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Autore: SylviaGreen    03/09/2013    1 recensioni
Terzo anno: Harry Potter non può andare a Hogsmeade.
E se non ci andasse nemmeno Draco?
«Cosa vuoi, Malfoy? Anche tu hai paura dei Dissennatori?», rispose, senza entusiasmo. Era sorpreso che non stesse andando a Hogsmeade con i suoi amici. E per quale motivo si trovava lì, a inseguire lui?
«Tiger e Goyle non sentiranno la tua mancanza?».
Il ragazzo ci mise un po’ a rispondere. Sembrava che il pavimento avesse un’aria molto allettante per lui, da come lo guardava con attenzione. «Sarà difficile per loro, ma riusciranno a fare quattro passi senza che io li guidi».
Doveva essere una battuta, ma nessuno dei due rise.
Perché già il fatto che Draco Malfoy facesse una battuta per far ridere Harry congelava a entrambi il sorriso sulla faccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Vincent Tiger
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ehi, sfregiato.  

 
«Non preoccupatevi per me», disse Harry in tono che sperava suonasse disinvolto, «Ci vediamo al banchetto. Divertitevi».
Li accompagnò fino all’ingresso. Mastro Gazza, il custode, era in piedi sulla porta e controllava i nomi di chi usciva su una lunga lista, scrutando i ragazzi uno per uno con sospetto e assicurandosi che nessuno sgattaiolasse fuori senza avere il permesso.
«Resti qui, Potter?», gridò Malfoy, in fila con Tiger e Goyle. «Paura dei Dissennatori?».
Harry lo ignorò e si avviò tutto solo su per la scalinata di marmo, attraversò i corridoi deserti e tornò alla Torre di Grifondoro. [1]

 
Proprio mentre tornava alla torre e la Signora Grassa stava per chiedergli la parola d’ordine, sentì una voce strascicata alle sue spalle. Una voce che conosceva molto bene.
«Ehi, sfregiato».
Si voltò, e rimase di sasso. Draco Malfoy era appoggiato al muro del corridoio alla fine del quale c’era il Dormitorio dei Grifondoro con un’aria strana.
Aveva perso il suo solito sorrisetto, e sembrava terribilmente a disagio. 
Per un attimo, Harry pensò che stesse parlando con qualcun altro. Poi però si guardò intorno: in quel corridoio c’erano solo loro due. A meno che non stesse parlando con un quadro, il che era sicuramente più probabile, Malfoy si stava rivolgendo a lui.
E non per prenderlo in giro, o almeno a giudicare dal suo volto.
Oppure sì?
«Cosa vuoi, Malfoy? Anche tu hai paura dei Dissennatori?», rispose, senza entusiasmo. Era sorpreso che non stesse andando a Hogsmeade con i suoi amici. E per quale motivo si trovava lì, a inseguire lui? «Tiger e Goyle non sentiranno la tua mancanza?».
Il ragazzo ci mise un po’ a rispondere. Sembrava che il pavimento avesse un’aria molto allettante per lui, da come lo guardava con attenzione. «Sarà difficile per loro, ma riusciranno a fare quattro passi senza che io li guidi».
Doveva essere  una battuta, ma nessuno dei due rise.
Perché già il fatto che Draco Malfoy facesse una battuta per far ridere Harry congelava a entrambi il sorriso sulla faccia.
Ci fu una pausa, durante la quale sia Harry che Draco si guardarono i rispettivi piedi, chiedendosi l’uno cosa avesse intenzione di fare l’altro e l’altro a che cosa stesse pensando il primo.
Alla fine Malfoy osò parlare di nuovo. «Come stai?».
Harry aprì la bocca per rispondere, ma non ci riuscì e gli venne solo un rantolo soffocato.
Ci riprovò, ma la voce gli si era come spenta.
Da dove diamine veniva quel nuovo interessamento a lui? Fino a due secondi prima lo aveva preso in giro … Non riusciva a darsene una spiegazione. Eppure non poteva permettersi di fare quella faccia da pesce lesso, accidenti: doveva comportarsi più che dignitosamente, perché Malfoy era lì soltanto per dargli fastidio e per avere altri motivi per prenderlo in giro … sì, era sicuramente così!
Harry richiuse la bocca e si decise a rispondere in modo sensato. «Non ti farà piacere saperlo, Malfoy, ma perfettamente bene», mentì infine.
«Ci credo molto, Potter», rispose lui, impaziente, incrociando le braccia. «Sei solo soletto in un castello vuoto, senza i tuoi amichetti, e stai per andare nel tuo Dormitorio, dove quell’inutile Canon ti leccherà un po’ i piedi come al solito …».
Harry si sentì bruciare dentro. Certo, Colin era molto irritante, ma sicuramente non lo avrebbe detto a lui. «E a te che importa?».
«Che ti frega?», ribatté Malfoy, infastidito. «Che ti frega di quello che voglio io? Che ti frega di me, Potter?».
«Potrei farti la stessa domanda io», ribatté Harry, che cominciava ad innervosirsi sul serio. «Perché non sei a Hogsmeade?».
«Domanda idiota, Potter». Ghignò, ma senza allegria. «Non pensi che io mi stia interessando a te?».
Harry scoppiò a ridere. «Divertente», riuscì a dire tra i singulti. «Davvero molto divertente, Malfoy. Ma lo sapevi che gli scherzi si fanno il primo Aprile, non a Halloween?».
«Dunque», disse lui senza più l’ombra di un sorriso sul volto, «il tuo cervello di Grifondoro dovrebbe farti capire che non si tratta di uno scherzo».
Harry rimase ancora una volta senza fiato, e il suo cuore mancò un battito.
Com’era possibile? Come diamine era possibile?
Che cosa era passato per la sua mente nell’avere l’ardire di pensare … di pensare addirittura di interessarsi a …
«Basta, davvero. Lasciami in pace».
«Potter …».
«Malfoy». Harry lo fissò con uno sguardo inequivocabile, e il ragazzo gli ricambiò l’occhiata. Per un attimo, a Harry parve di scorgere un’ombra di tristezza sul volto di Draco, ma scomparve quasi subito, sostituito dal solito ghigno arrogante.
«Va bene», disse. «Ti lascio al tuo fan club». E gli voltò le spalle.
Harry lo guardò allontanarsi, con la strana sensazione di aver sbagliato qualcosa.
Come se avesse interrotto Malfoy prima che lui potesse dire qualcosa di fondamentale.
No, si disse, ho ragione io. È tutta una messinscena.



 
*
 



«E poi tu cos’hai fatto?», gli chiese la voce adorante di Tiger, mentre Goyle lo guardava ammirato con aria meno idiota del solito: succedeva spesso, quando si trovava di fronte ad un piatto pieno di cibo.
«Oh, l’ho preso un po’ in giro, niente di speciale», rispose Draco con aria di sufficienza, alzando gli occhi oltre i suoi compagni. «E lui che mi implorava di conoscerci meglio … si può essere così scemi?».
«Già», annuì lui, stupidamente, addentando l’ennesimo cosciotto di carne.
«Infatti», fece Goyle con la bocca piena. «Proprio così».
Ci fu un momento di silenzio, in cui si sentivano soltanto le mascelle di Tiger e Goyle.
«Proprio così», disse infine Malfoy con uno strano tono assente, distogliendo lo sguardo dal tavolo dei Grifondoro.
Ma né Tiger né Goyle se ne accorsero.


 
*
 


«E l’ufficio postale, Harry! Ci sono duecento gufi, tutti sugli scaffali, divisi per colore secondo la velocità che vuoi per la tua lettera!».
«Da Mielandia hanno un nuovo tipo di caramello, c’erano gli assaggi gratis, eccone un pezzo, guarda …».
«Forse abbiamo visto un orco, davvero, c’è di tutto ai Tre Manici di Scopa …».
«Avremmo voluto portarti un po’ di Burrobirra, sapessi come scalda …».
«E tu che cos’hai fatto?», chiese Hermione ansiosa. «Hai fatto i compiti?».
«No», disse Harry. [2]
 
E incominciò a raccontare.


« Insomma, vi dico che era triste quando l’ho mandato via. Sono sicuro!». Il suo sguardo passava dalla bocca piena e spalancata di Ron agli occhi accigliati di Hermione, fino a posarsi sul caramello di Mielandia che i due gli avevano portato. «Secondo voi ha qualcosa in testa?».
«No», decise Ron, finalmente deglutendo. «La sua testa è vuota. Vuota come le mie tasche dopo Mielandia».
Era proprio quello che Harry voleva sentirsi dire. Annuì, sollevato , e provò a seguire quell’interpretazione e basta.
Addentò un pezzo di caramello con decisione.
Ma il dolce sapore che aveva in bocca non lo aiutò a calmarsi. 
Suonava troppo, troppo strano per essere vero: anche se lui e Ron spesso ci scherzavano su, Malfoy – Harry lo sapeva benissimo – non era come Tiger e Goyle. Lui un cervello non ce l’aveva solo per ornamento: lo usava spesso, specialmente per capire i suoi problemi e rinfacciarglieli contro. Come poteva pensare che l’avesse fatto perché era uno stupido e basta, senza alcun ragionamento dietro, senza nessun proposito …
«Harry», disse ad un certo punto Hermione. «Io non credo che Malfoy lo abbia fatto per niente».
Harry e Ron la guardarono, entrambi sorpresi: l’uno perché sembrava che lei gli avesse letto nel pensiero, l’altro perché non poteva credere alle proprie orecchie. Alla fine Harry provò a parlare. «E allora per quale motivo lo avrebbe fatto?».
«Questo non te lo so dire», gli rispose la ragazza con uno strano luccichio negli occhi, «ma ti consiglio di voltarti».
Harry si girò a guardare il tavolo dei Serpeverde.
Giusto in tempo per intravedere lo sguardo di Malfoy che si spostava verso il tavolo partendo da un punto preciso del tavolo di Grifondoro.



 
*
 



«No, non ci posso credere, Draco! Ma davvero è così stupido?».
Quella volta era Pansy Parkinson a leccargli i piedi, ma il tono era lo stesso adorante di Tiger, la sera prima.
«Ti giuro che era proprio lì davanti alla porta del Dormitorio, e si aspettava di parlare con me  …».
«E tu cos’hai fatto?».
«Oh, l’ho preso un po’ in giro, niente di speciale», rispose Draco con aria di sufficienza, alzando gli occhi oltre ai suoi compagni. «Ma che diavolo ci faceva lì?».
«Vorrei proprio saperlo anche io», rispose Pansy, addentando con gusto una fetta di torta.
«Sì, anche io», disse Draco. Abbassò lo sguardo, volgendolo finalmente a guardare Pansy. Un impercettibile sorriso di sfida gli aleggiava sulle labbra. Come se si fosse appena consacrato nemico di qualcuno.
«Anche io».
Da qualche parte, in un altro tavolo, lo stesso sorriso si poteva intravedere sulle labbra di un altro ragazzo.



 
*
 



«Sssh, fai piano! Non vorrei che ci senta … potrebbe prendersela a male, vederci che parliamo senza di lui …».
«Sicuramente gli importa molto, dato che si è subito cercato un altro amico!».
«Ron! Ma cosa dici? Sicuramente non butterà via la sua amicizia con te per andare con … con …».
«Sì, vabbé … e allora che diavolo ha fatto questo pomeriggio? Non hai mica detto di …».
«Ora te lo dico … sei sicuro che dorma, vero?».
«Sicurissimo. Figurati, parlava nel sonno!».
«Ecco, allora ascolta … mi ha detto Calì di averlo visto dirigersi verso i sotterranei … e tutti noi sappiamo cosa significa».
«Cosa? Io gli spacco la faccia, lo giuro!».
«Ron, ti prego, non essere impulsivo …».
«Ma che impulsivo e impulsivo!».
«Magari è andato semplicemente a chiarire la faccenda di ieri!».
«Domani lo vediamo al tavolo dei Serpeverde, te lo dico io!».
«Allora è una sfida, Ronald? Chiediglielo domani, dai!».
«Ah, io domani non gli chiedo proprio niente».
«E allora glielo chiederò io, chiaro? Ma non voglio vedervi litigare!»

 
*
 


«Ti ha ancora preso in giro perché non sei venuto a Hogsmeade, eh, Harry?».
«Già. E pensare che voleva pure … bah, non ci voglio pensare».
«Allora, dimmi: stai rimpiangendo o no di aver rifiutato alla sua seconda offerta?».
«Io? Rimpiangere Malfoy? Ma per chi mi hai preso, Ron?».
 
I due amici risero compiaciuti.
Quel piccolo contrattempo non era riuscito a separarli.

 
*


Chi trova un amico trova un tesoro.
Mi sono sempre vantato della mia capacità di formulare una frase. Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima, inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo. Ma vorrei in questo caso modificare la mia precedente frase in questa: chi riesce a trovare un amico, trova un tesoro
. [3]





[1] J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, pagina 129 (vecchia edizione)
[2] J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, pagina 134 (vecchia edizione)
[3] David Yates, Harry Potter e i doni della morte, parte 2, (un po' modificato).






*Angolino autrice*
Sono tornata dalle vacanze ed ecco qui il mio scritto di scuse per tutti voi che state seguendo le mie storie (non mi ricordo i nomi e per questo mi merito un crucio a vita, ma vi adoro, grazie!) e ... boh, spero che vi sia piaciuto.
Stai zitta, SylviaGreen, e torna ad aggiornare le tue storie.
Ehm ... in realtà non ho molta ispirazione per quelle storie lì, comunque giuro (giuro!) che le finirò. 
Ah, se vi interessa: questo scritto non è solo frutto di una pazzia megagalattica della sottoscritta. In pratica la vostra SylviaGreen stava cazzeggiando su facebook quando ha visto due profili GDR di Harry Potter che parlavano tra loro: Harry Lumos Potter e Draco Lumos Malfoy. In pratica lo stato iniziava con ehi, sfregiato e finiva con una serie di commenti, fino a che i due si baciavano. Io ho copiato la conversazione su Word e ho pensato di metterla "a romanzo", ma non appena ho iniziato a scrivere ehi sfregiato con Draco che fa amicizia, la mia mano è andata da sola a completare la storia ... che è finita come l'avete letta.
Spero di essere stata chiara nel finale: in pratica quello che sembrava l'inizio di una Drarry - e che R0n crede essere l'inizio di una Drarry - è soltanto un tentativo da parte di Malfoy di richiedere l'amicizia a Harry. Infatti mi sono immaginata che Draco si fosse un pochino stancato di Tiger e Goyle e che volesse un amico vero, dotato di cervello. Ma ovviamente non ce la fa, perché io amo troppo il trio e non lo separo! 
Cosa c'entra la frase di Silente? Boh, non ne ho la più pallida idea, però mi piaceva come conclusione! 
Ah, ovviamente ci sono dei pezzi che non sono miei in questa storia, e sono citazioni precise del Prigioniero di Azkaban, ma riconoscetele voi, se avete letto il libro!
A presto e giuro, giuro, giuro che aggiornerò!

 
   
 
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