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Autore: Bocca Dorata    03/09/2013    3 recensioni
Questa breve one shot è ambientata alla fine del settimo anno, la battaglia è finita da pochi giorni e i rottami e i cocci di tutto ciò che era stato prima vanno ancora raccolti e rincollati insieme in qualche modo.
Harry torna ad Hogwarts per poterla ricostruire e dedica così un ultimo saluto a due persone che sono state per lui davvero importanti e che ormai non ci sono più.
E' un idea che mi frullava in testa da un po' di tempo e spero che possa piacervi.
E così entrai per l’ultima volta nell’ufficio del preside.
Quell’ufficio che era stato di Silente prima e di Piton poi, quell’ufficio teatro di alcune delle svolte più importanti della mia vita, teatro delle mie paure, della mia rabbia e della mia completa rassegnazione ad un destino che mi appariva ormai fin troppo chiaro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il sorriso di un quadro

 
E così entrai per l’ultima volta nell’ufficio del preside.  
Quell’ufficio che era stato di Silente prima e di Piton poi, quell’ufficio teatro di alcune delle svolte più importanti della mia vita, teatro delle mie paure, della mia rabbia e della mia completa rassegnazione ad un destino che mi appariva ormai fin troppo chiaro.
L’ultima grande battaglia era finita da pochi giorni e io avevo deciso di tornare ad Hogwarts come semplice volontario nella sua ricostruzione, pensavo che ricreando quella scuola, quella che per me era stata una prima vera casa, forse avrei ridato una qualche speranza a quel mondo magico che sembrava ormai averla persa per sempre.
Mi guardai attorno, tutto era rimasto esattamente come ricordavo, immobile, come se neanche quella terribile guerra e quelle continue, lancinanti perdite potessero mai arrivare a toccare quel luogo, roccaforte indistruttibile di sicurezza.
Alzai lo sguardo dalla scrivania su cui avevo poggiato nostalgicamente la mano, la sedia oltre ad essa appariva abbandonata e tremendamente vuota e notai la lunga fila dei quadri rappresentanti i presidi di Hogwarts.
Tutti mi stavano salutando con un sorriso, agitando mani o battendole ancora in sporadici applausi, anche Phineas Nigellus sembrava come rincuorato di vedermi ancora lì, in quel luogo senza tempo.
Io sorrisi a mia volta, superando tutta una lunga fila di ritratti, da Fortebraccio a Dippett, arrivando infine agli ultimi due in fondo, agli unici che mi interessasse davvero vedere.
Nella prima cornice stava seduto compostamente Albus Silente i cui azzurrissimi occhi, anche se semplicemente dipinti, sembravano trapassarmi  da sopra i suoi occhiali a mezzaluna.
-Ciao, Harry- disse semplicemente.
-Buongiorno, professor  Silente.
Lui sorrise a quella frase, forse stupito che usassi ancora un linguaggio così formale dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che era stato.
-Volevo ringraziarla per quello che ha fatto per me e scusarmi perché così tante volte ho dubitato delle sue scelte e l’ho spesso odiata porgendo orecchio a continue bugie su di lei e sulla sua vita. – mi faceva male dirlo, lì, in quell’ufficio, parlando stupidamente ad un semplice quadro, immobile e timoroso come il bambino che aveva varcato quella soglia per la prima volta.
Eppure, in qualche modo, dovevo liberarmi di quel peso che mi opprimeva il cuore continuamente, senza mai lasciarmi.
-Non c’è bisogno che mi ringrazi Harry- rispose tristemente Silente con gli occhi che sembravano lucidi –Tante volte ti ho nascosto la verità o ingannato. Sono io che dovrei implorare il tuo perdono e ringraziarti infinite volte per quello che tu, Harry, hai fatto per me.
Sorrisi, sapevo che non c’era più nulla da dire, che non sarei più riuscito a dirgli più nulla, così mi rivolsi all’ultimo quadro della fila dove la scura figura del professor Piton sembrava fingere di non aver sentito una singola parola di quello che avevo detto e teneva lo sguardo rivolto ostinatamente da un’altra parte.
-Grazie anche a lei, professor Piton- esordii così, avendo difficolta a esprimere tutto quel grumo di dolore che mi si era annodato in petto, tutta quella vergogna per aver dubitato per così tanto tempo di un uomo che mi aveva, invece, sempre protetto –Volevo chiederle scusa per averla odiata così stupidamente in tutti questi anni, per non aver mai cercato di comprenderla e per aver sempre sospettato di lei.
-E, ovviamente, desideravo ringraziarla.
-Ringraziarmi per cosa, Potter?- sbottò l’uomo con il suo solito tono strascicato senza sollevare in alcun modo lo sguardo verso di me.
-Per tutto.
L’ex-preside sembrò non aver nemmeno sentito quell’ultima frase, così smisi di guardarlo e, invece, rivolsi a tutti gli altri quadri un ultimo saluto andandomene verso l’uscita dell’ufficio.
Per un attimo pensai che in fondo quello era soltanto un suo ritratto, una rappresentazione forse fin troppo superficiale e che quindi, probabilmente, non aveva davvero compreso quello che avevo desiderato dirgli.
Eppure, volgendo un attimo lo sguardo indietro, mi parve di notare con la coda dell’occhio una specie di sorriso triste e sghembo aprirsi timidamente sull’arcigno viso di Severus Piton.

 
 
-Bocca Dorata-


*risvolto a piè pagina dell’autrice (?)
Spero che vi sia piaciuta, è un idea che mi frullava in testa da un bel po’ di tempo e finalmente sono riuscita a buttarla giù in modo quasi accettabile. (spero)
Comunque è solo una piccola cosa, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate con un commento <3
  
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