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Autore: Nanda    09/03/2008    0 recensioni
A nessuno sono sconosciuti i sentimenti. Forse più nascosti, birichini e permalosi cercano di giocare a nascondino con i loro padroni, ma nessuno può dire di non possedere dei veri sentimenti. Perché per quanto si possa sembrare freddi e privi di emozioni, sempre la nostra valigia invisibile ci seguirà ad ogni nostro più minimo passo, facendoci crescere e assediandoci il cuore, anche quello più gelido.
Poi, bisogna solo saper giocare a nascondino con loro, e riuscire a scovarli in qualsiasi posto loro si siano nascosti.
Feelings plays with our life.
I sentimenti giocano con la nostra vita. Bisogna solo saper vincere.
E Draco, aveva finalmente vinto, come ogni Malfoy che si rispetti.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19


LITIGI E CHIARIMENTI


Ma cosa diavolo stai dicendo? Che ti ho portata a letto solo per puro divertimento?” urlava la voce poco sibilante in quel momento di un Draco Malfoy alterato. Più che alterato, inviperito e pronto a fare qualsiasi cosa.


Non è che fosse iniziata così bene la giornata.


Dalla partita di quidditch ormai era passato almeno un buon mese. Quella mattina, dopo che Ginny si era ritrovata tra le sue braccia, aveva voluto sfidare la sorte e parlare più di quel tanto che bastava a tramortire il “nemico” con frasi ad effetto, e grazie alla sua più completa demenza che ritornava all’attacco si era ritrovata a spingersi un po’ più in là esprimendo pensieri un po’ troppo personali.


Adesso non sapeva proprio come districarsi da quella situazione senza nessuna conseguenza disastrosa per il suo cuore.


Non sto dicendo questo…” cercò di spiegare con il tono di voce di un’ottava più alto Ginny con il volto sconvolto. Effettivamente non ci sarebbe voluto un indovino per capire che in quel momento era molto sconvolta. Più che sconvolta, praticamente era pronta a morire se fosse stato necessario a porre fine a tutto quello. E stranamente un piccolo presentimento le stava suggerendo che, se non avesse messo le cose a posto al più presto, qualcosa quel giorno si sarebbe spezzato per sempre, e non era la manica della sua borsa di seconda mano!


In cuor suo Draco non capiva proprio perché dovessero sempre litigare in quel modo senza poter passare una mattina in completo riposo abbracciati nel letto. Litigare era la loro parola chiave per vivere uno a contatto dell’altro. Anche da innamorati. E riscoprì che lui non voleva, non voleva litigare per qualcosa di stupido.


Ma quello per cui stavano litigando, a parere di Draco, non era affatto stupido. Trovarla a pensare che forse lui non l’amava veramente, non era una cosa stupida. Questo perché non credeva che Ginny avrebbe mai dubitato del suo amore dopo averle detto addirittura “ti amo”, il che per Draco Malfoy era un record lontano miglia, ma che pian piano aveva raggiunto, anche se con elevatissime percentuali di sforzi. Tuttavia lui aveva sentito indistintamente i suoi pensieri, e preso da qualcosa di molto simile a ira Drachesca, aveva cominciato a dare in escandescenze arrivando dove si trovavano in quel momento.


E allora cosa stai dicendo Ginny? spiegami i tuoi pensieri perché proprio non li capisco…” urlò Draco in preda ad un attacco quasi isterico. Se fosse stato isterico a quest’ora Ginny sarebbe morta e sepolta sotto la sua stanza infatti.


Ginny stava così male che inconsciamente pensò di poter scappare al più presto da quella stanza. Ed in una parte remota ed inaccessibile della sua mente pensò che i pensieri che aveva fatto subito dopo la partita, non erano proprio sbagliati. Se adesso si scannavano in quel modo, figuriamoci in futuro cosa avrebbero fatto. E lei non voleva soffrire in quel modo, riscoprì che il suo scopo non era soffrire, ma vivere felicemente accanto alla persona che di più amava, e si accorse che questo non lo avrebbe mai potuto fare. Questo perché se la persona che amava più di se stessa era lui, allora non avrebbe mai potuto viverci insieme con la consapevolezza ogni sera quando andava a dormire, di prepararsi psicologicamente per un vicino addio da parte sua. E poi sarebbe rimasta sola, senza i genitori contro cui era andata e senza Hermione o Harry che le davano consigli sempre giusti.


E si sarebbe accorta che era stata così meschina con loro, che l’avevano aiutata a risollevarsi la prima volta, e che di sicuro sarebbero stati così seccati di farlo di nuovo tanto da lasciarla sola inondata dalle sue lacrime ed il suo dolore.


No, non avrebbe mai voluto stare con Draco Malfoy se quello a cui sarebbe arrivata era quello.


Ti sto dicendo che… che… lascia perdere MALFOY, tanto non potrai mai capire!” così dicendo uscì dalla stanza sbattendo forte la porta un momento prima che le lacrime cominciassero a sgorgare dai suoi occhi con la consapevolezza di essersi allontanata da lui, con molto peggio di un addio.


E Draco guardò la porta con uno sguardo fisso ed intenso, e probabilmente per un attimo quel pezzo di legno rischiò seriamente di andare a fuoco.


Gli aveva detto addio. Per sempre. Un’altra volta. Ma infondo se lo meritava dopo tutto quello che le aveva fatto passare. Tuttavia, come sempre, Draco Malfoy era possessivo, e non poteva accettare anche se inconsapevolmente lo aveva già fatto. Per la seconda volta, si erano separati, per sempre. Nonostante tutti i muri tra loro interposti fossero stati abbattuti, quella piccola tendina sottile ma capace di dividerli non erano proprio riusciti a strapparla. Non avrebbero mai potuto vedere i piccoli raggi di sole oltre ad essa, o forse lo avrebbero potuto fare, ognuno nella propria casa con il proprio marito o moglie vicini, e quando avrebbero pianto ognuno in preda ai ricordi, nessuno avrebbe potuto più aiutarli a risanare quelle ferite indelebili, ne Harry ed Hermione e ne Blaise o una disponibile come sempre Pansy Parkinson.


*


Così i giorni proseguirono lenti ed inesorabili come sempre, con la consapevolezza di Ginny che mai sarebbe tornato tutto come prima, e con la consapevolezza di Draco che mai si sarebbe potuto far perdonare, e comunque non era ancora in grado di chiedere civilmente delle scuse, ancora era troppo per lui.


Il tempo degli esami di Ginny era finalmente arrivato, o almeno questo lo avrebbe pensato qualcuno fuori dalla scuola, perché di sicuro lei non avrebbe mai definito “finalmente” il tempo degli esami.


Per un pelo era riuscita a passare difesa contro le arti oscure che lei aveva amato per sei anni, ma che adesso odiava forse più di pozioni grazie all’intervento di un odioso Piton, e per superare storia della magia con un Ruf più in forma del solito aveva dovuto impiegare almeno una settimana su tutti i libri della biblioteca per imparare quello che per ben sette anni non aveva avuto la genialità di fare.


Era risultato che su dieci libri ne aveva imparati discretamente cinque e letto malamente il resto, arrivando probabilmente a sfiorare una A per poco.


Poi pozioni era stata davvero stancante. Ancora non capiva come fosse riuscita a fare quella pozione che in quel momento non ricordava più come si chiamasse, senza fare un grande macello come al solito. Con il perenne fiato sul collo di Draco, che non perdeva ogni sua più minima mossa, e non si riferiva di certo alla pozione, era davvero difficile. Comunque non era l’esame che le aveva dato problemi stranamente, più la presenza di quel suo professore. Trasfigurazione con una Mc Granitt come sempre fiera dell’ottimo lavoro di Ginny era stata una passeggiata, Ginny sapeva che anche se avesse sbagliato, dopo un anno perfetto fatto solo di E, E ed ancora E sarebbe stato più probabile che lei bocciasse per la seconda volta Malfoy nonostante non frequentasse più la scuola.


Sorrise a quel pensiero, a quanto lui fosse praticamente incavolato nero quando aveva visto quella materia rimandata, e se possibile era stato ancora più incavolato e molto più impaurito quando aveva visto la faccia di suo padre che era andato fino a scuola per reclamare. Aveva perfino cercato di corrompere la professoressa.


Poi di nuovo quella brutta sensazione la pervase al pensiero di Draco Malfoy. Basta pensare. Anche perché non sarebbe stata in grado di dire basta pensarlo in quanto nel momento in cui pensava tutta la concentrazione si posava su quel ragazzo biondo senza che lei neppure lo chiedesse, ovvio.


Incantesimi con Vitious era stato un po’ più difficile. Come poteva chiederle un incantesimo che avevano fatto all’inizio del sesto anno? Era questo il dilemma di Ginny. Comunque dopo quel piccolo inconveniente era riuscita a fare un ottimo incantesimo di appello ed un ottimo schiantesimo garantendosi la O del professore più basso della scuola. In più se trasfigurazioni era stata una passeggiata, allora cura delle creature magiche era stata un volo su un ippogrifo. Mentre Hagrid le faceva tutte le domande infatti cercava di mimare nei più strambi modi le risposte, e Ginny si accorse improvvisamente di come l’unica materia che Ron aveva passato con il massimo dei voti fosse stata proprio quella. Infine per divinazione le era bastato inventare qualche disgrazia che avrebbe distrutto la sua famiglia, menzionando un pochino Harry, e la Cooman a quel nome l’aveva praticamente cacciata con una E incredibile per Ginny, mentre astronomia e babbanologia con un padre che andava matto per i babbani erano state più un divertimento che altro, anche se nella prima materia aveva rischiato di prendere una T dopo aver scambiato l’orsa minore per quella maggiore.


Poteva essere abbastanza fiera di se stessa quindi per l’esito di quegli esami. Come minimo avrebbe portato alla madre un M.A.G.O. senza dubbio migliore di quelli di tutti i suoi fratelli, fatta esclusione di Percy ovviamente.


E fu così concentrata in quel periodo sugli esami che quando arrivò l’ultimo giorno di scuola improvvisamente fu presa dal panico. Perché non aveva risolto niente con Draco, e se prima ancora avesse avuto tempo per pensare a come avrebbero dovuto fare, adesso non credeva sarebbe riuscita a trovare ben due soluzioni. Una: per rimanere con lui, un’altra: per rimanere con lui dopo che fosse rimasta con lui. Ok, i pensieri erano un po’ complicati ma si accorse di non poter fare di meglio.


Seduta al suo tavolo, pensava. Pensava che ormai, nessuno avrebbe potuto fare qualcosa di realmente funzionante per far tornare tutto come prima. In quel periodo, oltre certo che a studiare come una matta, aveva pianto molto, perché dopo tutto quel tempo lontana da lui si era accorta che non era realmente in grado di stargli lontano. Ed adesso stava seduta immobile guardando verso il tavolo dei professori e cercando di non piangere davanti a tutti quei suoi compagni quando incrociava il suo sguardo gelido e impenetrabile come lo era diventato nuovamente il suo cuore. O forse era stata lei, che aveva voluto ingannarsi che lui avesse aperto il cuore che in realtà era rimasto chiuso come sempre. O forse era scomparso. O forse non lo aveva mai posseduto. E Ginny in quel momento aveva una tale voglia di piangere, di pestarsi la faccia fino a morire dissanguata. Ma non era colpa sua se pensava quelle cose.


Si dice che se si desidera ardentemente una cosa, quando poi si ottiene subentra la paura reale di perderla. Ed era proprio questo quello che inconsciamente aveva lei. Di certo però non se ne sarebbe accorta. Almeno non subito e non da sola.


Si accorse di avere una voglia matta di vomitare sul suo piatto che fra poco sarebbe stato pieno di piselli che lei mai avrebbe mangiato, questo per non fare realmente quello che stava pensando. Lo guardava intensamente senza che lui se ne accorgesse, ed in cuor suo pensava a quanto fosse stata stupida, quella mattina ormai lontana, ad uscire in quel modo dalla sua stanza senza dargli alcun tipo di spiegazione plausibile.


Poi il bicchiere di Silente provocò un leggero tintinnio e l’attenzione dell’intera sala fu attirata dal preside.


Bene ragazzi, siamo arrivati alla fine dell’anno scolastico… prima di annunciare la casa vincitrice, volevo fare un saluto a tutti gli alunni del settimo anno, ho notato come sempre il vostro impegno che ho premiato con l’aggiunta di trenta punti per ogni casa, in più, volevo informare la signorina Weasley, della sua borsa di studio in trasfigurazioni…” Ginny divenne scarlatta.


Borsa di studio?


Questa poi non se la sarebbe mai aspettata. Mai, piuttosto le sembrava più plausibile che Draco salisse sul tavolo dei professori scalpitando come un cavallo sbizzarrito.


Come era solito fare tutti gli sguardi si puntarono su di lei, e quando Ginny alzò il volto incontrò gli occhi ghiacciati di lui scrutarla intensamente fino a quasi farla male. E questo le fece venire una grande voglia di piangere, se solo non fosse stata sotto l’attenzione di tutta la scuola.


Si alzò, ancora scarlatta, e si diresse verso la cattedra dei professori. Prendendo un respiro profondo per non morire diede la mano a Vitious, Piton, completando tutta la fila. Poi, la Mc Granitt si congratulò con lei assieme al professor Silente e dandole una pergamena arrotolata le fece i suoi ultimi auguri sentiti. Infine, Ginny guardò Draco, e gli strinse la mano. Stettero cinque minuti in quella posizione inconsapevoli di avere tutti gli sguardi della sala puntati su di loro, poi si ridestarono e Ginny tornò a posto sotto mille sguardi indagatori.


Bene, fatto questo, cominciamo a dire che al quarto posto, con quattrocentocinquantasei punti troviamo i tassorosso…” un applauso privo di vita scoppiò verso gli ultimi in classifica.


Andiamo ragazzi, l’importante è partecipare…” li consolò il preside.


Di certo in quel momento ogni singolo tassorosso avrebbe riscoperto la sua indole malvagia pestando a sangue Silente se necessario.


Ma questo non avvenne.


Al terzo posto, i corvonero con quattrocentonovanta punti si fanno largo…” un altro applauso privo di vita riecheggiò nelle orecchie di Ginny.


L’unica cosa che riusciva a pensare in quel momento era che di certo non avrebbe potuto accettare che i serpeverde vincessero. Era tutto quello che andava contro i suoi ideali.


E al primo posto, con seicentonovantaquattro punti, grifondoro vince per il settimo anno consecutivo!” tutta la casata scoppiò in un allegro e gioioso grido di festa, mentre tutte le bandiere rappresentanti il simbolo dei vincitori furono aperte.


I serpeverde come sempre inveivano. Fortunatamente quest’anno non c’era Draco Malfoy che mandava maledizioni su di loro. Ron per caso si era rotto un dito per quelle.


Ginny fece un flebile sorriso mentre continuava imperterrita a stare seduta al contrario dei suoi compagni sovreccitati.


Quando tutto il casino infernale che si era mosso si affievolì abbastanza secondo gli standard di Silente, fece per far comparire tutto il cibo sulle tavole, ma la sua mano fu bloccata da Draco.


Scusi, prima di fare questo vorrei fare una cosa…” gli disse serio.


Silente lo guardò con i suoi occhi color del cielo, poi fece un cenno di assenso con la testa.


Prego signor Malfoy…” pochi posti più in là la professoressa di trasfigurazione nonché vicepreside inveiva preoccupata che di lì a poco ci sarebbe stata una vera e propria carneficina. Non aveva mai riposto un briciolo di fiducia in quel ragazzo.


Ma Silente…” provò a persuaderlo.


Tranquilla Minerva, non proverà ad uccidere nessuno…” rispose lui in tono scherzoso.


Poi Draco si alzò dal suo posto e si diresse verso la tavolata dei grifondoro. Sapeva che se fosse riuscito nel suo intento, allora ormai non c’era più nient’altro che non fosse in grado di fare, e forse era stato anche questo ad aiutarlo a fermare il braccio del preside. Poi, salì sulla immensa tavolata sotto gli sguardi fissi ed imbambolati di studenti curiosi e serpeverde terrorizzati che lui volesse ancora ucciderli per l’esito della partita, e cominciò a percorrerla fino ad arrivare dove voleva.


E Ginny era ancora scarlatta, in più con quella scenata era diventata carminio. Aveva ancora lo sguardo basso, come se fosse pienamente sicura che lui non fosse lì per lei, ed in cuor suo sperava che non le chiedesse di fare qualche oscenità lì davanti perché non avrebbe retto.


Tuttavia era felice. E non capiva proprio perché se ancora non era successo proprio niente a parte Draco Malfoy che era salito come un emerito imbecille sul suo tavolo guardandola concentrato.


Ginevra Weasley,vuole salire con me per piacere?” adesso capiva perché lui fosse lì. E avrebbe tanto non volerlo capire per poter calmare quel rossore sulle sue guance che non dava segno di attenuarsi. In più tutti quegli sguardi non le piacevano molto. Ma doveva per forza metterla perennemente in imbarazzo? Si, si rispose da sola. Poi osò alzare lo sguardo e vide la mano di lui stesa completamente verso di se. Se l’avesse presa avrebbe fatto la figura della più completa idiota. Ma tanto se non la prendeva l’avrebbe fatta comunque, quindi gli strinse un po’ la mano. Lui la tirò e la portò con se sul tavolo.


Lo sguardo impietrito della Mc Granitt confrontato a quello sorridente di Silente era una miscela esplosiva che coinvolgeva così tanto tutto il resto della scuola tanto da far rimanere i loro sguardi fissi e per nulla decisi a sbloccarsi su di loro.


Ginny ora era viola. Sembrava un semaforo con difetto di fabbricazione.


Una voce appena, appena udibile si scorse in tutta la sala, ma non abbastanza capace da attirare l’attenzione di tutti.


Voi state insieme?” poco dopo Draco scoprì che quello era il fratello minore di Flitt. Bella notizia avrebbe ricevuto quando sarebbe tornato a casa. Probabilmente lo avrebbe chiamato per sapere se aveva bisogno di qualche cura. Ma questo a Draco non importava. E non gli importava di Flitt, come non gli importava di suo padre e di tutti i suoi stupidi amici serpeverde che non lo lasciavano un attimo in pace.


Si, io amo Ginevra Weasley!” poi, come per essere più chiaro, la strinse dolcemente per la vita, e se la portò con le labbra che sfioravano le sue, baciandola dolcemente davanti a tutti. E lei non potè fare altro che circondargli il collo con le braccia e continuare a baciarlo, felice di poter essere ancora tra le sue braccia.


Mi devi tutta la tua vita Weasley, non mi piace quando le persone pensano prima di baciarmi!”


Mai spesa meglio Malfoy!” rispose continuando a baciarsi.


Se in un primo momento dopo quel grandissimo evento l’“oddio” della Mc Granitt aveva attirato tutti, adesso erano i suoi singhiozzi sommessi che lo facevano. Aveva un fazzoletto in mano e le lacrime inondavano i suoi occhi stanchi e vecchi, mentre Silente non faceva altro che guardarli continuarsi a baciare sorridente di aver chiuso l’anno nel migliore dei modi grazie al mangiamorte più temuto di tutto il mondo magico. La Cooman stava affogando quasi nelle sue lacrime grosse quanto ceci, stramaledicendosi per tutte le disgrazie predette alla povera ragazza, e Piton li guardava con il suo solito sguardo schifato.


Severus, potresti fare un piccolo sforzo almeno…”


Mi spiace Albus, ma proprio non ci riesco…” furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca acida.


Ad Hagrid probabilmente gli si era bloccata la crescita, il che era un fattore molto positivo, e tutta la studentesca femminile li guardava con le lacrime agli occhi.


Poi si separarono, e Draco le si inginocchiò davanti prendendole la mano. Ginny aveva paura. Se fosse svenuta fuori da quella scuola sarebbe morta, senza le cure amorevoli di Madama Chips. E questo perché non le ci era voluto molto per capire quello che Draco Malfoy stava per fare. In più era abbastanza scossa per aver fatto un gesto così sconsiderato e impulsivo.


Ginevra Weasley, io ti amo come non mi sarei mai aspettato di poter amare nessuno all’infuori di me stesso, vorresti sposarmi?” probabilmente quello era il modo più consono alla sua persona con cui Draco Malfoy avrebbe potuto fare una proposta di matrimonio. E Ginny credeva che le sue gambe non avrebbero retto ancora per molto.


Accompagnati dai singhiozzi della professoressa più dura di Hogwarts, i singhiozzi piccoli di alcune ragazze giunsero alle orecchie di Ginny frastornandola più di quanto già non fosse.


Poi estrasse dalla tasca un piccolo cofanetto nero e glielo porse aperto.


E Ginny in quel momento sembrò stesse svenendo se i suoi occhi non si fossero riaperti e le gambe non avessero continuato a reggerla senza troppi problemi. E rimase ancora più allibita quando mise l’anellino sottile di oro bianco al dito, con un diamantino al centro.


Non credeva un giorno sarebbe arrivata a tanto. Non lo avrebbe mai pensato.


Si, signor Malfoy, anch’io ti amo come non credevo avrei mai potuto amare in questo modo il mio professore di pozioni!” così dicendo si mise a ridere flebilmente e lo baciò.

Mentre lo faceva guardava Luna riderle dal suo tavolo facendole un occhiolino con la consapevolezza di essere davanti agli sguardi di tutti, a cui stranamente era subito passata la voglia di mangiare più concentrati su altro per riempire le loro pance.


Un applauso sonoro e molto più forte dei precedente si levò nella sala accompagnando quel dolce bacio mentre i rimasugli delle stelle filanti cadevano posandosi sulle teste dei due ragazzi, più impegnati in cose costruttive che pensando alle carte che avevano sulla testa, come avrebbe di sicuro detto Draco Malfoy.


E di nuovo si riunirono, consapevoli che questa volta mai niente li avrebbe più potuti separare, neanche quel piccolo diamantino interposto tra i loro due cuori, sarebbe stato capace di farlo. Per quanto duro e indistruttibile. Draco Malfoy e Ginevra Weasley, negativo e positivo, freddo e caldo, ghiaccio e fuoco, ombra e luce, scuro e chiaro, nord e sud… non c’erano vie di mezzo tra di loro, ma solo un amore che li teneva uniti, completandosi a vicenda. Due anime gemelle, che per quanti piatti avrebbero gettato dalla finestra tramortendo qualche ignaro passante, avrebbero per sempre vissuto insieme, consapevoli di non poter fare a meno l’uno dell’altro.


Per sempre e comunque, insieme.


  
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