Dolci (e) ricordi.
 
 
-Danny
 
Ero in cucina da più di mezz’ora con l’intento di preparare quella che doveva essere una sopresa per Ethan. Non sono mai stato bravo ai fornelli e questo l’abbiamo sempre saputo entrambi ma ho deciso che per questo nostro anniversario avrei fatto qualcosa di “diverso” tanto per mettere anche me alla prova.
Guardo diffidente quel pasticcio informe. “E questa dovrebbe essere una torta alle mele?”, mi chiedo. “Credo non sia neanche mangiabile. Avrei dovuto optare per...non so...una serenata. Me la cavo meglio con la musica.”
Sbuffo, ma mi rimbocco le maniche e ricomincio da capo ripromettendomi che sta volta sarà almeno un poco presentabile.
E mentre mischio ingredienti vari, la mia mente comincia a vagare tra i ricordi.
 
La prima volta che lo vidi era in biblioteca. Avevo appena svoltato un angolo e incauto cominciai a fissarlo fin quando non sbattei contro un ragazzo e gli feci cadere i libri di mano. Mi scusai e pensai di aver fatto davvero una pessima figura. Mi sedetti quasi demoralizzato a un tavolo e poco dopo arrivò anche lui. Subito il sorriso mi si strampò sulle labbra e imbarazzati cominciammo a parlare.
 
Aggiunsi zucchero e uova nell’intruglio che si stava formando tra le mie mani.
 
L’avevo visto spesso coperto di sangue e ogni volta ero impotente ai suoi occhi. La rabbia mi montava dentro ma non potevo fare niente e poi lui miracolosamente guariva.
Ovviamente però ci sono stati momenti in cui non pensavo affatto a questi dettagli. Contava solo l’amore che ci univa anche se a volte, sul più bello, se ne andava senza darmi spegazione alcuna. Come quand’eravamo al Motel e lui mi lasciò li solo sul letto. Oppure facevamo conversazioni “strane” e la maggior parte del tempo mi metteva in guardia su ciò che poteva succedere.
 
“Ah, ma io ancora non sapevo del suo piccolo segreto peloso...”, pensai sorridendo. “Beh, non che le cose siano cambiate. L’ho amato e lo amo lo stesso, anche dopo tutto questo tempo.”
Inforno il pasticcio guardando l’orologio, fiducioso. Non ci dovrebbe mettere molto a cuocere. Mi butto sulla sedia chiudendo gli occhi e poi lo sento: il pianto di un bambino.
Corro subito per le scale e apro la porta. Eccolo lì quel piccolo fagottino in lacrime. La prendo in braccio e cerco di calmarla “Tranquilla, tranquilla piccola. Papà è qui.” Continuo a cullarla ma quasi senza risultati. Smette di piangere e a quel punto sento la porta di casa: è Ethan. Scendo le scale e gli vado incontro, come se non lo vedessi da mesi.
“Sera amore”, dice baciandomi delicatamente le labbra. “Sera”, rispondo sorridendo.
Poi si rivolge alla bimba “Ma ciao. Chi è mai questa bella bimbetta, eh?” Lei incomincia a ridere allungando le braccia verso Ethan. “Voi venire da papà? Vieni, vieni da me.”, dice prendendola in braccio. Io ammiro quella scena estasiato, ricordandomi solo allora del dolce. Corro verso il forno con la paura che abbia di nuovo combinato un casino. E ho ragione. Cerco di riparare al danno, mortificato e spero che Ethan non se ne accorga. Purtroppo per me però mi viene vicino con la bimba in braccio e imitando una voce da bambino dice “Papà fai sempre casini!”
Sorrido leggermente “Mi spiace, volevo farti una sorpresa ma...”
“Oh, non importa”, mi bacia “Ho già prenotato un tavolo per due a quel ristorante che ti piace tanto.”, lo guardo negli occhi e non posso fare a meno di accarezzarli una guancia con il palmo della mano. “Dai su, preparati a passare una bellissima serata.”
“Non vedo l’ora, ti amo.”, i nostri nasi si sfiorano, le nostre labbra si voglio assaggiare “Anche io, non sai quanto.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*si nasconde in un angolino* non tiratemi pomodori, please. Ho cercato di fare del mio meglio e... ehi Confettina ho seguito il tuo consiglio, grazie ancora ;)
Qualsiasi cosa vogliate dirmi recensite.