Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Paper Town    04/09/2013    0 recensioni
Una promessa, due ragazzi che si lasciano con una speranza, la speranza che un giorno possano tornare a astare insieme ..... la domanda è: torneranno insieme?
*Tratto dalla storia:
- Kay.. io …. Devo …. Partire. – disse poi abbassando lo sguardo e iniziando a fissarsi le converse bianche. Io indietreggiai di un passo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The worst day could be the better?
 
 
*OS scritta per il compleanno del nostro Liam
Ps. Lo so che è passato, ma non potevo pubblicarla, quindi la pubblico ora, scusate*
 
28 Agosto 2013
 
Io, Kayra Thompson. Sono una ragazza normale, con le solite paranoie da adolescente, I soliti timori. Tutte le preoccupazioni di una normalissima 19enne. Odio il giorno 29 agosto. Mi ricorda una promessa, la promessa che mi ha fatto il mio ragazzo, Liam. Lui mi promise che sarebbe tornato da me. Ormai però sono passati quasi quattro anni. Aveva sedici anni, compiuti quel giorno, quando suo zio decise di portarlo con lui in nave. Ricordo ogni particolare come se fosse successo ieri.
 
29 Agosto 2009
-Kayra… devo dirti una cosa… - disse Liam mentre ci trovavamo al porto insieme.
- Cosa? – chiesi continuando a fissare l’orizzonte che aveva preso fuoco grazie al tramonto del sole.
- Io… - una nave fece suonare il ‘clacson’ interrompendolo. Ci girammo entrambi verso il rumore e vidi suo zio che gli faceva segno di andare. L’unica cosa che non capivo era: andare dove?
- Io.. – disse ancora. Lo fissai mentre il dolce vento fresco mi scompigliava i capelli mossi e castani e mi accarezzava le gambe lasciate scoperte dai miei shorts.
- Ti amo. – disse poi prima di baciarmi. Ricambiai il bacio senza esitazione. Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi. I miei del colore del ghiaccio fresco si mescolavano con i suoi del colore del cioccolato.
- Anche io. – dissi mentre mi accarezzava la guancia con un sorriso malinconico.
- Kay.. io …. Devo …. Partire. – disse poi abbassando lo sguardo e iniziando a fissarsi le converse bianche. Io indietreggiai di un passo.
- Kay … non odiarmi…. Ti prego… io tornerò, puoi starne certa. Se mi aspetterai io ci sarò. Tornerò da te. È una promessa. – disse sollevandomi il volto e scoprendo tutte le lacrime che mi rigavano il volto.
- Non piangere. Tornerò. Aspettami qui, ad ogni mio compleanno. Ti prometto che ci sarò. – disse per poi darmi un bacio. Quando ci staccammo io lo strinsi a me e lui fece lo stesso.
- LIAM! CAZZO MA QUANTO CI METTI?! – urlò suo zio costringendoci a staccarci.
- Devo andare. Promettimi che tu starai ogni anno qui. – disse guardandomi con degli occhi leggermente lucidi. Io annuii e poi lui mi diede un bacio, il nostro ultimo bacio prima di molto.  Quando ci staccammo mi diede un ultimo abbraccio, anch’esso l’ultimo prima di molto. Corse verso la barca di suo zio. Quando salì andò sul ponte di poppa e agitò la mano verso di me.
- TI AMO!- mi urlò. Io mentre piangevo e singhiozzavo rumorosamente lo salutavo.
- TI AMO! – Urlai con la voce rotta dal pianto. Quando fui sicura che non mi potesse  più vedere e che non lo avrei rivisto per tantissimo mi accovacciai per terra portando le gambe al petto e iniziando a piangere urlando il suo nome. Sentii una mano rugosa sulla mia spalla e mi girai asciugandomi gli occhi con la manica della felpa.
- Bambina perché piangi? – chiese la donna guardandomi dolcemente. Cercai di calmarmi.
- Il mio …. Il mio ragazzo è …. È partito e …. E non so quando tornerà. – dissi ancora scossa da dei singhiozzi silenziosi. La donna che doveva avere più o meno 75 anni ben portati mi sorrise dolcemente.
- Vieni con me su quella panchina bambina, ti racconterò una storia. – disse dolcemente. Io mi alzai seguendola fino alla panchina. Ci accomodammo e lei si schiarì la voce.
- Allora. Tanti anni fa, quello che adesso è mio marito, dovette partire per non sapevamo quanto. Era il giorno di san valentino. Eravamo qui al porto, io già lo sapevo. Quando mi salutò mi promise che sarebbe tornato. Io ogni anno a San valentino andavo qui al porto e ci passavo l’intera giornata. Passarono ben 40 anni ed io ormai non ero più giovane e bella come un tempo. Avevo 19 anni quando lui partì e quando tornò avevo nientedimeno che 59 anni. Non avevo mai avuto dei fidanzati dopo lui, no, lo avevo voluto aspettare. Mi aveva promesso che sarebbe tornato e quando sarebbe tornato mi avrebbe amata. Appena sbarcò dalla nave mi corse incontro nonostante l’età. Si inginocchiò e tirò fuori un anello di oro bianco con la centro un diamantino, eccolo, guarda. – disse sporgendo la mano e facendomi vedere il bellissimo anello. – mi chiese di sposarlo. Non esitai nemmeno un attimo. Lui aveva mantenuto la promessa e anche il tuo ragazzo lo farà. – disse. Io la abbracciai. Mi adottò dato che ero orfana e Rose, questo il suo nome, mi diede tutto l’amore che aveva con suo marito, Jack.
 
 
Io adesso sono qui, come tutti gli anni, come tutti i giorni, a piangere perché non avevo ricevuto nemmeno una lettera da parte di Liam, nulla. Mi mancava ogni giorno di più.
 
29 Agosto 2013
 
La mia sveglia impostata alle 5:30 suonò. Solo qual giorno mi alzavo così presto. Avevo paura che lui tornasse senza trovarmi e pensare che io non lo amavo più. Mi misi dei pantaloni che arrivavano poco più su del ginocchio, grigi, come il mio umore. Infilai la mia felpa, sempre grigia, sempre come il mio umore. E le converse, sempre grigie, sempre come il mio umore. Quello era il giorno dell’anno che odiavo di più. Sulla mia agenda ogni santissimo anno c’era scritto:
 
29 Agosto: GIORNO PEGGIORE DELL’ANNO.
 
Scritto a caratteri cubitali. Sotto però non resistevo e scrivevo sempre:
compleanno di Liam. Giorno migliore dell’anno.
Questo era scritto piccolo ed era contornato da goccioline d’acqua. Come al solito lasciai una biglietto a Jack e Rose.
Quando arrivai mi accomodai sul molo. No, non è un molo qualsiasi, è quel molo. Il molo in cui io lo vidi l’ultima volta. Io non ero cambiata molto e temevo che lui lo fosse, soprattutto caratterialmente. Lo amavo per il suo carattere e per la sua dolcezza, poi l’aspetto era aggiuntivo. Per me lui era sempre bellissimo ma molte persone non la pensavano così dicendoglielo in faccia e facendolo soffrire. Il mio pianto iniziò prima degli altre volte. Le lacrime iniziarono a scendere.
La giornata passò lentamente, tra una lacrime e l’altra. Era ormai tardi, le 23:58. Tra due minuti non sarebbe più stato il suo compleanno e tra due minuti mi sarei dovuta rassegnare all’idea di passare un altro minuto, un'altra ora, un'altra settimana, una altro mese, un altro anno senza di lui. Mi alzai rassegnata asciugandomi con il polsino della felpa, ormai zuppo, le lacrime. Mi strinsi nella tessuto e iniziai ad incamminarmi verso l’uscita del porto. Sentii un ‘clacson’ di una nave suonare. Mi girai di scatto sperando che fosse la sua barca. Strizzai gli occhi cercando di combattere contro la vista offuscata per colpa delle lacrime e l’oscurità. Riuscii a mettere a fuoco l’immagine.
 
KEYERSE
 
Era la sua barca. Mi voltai di scatto gettando il cappuccio all’indietro. E facendo cadere la mia borsa per terra. Un ragazzo alto, muscoloso e con i capelli corti non aspettò nemmeno che la barca attraccasse definitivamente al porto per scendere. Dall’unica luce accesa potei notare che aveva tatuate sul braccio delle frecce. Non poteva essere Liam. Mi incupii rimettendo il cappuccio e tornando a recuperare la borsa. Poco prima che potessi prenderla qualcosa prese me. Mi voltai ed era quel raazzo. Adesso che era qui alla luce con me potei notare che aveva degli occhi color cioccolato uguali a quelli di..
-Liam? – chiesi passando una mano sulla sua guancia. Sentii un accenno di barba.
- Kay? – era sicuro che fosse Liam. Solo lui mi chiamava in quel modo. Sorrisi mentre le lacrime iniziavano a scendere sia a me che a lui.
- Dio…. Mi sei mancato tantissimo. – dissi mentre gli accarezzavo la guancia sorridendo. Lui mise una mano dietro la mia nuca e con il pollice mi accarezzava la guancia.
- Anche tu. Ho odiato il giorno del mio compleanno in questi anni. – disse dolcemente.
- Liam. Sei cambiato tantissimo. – dissi io. Si era fatto un po’ più alto e si era fatto crescere la barba.
- Anche tu…. Sei ancora più bella di prima. – disse. Arrossii al suo complimento. In questi anni nessuno me li aveva mai fatti. Sorrise intenerito e il suo viso si avvicinò lentamente al mio chiusi gli occhi e un secondo dopo le sue labbra premevano sulle mie. Chiese l’accesso alla mia bocca che io non gli negai. Era come il nostro primo bacio. Con Liam avevo avuto la prima cosa di tutto. E questo era esattamente come il nostro primo bacio. Dolce, casto, amorevole e lento. Le nostre bocche si assaporavano a vicenda.
- LIAM! NON TI SEI SBACIUCCHIATO PER 4 ANNI E ADESSO QUANDO MI SERVE UNA MANO TI SBACIUCCHI?! VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!. – io mi stavo per staccare. Sapevo come era fatto suo zio. Lo avrebbe picchiato.
- Non dargli retta. Non andare. Ho aspettato 4 anni per questo. – disse sulle mie labbra. Io misi una mano tra i suoi capelli e una dietro la sua nuca avvicinandolo a me. Lui mi prese da sotto le cosce sollevandomi. Per non cadere avvolsi le mie gambe intorno al suo bacino. Grazie a quella nuova posizione io ero più alta di lui. Suo zio si avvicinò incazzato ma a noi non importava. Noi ci continuammo a baciare dolcemente. Quello era il nostro e solo nostro momento. Dopo ben 4 anni avevamo quello per cui avevamo lottato e fatto enormi sacrifici: l’amore. Essere amati ed amare.
 
 
-Questa è la nostra storia. Spero che vi sia piaciuta. – completai. Erano passati ben 60 anni da quel giorno ma io e mio marito ce lo ricordavamo a memoria, ogni dettaglio. Adesso era il suo 80esimo compleanno. E noi lo avevamo passato con i nostri nipoti. Estrassi una foto di quel giorno. Sentii una stretta al cuore e poi vidi solo il buio. Aprii gli occhi e vidi una luce bianca. Mi guardai le mani e il corpo scoprendo che ero tornata ad essere una 16enne. Mi guardai intorno e poco lontano vidi Liam anche lui 16enne. Era bellissimo, come lo ricordavo. Era come quel giorno in cui partì. Gli corsi incontro e gli saltai addosso baciandolo. Lui mi strinse e ricambiò il bacio.
- Benvenuta in paradiso amore. – disse quando si staccammo.
 
Questa è la nostra storia. Siamo entrambi morti d’infarto, nello stesso giorno, nel suo compleanno. Le nostre tombe hanno una sole lapide grande, come quella di Rose e Jack. Incontrammo anche loro in paradiso. Somigliavano a noi, con una storia diversa ma somigliavano a noi. Finalmente il giorno più brutto diventò il più bello.
 
 
 
 
 
Spazio della pazza
*sbuca da dietro l’angolino e fa ciao ciao con la mano*
Salve a tutti bellissimi! Scusate per l’enorme ritardo, lo so che oggi non è il compleanno di Liam ma non era a casa il 29 e per questo non l’ho pubblicata.
Comunque spero che vi sia piaciuta e niente … non ho altro da dire ….
Grazie per essere a rrivati a leggere fino a qui!
Un bacione,
Manu xx

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Paper Town