Io sto bene, tu? Tua madre e tuo padre?”
“Stiamo tutti bene, grazie”.
“A scuola tutto a posto?”
“Sembra di sì, per adesso … oggi ho potuto dormire di più perché sono entrata alla seconda ora, non sai come mi ha fatto piacere! E sono stata ancora più contenta di vedere Vanessa allo stesso bar dove stavo facendo colazione: entrava più tardi anche lei oggi, vero?”
Sento mia zia sussultare. “Ale, tesoro, ti va se ci risentiamo un’altra volta? Devo parlare con mia figlia!”
“Ma certo!” esclamo, recitando a meraviglia la parte della nipotina comprensiva. Appena messa giù la cornetta, però, non posso impedirmi di ridere fragorosamente: quando mia zia dice “Mia figlia” vuol dire che la mia cuginetta è davvero nei pasticci!
La risata mi muore in gola quando vedo i miei genitori sulla soglia della mia camera.
“Perché ridi?” mi chiede mia madre, sconcertata.
“Ehm … per una battuta che ho appena sentito alla tv!” dico, sparando a caso.
“Ma non hai la televisione accesa!” mi fa notare mio padre, ancora più perplesso.
Li osservo stringersi nelle spalle e chiudere la porta, per rintanarsi in salotto. Probabilmente stanno pensando che sono pazza, ma non mi importa: ho avuto la più grande rivincita della mia vita sulla mia nemica numero uno!
Quanto è dolce il sapore della vendetta …

 
 
  
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