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Autore: DisneyStar022    04/09/2013    5 recensioni
[Kickin\\\' It - A colpi di karate]
Kim è una ragazza semplice, dolce e un po' troppo sarcastica. Non sa dire di no e aiuta tutti.
Jack è un duro, ma ha un cuore grande per amare, anche se non gli interessa fidanzarsi.
Che cosa succede quando si mettono insieme il duro più arrogante e la regina del sarcasmo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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*In corsivo ci sono i pensieri del personaggio*

Kim pov:

Ha un coltello in mano?! Cazzo!
Vuole uccidermi?
Ho fatto un passo indietro, cercando di aumentare la distanza tra lui e me.
Chi è? Non ne ho idea.
Erano le otto e mezza di sera e stavo tornando a casa dal negozio di alimentari, per andare a comprare qualche dolcetto da mangiare. Mia mamma mi ha detto più volte di non andare in giro a quest’ora, soprattutto in quelle zone di periferia pericolose, dove appunto il negozio era situato. Ma ho deciso di andarci lo stesso, tanto ci avrei messo solo 10 minuti.
Sulla via del ritorno a casa, dopo pochi minuti, ho notato questo ragazzo che mi stava seguendo. Ho iniziato a camminare un po' più velocemente per allontanarmi, e improvvisamente ha gridato “FERMATI!”. Mi sono girata e ho notato che aveva un coltello in mano.
Oh. Mio. Dio. Perché io? Dovrò morire così giovane?
Ci sono tante cose che non ho ancora fatto. E la mia mamma e il mio papà? Oh Dio, sto davvero mangiando l’ultimo pezzo di cioccolato di tutta la mia vita?
"Non ti muovere". Disse con un tono pericoloso.
La sua voce mi suonava così dura e lucida. Non riuscivo a vedere il suo volto, perché era troppo buio, e non c'erano lampioni nella zona.
Deglutii con difficoltà. Che cosa voleva da me?
"Non ho nulla di valore. Ho speso tutti i miei soldi in caramelle e non ho gioielli.” Volevo solamente scappare da quella situazione.
"Sta zitta!" Gridò. "Non voglio i tuoi soldi o le tue cose."
Alzò il coltello e lo puntò verso di me “Voglio te.”
“Beh… onesto” Ho detto con sarcasmo e me ne sono subito pentita. Io e la mia dannata boccaccia. Il suo corpo si irrigidì di colpo e iniziò a stringere ancora più saldamente il coltello.
Quel tipo ha un coltello, vuole ucciderti e tu pensi pure di essere sarcastica. Buon lavoro Kim.
Fece un passo avanti ed io feci un passo indietro. Ho iniziato a sudare, mi sentivo davvero troppo spaventata.
"Non ti muovere troia!" Ha gridato.
E da quando sarei pure una troia? Cavoli, nessun rispetto.
"Pe-perché? Perché vuoi me?" Chiesi mentre lui continuava a camminare verso di me e io continuato a camminare all'indietro.
C'era un po 'di luce adesso e ho potuto vedere il suo volto. Era un tipo strano, i suoi vestiti erano un po’ strappati, e sembrava che non facesse il bagno da giorni. Non l'ho mai visto prima.
Beh, mi sembra ovvio, chi è che va a fare amicizia coi maniaci raccapriccianti?
Fermati testa stupida! Questa è una situazione di vita o di morte.
Lui sorrise diabolicamente. "Perché tu sei bella."
I miei occhi si spalancarono. Lui-? Vuole st-stupr ... oh Dio, non riesco nemmeno a dire la parola.
Cosa devo fare? Che cosa devo fare?!
Diventare un ninja!
Zitta.
Beh...comunque... Ha un coltello! E’ in vantaggio!
Bene, quindi potrei proprio…emh, INIZIARE A CORRERE!
Mi sono girata e ho iniziato a correre. Non c'era nessuno in giro, solo una strada vuota. Dove sono tutti?! So che questa zona è un po’ deserta, ma davvero non c'è una stramaledetta persona qui in giro?
"FERMATI! Dove cazzo vai?" Ha gridato. Sentivo i suoi passi pesanti dietro di me. Ho corso più veloce che potevo.
Momento cultura generale:
In ogni storia, ogni film, la ragazza guarda indietro il ragazzo che la insegue e cade per terra. Morale della favola: non guardare indietro durante un inseguimento. Ma essendo noi esseri umani stupidi, ci ascoltiamo? Ovviamente no.
Così mi sono voltata per vedere quanto il ragazzo fosse vicino a me e indovinate cosa è successo? Sono inciampata.
Mi sembra giusto.
Appena mi sono scontrata con la terra fredda, il ragazzo si è avvicinato a me. Ho cercato di rialzarmi per ricominciare a correre, ma lui mi ha affermato le mani.
"Dove vai bella?” Avvicinò il suo coltello al mio collo.
Poi la situazione iniziò davvero a peggiorare. Stavo per essere violentata. Mi sono guardata intorno, non c'era nessuno. La strada era vuota. Sudavo e tremavo al tempo stesso, il cuore mi batteva fortissimo. Le lacrime scivolavano dai miei occhi. Sbattere le palpebre non serviva a niente, neanche la promessa fatta a me stessa di non piangere. Non voglio mostrarmi debole.
Non posso correre, la sua presa è così stretta che mi fa male alle braccia. Cosa devo fare? Oh dio. Perché io? Perché?
"Lasciami andare!" Ho detto con una voce forte, beh, forte quanto ho potuto. La mia voce era tremolante a causa della paura.
Il ragazzo sembrò arrabbiato di colpo.
"Senti tu, possiamo sbrigarci con questa cosa? E’ inutile che provi a scappare. In giro non c'è nessuno. Nessuno ti potrà aiutare, quindi basta, se non vuoi che ti faccia davvero male. " Ha detto con freddezza. Stavo respirando pesantemente, ma dovevo dargli ragione. In giro non c’era nessuno. Nessuno che potesse aiutarmi.
Le lacrime erano di nuovo nei miei occhi, avevo la gola secca. Sta davvero accadendo tutto questo?
Kim, urla!
Il ragazzo iniziò a sbottonarmi la camicetta.
URLA!
E ho urlato a squarciagola, ma subito il ragazzo mi coprii la bocca.
"Non urlare troia!" Gridò.
Improvvisamente, ho sento qualcuno strapparmi via da quel maniaco. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo che mi teneva con le sue braccia. Non riuscivo a vedere il suo volto, ma potrei dire che mi stesse guardando negli occhi.
Eccolo. Il mio eroe.
“Ti sta dando fastidio?" Ha chiesto il mio eroe.
"Ha l’aspetto di un rapporto d’ amicizia?" Gli ho chiesto con sarcasmo. Beh, era abbastanza stupido, ma comunque era il mio eroe.
Improvvisamente, siamo entrambi stati spinti all'indietro ed io caddi per terra. Alzai lo sguardo, il mio eroe stava attaccando quel bastardo maniaco.
Non avevo mai visto una vera e propria scena di lotta, solo qualche volta nei film. Di solito assisto a risse fuori da scuola tra bulli, ma questa non centrava proprio niente con le risse da scuola. Tremavo, e non riuscivo a stare in piedi.
Il mio salvatore tirò un pugno in faccia a quel maniaco, facendogli perdere sangue dal naso. Il mio eroe stava vincendo. Speravo di poter tornare finalmente a casa. Ma ancor di più, speravo che il mio soccorritore non si facesse troppo male.
Punteggio attuale: 1-0 per il mio eroe.
L’ eroe era riuscito a far cadere per terra il ragazzo, e potevo sentire i suoi grugniti di dolore. Appena l'ho visto ferito, lì a terra, mi sono sentita un po’ più sicura.
2-0 e il maniaco è ancora in svantaggio!
Il tipo ha cercato di rialzarsi, ma il mio soccorritore gli ha tirato un calcio fortissimo nello stomaco, mettendolo al tappeto.
“Ben fatto!" Ho gridato euforica. L’ eroe si girò verso di me, anche se non riuscivo a vedere bene la sua faccia, mi sembrava che mi stesse guardando perplesso.
"Stai bene?" chiese preoccupato.
"Sì sto bene. Grazie". Dissi con un piccolo sorriso. Lui si limitò ad annuire.
“E tu? Sei ferito?" Chiesi sperando che stesse bene.
Potrei dire che stesse scuotendo la testa. "Sto bene!" Ha detto.
"Chi sei?" Ho domandato. Non potrei mai ringraziarlo abbastanza, se non fosse stato per lui… Non volevo pensarci.
Il cavaliere dall'armatura brillante." Rispose con tono scherzoso. Anche se non vedevo il suo viso, mi è sembrato che stesse sorridendo.
Che idiota. La gratitudine che provavo era inspiegabile, ma perché non dovrebbe dirmi il suo nome?
Veramente stupido.
Vorrei poter vedere la sua faccia.
“E tu? Chi sei?” Mi ha chiesto.
"Bob il costruttore". Ho risposto.
Lui ridacchiò. “Così, abiti qui vicino?"
"Sì, proprio dietro l'angolo." Risposi.
Avrei potuto raggiungere casa, se non fossi inciampata.
"Dovresti tornare a casa, adesso." Ha detto.
"Già ... sul serio, non me lo dici chi sei?" Gli ho chiesto.
Si avvicinò a me e mi sussurrò all'orecchio. "No, se continui a chiedermelo."
Deglutii rumorosamente, era molto vicino a me.
Ho fatto un in passo indietro. "Io dovrei andare." Ho detto. Mi sono voltata e ho iniziato a camminare verso casa. Dopo pochi passi mi sono fermata, mi sono voltata, era ancora lì che mi guardava.
"Grazie." Dissi piano, lui annuì e ho continuato verso casa mia. Ho aperto la porta di casa e ho guardato la strada in lontananza.
Era ancora lì. Il cavaliere dall'armatura brillante. Ho sorriso pensando a quel ragazzo misterioso.
Ma scherzi a parte, perché cavolo ho detto Bob il costruttore? A cosa stavo pensando? Scossi la testa.
Entrai in casa. "Kim perché ci hai messo così tanto tempo?" Domandò la mamma, uscendo dalla cucina.
“Emh, ho camminato…lentamente….” Ho detto incerta, cercando di scappare verso la mia camera.
"Dove stai andando? Vieni a cena prima. E’ pronto." Ma proprio non potevo, non riuscivo ad avere fame dopo quello che è successo pochi minuti fa. Volevo solo farmi una doccia e andare a dormire.
"Mamma non ho fame. Ho mangiato un sacco di cioccolato." Le ho detto. Non posso dirle la verità. Non posso dire a nessuno la verità. Non riuscirei a parlarne.
"No Kim! Ora vieni subito a cena! Sennò non ti farò mangiare mai più cioccolato! MAI PIU'!" Mi ha minacciato, però sapevo che non era davvero arrabbiata.
Ho fatto un respiro profondo, poi sorrisi, cercando di mascherare le mie vere emozioni.
"Mamma! Ti prego, sono piena. Nel mio piccolo stomaco non c'è più posto". L’ ho supplicata mentre facevo una faccia da cucciolo. La mamma sospirò. Non sa dire di no a questa faccia.
"Va bene." Ha detto scuotendo la testa nella sconfitta. Ho finto un sorriso e mi sono trascinata pesantemente su per le scale, e poco dopo mi feci una doccia. Mentre mi lavavo i miei capelli, le immagini di questa sera mi balenavano nella memoria. Dopo aver finito, mi misi il pigiama, poi andai a letto.
Che cosa sarebbe successo se quel forestiero non fosse venuto in mio soccorso?
Non volevo pensarci. Sono riuscita a trattenere le lacrime davanti a quello psicopatico, perché non mi piace piangere davanti le persone, tuttavia, ora che sono sola, ho iniziato a pensare agli eventi di questa sera. Ho pianto per ore, allagando il cuscino.
Una volta, finito di piangere, mi sono asciugata le lacrime. Alla fine ho capito: questa notte sono stata molto fortunata.
Dopo tutti questi pensieri, mi sono addormentata pensando al mio principe azzurro.

FINE CAPITOLO

  
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