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Autore: _Pobluchan_    03/09/2013    0 recensioni
"Si Clyde, sono già sul posto"
Chiusi il telefono in faccia al mio capo sapendo che non aveva nient'altro da dirmi. Nessuno poteva essere più informato di me sull'eroe che girava per la città, del resto era me che contattava sempre dopo aver fatto il colpo. Feci lo slalom tra le macchine della polizia e arrivai alla vecchia fabbrica tessile. Sopra ad essa una grossa J, simbolo del suo passaggio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Si Clyde, sono già sul posto"
Chiusi il telefono in faccia al mio capo sapendo che non aveva nient'altro da dirmi. Nessuno poteva essere più informato di me sull'eroe che girava per la città, del resto era me che contattava sempre dopo aver fatto il colpo. Feci lo slalom tra le macchine della polizia e arrivai alla vecchia fabbrica tessile. Sopra ad essa una grossa J, simbolo del suo passaggio. Feci gli occhi dolci alla guardia di turno e la oltrepassai come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Signorina del giornale... Anche lei qua?" ironizzò il detective seccato.
Io gli sorrisi innocentemente.
"Salve ispettore, cos'abbiamo questa volta?"
"Come se tu non lo sapessi" disse infastidito.
"Se ho capito bene Justice ha catturato il noto boss mafioso Cavarezza"
"Vede che non ha bisogno di chiedere niente? Ora può tornare al suo ufficio e scrivere un articolo da prima pagina"
Mi avvicinai a lui e gli sorrisi innocentemente.
"Ma devo fare qualche foto e controllare bene la scena. Devo esaudire la curiosità dei miei lettori" spiegai.
Lui sbuffò, poi mi fece segno di passare. Come una bambina corsi avanti stando attenta a non pestare i calcinacci sparsi. La scena che mi si presentò davanti era davvero singolare: tutto legato e infiocchettato c'era il boss mafioso in mutande.
"Carino" dissi scattando la prima foto.
Scattai qualche foto qui e là. Fu mentre fotografavo il boss da dietro che lo vidi. Cercando di passare inosservata mi avvicinai al piccolo oggetto e lo raccolsi da terra. Era un piccolo ciondolo a forma di J. Dove l'avevo già visto?
"Non penso che quello sia suo"
Mi voltai e Cavarezza mi fulminò con lo sguardo mentre mi passava davanti in manette. Forse era di Justice. Senza farmi vedere lo nascosi nella tasca del cappotto e tornai in ufficio.
"Allora? Che ha combinato questa volta J?" mi chiese il mio collaboratore.
Bhe, più che collaboratore era il mio miglior collaboratore. Okay, era il mio miglior amico. Il miglior amico più figo di tutta l'America. Era irlandese, di tre anni in più di me e con due occhi blu che ti facevano girar la testa.
"Ha catturato Cavarezza" dissi come se nulla fosse.
"Cavarezza?! QUEL Cavarezza?!" chiese stupito.
"Già, proprio quel Cavarezza. Ora vai a svilupparmi le foto per piacere, ho un articolo da finire"
Lui mi rivolse un timido sorriso e lo guardai allontanarsi sculettando appena. Cavoli che bel sedere che aveva. Sospirai. Eravamo in crisi. Si, perché lui due giorni fa era arrivato e di punto in bianco mi aveva baciato senza più dire niente.
*flashback*
In fumo! Il mio sogno di diventare una giornalista televisiva era andata in fumo! Cavoli che stupida che ero stata. In quel momento entrò Niall.
"Senti, mi dispiace da morire per averti coinvolto in questa follia. Evidentemente non sono portata per questo tipo di cose, forse il mio scopo è quello di scrivere le notizie ad una scrivania"
"Miky..." cercò di interrompermi.
"Niall davvero mi dispiace! Non darò mai più retta a queste idee folli, resterò attaccata a quella"
E mi aveva baciata. Quel bacio tanto desiderato. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal momento perfetto. Sapeva di cioccolato alla vaniglia. Io amavo il cioccolato alla vaniglia.
*fine flashback*
Da allora non aveva più menzionato quel bacio. Nulla di nulla. E io mi ritrovavo a passare le mie giornate a rifletterci su senza venirne a capo. Almeno c'era J che mi distraeva con le sue chiamate. Anche lui, però era un'altra incognita. Che aspetto aveva? Perché salvava la nostra città senza pretendere nulla in cambio? Sospirai e cominciai a scrivere il mio articolo da prima pagina.
****
Era seduta sul divano di casa mia e osservavo il ciondolo. Chissà se era davvero suo. In quel preciso istante il mio cellulare cominciò a squillare.
"Pronto?"
"Pronto Michela?"
Scattai subito sull'attenti. Era Lui.
"Si. Dimmi"
"Quando sei arrivata dove ho fatto il colpo non è che hai notato un ciondolo in giro?" mi chiese la voce grottesca.
"Ciondolo?" chiesi sorpresa.
"Si, è un vecchio cimelio di famiglia..."
Quindi era davvero suo. Forse avrebbe potuto condurmi da lui.
"No, mi spiace. Io non l'ho vista. Forse ce l'ha la polizia"
"Grazie. Ci sentiamo alla prossima"
"Ci conto"
Attaccò subito sentendo a malapena il mio saluto. Doveva essere davvero importante se era così preoccupato. Avrei indagato.
****
Cominciai andando dal mio gioielliere di fiducia.
"È di un metallo che non ho mai visto in vita mia. Sembra resistente a qualsiasi temperatura" mi disse tenendo l'occhio incollato alla lente d'ingrandimento.
"Sei sicuro di non conoscerlo?"
"Mai visto una cosa simile in tutta la mia vita" confermò.
Uscii dal negozio delusa. Ero a un punto morto. Dove diavolo lo aveva preso? Una mano mi afferrò da dietro, mentre un'altra mi tappava la bocca per impedirmi di urlare. Subito l'adrenalina mi schizzò a mille e cercai di ribellarmi. Avevo fatto un corso di autodifesa. Mandai a segno un paio di colpi, ma poi sbucò un altro uomo e mi caricarono su un furgone.
"Penso che tu abbia qualcosa che possa interessarci" disse uno dei due.
"Non ho niente" gli sputai in faccia.
"Oh, invece si dolcezza. È un piccolo ciondolo che hai trovato alla vecchia fabbrica"
"Vi sbagliate se credete che ce l'abbia io. Lui l'ha già ripresa" dissi spaventata.
Non dovevano averla.
"Oh, peccato. Quindi non ci servi più. Che ne dobbiamo fare di te?" chiese divertito l'altro uomo.
Il cuore mi salì in gola e mi mancò il respiro.
"Lasciatemi andare" dissi in un sussurro.
Loro risero e mi misero un panno sul naso. Provai a combattere, ma mi sentivo sempre più debole. Poi tutti divenne nero.
****
Una secchiata d'acqua gelida mi fece svegliare di colpo. Respirai lentamente per riprendere fiato dallo spavento e misi a fuoco la scena che avevo davanti. Un uomo alto e magro faceva dondolare un piccolo ciondolo a J mentre sorrideva.
"Grazie. Lei non ha idea di che fatica ci ha risparmiato portandoci questo ciondolo" disse divertito dalla mia espressione.
"Ma si figuri" dissi sarcastica.
"Ora vorremmo sapere chi è Justice"
Risi. Davvero credevano che io lo sapessi?
"Non ne ho la più pallida idea"
"Non le conviene scherzare con il fuoco... O, in questo caso, col ghiaccio" disse sorridendo diabolicamente.
Solo in quel momento mi accorsi di essere in un enorme cella frigorifera e che l'uomo portava un pesante cappotto.
"No..." sussurrai spaventata.
"Oh si. Hai idea di cosa può succedere ad una persona bagnata con addosso un semplice cappotto autunnale se si ritrova a 10 gradi sotto zero?"
Il mio corpo cominciò a tremare. Seguii l'istinto e mi alzai in piedi per scappare verso l'uscita. Caddi subito. Guardai la mia caviglia destra e vi trovai una catena agganciata. L'uomo magro cominciò a ridere.
"Davvero credevi sarebbe stato così facile? Ti sbagliavi bambolina"
Da dei tubi cominciò a fuoriuscire dell'aria fredda. Hai tre minuti per dirmi quello che sai, altrimenti tra cinque morirai di ipotermia"
Restò a guardarmi mentre i miei vestiti cominciavano a seccare per il freddo e le mie labbra cominciarono a tingersi di blu. Non avrei mai detto niente di lui. Era troppo importante. Alla fine sospirò rassegnato.
"Che peccato, un bel visino come il tuo. Addio bambolina. Presto potrà raggiungerti anche il tuo amato supereroe"
Con un sorriso malefico mi abbandonò.
"Aiuto!" urlai debolmente.
Cercai di schiarirmi ancora un po' la gola, poi urlai di nuovo.
"AIUTO!"
Niente. La porta non si aprì e da fuori non provenne nessun rumore. Mi rannicchiai sul pavimento cercando di riscaldarmi un po', ma niente. C'era troppo freddo e io ero troppo debole. Così mi lasciai andare. Non notai gli spari e tutta la confusione fuori. Mi accorsi che qualcosa era cambiato solo quando due braccia mia sollevarono rompendo la catena e mi portarono al caldo.
****
Mi svegliai avvolta in un giaccone caldo. Lentamente mi tirai su e mi guardai attorno. Ero sdraiata su un tavolo d'acciaio di una cucina di un ristorante, davanti a me c'era la cella frigorifera in cui mi avevano rinchiusa. Mi girai di scatto. Lui dov'era? Dall'ombra uscì una sagoma alta come me, ma più robusta.
"J..." sussurrai intimidita.
Era buio, quindi non riuscivo a vederlo in faccia, ma potevo intravedere il suo ciuffo all'insù e un po' spettinato. Perché non mi parlava? Lentamente venne verso di me e io cominciai a scrutarlo. Portava un vestito nero con una grossa J grigia sopra. Era davvero lui. Il mio fiato si fermò mentre lui avanzava verso il chiaro di luna. L'avrei visto. Avrei visto il suo volto. Quando fu ad un passi dal mostrare il viso si fermò.
"Voglio vederti" sussurrai sporgendomi verso di lui.
Non lo vidi, ma chiusi gli occhi quando mi baciò. Cavoli, era disarmante la sua velocità. Le sue labbra si muovevano in perfetta sincronia con le mie. Era il bacio perfetto. Eppure pensai a Niall. Quando si staccò sentii perfino il sapore di cioccolato alla vaniglia.
****
Tornai a casa con la testa fra le nuvole, talmente fra le nuvole che mi accorsi di Niall solo quando mi parlò.
"Dove sei stata? Sei tutta bagnata" chiese sorpreso.
Non dissi niente, semplicemente andai da lui e lo baciai. Lui rimase sorpreso, ma fu una frazione di secondo, poi mi afferrò in vita e attirò a se continuando a baciarmi. Erano così calde e morbide le sue labbra. E quel sapore di cioccolato alla vaniglia...
"Ovunque tu sia stata devi andarci più spesso se torni a casa così" disse senza fiato.
Io sorrisi guardandolo in quegli occhi mare così tranquilli.
"Sono stata salvata da un supereroe" dissi come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Bhe, non posso essere superman, ma per te posso essere un superhuman"
Io sorrisi e lo baciai. Era sempre stato la dolcezza in persona. Come erano buone le sue labbra. Quando mi staccai appoggiai la testa sul suo petto e lui mi strinse a se. Fu in quel momento che notai un piccolo ciondolo a J. James. Niall James Horan.
"Ti amo Miky, ti amo da tempo immemore. So che non posso competere con un supereroe, ma per te io sarò un superuomo. Sarò l'uomo migliore che tu abbia mai conosciuto" mi promise baciandomi la fronte.
Io sorrisi. Non poteva esistere una persona migliore di lui.
"Tu sei già il mio supereroe, Niall. E ti amo. Anche se tu dovessi essere solo il povero ragazzo irlandese del giornale, ti amerei comunque" gli dissi mettendogli le braccia intorno al collo.
Lui mi fece il sorriso più bello che avessi mai visto, facendomi sciogliere. Mi baciò con trasporto facendomi sentire il cioccolato alla vaniglia. Il piccolo eroe irlandese.
  
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