Libertà,
amore e vari
casini.
La voce
imperiosa del sangue saiyan quel
giorno gli induceva una sorta di agitazione; il ricordo sbiadito degli
anni
trascorsi a lottare per difendere l’amato pianeta pungeva
nella carne e lo
rendeva malinconico.
Chi era adesso Trunks Brief? Cos’era
diventato?
Quasi a beffa delle sue nobili origini, sedeva ugualmente su un
trono. Impeccabile, governava un’importante multinazionale e
possedeva cumuli
di denaro; stava facendosi strada in ogni campo. Ormai la Capsule
Corporation
non aveva concorrenti e le azioni erano salite ai massimi storici.
Come diavolo era riuscito a farsi
intrappolare in quel modo? Imprecò.
Quella giornata lavorativa sembrava non
dovesse terminare, avere lo scettro del comando l'opprimeva e stava
diventando
un peso insopportabile.
Ecco cos’era diventato: un perfetto
attore, costretto a recitare una parte che non gli confaceva e a
dispensare
sorrisi e strette di mano.
Il presidente scostò la sedia
bruscamente per sollevarsi, appoggiò una mano sul bordo
della scrivania, poi
abbassò il capo lasciando ricadere i capelli sul viso. Era
esausto.
La testa piena di pensieri, le labbra
socchiuse; non poteva negare che quel ritmo di lavoro gli prosciugava
ogni
briciola del suo tempo. Si trovava imprigionato in una gabbia dorata
mentre in
cuor suo desiderava solo riacquistare la libertà, di poter
assaporare l’aria
umida di quella giornata.
Si trovò di fronte al riepilogo della
sua vita e tirò un respiro profondo, aveva più di
trent’anni ed era
maledettamente solo. Le donne non finivano mai di stupirlo, ma anche di
deluderlo; non avrebbe mai amato una delle tante che aveva conosciuto,
pronte a
giurare il falso pur di riuscire ad impalmarlo.
Il giovane si voltò e scrutò serio la
vetrata e la frenesia di fondersi con l’azzurro del cielo lo
indusse a compiere
una scelta irrazionale. Era il momento di godersi una scintilla di vita
a
scapito di tutti, doveva pensare, per una volta, solo a se stesso.
Con un movimento rapido sfilò l’elegante
doppiopetto e lo gettò sul pavimento con una punta di
stizza, poi si liberò
della cravatta e sbottonò il colletto della camicia. Non
stava più nella pelle,
ma cercò di frenare l’entusiasmo che gli accendeva
il cuore, facendolo tornare
bambino.
Si sistemò una ciocca dei capelli color
lavanda dietro all’orecchio e accennò un sorriso,
la finestra luccicante
rifletteva la sua immagine sempre più vicina.
“Oggi voglio staccare da tutto e godermi
la libertà.”
Era proprio quello di cui aveva bisogno:
gettarsi fra le braccia del firmamento, gioendo per
l’esaltazione del momento
ritrovando se stesso.
Volava senza incertezza, ben deciso ad
allontanarsi il più possibile. La grande capitale lasciata
alle spalle era
scomparsa, il paesaggio sottostante si stava tingendo di verde e gli
donava una
piacevole sensazione; il suo sguardo seguiva il corso serpeggiante del
fiume e,
più distante, intravvedeva le cime dell’imponente
catena dei Paoz.
Quello stato di stupefazione che provava
lo ripagava della sua decisione; quella visone pittoresca non si poteva
descrivere con semplici parole, poiché lo lasciava a bocca
aperta: il cielo e
le montagne si sfioravano e sembravano amalgamarsi.
Trunks arrestò la sua corsa e una luce
intensa s’accese nei suoi occhi azzurri e profondi nel bearsi
della vista della
verdeggiante radura, che richiamò quei ricordi che gli
avevano lasciato solchi
profondi nella memoria.
Improvvisamente, gli parve di vedere due
bambini saltellare nei prati, rincorrersi ed ingaggiare un
combattimento;
ridere, scherzare spensierati e lontani dalle problematiche della vita.
Lui e Goten, seduti in riva al ruscello
nella luce del crepuscolo, a parlare del domani. Non sembravano
trascorsi anni,
bensì solo giorni.
Il presidente ingoiò a fatica prima di
discendere con lentezza, deciso ad esaudire il suo bisogno di
solitudine; posò
i piedi sull’erba, chiuse gli occhi e, senza fretta,
restò a farsi accarezzare
dalla brezza.
Pan
aggiustò la casacca della tuta,
fradicia di sudore.
Era reduce da un estenuante allenamento,
che l’aveva vista impegnarsi al limite delle proprie forze.
Stava tornando verso casa; in qualche
modo avrebbe dovuto svolgere i compiti per l’indomani.
Procedette a passo
sicuro nella foresta, ma fu distratta da una percezione e
sbarrò gli occhi.
“Trunks? E’ impossibile, cosa ci fa
qui?” era stata colta alla sprovvista e le parve di essere
assalita da un
brivido.
Le sue guance divennero paonazze e le
gambe si mossero con slancio verso il punto da dove sentiva giungere la
sua
aurea. Impiegò pochi minuti, ma le parvero
un’eternità: lo sentiva sempre più
vicino e il cuore le arrivò in gola.
Rimase paralizzata quando lo vide.
Per descriverlo avrebbe dovuto far uso
di aggettivi superlativi; il sole sfiorava la sua pelle levigata, la
camicia
sbottonata mostrava una muscolatura possente, i lunghi capelli
scendevano sulle
sue spalle larghe.
Avrebbe potuto conquistare il
cuore di qualsiasi donna anche solo con
uno sguardo.
“Trunks…” la voce gli risuonò
alle
spalle, facendolo voltare con un lieve stupore. Non s’era
accorto dell’arrivo
della giovane Son e sul volto si aprì un sorriso radioso.
Lei temette di
svenire.
“Pan, ciao …non ti ho sentita arrivare.
A dire il vero, pensavo che fossi andata a Satan City per allenarti in
palestra.”
Era stata una stupida a sbucare così dal
nulla. Avrebbe potuto restare nascosta e spiarlo a piacimento; lui le
piaceva
oltre l’immaginabile da parecchi anni e, ultimamente, doveva
far ricorso a
tutto il sangue freddo per mostrarsi indifferente.
“Ciao Trunks. Beh oggi ho preferito
allenarmi qui, nessun posto è meglio dei Paoz. Da anni sono
abituati ad
assistere alle esibizioni di potere dei Son.”
sospirò con rammarico.
Le mancava da morire suo nonno e poteva
ancora sentire il grande dolore provato nel momento in cui lo aveva
visto
scomparire, sulla groppa del drago Shenron, conscia che fosse un addio.
“Stai pensando a Goku, vero?” Pan si
meravigliò. Com’era possibile che riuscisse a
leggerle nei pensieri? Come
faceva ad anticipare sempre le sue parole? Quante doti straordinarie
celava
Trunks Bief?
“Sì, mi manca tanto. Vorrei rivederlo,
anche solo una volta…” lui le prese la mano e la
guidò fino alle labbra,
baciandola con tenerezza.
Le ferite erano ancora aperte in
entrambi, avrebbe voluto vederla sorridere, meritava di essere felice,
la piccola
Pan.
“Sei
come una sorella per me....” mormorò, le
voleva molto bene e mostrava di essere protettivo come un fratello
maggiore, ma
lei risentita fece un passo indietro, stravolta da un tumulto di
emozioni.
“Lasciami, non toccarmi!” era riuscito a
farla innamorare perdutamente e, prima o dopo, la verità
sarebbe saltata fuori,
non riusciva più a dominarsi, non davanti a lui.
“Pan scusami, non intendevo far nulla di
male. Era un solo gesto affettuoso.” rimase sbalordito dalla
reazione
incomprensibile di lei.
“Già, è questo il punto: tu mi
consideri
solo una sorella, un bambina. E non capisci, non capisci
niente!” rispose
decisa, nonostante il cuore colmo d’amore avrebbe voluto
prenderlo a schiaffi:
non le bastava l’affetto, ormai.
“Cos'è che non capisco?
Spiegati…” pensò
a quel giorno, tanti anni prima, quando erano partiti verso
l’ignoto alla
ricerca delle sfere. In effetti ora la monella irriverente era
diventata una
bella ragazza: i lunghissimi capelli corvini le incorniciano il volto,
dove due
gemme dai riflessi nocciola spiccavano sotto le ciglia scure.
Il presidente ebbe un sussulto: aveva
captato un devastante dolore e, quel dolore, gli parve gli venisse
trasmesso.
Voleva abbracciarla, chiederle che cosa
la tormentasse, doveva comprendere il significato delle sue parole.
“Io ... io ti amo tanto Trunks. Ecco,
sei contento? Soddisfatto? Mi sento solo ridicola e tu ... tu fatti
pure una
risata: è quello che mi aspetto.” la paura
s'insinuò in lei per la prima volta
nella vita. Paura che la consolasse dicendole che non era niente
d'importante,
ma solo una cotta passeggera.
Trunks,
però, rimase ammutolito; non faceva un
solo movimento, mentre guardava i suoi occhi accecati dal pianto.
Continua
…
Wew ciao ^^
prometto di non
dilungarmi troppo
con questa fic …sarò
veloce!!XD
La dedico a miacaracara e a Lisa
^^
le ringrazio per l’interesse dimostrato nel leggere le mie
piccole storie, per
le loro recensioni che mi fanno sempre spuntare il sorriso e mi
ripagano delle
ore passate a scrivere i miei sogni, davanti al pc.
Grazie ^^
Aspetto il
parere di voi lettori…mi
interessa molto il vostro giudizio, non siate timidi! ^_-
Ciao
da
LORIGETA
^^