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Autore: BakaPanda    03/09/2013    2 recensioni
"Quanto si divertivano, insieme. E lui, in silenzio, l’amava. La prendeva in giro, la insultava e le dava della femminuccia antipatica, ma l’amava." - Una Flashfic drammatica che ha come protagonisti due personaggi inventati, di genere fantasy. Ispirata da "River Flows in You" del famoso pianista Yruma, consiglio di ascoltarla durante la lettura.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti amo”.
Un sussurro flebile mentre le forze l’abbandonano. Sapeva che sarebbe finita così, essere una mortale è questo. Significa poter morire. E Finn, questo, non lo sapeva.
Non era pronto.
Non era pronto a vederla sparire, chiudere gli occhi e non riaprirli più.
“Aibhill, svegliati…”, ma lei non può. I suoi occhi verdi, ormai sono spenti, fissi verso il vuoto, immobili senza più neanche quello sbrilluccichio birichino che li caratterizzava. Quella scintilla allegra che era parte di lei. Finn quella se la ricorda, la vedeva ogni volta.
Ogni volta che lei gli diceva di andare fuori, di uscire e infrangere le regole. Ogni volta che lei gli diceva: “Dai, tanto non ci scoprono!” e andavano a fare gli scherzi ai contadini.
Quanto si divertivano, insieme. E lui, in silenzio, l’amava. La prendeva in giro, la insultava e le dava della femminuccia antipatica, ma l’amava.
Lei, in fondo, ha sempre ricambiato. Ma quel ragazzo, così alto e così bello, l’ha distratta. E solo quando lui se n’è andato ha potuto vedere tutti i pregi di Finn. Lui, che le è sempre stato vicino. Che, quando è stata cacciata, ha viaggiato dall’Irlanda fino in California per trovarla, per stare con lei.
E il loro primo bacio, non se lo scorderà mai. Non si scorderà mai quanto è stato bello avere delle labbra che per anni non ha mai sfiorato.
Quanto è stato bello sentire il suo calore, vedere il suo rossore, e beccarsi quell’insulto. E poi le carezze, senza perdere la complicità che li caratterizzava.
E la passeggiata sulla spiaggia, i litigi per le mutande per casa… E adesso, tutto questo non c’è più e non potrà più esserci.
Aibhill è spenta, andata. Morta. L’unica cosa che Finn può fare è piangere. Starle vicino, scuoterla, baciarla, piangere e chiamarla.
“Aibhill, ti prego, basta con gli scherzi”, e se a dirlo è lui si può star certi che sta soffrendo. Soffre, perché l’unica persona che ha amato nella bellezza di duemila anni, è stata solo lei.
L’ha sempre guardata da lontano, e quando è riuscito finalmente a raggiungerla, lei gli è scomparsa tra le dita.
Come polvere.
Come la sabbia, che scivola tra le rughe della pelle se la stringi tra le mani. Come l’acqua, che per quanto sia vitale, se la tieni tra le mani scorre via.
Ecco, Aibhill era la sua acqua. Tutto ciò che gli serviva. E dopo aver appoggiato le labbra sulla sua superficie fresca, è subito evaporata.
E lui, lentamente, sta morendo disidratato.
   
 
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