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Autore: _astharot    04/09/2013    1 recensioni
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«Tu non sei altro che una macchina per uccidere, hai sangue demoniaco, come pretendi che io possa anche solo tenere a te? Odio tutto ciò che rappresenti»
Sentendo pronunciare quelle parole Jonathan si irrigidì, calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi rigandogli le guance. Si fece coraggio e alzò la testa guardando il padre negli occhi, nero e azzurro si incontrarono per un breve istante, Valentine sospirò visibilmente irritato dalla reazione del figlio e lo strattono per il braccio.
«Piangere non ti servirà a niente, accetta la realtà nessuno tiene a te, perfino tua madre ti ha abbandonato, era disgustata da quello che eri diventato.»
«Ma io non ho scelto di essere così! Sei stato tu che mi hai trasformato in un mostro, io volevo solamente avere una famiglia, volevo che qualcuno mi volesse bene...» Mormoro' il piccolo con la voce spezzata
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Valentine Morgenstern
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“La gente non nasce buona o cattiva. Forse nasce con delle inclinazioni verso l’una o l’altra parte, ma è il modo in cui ciascuno vive la propria vita che conta. E le persone che si incontrano.”

 

 

 

 

 

Jonathan si era rannicchiato su se stesso , aveva freddo, fame e le ferite sulla schiena che gli erano state inflitte appena qualche ora prima continuavano a sanguinare. Se provava a chiudere gli occhi per prendere sonno rivedeva solamente Valentine chino su di lui che lo frustava con un ghigno divertito stampato sulle labbra. 
Aveva gli occhi lucidi ma si costrinse a non piangere, non voleva dimostrarsi debole, non era quello che gli era stato insegnato, lo sapeva bene.

 

Quella mattina Valentine si era svegliato all'alba e come al solito era andato dall'altro bambino, quello con il sangue d'angelo. Passavano molto tempo insieme, sicuramente più di quello che Valentine passava con Jonathan, il bambino non ne capiva bene il motivo, cosa c'era di sbagliato in lui? Cercava di fare tutto quello che il padre gli ordinava, voleva semplicemente che fosse orgoglioso di lui così come lo era dell'altro Jonathan.

«Papà cos'ho che non va?» Chiese il piccolo con voce tremante.
Valentine lo liquidò con una rapida occhiata e infine rispose «Perchè mi stai domandando ciò?»
«Quando vai da quell'altro sei di buon umore, sorridi, ti diverti con lui, mentre quando stai con me hai sempre quell'espressione imbronciata, è come se fossi un peso per te» Ammise Jonathan tenendo lo sguardo rivolto verso il basso. 
«Tu non sei altro che una macchina per uccidere, hai sangue demoniaco, come pretendi che io possa anche solo tenere a te? Odio tutto ciò che rappresenti» Sentendo pronunciare quelle parole Jonathan si irrigidì, calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi rigandogli le guance. Si fece coraggio e alzò la testa guardando il padre negli occhi, nero e azzurro si incontrarono per un breve istante, Valentine sospirò visibilmente irritato dalla reazione del figlio e lo strattono per il braccio.
«Piangere non ti servirà a niente, accetta la realtà nessuno tiene a te, perfino tua madre ti ha abbandonato, era disgustata da quello che eri diventato.»
«Ma io non ho scelto di essere così! Sei stato tu che mi hai trasformato in un mostro, io volevo solamente avere una famiglia, volevo che qualcuno mi volesse bene...» Mormoro' il piccolo con la voce spezzata.
Si rese conto troppo tardi di ciò che aveva appena detto, Valentine lo trascinò con violenza in una piccola stanzetta completamente senza finestre, quella che ormai il bambino aveva imparato a riconoscere come “La stanza delle punizioni” perchè era li che lo portava il padre ogni qual volta commetteva qualcosa di sbagliato, Valentine si allontanò per un breve momento, tenendo stretta fra le dita una frusta, quella però non era una comunissima frusta bensì in metallo demoniaco, una volta perforata la pelle con essa le cicatrici non sarebbero più andare via. “Ti serviranno a ricordare tutti i tuoi sbagli” Era questo che ripeteva il padre.
Jonathan strinse forte i pungi affondando le unghie nel palmo della mano e chiuse gli occhi, pronto a ricevere il colpo.
«Amare significa distruggere, ed essere amati significa essere distrutti, ricordatelo.» Fu tutto ciò che disse Valentine.
Ed era verò pensò il bambino, quel giorno aveva ricevuto la più importante di tutte le lezioni, era inutile affezionarsi, o volere bene a qualcuno. L'amore provoca solo dolore, ma non era il dolore fisico che temeva, a quello ormai ci era abituato, era stato momento in cui suo padre aveva detto di odiarlo, ecco, quello si che poteva definirsi doloroso.
 Era solo al mondo e a nessuno importava di lui.

 

Note dell'autrice: 
Tadà eheh, si lo so che fa leggermente schifo, ma è la prima storia che pubblico quindi chiedo venia. cwc.
Avevo una mezza idea di cerare una raccolta di one shot di Clary e Sebastian raccontate dal punto di vista di quest'ultimo ma chi lo sa.. 
anyway ringrazio tutti quelli che leggeranno questa "storia" se storia si può definire, visto che non ho ancora capito bene cosa sia... diciamo che è un qualcosa, so di non essere brava a scrivere infatti sto cercando di migliorare e niente..
Adios. :*

   
 
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