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Autore: sara_efp    03/09/2013    1 recensioni
Se piango che può succedere? Se soffro cresco, se piango prosciugo le mie lacrime.
Sarà per ciò che ti ho detto, sarà per quello che ti ho fatto, sarà... sarà per ciò che farò, non si sa: so soltanto che ti ho perso e da me non ritornerai, ma se lo farai, non sarà così facile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Vederti qui è contemplare
quello che è stato, quello che sarà 
la mia vita... La mi vita insieme a te.
                               (Volverte a ver, Chenoa)


Se piango che può succedere? Se soffro cresco, se piango prosciugo le mie lacrime.
Sarà per ciò che ti ho detto, sarà per quello che ti ho fatto, sarà... sarà per ciò che farò, non si sa: so soltanto che ti ho perso e da me non ritornerai, ma se lo farai, non sarà così facile.
Mi alzo da tavolo e, raggiungendo la finestra, bagnata dalla pioggia, che prima oscurava tutta Bariloche, mi ci siedo, con in mano un po' di cioccolata calda.  La sorseggio piano piano.
Nel vetro, intanto, vedo il lago argentino infrangersi contro la riva, calmo e cristallino, uno specchio a dir si voglia; poi, alzo verso l'orizzonte e vedo il sole, o meglio l'alba, nascere dalle colline verdi e pianeggianti.
Però, intanto, tutto sembra uguale per me, la stessa cosa per me. Nel vetro neanche ti vedo, nel sole neanche e nel lago, tra le sue acque tranquille, non ci sei.
Una lacrima scende giù dal mio occhio scorrendo lungo la mia rosea guancia, susseguita da altre che scendono copiose.
Poi, mi giro verso la mia porta e, all'improvviso, mi asciugo debolmente le mie salate lacrime e, posando sul tavolo la tazza e prendendo giacca e scarpe, esco di casa mia, sola ma felice, pronta a rimediare a ciò che ti ho fatto, pronta per evitare ciò che ti potrei fare.

Già non ci sei,
da ieri.
Piove sale, 
sale della mia pelle.
Ti ho visto,
insieme a me,
mi svegliai,
ho saputo che tu non c'eri.
Cerca di capire...
                     (Sal de mi piel, Belinda)

Corro. Corro ad alta velocità, lasciandomi graffiare da alcuni rametti lungo la strada, che mi lasciano graffi da guerra, come fossero lame di coltelli.
Poi, mi fermo, stanca e sfinita.
Mi reggo su per le ginocchia, appoggiando le mani su di esse, e sospiro. Espiro, insipiro. Espiro, inspiro. Mi siedo sotto l'albero, davanti a me.
Mi guardo intorno, sempre ansimante, cercando di fare mente locale ai miei ricordi... su di lui.

Era notte e io stavo aspettando, come sempre, come tutte le notti, Andrès, un mio collega di lavoro.
Tenevo ben stretto nelle mie mani un anello. Un anello regalatomi dal mio collega, che da sempre aveva cercato di instaurare un rapporto con me e, adesso che ci è riuscito, ha deciso di sposarmi. O almeno, questo si spera.
Continuai a guardarmi in giro quando sulle mie spalle sentì delle mani forti e calde. Per cui mi girai e mi trovai di fronte a lui, di fronte ai miei ricordi.
-Javier!- lo nominai sorpresa. -Che ci fai qui?
-Sono venuto per te, perchè non puoi lasciarmi a marcire da solo.
-Io posso eccome.- mi strinsi sempre di più nella mia giacchetta rossa.
-No, non puoi. Perchè lo fai?
Non risposi.


Ricordo ancora il suo sguardo triste e sconsolato, soprattutto quando gli dissi che aspettavo un figlio.

-Aspetto un figlio.
-C...cosa?
-Sì, ma non da te. Da Andrès. 


Il suo volto così sperduto, così... così... Ah, non ci voglio pensare.
Da quella notte lui non mi chiamò più, non mi cercò più, nè tantomeno mi parlò e mi pensò. Era come un fantasma, che non mi lascia vivere, non mi lascia respirare.
Continuo a rialzarmi, affannata, poi, rigirandomi, inizio a correre.

Voglio dirti che ti amo,
voglio dirti che sei mio,
che non ti cambio per nessuno,
che per tenerti impazzirei.
                     (Quiero decirte que te amo, Laura Pausini)


Anche tu stai correndo. Anche tu corri nei miei pensieri. Anche tu corri perchè per tenermi impazziresti, e io per dirti che ti amo morirei, svenirei, impazzirei anche solo a tenerti.
Ti vedo. Sì, anche tu stai venendo da me.
Eccoti, ti avvicini sempre di più e poi... Sì, eccoti qui, eccoti a me, ecco noi ad abbracciarci, a girare, a ridere e scherzare.
Solo noi due.
-Non ti stavi sposando?
-Il matrimonio è rimandato.
-E il bambino?- mi stacco subito.
Mi guardo la pancia e, asciugandomi le lacrime dico -Javier..
-Cosa è accaduto?
-I.. il bambino è... è morto. L'ho perso.
Il tuo sorriso raggiante muore d'un tratto e ritorni ad abbracciarmi, piangente e io, sospirando, ti stringo sempre più a me. Poi, ci guardiamo negli occhi e io, divertita, dico -Ma voglio un altro bambino.
-E con chi?
-Con te.- e ti ribacio. Ti ribacio sempre più felice, sempre più passionale ed ossessivo. Poi, mi stacco e ti ribacio, mi stacco e ti ribacio più volte, senza finire.
-Ti amo.- ti sorrido e non posso fare a meno di ricambiare.

Non tornare a perderti,
e se ti incontro,
non tornare a lasciarti,
mai più così lontano,
e se un'altra volta
rimango sola e te ne vai,
e se ti perdo...
Non lasciarmi la chiave dei tuoi ricordi.
                          
Me ne vado, adesso non ti tengo.
                                (Me voy, Lali Espòsito)


 
Angolo Autrice,
eccomi anche questa mattinata a scrivere un'altra OS, recensite in tanti. Ho avuto isprazione da alcune frasi di qualche autere cosi ho scritto, spero vi piaccia.
Se volete continuatemi a seguire mi trovo anche qui : La pagina di sara 
 
  
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