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Autore: G3nny_Sama    03/09/2013    5 recensioni
[3x5 con PoV di Gojyo]
"Era già tornato a vederla, quella infinita parete di cristallo che li divideva, anzi no, che divideva lui e il resto del mondo. Può provare in tutti i modi ad attraversarla, ad aggrapparsi a qualcuno, anche per una notte, ma dopo un po' le pareti tornano su come prima e sopratutto, ancora più solide."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Fissa il monitor* Devo ammetterlo, sto postando con gran terrore. Partendo dal presupposto che scrivo seriamente da relativamente poco, non ho mai avuto a che fare con storie in cui interagissero tra loro più personaggi, ho fatto sempre introspezioni brevi e ora che ho deciso di fare qualcosa di più lungo che gira attorno a due personaggi ho un'angoscia pura che mi fa sperare ardentemente di non aver non solo creato una storia stupida ma sopratutto, di aver stravolto due personaggi.
Se ciò accade ditemelo e sopratutto mi scuso se vi ho fatto perdere tempo ù_ù Per il resto ci ho provato e non reputo così schifoso quello che ho scritto quindi lo posto.
Come ho detto nella intro, è una 3x5 con PoV di Gojyo.
Enjoy :)

Walls

Quest'orrore della solitudine,
questo bisogno di dimenticare
il proprio io nella carne esteriore,
l'uomo lo chiama nobilmente 
bisogno d'amare.

Charles Baudelaire

Dovette passare un minuto buono prima che Gojyo sentisse la sveglia, ma lasciò trillare finchè non divenne troppo fastidiosa e premendo ripetutamente i tasti su di essa, finalmente il silenzio tornò in quella camera.
In realtà non capiva nemmeno perchè stesse suonando, poi un flash nella mente, lo sapeva eccome invece, quel maledetto di Hakkai si è lamentato un po' troppo del suo alzarsi sempre tardi... Di sicuro è stato lui. Seccato sbuffò, dopo avrebbe pensato a cosa dirgli e guai a lui se ci riprovava.
Con gli occhi ancora chiusi si tirò su e sbadigliò ampiamente, la testa gli doleva ancora a causa di tutto l'alcool bevuto la sera precedente.
Piano aprì gli occhi e vide accanto a se una ragazza che dormiva tranquilla, coperta solo da un lembo di lenzuolo. Ai? Aki? No, forse Akiko, probabilmente era quello il suo nome, il cervello era ancora un po' annebbiato. Continuò ad osservarla per un po' e se poteva avere le idee poco chiare sul nome, fatto sta che non aveva dubbi sulle sensazioni passate la notte precedente.
Perchè sono quelle di cui andava alla ricerca, le ama così tanto e ne ha un tal bisogno che non sarà di certo una buona dose di alcool a fargliele dimenticare, però rimangono solo questo, ricordi.
La sensazione di calore, di appartenenza, di coinvolgimento, alla fine svaniscono sempre.
Era già tornato a vederla, quella infinita parete di cristallo che li divideva, anzi no, che divideva lui e il resto del mondo. Può provare in tutti i modi ad attraversarla, ad aggrapparsi a qualcuno, anche per una notte, ma dopo un po' le pareti tornano su come prima e sopratutto, ancora più solide.
Un mugolio lo destò da quei pensieri, Akiko si era appena svegliata “Buongiorno bellissima.” le disse sorridendole dolcemente mentre prendeva la canottiera per cominciare a rivestirsi. Lei afferrò il cuscino e abbracciandolo guardò Gojyo, a cui sorrise di rimando rispondendo con un delicato “Buongiorno a te!” e non perse molto tempo che si mise in piedi e cominciò a sistemarsi, riempendo il silenzio di vaghe quanto inutili chiacchiere su cosa doveva fare, se per caso quella giacchetta che le piaceva tanto era ancora in vendita e via dicendo.
Era gioviale e spensierata come se fosse sveglia da chissà quanto, una cosa inspiegabile per Gojyo, eppure per quanto fosse “sonora”, quella vivacità non gli dispiaceva affatto, ed era pure la conferma di aver reso felice qualcuno anche se per una notte.
Appena finito di indossare le scarpe, Akiko si mise a scribacchiare su di un pezzo di carta tirato fuori dalla borsa “E comunque... Grazie di tutto” e facendo un occhiolino gli lasciò il suo numero per poi dirigersi verso la porta, ma un attimo prima di aprirla venne anticipata da qualcuno dall'altro lato.
Ecco probabilmente l'ultima cosa che una persona vorrebbe vedere dopo una dolce notte di sesso, e sopratutto durante un mal di testa: un bonzo con le palle girate pronto a scaricarti addosso una serie infinita di insulti per chissà quale motivo questa volta, perchè glielo si leggeva in volto che quello che voleva dargli non era sicuramente un dolce buongiorno.
Eppure... Così come per il muro, era da un po' che si ritrovava a pensarlo, chiamatelo come volete, masochismo, disperazione, in qualche modo la sua presenza dava un certo sollievo, perchè con tutta la sua arroganza e il suo esser diretto, quelle pareti te le sgretolava non appena apriva bocca. Ti prendeva così tanto da fartene dimenticare l'esistenza. Gli ci era voluto un po' per ammetterlo, ma alla fine lo aveva capito.
“Tu...” Sanzo entrò in camera e appena vide Akiko le mollò un'occhiata glaciale, che la fece andar via salutando Gojyo con lieve imbarazzo “Ma sei idiota o cosa? Lo sapevo che prima o poi con i tuoi atteggiamenti del cazzo finiva male, ma tu continui a sbattertene!” come previsto Sanzo cominciò ad insultarlo, anche se non aveva ancora capito per quale motivo.
“Bonzo idiota perchè per cominciare non la smetti di urlare come una gallina isterica e poi magari mi dici che diamine ti prende?” rispose massaggiandosi le tempie cercando di stare calmo.
“Cosa c'è dici? C'è che con il tuo continuo provarci con tutte le femmine del mondo” ma fu subito interrotto “Hey, lo sai che non è così!” in quel momento Sanzo non volle comunque sentir ragioni “Non interrompermi! Tu che con i tuoi atteggiamenti hai deciso di provarci con la figlia del proprietario della locanda, non ho idea di cosa questa donna gli abbia detto, ma lui ha intenzione di cacciarci tutti via a calci da qui!”
“Ah...” Gojyo mimò mentalmente un face palm ricordando la ragazzetta appiccicosa e troppo insistente che per ovvi motivi aveva deciso di lasciar perdere, ma che contrariata lo aveva salutato con un “Te ne pentirai!”.
“Guarda che non è come pensi tu, questa volta non c'entro niente, e per la cronaca, prima di saltare in quarta potresti anche chiedermi cos'è successo”
Sanzo non mosse un muscolo e continuò a fissarlo “Sono tutto orecchi” .
“Si tratta di una ragazza che ho rifiutato e lei ha pensato bene di vendicarsi, questa volta non c'entro proprio quindi è inutile che ti agiti tanto” .
“Una volta su mille non mi vuole significare nulla, se evitassi di comportarti così io non salterei a certe conclusioni, quindi indipendentemente da com'è andata ho le mie ragioni per avere questa reazione!”
La testa pulsava ancora e per questa volta decise di lasciar perdere “Devo quindi prendere le mie cose?”.
“Ancora non lo so, Hakkai sta parlando con il proprietario” concluse prendendo una sigaretta, e che mentre si mise a cercare l'accendino gli venne sfilata dalle dita da Gojyo, che prontamente la mise tra le labbra e si accinse ad accenderla.
“Oh grazie, le avevo giusto finite!” ma la sua impavida allegria venne interrotta dal rumore di una pistola che veniva caricata, e dal freddo metallo che improvvisamente percepì incedere la sua fronte.
“Ma ormai l'ho messa in bocca!” Sanzo alzò un sopracciglio che voleva dire chiaramente “E allora?” il che fece buttare lo sguardo di Gojyo verso l'alto “Ok ok quante storie, ma non ci prendere gusto con tutti questi baci indiretti” finì a mala pena la frase e la percepì, la morte lo aveva quasi sfiorato sotto forma di pallottola.
Di tutta risposta Gojyo si lasciò sfuggire un “Cos'è bonzo? Hai il carbone bagnato?” e quasi si stupì di averlo detto perchè era il chiaro richiamo di una morte certa, “quasi” perchè in queste situazioni la voglia provocarlo era sempre tanta, anche se sapeva di dover stare attento.
Gli piaceva vederlo andare su tutte le furie e come dava il meglio di sé per minacciarlo, non che un buco nella fronte fosse privo d'effetto ma sicuramente avrebbe saputo come difendersi.
La convinzione del bonzo nelle sue azioni gli faceva nascere quel brivido che lo spronava a controbattere per poi godersi lo spettacolo. Questa volta però, per motivi ancora a lui ignoti, voleva spingerlo fino al limite.
“Ma che diavolo dici?” Sanzo lo guardò come se fosse impazzito.
“Inutile che ti agiti tanto, così mi dai solo ragione!” E di fronte a queste parole, il bonzo lo prese per la canotta “Non ti permettere di insinuare certe cose!”
“Metti giù le mani. Subito.”
“Altrimenti?”
Altrimenti? Gojyo lo afferrò a sua volta per la canotta, e lì per lì, la prima idea che gli balenò in testa fu che gli avrebbe dato volentieri un bel pugno, o magari uno schiaffo, qualunque cosa per farlo tornare al suo posto.
E' curioso come i pensieri possano fluire in maniera così veloce nonostante un tempo limitato, perchè fu tutta questione di un attimo, il tempo di pensare a cosa fare, uno sguardo appena dietro l'interessato, alle mura per la precisione, ed infine un successivo “Non toccarmi” che arrivò e qualcosa scattò nell'inconscio.
Dal profondo, istantaneamente questa serie di eventi cominciarono a collegarsi ed amalgamarsi, mentre teneva lo sguardo fisso su quelle labbra che avevano espresso le ultime arroganti parole, le stesse che muovendosi riuscivano in qualche modo a liberarlo anche se per poco da quella gabbia di solitudine, quelle che avrebbe voluto far chiudere anche solo per un momento per farsi valere, in quel momento, il suo inconscio aveva già deciso cosa fare, e non serviva che lui sapesse.
Poi il nulla, nessun pensiero e il suo corpo si mosse istintivamente verso quello che poi si rivelò essere un bacio.
E con le labbra ancora poggiate su quelle di Sanzo, cominciò a realizzare ciò che aveva appena fatto. Ancora preso dalla velocità di quell'azione, non riuscì a capire se fosse tutto frutto di un'allucinazione, o se fosse già morto perchè di sicuro Sanzo lo avrebbe almeno sparato in faccia.
E invece nulla, quello che aveva davanti a sé era un Sanzo con gli occhi sgranati, e non fece in tempo a dire o fare qualcosa che la porta si spalancò mostrando subito Goku.
“Ragazzi! Ma che fine avete fatto? Io ho fame! E la trattoria è pure lontana!!” disse subito mettendo il broncio “Andiamo? Allora?” il monaco che nel frattempo aveva cercato di ricomporsi diede le spalle a Gojyo e senza dire una parola uscì.
“Gojyo?” disse rivolto al mezzodemone che poi lo guardò un attimo.
“Vi raggiungo tra poco” allora Goku lo fissò dritto negli occhi e piano e serioso disse “E allora non lamentarti se poi manca del cibo!! Non possiamo aspettare in eterno!”
Gojyo lo guardò sarcasticamente “Se non ci fosse una scimmia ladra ingorda non mi farei di questi problemi!” e lo cacciò fuori.
Continuò per qualche istante a fissare la porta ormai chiusa per poi portare una mano al volto “Cosa cazzo ho appena fatto...” riuscì a dire questo anche se con un fil di voce per quello che era più un pensiero interiore che altro.
Spinse poi i capelli indietro e buttò via un sospiro pesante, decise infine di finire di preparasi e raggiungere il resto del gruppo, sul da farsi ci avrebbe pensato in un altro momento.
Il pranzo proseguì quasi normalmente, per il momento e in presenza degli altri, i due cercarono di fare finta di nulla, ma per quanto sembrò essere andata abbastanza bene, il colpo secco dell'imbarazzo non tardò ad arrivare.
Appena tornati nella locanda, si sistemarono nel salottino, Gojyo andò un attimo in bagno e al suo ritorno trovò Sanzo seduto sul divano impegnato nella lettura di un giornale, ma degli altri due nemmeno l'ombra.
“Hakkai e Goku? Dove sono?” era palesemente sorpreso se non nervoso, ma l'altro non alzò nemmeno gli occhi.
“Hanno deciso di fare un giro in paese”.
“E tu non li hai fermati?” disse come se fosse la cose più ovvia, sedendosi accanto al bonzo.
“E perchè avrei dovuto? Non sono io ad aver fatto casini.” E gli lanciò per un attimo uno sguardo gelido, per poi tornare al giornale.
Non sapeva come comportarsi, non sapeva che fare. Il motivo per lo meno era piuttosto chiaro, come gli era capitato alcune volte di pensare, Sanzo suscitava in lui qualcosa che nessuno riusciva, e di questo ne era maledettamente attratto e ormai anche le labbra del “bonzo dagli occhi suadenti” avevano finito per catturarlo. Eppure c'era qualcosa che non gli tornava.
“La pianti?” sbottò Sanzo senza neanche alzare lo sguardo, Gojyo non si accorse che immerso nei suoi pensieri aveva cominciato a fissarlo.
“Dobbiamo parlare.” ammise quest'ultimo.
“Io non ho niente da dire dal momento che non ho fatto nulla.” sputò con quel suo solito atteggiamento strafottente, eppure, qualcosa suonava strano.
Poi Gojyo capì, il punto era proprio quello, Sanzo non aveva fatto nulla.
“Appunto! Non hai fatto un bel niente! Mi sarei aspettato delle urla, uno spintone, un calcio, non lo so che mi sparassi e invece non hai fatto nulla.”
Sanzo prese un po' di tempo, per quanto fosse sempre stato bravo con le parole, quando si trattava di sentimenti aveva un blocco che gli faceva impiegare un po' di tempo nella scelta dei giusti termini.
“Non ho idea di cosa ti sia passato per il cervello, e nemmeno di come tu sia arrivato a ciò, so solo che il brivido che mi è salito lungo la schiena non era di ribrezzo.” Gojyo lo guardò come per dire di proseguire.
“E che altro vuoi? Non ho detto abbastanza?” finì stringendo il giornale ancora aperto.
“Come sarebbe a dire?” Poi assottigliò gli occhi e avvicinandosi un po' aggiunse “Quindi mi stai dicendo che posso rifarlo?”
L'altro sgranò leggermente gli occhi, stava cominciando ad agitarsi anche se la cosa fu praticamente impercettibile “Se proprio ci tieni...” sentenziò mimando un'indifferenza decisamente poco credibile.
Gojyo ghignò e gli posò un lieve bacio “Non hai proprio nulla da dire al riguardo?” e Sanzo, inarcando inarcò il sopracciglio “Mh, diciamo che non mi dispiace”.
Il rosso portò così le spalle un po' indietro “Ti fa proprio schifo dire che ti è piaciuto?” e per tutta risposta il bonzo si girò come per tornare a leggere il giornale e bonfonchiò “Mmmmh...”
“Che c'è?”
“Quasi ci sto ripensando”
Gojyo soffocò una risata “Si si, certo” e prese il volto dell'altro tra le mani per approfondire il bacio.
Ad un certo punto, anche per prendere respiro, Sanzo finì per uscirsene con un “e non metterti cose strane in testa, roba da coppiette ad esempio, sennò, ti ammazzo” il che fece scoppiare a ridere Gojyo “tutto quello che vuole signor bonzo” e tornò ad assaporare le calde labbra che tanto lo attiravano.
Infondo Gojyo sapeva che le pareti invisibili che lo circondavano e che lo lasciavano al di fuori del mondo forse non sarebbero mai crollate, ma finalmente era riuscito a portare qualcuno dalla sua parte e probabilmente, sarebbe rimasto per un bel po' lì, a fargli compagnia.

   
 
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