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Autore: Whity    04/09/2013    7 recensioni
Raccolta di one-shot partecipante alla trunter-week.
Giorno 1: Pigiama
Giorno 2: Gioco Della Bottiglia
Giorno 3: Teen Wolf AU - Drabble
Giorno 4: Biscotti - Drabble
Giorno 5: Cucina
Giorno 6: Mr Pussy
Giorno 7: Last Kiss
Giorno 8(facoltativo): Daddy Trunter
Oxymoron. Bianco e nero. Giorno e notte. Ying e Yang. Quando gli opposti si incontrano non può che nascere un qualcosa di più grande e più bello di loro.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Trent Nixon
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 1: Pigiama
Giorno 2: Gioco Della Bottiglia
Giorno 3: Teen Wolf AU
Giorno 4: Biscotti
Giorno 5: Cucina
Giorno 6: Mr Pussy
Giorno 7: Last Kiss
Giorno 8(facoltativo): Daddy Trunter

 

A Patrizia, la mia oca. ♥
Perchè non importa quante volte ti butterai giù.
Ovunque sarò ti riporterò a galla.
A costo di prenderti per i capelli.
Ti voglio bene.

#1: He's got me like nobody


 

Quando Hunter entrò in camera notò subito qualcosa che non andava.
- Che ci fai con quel coso addosso!? – chiese al marito.
Trent continuò a leggere il proprio romanzo, ignorando bellamente la domanda dell’altro.
- Trent… - provò di nuovo questi.
Niente.
- Nixon – un sibilo, un’occhiataccia e le braccia incrociate a coprire l’addome scolpito.
Sembrava di essere tornati indietro di dieci anni, quando erano ancora studenti della prestigiosa Dalton Accademy e si nascondevano in biblioteca per pomiciare in santa pace.
Trent posò il libro sul comodino, dopo di che si voltò verso il marito.
- Che giorno è oggi? – chiese con aria indispettita.
Hunter si prese il lusso di controllare la data segnata dalla radiosveglia prima di esclamare l’unica parola in quel momento gli fosse balenata nel cervello.
- Cazzo -.
Con uno sbuffò l’altro si voltò e spense la luce.
- Buonanotte -.
Si morse le labbra, evitando di pensare al fatto il marito si fosse dimenticato del loro anniversario e – ovviamente – al fatto che il giorno seguente sarebbero andati a prendere la bambina – la loro bambina – in istituto e il tempo per stare insieme avrebbe scarseggiato.
“Sono un cretino..domani mi tocca pure svegliarmi all’alba per togliere quei dannati petali e pulire il bagno” pensò l’uomo chiudendo gli occhi e cercando di ignorare la presenza del marito alle proprie spalle.
Si sentiva in colpa.
“Cazzi suoi”.
Aveva intuito Hunter se ne fosse dimenticato quando gli aveva telefonato nella pausa pranzo e il marito gli aveva detto avesse preso un impegno per la sera tanto “loro non avevano nulla da fare”.
Da quel momento il pomeriggio aveva iniziato a trasformarsi nell’incubo di un ubriaco. Aveva cenato da solo con cracker e gelato davanti ad una noiosissima sit-com che aveva il pregio di non richiedere sforzi intellettuali di sorta, poi si era cambiato e si era messo a letto senza nemmeno sistemare il bagno che aveva addobbato per l’occasione.
In pigiama.
Sentì la mano del marito carezzargli la schiena da sotto la stoffa.
“Non attacca, Claringhton”.
La mano scese all’elastico dei pantaloni.
- Piccolo – tentò Hunter, prendendo a massaggiargli un fianco – mi dispiace – la mano scese lentamente – davvero -.
“Non attacca. Non attac..”.
- Sai cos’è la cosa peggiore di tutte? – gli chiese Trent voltandosi – Che sono due settimane che organizzo, lavoro ore extra per guadagnare tempo oggi. E tu pensavi lo facessi per cosa? – sibilò tentando di spingerlo via.
Si voltò di scatto, cercando di impedire al marito di vedere una lacrima rigargli lo zigomo.
In quell’esatto momento Hunter Clarington si sentì un verme.
Un enorme repellentissimo verme.
Sospirò stendendosi per bene e passando le braccia attorno ai fianchi del marito.
- Piccolo non piangere – mormorò – So che ora mi detesti ma ti giuro che tra la bambina e i documenti e Sebastian che è il socio peggiore della storia non ho avuto il tempo di realizzare… -.
- Come se io lavorassi con gli hoompa-loompa – borbottò l’altro, non riuscendo a evitare di coprire una mano del marito con le sue.
- Facciamo così – continuò Clarington – ora ti butti nella vasca in fiore, io ti raggiungo e ti fai fare le coccole – si interruppe allo sguardo contrariato dell’altro – Non voglio scopare Trent. Voglio solo farti stare meglio, o almeno provarci… - concluse allungando il collo per incontrare i suoi occhi.
Mezz’ora dopo erano entrambi coperti di schiuma e petali e mentre Hunter gli insaponava delicatamente la schiena Trent lo guardò di sbieco per quella che era l’ennesima volta.
- Non credere di cavartela così a buon mercato Clarington. Domani pretendo almeno almeno la colazione a letto -.
 

Perché non importa quante volte sbagliamo.
Nel momento in cui cerchiamo di rimediare gettiamo nuovi colori, nuove luci, nuova vita.
Sempre.
Anche quando scordiamo un anniversario e tentiamo di farci perdonare con un cornetto a letto e un caffè già zuccherato.
Perchè la vita è questo: un continuo rincorrersi di scelte, errori, ammende. 
Fermarsi a contestarne una significa ignorare volontariamente tutto il bello che ci regala.
   
 
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