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Autore: Dysia    04/09/2013    0 recensioni
Solitamente ci siamo sempre divertite nel pub, eppure quella sera non facevo altro che avere la testa tra le nuvole.
Fissavo il mio drink, che per merito delle luci colorate assumeva colori diversi ogni due minuti.
La testa era dolorante, come se mi avessero tirato un colpo con un martello.
Da qualche minuto si erano avvicinati due ragazzi, che ad Allorset frequentano l'ultimo anno.
Uno di loro, quello che parla con Mysia, lo conosco.
Walter Hill, il quinto satanasso.
Mysia ci sbavava dietro, lui sbavava dietro me, ora non più. Grazie al cielo. In compenso in questo momento mi trovavo il suo amichetto attaccato, Robin o qualcosa del genere. Nemmeno mi ricordo.
Mi parlava, nonostante gli avessi ripetuto più volte che non ero in vena di chiacchierare.
Sentii il telefono vibrare nella tasca del mio pantalone, così lo tirai fuori e scattai in piedi quando vidi che era Drew.
Uscii velocemente fuori dal pub e risposi...
Genere: Fluff, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Le Filysin sono creature semplici, piccoline e generalmente bianche. C'è chi crede che queste creature si siano generate da residui di magia bianca lasciata accanto a...- Kayla e la sua parlantina continua mentre fa ripetizioni a me e Lexus sull'ultima lezione di creature magiche.

Che qualcuno mi spieghi come si può stare attenti alla lezione se il professore è un Elfo ultracentenario con l'aspetto di un 28enne bello da paura. La maggior parte di noi necessitava infatti di una ripetizione.
Beh... C'è anche da dire che né io né Lexus avevamo bisogno di ripetizioni per colpa del professore.
Lexus è lesbica, io ho la testa altrove.... e sono fidanzata.
<< Anche se non mi dispiacerebbe saltare addosso al profess- >>
Scossi velocemente la testa, battendo forte la mano sopra la fronte.
Dio mi sento una persona orribile solo per aver sfiorato quel pensiero.
Kayla mi guardò scocciata e con la bocca schiusa – Se devi picchiarti da sola vai nella tua stanza, tanto è a due passi da qui-
- Eh? Ah, no, stavo pensando-
- Ah. Allora finiscila di farti seghe mentali su Drew- schioccò la lingua e riprese a parlare.
La fulminai con lo sguardo, ma lei mi ignorò.
Sa' bene che non è un argomento da toccare quello su Drew, eppure sembra quasi che lo faccia apposta.

Qualche giorno fa Zacarias corse da me, chiedendomi se avessi visto Drew da qualche parte, visto che non aveva fatto ritorno in camera sua quella notte.
Scossi la testa accennando un sorrisetto, dicendogli che probabilmente era a Little Esuki a “svagarsi” e che a breve sarebbe tornato. Gli chiesi perché gli serviva, e mi porse davanti un suo libro dicendo che doveva restituirglielo. Lo presi e lo guardai, sfogliandolo un po' – Sicura che sia lì?- domandò grattandosi la fronte.

Annuii, e lui riprese a parlare – Okay ma.... C'era bisogno di tirar via tutta la sua roba dalla stanza? Insomma.... Sono andato in camera sua, ho bussato più volte, ho aperto la porta e.... C'era solo il letto rifatto, ma non c'era nient'altro se non i mobili vuoti- mi rispose spostando la mano dalla fronte e corrugandola.
Mi vennero i brividi nel sentire quelle parole - Cosa?- sussurrai, e lui annuì lentamente, guardandomi negli occhi.
Abbassai lo sguardo, poi lo rialzai e mi misi a ridere – Bello scherzo, per un attimo c'ero cascata!- poggiai la mano sulla sua spalla, ma lui non rideva, e di solito Zac non regge quell'espressione seria e preoccupata per più di cinque minuti se si tratta di uno scherzo.
- Daph – spostò la mia mano – dico sul serio, ha portato via tutto-
- Se fosse andato via mi avrebbe avvisata, lo conosco-
- Mi stai dicendo che non sai dov'è?-
- Te l'ho detto, sarà a Little Esuki!-
- E a cosa gli serviva tutta la sua roba?-
Feci per rispondergli, ma dalla mia bocca non uscì un suono.
Zacarias mi lasciò lì, con la scusa che andava a cercarlo e, se l'avesse trovato, l'avrebbe riportato indietro a costo di portarlo sopra una carriola.
Umorismo davvero fuori luogo.


La mia stanza sembra così vuota, desolata, fredda... Sopratutto fredda.
E sebbene fossi raggomitolata su me stessa ai piedi del letto con le ginocchia contro il petto, continuavo a sentire un freddo pungente che mi penetrava nelle ossa.
Ero stata in camera di Drew, e Zazu aveva ragione: non c'era veramente più nulla di suo, e a me restava solo la sua maglietta che gli presi qualche notte fa, mentre giocavamo sul letto.
Portai le mani sui capelli, tirandoli indietro più volte e massaggiandomi la fronte.
Mi sentivo esplodere, mentre una parte di me si domanda gridando che cazzo ho combinato sta volta.
Strinsi le mani sui capelli, accorgendomi poco dopo che il telefono vibrava sul letto.
Mi voltai di scatto e lo acchiappai al volo, fissando un attimo lo schermo. Non c'era scritto nessun nome, ma ero più che certa che fosse Drew.

Accennai un sorriso spontaneo e risposi il più in fretta possibile, portando una mano sui capelli
- Drew, finalmente! è... è tutta la sera che..-
- Scusami-
- Perché ti scusi?-
- Sto partendo-
- Cosa? Per dove?-
- Più avanti ti spiegherò. Ora non posso-
- Tornerai?-
- Devo andare-
- Non mi hai risposto..-
- Ti amo- rimasi leggermente spiazzata. Non per il “Ti amo”, ovviamente, ma per il tono frettoloso e freddo con cui lo disse.

Sentii i suono che segnava la fine della chiama. Guardai lo schermo, corrugando la fronte.

Sollevai gli occhi al soffitto, scivolando con la schiena fino a poggiarla sul pavimento.
Singhiozzai un paio di volte prima i cominciare a lacrimare, ma a dire il vero non realizzai subito l'accaduto.

Nell'arco di una o due ore mi alzai tante di quelle volte dal pavimento, andando verso la porta dicendo “devo andare da Drew a raccontargli che cazzo è successo”, dimenticandomi delle due cose importanti:
1) Non c'è;
2) Lui era il diretto interessato.
Il resto della “bellissima” serata la passai raggomitolata sul letto, stringendo il lenzuolo assieme alla maglietta di Drew. Chiusi gli occhi respirando il suo profumo, ancora impresso nella maglietta.

In un certo senso me lo faceva sentire vicino.
 

- Stai bene?- chiese Mysia, passandomi l'ennesima pastina al cioccolato, che rifiutai esattamente come le altre.

- Sto da Dio, non vedi?- indicai il mio volto, palesemente distrutto dalle occhiaie.
Mysia si morse il labbro – Dovresti dormire di più!-
- Dovresti farti di più gli affari tuoi- sbottai scocciata.
Era tentata di mollarmi uno schiaffo, glielo leggevo negli occhi - Non dormi da quasi una settimana, Daph. Ti farà male-
Una settimana? Era passata solo una settimana da quando era andato via? A me sembrava un mese.
- Oh, scusa se il mio fidanzato se n'è solamente andato senza dirmi nulla-
- Sì ma io non voglio vederti ridotta di nuovo in quello stato pietos.. Aspetta... Fidanzato?- mi è scappata una parolina di troppo.
- Ragazzo- borbottai per correggermi, sollevando il bicchiere d'acqua che avevo poggiato sul tavolino poco prima.
- Non puoi deperire solo perché Drew è lontano!- stavo per bere, ma la voglia mi passò dopo aver sentito le sue parole. Poggiai di nuovo il bicchiere ed abbassai lo sguardo.
- Ho fatto di peggio, e lo sai anche tu-
- Sì ma...-
- Era un caso completamente diverso, lo so'-
- E non era comunque giustificato-
- So' anche questo-
sospirò – lasciamo stare, avanti. Forza, sta sera si esce!- balzò in piedi, stiracchiandosi
- A dire il vero io non..- afferrò il mio braccio, costringendomi a balzare in piedi come lei.
Dire di no a Mysia è sempre stato impossibile.
Mi spintonò verso camera nostra, facendomi sedere sul letto ed afferrando la maglia di Drew, ancora poggiata accanto al cuscino.
- È una maglia da maschio?- chiese incuriosita, scuotendola davanti a me.
L'afferrai e la strappai via dalle sue mani, stringendomela al petto – È di Drew-
- Vorrai dire “era”....- feci no con la testa, e lei fece le spallucce - Come meglio credi. Alloooora-
si avvicinò al mio armadio, cominciando a frugare tra magliette e pantaloni, mentre io continuavo a stringere la maglia contro al petto.
In poco tempo tirò fuori un top nero, con una croce disegnata sopra e dei pantaloncini corti in jeans. Vestiti che nemmeno ricordavo di avere.
- Questi!- disse tirandomeli contro – infilali, forza!-
Li presi in mano - Sembrerò una prostitut...-
- Devi solo provarli!- si sfregò le mani, guardandomi come si guarda la propria creatura appena creata – Che ci fai ancora qui? Fila in bagno a prepararti!- mi spintonò verso il bagno.
Abbassai la tavoletta così da poggiarci sopra gli abiti, e mi abbassai i jeans, facendo cadere per sbaglio il telefono giù dalla tasca
- Oh, merda!- borbottai, chinandomi a raccoglierlo. Guardai lo schermo, sperando che non si fosse rotto. Bene, non si era rotto, in compenso era finito da solo tra le ultime chiamate, ed i miei occhi caddero da soli sul numero con cui mi chiamò Drew una settimana fa.
Mi sedetti sulla tavoletta, infischiandomene degli abiti poggiati sopra questa, e cominciai a fare scorrere il registro finché non trovai l'ultima chiamata che feci al suo cellulare.
E se provassi a chiamarlo? Magari risponderebbe.
Magari in modo freddo, ma lo farebbe. E magari mi spiegherebbe il perché di questa sua sparizione.
Cliccai il tasto per chiamare, guardando lo schermo mentre trasformava il numero nel suo nome, e portai il cellulare all'orecchio, sentendo quasi con gioia che questo squillava.
Squillava... Squillava... Poi la chiamata venne chiusa. Corrugai la fronte, allontanando il cellulare dall'orecchio e guardando lo schermo, vedendo che c'era un messaggio da parte sua.
Lo aprii:
“Non posso rispondere adesso, ci sentiamo appena posso, te lo prometto”
Abbassai il telefono, fissando un punto preciso della parete. Non dovevo piangere, anche se ne sentivo il dannato bisogno.

Mi vestii alla svelta, uscendo dal bagno prima di avere un collasso dal caldo e dalla mia tensione o di combinare qualche cazzata degna di uno schiaffo sonoro da parte di Mysia.... Ed uno schiaffo sarebbe stato il minimo.
Si girò verso di me, dandomi uno sguardo veloce, poi mi tirò contro un altra maglietta viola che acchiappai al volo, cercando di ingoiare il nodo che mi si era formato in gola a furia di trattenere le lacrime – Credo che questa ti stia meglio. Ma... Ehi, stai piangendo?-.
Tirai su col naso e sorrisi, cercando di essere il più naturale possibile – No, giuro-
- Hai gli occhi lucidi..-
Schioccai la lingua – È solo un illusione- mi levai il top, mettendomi poi la maglietta viola e le scarpe ai bordi del letto.

Solitamente ci siamo sempre divertite nel pub, eppure quella sera non facevo altro che avere la testa tra le nuvole.
Fissavo il mio drink, che per merito delle luci colorate assumeva colori diversi ogni due minuti.
La testa era dolorante, come se mi avessero tirato un colpo con un martello.
Da qualche minuto si erano avvicinati due ragazzi, che ad Allorset frequentano l'ultimo anno.
Uno di loro, quello che parla con Mysia, lo conosco.
Walter Hill, il quinto satanasso.
Mysia ci sbavava dietro, lui sbavava dietro me, ora non più. Grazie al cielo. In compenso in questo momento mi trovavo il suo amichetto attaccato, Robin o qualcosa del genere. Nemmeno mi ricordo.
Mi parlava, nonostante gli avessi ripetuto più volte che non ero in vena di chiacchierare.
Sentii il telefono vibrare nella tasca del mio pantalone, così lo tirai fuori e scattai in piedi quando vidi che era Drew.
Uscii velocemente fuori dal pub e risposi, ma non ebbi il tempo di pronunciare una singola parola che cominciò subito a parlare – Scusami se non ti ho risposto, ero impegnato. Ma vedi? Ti ho richiamato. Te l'avevo detto che appena potevo ci saremo sentiti-
- Potevi anche farti vivo prima-
- Non avevo tempo- in una settimana non aveva avuto il tempo di chiamarmi? Sospirai, era meglio lasciar perdere.
- Ah.. Ti spiacerebbe darmi qualche spiegazione ora?-
- No, non posso dirti né dove sono né perché ci sono-
- Perché? L'avevi promesso!- non rispose, ma sentii chiaramente che schioccò la lingua.
Sospirai – Almeno puoi dirmi perché non mi hai detto niente?-
- Mi avresti fermato, impedendomi di partire-
- Oh... Quindi mi stai dicendo che sei in un posto pericoloso?-
- Più o meno-
- Avevi promesso che non mi avresti mai più lasciata da sola..-
- Non sei sola infatti. C'è Mysia, c'è Max, ci sono tutti mi pare-
- Non ci sei tu, degli altri non mi importa- sentii di nuovo il nodo alla gola. Cercai di mandarlo giù, non volevo che lo sentisse – Ti prego, torna qui-
- Non posso piccola. Se sono andato via è solo per te-
- Wow, quindi ti ho fatto scappare? Normale, io faccio paura-
- Cos.. No! Non intendevo questo!-
- E allora smettila con questi segreti e dimmi cosa intendevi!-
- Vorrei farlo, ma ti giuro che non posso e.... Cazzo no, Daph non piangere ora-
- Come fai a sapere che sto piangendo?- mugugnai mentre mi passavo le dita sotto gli occhi, cercando di non sbavare troppo il trucco.
- Indovina?-
- Il legame di sangue..-
- Già. Si sente forte e chiaro-
- Qualunque cosa tu stia facendo, ti prego sii prudente-
Fece un respiro profondo e soffocò una risatina - Sono sempre prudente-
Accennai un sorriso – non si sa mai. Tornerai?-
Ci mise un po' a rispondere, e questo mi fece raggelare il sangue - Suppongo di sì- disse infine.
- Avrei preferito che rispondessi solo di sì..-
- Farò di tutto per tornare, te lo giuro. E dopo non ti lascerò più, mai più-
- Non per la terza volta... - Sospirai
- Ehi...-
- Voglio solo un motivo per cui l'hai fatto sta volta, Drew-
- La prima volta è stato un incidente, lo sai-
- E questa?- non rispose, di nuovo. Ero stufa di questo suo silenzio. Avevo bisogno di risposte, e ne avevo bisogno ora.
- Devo andare ora-
- Cosa? Perché?-
- Ci sentiamo-
- Ma io veramente...- attaccò, senza nemmeno lasciarmi il tempo di finire la frase.
Guardai il cellulare con uno sguardo vuoto, poi mi sedetti a terra, fissando le macchine che mi sfrecciavano davanti.
Sollevai il volto al cielo, ritrovandomi il volto di Mysia.
Chiusi gli occhi e sospirai – Da quanto tempo sei qui?-
- Da qualche secondo, ma la signorina ha la testa per aria quindi non mi ha sentita arrivare-
- Già, sì, hai ragione-
- Alza quel culetto sodo dal marciapiede, si torna alla base!- Finalmente – Con Nicholas e Walter-
- Chi diavolo è Nicholas?- domandai corrugando la fronte
- …. Non si chiama Nicholas l'amico di Walter?-
- Credevo che si chiamasse Robin!-
- Insomma, come si chiama?!- chiese Mysia gesticolando velocemente, ed io scossi le spalle sollevando le mani
- Perché lo chiedi a me? In questo momento è già troppo se mi ricordo il mio nome!-
- CazzAAAAO Walter!- Mysia ed il suo sorriso più falso Mode-On. Si è salvata per culo.
Walter sfoderò un sorriso enorme.... Guardando me.
Sollevai gli occhi al cielo, pregando che quello svitato non mi si attaccasse di nuovo, perché era l'ultima persona che volevo in mezzo ai piedi - Ehi ragazze!- disse mettendo il braccio dietro al mio collo, che venne spostato da... dall'amico dal nome sconosciuto.
Sollevai di nuovo gli occhi al cielo – Ti prego, uccidimi- borbottai camminando.


Passarono due settimana... e le passai a rifiutare gli inviti da parte dell'amichetto invadente di Walter che, attualmente, io e Mysia chiamiamo William.
Mysia non ha fatto altro che rotolarsi sul letto come una povera gatta in calore per tutta la notte, nonostante tutto era più sveglia di me.... Dalle 7 e mezza di mattina. E Mysia non si è mai alzata così presto il fine settimana.
Io ero rimasta a letto tutta la sera, con la finestra chiusa, la porta chiusa.... Ed il piumone fin sopra la testa.
Mysia entrò con un passo degno di un pachiderma incazzato, aprì la finestra, la tenda e mi buttò giù le coperte
- Allora?- domandò incrociando le braccia al petto. Alzai gli occhi verso di lei, indicandola
- Quello è un succhiotto?- inarcai un sopracciglio, e lei si coprì il collo tossicchiando
- Io non ti mai indicata così quando ti vedevo il collo martoriato di succhiotti-
- Grazie per avermelo ricordato, la mia giornata non era già abbastanza pesante per i fatti miei-
- Non cambiare discorso! Alzati!-
- Va bene capo, va bene- mi alzai e lei sistemò velocemente il letto, così da non permettermi di coricarmi di nuovo.
Mi sedetti sul letto incrociando le gambe e cominciai a frugare nel mio comodino, mentre Mysia era corsa nel bagno a lavarsi i capelli e mi disse qualcosa che ignorai completamente.
Tirai fuori una foto di Drew, la poggiai sul letto e la fissai sfiorandola con l'indice praticamente incantata.
Nella mia testa c'era un casino totale. Ricordi e pensieri, forse per cercare di colmare il vuoto che stava tornando indietro.
Oltretutto il pensiero che lui fosse lontano ed in pericolo non faceva altro che rimbalzare per tutta la mente. Pensiero contrastato dal fatto che, oltretutto, era in pericolo a causa mia.
Non si era fatto sentire nemmeno un po', nemmeno per sbaglio. Il massimo che sentivo era la mia testa scoppiare.
Non mangiavo più, mi sembrava di essere tornata a quando ero piccola e lui non c'era.
Solo che, sta volta, non c'era mia madre per farmi dimenticare della sua esistenza... Ed oltretutto io non volevo dimenticare, solo alleggerire la sua assenza. Mi sarebbe bastato anche uno squillo, giusto per dire “Ehi, sono qui, sono vivo e vegeto”.
Mysia mi spinse, facendomi cadere dal letto – Mi ascolti quando parlo?!-
- Scusa.. Che c'è?- borbottai alzandomi da terra e guardandola – Sta notte si esce!-
- Di nuovo? E con chi?-
Ti prego, con tutti, ma non con William e Walter, non con William e Walter, non con William e....
- Walter e William- squittì, saltellando verso il bagno
- ….. Che bello.... -
- Cambiati!-
- Ma sono solo le 5 di pomeriggio-
Si affacciò dal bagno e mi fulminò con lo sguardo – Veramente, principessa Tempest, sono le 8 di sera!- Spalancai la bocca, poi scossi la testa
- E tu sei sveglia dalle....?-
- 7 e mezza di mattina-
- E dov'eri dalle 7 fino ad ora?-
- Con Trevor... Perché?-
- Si può sapere che Cristo stavate facendo?-
Allungò una mano fuori dalla porta, indicandomi con fare cattivo – Non ti permetto di giudicarmi!-
- Ehm...- optai per non fare ulteriori domande, mi alzai grattandomi la fronte e cominciai a cercare qualcosa di decente da indossare.

Walter ci corse incontro appena ci vide... due vicoli più avanti di dov'erano loro.
Continuo a chiedermi come faccia a vedere le persone ad una lontananza simile.
Ci spinse entrambe dentro un bar, nemmeno fossimo delle bambole con delle ruote sotto i piedi, e ci fece sedere ad un tavolo assieme a degli sconosciuti. Non ci presentò nemmeno, però da come parlavano tra loro sembravano essere persone simpatiche.
Walter ordinò per tutti senza nemmeno chiederci cosa volevamo noi... Tipico.
Un paio di giri di bevute e la maggior parte di loro era già ubriaco. Forse io e Mysia eravamo le uniche sobrie, non avevamo bevuto poi tanto. Io avevo lo stomaco chiuso, mentre Mysia... Non aveva proprio voglia di bere.
William mi circondò col braccio, ed io glielo spostai piuttosto infastidita.
- Rilaaaaaassati- disse lui, con “l'accento francesino” tipico di quando si è ubriaco, poi rimise il braccio dov'era prima. Lo fulminai con lo sguardo
- Leva questo cazzo di braccio prima che te lo tagli- sibilai tra i denti, e lui rise. Perché lo prende come un gioco se sono palesemente infuriata?
È risaputo che non sopporto le persone così.... Rompipalle?
Si sistemò i capelli biondi e spostò finalmente il braccio. Solo in quel momento notai che lui e Wal avevano “invertito” il colore dei capelli. E Walter moro, c'era da ammetterlo, non stava male.
- Olli, smettila di fare il coglione- sbottò Walter, come se fosse più infastidito di me dal comportamento dell'amico. Lui lo guardò e smise di ridere.
- Holly?- domandò Mysia sconcertata – Ma è un nome da donna!-
- O da cane....- borbottai io
- E poi credevo che si chiamasse William...- continuò Mymy.
- Oliver- disse Wal sorridendo – si chiama Oliver-
- Oliver e Daphne- sussurrò Will.... Oliver – Suoniamo bene insieme, non è vero?- cominciò ad accarezzarmi i capelli. Lo ignorai completamente, perché l'unica cosa a cui stavo pensando in quel momento era se ucciderlo in quel momento o più tardi.
- Allora? Che ne pensi?- continuò. Alzai lo sguardo verso i suoi occhi, gli sorrisi e schiusi le labbra
- No- tornai seria, abbassando di nuovo lo sguardo e massaggiandomi le tempie.
- Ma...-
- Olli.- sbottò di nuovo Wal.
- Ma la vedete quanto è fredda?- digrignò i denti Oliver, indicandomi
- Ti viene così difficile accettare che non ci stia?-
- Non parlate di me come se non ci fossi...- sussurrai
- Cederà, prima o poi!- tirai un sospiro e sollevai un sopracciglio
- Ma veramente io sono fidanzata, Oliver- ribattei, ricevendo un occhiataccia da parte sua e da parte di Mymy. A quanto pare il pensiero di e Drew fidanzati proprio non riusciva a vederlo ed era fuori dai suoi Standard. Mi dispiacerà darle quella notizia.
Oliver rise, come per sminuirmi, ma ottenne solo la mia più totale freddezza – e dov'è il tuo fidanzato?-
- … Ragazzo- sottolineò Mymy. Bella domanda.
- Lontano da qui, per tua fortuna-
- Secondo me ti ha scaricata- sbottò freddo.
Mysia spalancò gli occhi e traballò sulla sedia. Chiusi gli occhi e mi alzai, afferrai il cappotto ed uscì da lì, sentendo Walter chiedermi dove stavo andando, ma nemmeno lo risposi, oltre che per la rabbia sentivo la sua voce come un eco lontano.
Non sarei rimasta dentro quella bettola un secondo di più, sopratutto se lì con noi c'era quell'altro idiota e girare il coltello nella piaga e a dirmi cose che non vorrei nemmeno sentire per scherzo.

Tornai a scuola, materializzandomi direttamente nella mia stanza. Gettai via il cappotto e mi sdraiai sul letto, affondando il volto contro il cuscino ed infilando la mano sotto questo, tirando fuori la maglietta di Drew e fissandola in silenzio.
A quanto sarebbe stato utile ripetersi che ciò che ha detto Oliver erano solo cazzate, se il ragazzo che amo non si fa sentire per due settimane intere?
Scossi la testa, stringendo la maglietta in un pugno. Dovevo avere fiducia, anche se sembrava impossibile date le circostanze.
Probabilmente però, stare ferma in camera a fissare o il cuscino o il soffitto non avrebbe aiutato nemmeno un po'.
Sospirai e mi alzai, di tornare in quel bar non se ne parlava proprio.
Mi sedetti davanti allo specchio della scrivania, afferrai una spazzola e cominciai a spazzolare i capelli, poi mi raccolsi i capelli in due trecce.
Guardai la scrivania con aria malinconica, ricordandomi che, prima di mettere lo specchio sopra questa, c'era una mensola.
La stessa mensola dove sistemai i libri, il giorno in cui ritrovai Drew.
Ricordo perfettamente di essermi voltata verso Drew col libro in mano, perché aveva detto qualcosa tipo “Queste qui fuori continuano a spettegolare! Ora glielo faccio vedere io” e di essermi poggiata alla scrivania, perché lo trovai senza maglietta, poggiato allo stipite della porta dicendo alle ragazze lì fuori “scusate ma io e la mia ragazza staremo cercando di combinare qualcosa”, e poi di andare nelle loro stanze, perché volevamo silenzio.
Sorrisi a quel ricordo, poi sospirai e mi alzai, acchiappando dall'armadio un giubbotto in pelle nera ed uscendo in silenzio dalla stanza.
Neanche il tempo di uscire in santa pace dal dormitorio femminile, che ritrovai Oliver poggiato alla colonna che portava fuori dal corridoio.
- Cristo, che vuoi?- sbottai scocciata, e lui accennò un sorrisetto prendendo la mia mano destra e portandosela alla bocca
- Ti porto fuori- sussurrò, ed io sollevai gli occhi al soffitto (quante volte l'avrò fatto nel corso ella giornata?)
- No, grazie- borbottai e feci per andarmene, ma lui mi si piazzò davanti, facendo “no no” con la testa a pochi centimetri dal mio volto. Si fermò un attimo, fissandomi prima gli occhi e poi le labbra.
Gli sorrisi, notando che si stava avvicinando di più alle mie labbra - bella mossa, ti prego, avvicinati di più così posso tirarti una craniata- si fermò, deglutì e si sistemò i capelli, facendoli tornare mori e sollevando un sopracciglio come se si credesse un divo molto affascinante. Peccato, a me sembrava un deficiente con grossi problemi di eccessiva vanità immotivata.
- Vuoi uscire da questo buco di posto sì o no?- sorrise. Perché si ostinava a fare il “tenero” con me?
- Sì, ma non con te-
- E dai.... Un giretto solo-
- Ma sei tanto ubriaco...-
- E tu sei tanto sola- mi si formò un nodo in gola
- Colpo basso- sussurrai, e lui mi porse la mano
- Un giretto solo, promesso!-
- Giura-
- Giuro- sorrise di nuovo. Sollevai gli occhi al cielo, un giretto non avrebbe fatto male.

Il bar dove mi aveva portata non era chissà quale posto di classe, ma era sempre meglio della bettola precedente. Ero scocciata, e non facevo altro che guardare con aria schifata e scioccata i ragazzi e gli uomini ubriachi al bancone. Giocavano a tirarsi i bicchieri da una parte all'altra, a carta, forbici e sasso in elfico o lingue simili, commentavano in modi a dir poco pesanti le ragazze (tra cui me) nel bar. Alla fine, pure Oliver, sebbene fosse schifosamente ubriaco (più di quanto non sembrava poco prima), capì che era meglio andar via da lì. Infatti, quanto tempo ci siamo rimasti? 30 minuti? Nemmeno.
Ed ora ero sdraiata nuovamente sul letto, mentre Mysia dormiva talmente profondamente da essere ancora vestita e truccata e nemmeno se n'era resa conto. Avrei potuto risvegliare tutti i titani e nemmeno se ne sarebbe accorta.

Alai mi scosse così forte che ero stupita di avere ancora il braccio attaccato al corpo.
Saltellava come un cane (Sì, a quattro zampe), cercando di convincermi a partecipare al party che avevano organizzato a casa di Sarah.... Ossia, anche casa mia.
Non volevo metter piede a casa, non volevo vedere la faccia di Sarah, non volevo partecipare ad uno stupido party dopo che non sento il mio ragazzo da più di due settimane.
- Ti prego!- disse lei, mettendosi in piedi e tornando a scuotermi.
- No!-
- Non ringhiarmi contro!- ribatté, sollevando una padella che era poggiata sul comodino.... Solo Alai poteva avere una padella sul comodino della sua stanza.
- Ho detto di No, Alai-
- Stai così per colpa sua eh?! Io a Drew quando lo vedo lo picchio con questa, giuro!- la scosse un po', e gliela tolsi di mano sbattendola a terra.
- Non osare mai più dire una cosa simile davanti a me- sibilai tra i denti, e lei nemmeno si scompose per aver lanciato a terra la sua adorata padella.
Sospirò, e assunse la tipica faccia di quando sta per dire qualcosa di tenero – Daph, dai, almeno ti distrai!-
- Sto benissimo, non ho bisogno di distrarmi- mugugnai, e lei mi prese il braccio, schioccando le dita e cambiandomi gli abiti. Odio i poteri di Alai in questo momento.
- Sei pronta, possiamo andare!-
- Ma io veramente non...-
- Sh! Portaci a casa di Sarah!- sbuffai e strinsi la sua mano, smaterializzandoci dal dormitorio e materializzandoci al centro della casa, davanti a Sebastian che mi guardò come se avesse appena visto un miraggio.
Non fece domande su Drew... Strano, eppure è la prima cosa che mi chiede ancor prima di dirmi “ciao”.
Accennai un sorriso e mi tirai Alai dietro, che nel frattempo si era già cambiata (Nell'arco di qualche secondo) e si era piazzata davanti a me
- Il rosa non ti dona poi tanto... Va beh, ormai rimani così!-
- Con una magliettina e dei pantaloncini rosa?-
- Sì!-
Sentimmo il campanello suonare, e Sarah corse ad aprire... Senza nemmeno notarmi.
Feci le spallucce e spalancai la bocca notando la marea di gente che entrò.... Per quanto ne so', potrebbe essere tutta la scuola.

Mi sentivo fuori posto lì in mezzo, ero seduta sul divano accanto alla finestra, fissando fuori e fingendo di disegnare dei cerchi sulla mia gamba. La gente si gettava a terra, l'uno sopra l'altro, nemmeno volessero fare un ammucchiata,ed io mi limitavo a guardarli come se fossero pazzi... Mentre invece erano semplicemente ubriachi e/o strafatti.
- Ooh, Emily non sarà contenta- borbottò Sebastian poggiandosi al muro.
- Tanto poi toccherà a te pulire, no? Pooovero Seby- dissi in tono ironico, alzandomi e poggiandomi al davanzale della finestra.
- Nah, farà tutto Sarah, io non muoverò un dito. Che ci fai qui, principessa?-
- Alai mi ha costretta, dice che devo distrarmi- Sebastian annuì, e guardò fuori dalla finestra corrugando la fronte – a quanto pare qualcuno è arrivato in ritardo- borbottò, ed io mi voltai.
Sentii il sangue raggelarsi nelle vene notando quella macchina parcheggiata nel vialetto di casa, ed il cuore improvvisamente prese a battere velocemente. Scattai in piedi – Quello non è un invitato- sorrisi e corsi fuori, rischiando di inciampare due volte nel tappeto.
Mi stampai un sorriso ancora più grande in volto – Drew!- la mia voce sembrava quasi uno squittio, e cercai di calmarmi mentre lo guardavo scendere dall'auto. Più che altro, cercai di cancellare il sorriso, notando la sua espressione seria mentre avanzava e fissava la casa alle mie spalle.
- Sei qui! Non posso crederci!- avrei voluto corrergli in contro e stringerlo, ma non mi sembrava molto in vena di cose simili, evitava anche il contatto visivo, il massimo che faceva era far cadere gli occhi di tanto in tanto su di me, ma senza soffermarsi e tornando sempre a guardare la casa.
Cominciai ad avanzare anche io verso di lui – Stavo aspettando almeno una tua chiamata, in queste ultime due settimane. O anche uno squillo.... Che diavol...-
- Che ci fai qui?- domandò interrompendomi, ignorando completamente ciò che stavo per dirgli.
Quasi mi pietrificai per il tono distaccato.
Sospirai ed avanzai ancora un po' - Alai e Sarah, hanno voluto fare un Party e Alai mi ha... Trascinata- l'ultima parola fu quasi un sussurro, mentre lo guardavo allontanarsi di nuovo.
Scossi la testa e feci per seguirlo - Amore aspetta!- salì in macchina, dovetti fermarmi visto che le mie ginocchia tremavano.
Alzò di poco lo sguardo verso di me, riabbassandolo quasi subito.
Non riuscivo a parlare – Cosa c'è?- la mia voce era debolissima, ma la sentì comunque e mi guardò dalla macchina, senza rispondermi, poi guardò di nuovo la casa.
Mi guardò ancora un po', ed io ressi il suo sguardo, restando nello stesso silenzio che aveva lui.
Lo abbassai un attimo, volevo dirgli di restare, ma non mi sembrava per niente intenzionato, e poi sicuramente lo sapeva che volevo che restasse lì.
L'avrebbe capito da solo e sarebbe sceso dall'auto.... O almeno, così pensavo.
Il tempo di alzare di nuovo lo sguardo e mise in moto la macchina, sfrecciando via senza nemmeno girarsi un istante.
Sentii le lacrime solcarmi le guance, in pochi attimi cominciai a respirare pesantemente. Abbassai lo sguardo e cominciai a camminare lontana dalla casa, per le strade di Red Money.
Strade che, oltretutto, a quell'ora erano pericolosissime anche per esseri potenti come noi.
Ma non m'interessava, in quel momento volevo solo andar via, camminare fino alla scuola anche se questo sicuramente sarebbe stato stancante come poche cose. Ma almeno, forse, mi sarei addormentata velocemente una volta arrivata nella scuola, per via della stanchezza, e non avrei avuto il tempo di mettermi a pensare all'accaduto.

Avevo camminato per le strade per un casino di tempo, troppo, tant'è che alla fine chiamai Sebastian e gli chiesi di scorrazzarmi un po' in giro con la macchina, prima di riportarmi a scuola.
Mi addormentai sul sedile, ed il risultato è stato quello di sognare di baciare Drew.
Sognai un casino di luoghi, tutti posti dove siamo effettivamente stati, ed alcune parti del sogno erano semplici ricordi leggermente modificati, come quella volta che andammo in un bar e qualche deficiente cominciò a metterlo sottosopra.
Nel sogno, però, eravamo noi a sfasciare quel benedetto locale.
Rovesciavamo i tavoli, spaccavamo le bottiglie, ballavo sul bancone cacciando giù i bicchieri e le tazze del caffè addosso alle persone. Poi tornammo tranquilli, sdraiati sulle poltroncine, come effettivamente eravamo quella sera, fissando inermi quei ragazzi che si divertivano a spaccare il locale. Poi per la noia appiccammo fuoco a tutto, osservano quasi divertiti le fiamme che divoravano ogni singolo tratto, ma che a noi non potevano toccarci.
Il colpo più basso di tutti era aver sognato Kantrak. Quel posto terribile in cui spero di non dover mai più mettere piede per il resto della mia dannata vita.
Sdraiata sul terriccio umido, con Alai poggiata alla spalla che già dormiva. Alai a Random, non mi stupirei di vederla a Kantrak effettivamente. Forse eravamo reduci da una corsa o qualcosa del genere, fatto sta che avevo la sensazione tipica di quando in un sogno sei assonnata: La pesantezza delle palpebre è talmente forte che per quanto tu possa sforzarti non riesci a tenerle aperte.
Mi voltai lentamente verso Drew, prendendo la sua mano, ma lui non la strinse forte quanto facevo io, sebbene ero tremendamente assonnata. E questo non era un buon segno.
Beh, era ovvio che i pensieri prima o poi sarebbero affiorati in qualche modo, ma farmelo sognare era un colpo basso.
Il mio sguardo era completamente perso, la vista annebbiata, gli occhi pesanti ma non intendevo chiudere occhio di nuovo. Non in quel momento, era meglio far passare ancora un po' di tempo o c'era il rischio che avrei ripreso a sognare la stessa cosa. Ed a quel punto essermi svegliata in quel momento sarebbe stato inutile.
- Secondo me dovresti solo smetterla di pensarci- sussurrò Sebastian tenendo gli occhi puntati sulla strada – Non ti vedevo in uno stato come questo da..-
- Da quando ho lasciato Ryan. Sì, lo so'-
- Sei troppo giovane per queste cose- borbottò lui. Un affermazione del genere da parte sua era prevedibile. Continuerà sempre a vedermi come la sua piccola bambina.
- Quali cose?- in realtà sapevo bene dove voleva andare a parare, ma preferivo che lo dicesse lui.
- Il fidanzamento, questa strana sofferenza che hai... Insomma, hai appena 19 anni, sei troppo giovane per queste cose- posò lo sguardo su di me, rivolgendo o di nuovo poco dopo alla strada – Questa cosa ti ucciderà se non la sistemate-
- Si sistemerà, voglio essere ottimista anche se ho ben poco per farlo-
- E oltretutto questo tuo “Amore” sta diventando malsano, per te-
- No, quello con Ryan era malsano-
Schioccò la lingua – Ma che ne vuoi sapere-
- Quando ci sbatti il muso per diverse volte è facile da capire la differenza di quando uno è positivo e l'altro è negativo. Il brutto è quando quello positivo finisce ed il distacco di trasforma in un incubo, perché diventa anche quello quella cosa che a volte ti uccide dentro, lentamente, spesso senza rendertene conto.
Stai male, ti divora pezzo per pezzo e a volte senti come se ti mancasse l'aria.
Ti manda fuori di testa. Involontariamente, ma lo fa'. È quello l'amore malsano. Capisci di essere morta dentro nell'esatto momento in cui smetti di preoccuparti degli altri, di tutto il resto, perché stai male tu e ti sembra di essere fatta di ghiaccio e metallo. L'apatia pura verso tutto e tutti.
Al massimo ti preoccupi quando stanno male le persone che ami più della tua stessa vita, ma sotto sotto senti che ti importa fino ad un certo punto.
Stai male, ma non vuoi darlo a vedere. Così ti crei il tuo piccolo mondo e la tua bella corazza impenetrabile, indossi ogni giorno la tua fottuta maschera finta col sorrisone stampato, giusto per dire “Sto bene, sono intatta, sono viva”, mentre invece dentro di te gridi il perfetto contrario di tutto ciò, ma non vuoi farlo sentire a nessuno.
Anche se le persone che ti conoscono, che ti stanno accanto ogni giorno, sanno che menti.
Capisci di star guarendo solo quando rincominci a vedere che il mondo attorno a te crolla- voltai gli occhi verso di lui - A quel punto non sai più se stai meglio in quel momento o stavi meglio prima, quando indossavi la corazza per non far passare nessuno.
Ti sentivi debole prima, ti senti più debole e nuda quando ti esponi ad altri e riveli te stessa.
Ecco come mi sentivo quando ho avuto la rottura con Ryan-.
Si morse il labbro – ritratto allegro! E la cosa “divertente” è che ho assistito alla diretta
- Beh, in questo momento non hai davanti l'allegria in persona, Seby-
- Beh, pensa che prima della rottura era qualcosa di positivo. E pensa che ora non ce l'hai più tra i piedi!-
- Già-
-Con Drew ti senti come quando stavi con Ryan?-
Contrassi la mascella – Non paragonarlo nemmeno lontanamente, Drew è diverso da Ryan- sibilai tra i denti. Sebastian alzò un sopracciglio – Okay, okay, scusa-
Passarono altre due settimane, e qui ci ritroviamo all'inizio di tutto.
Era la mattina dopo la ripetizione passata con Kayla tutor version e Lexus.
Lui non si fece sentire nemmeno in queste ultime settimane.
Ah, no, non è vero. Ha mandato un messaggio con un “Scusami..” il giorno dopo essere andato via in quel modo.
Non risposi, visto che Sebastian mi ha preso il telefono dalle mani e se l'è infilato nel pantaloni.
E no, non l'ha infilato nelle tasche, l'avrei sfilato senza mettermi problemi.
Ma le mani dentro i suoi pantaloni non le avrei messe di sicuro.
C'è anche da dire che in tutte queste settimane, l'amico di Walter, di cui ho di nuovo scordato il nome, mi stava col fiato sul collo chiedendomi di continuo “Quando usciamo di nuovo?”.
Credevo che il mio silenzio continuo l'avrebbe fatto stufare, invece sembrava divertirlo e motivarlo di più..

Quella mattina mi svegliai con una sigaretta in mano.... Una sigaretta che si era evidentemente consumata da sola. La stanza era piena di bottiglie vuote, ma non erano bottiglie mie.
Per una volta, il casino nella stanza mia e di Mysia non era stato causato né da me né da lei.
L'unico casino causato da me, era il letto completamente sfatto. Ed oltretutto avevo dormito ai piedi di questo per via del caldo.
Chi aveva causato quel casino? Alai. È da quando ho abbandonato la festa a casa Coccovich che si vendica incasinando la stanza. Ma forse oggi deciderà di smettere, visto che Mysia si farà sentire da parte mia, che attualmente a stento ho la voglia di respirare.
Scossi piano la testa, in un vano tentativo di alzarla, ma ricadde come se nulla fosse e sentii scricchiolare le molle... O forse era solo la mia immaginazione.
Sentii dei passi, poi intravvidi l'ombra di qualcuno che si chinava davanti a me - Vuoi alzarti sì o no?- ed ecco la voce di Drew.
Scossi la testa, tanto era solo un illusione.
Alzai poi lentamente la testa, per controllare e confermare.
Infatti, non c'era nessuno, se non Mysia poggiata allo stipite della porta che mi guardava talmente male da avermi fatto gelare il sangue nelle vene.
Mi alzai lentamente e pigramente, percependo ancora lo sguardo di Mysia su di me
- Vuoi farti il letto o c'è bisogno di chiamare la cameriera?- borbottò lei con tono sarcastico.
Scossi la testa – Faccio io, e lo faccio ora, contenta?- cominciai a girare attorno al letto mentre sistemavo le lenzuola e tutto il resto
- Sì! Pigrona!-
- Senti, vaffanculo, okay?-
-Insomma!- si piombò su di me, facendomi girare verso di lei e scuotendomi – Esci! Dissangua qualcuno, incendia appartamenti, fai litigare una coppia, fa esplodere la testa a qualcuno a furia di incasinargliela o fa saltare in aria le macchine di Max, ma per l'amor di Dio, esci da qui e prendi dell'aria fresca almeno la smetti di avere le allucinazioni sul tuo ragazzo!-
- Come fai a sapere che....-
- Sei la mia migliore amica, sei praticamente una sorella, queste cose le sento!-
annuii, ma dentro di me avrei voluto spintonarla via. Sapevo che aveva ragione da vendere, così lasciai perdere.
Il telefono di Mysia squillò, e lei sollevò gli occhi al soffitto, ignorandolo e guardando me.
Scrollai le spalle così che lei le lasciasse, poi la indicai – Non rispondi?-
- No, sicuramente è Robin, William, Holly la cagna o come damine si chiama-
- L'amico di Walter?-
- Sì, quell'altro imbecille che ti sbava dietro, insomma-
- E che vuole?- sollevai un sopracciglio
- Dice che è settimane che ti cerca al telefono ma tu lo ignori-
- Ah, no, non ho proprio il cellulare e.... Aspetta, come fa ad avere il mio numero?-
Deglutì e fece un sorrisone. Spalancai la bocca – GLI HAI DATO IL MIO NUMERO? MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITA PER CASO?!-
- scusa ero ubriaca- borbottò sottovoce e facendo un espressione da cucciolo bastonato.
Digrignai i denti e poggiai la mano sul viso – Per tutto questo tempo l'ho solo ignorato.
Leggi il messaggio, va!- Non mi ero nemmeno accorta che lo stava già facendo senza che gli dicessi nulla.
La vidi sorridere e la guardai con aria interrogativa. Alzò appena lo sguardo, ma lo riabbassò subito sul telefono e me lo passò -Tieni, messaggia tu con lui!-
Presi il telefono e la guardai alzando un sopracciglio – Perché?-
- Perché vuole parlare con te, non con me!-
- Ma tanto sicuramente vorrà chiedermi di uscire con lui, ed io non posso-
- Non puoi o non vuoi?-
- Entrambi- borbottai, e lei mise di nuovo le mani sulle mie spalle
- Tesoro, esci con lui, almeno ti distrai un po'-
- Ma Drew...-
- Drew non c'è, e poi che vuoi che succeda! Al massimo tenterà di baciarti, mica di stuprarti!-
- Non ne sarei tanto sicura....-
Mi ignorò e andò in bagno, lasciandomi lì col telefono in mano. Mi sedetti sul letto, cominciando a messaggiare con quello che Mysia aveva salvato come “Amico di Wal”.
Ed alla fine, accettai di uscire con lui. Almeno uno dei due sarebbe stato felice di una cosa simile.

- Quiiiindiiii.... Posso dire a tutti quelli che incontriamo che tu sei la mia ragazza?- disse William/Robin/Mike/Nicholas mentre metteva il braccio attorno alle mie spalle e camminavamo sul marciapiede della via centrare di Red Money
- No, perché non stiamo assieme-
- Ma magari un domani...-
- Sognatelo-
- Già fatto-
Assunsi un espressione schifata. Non osavo immaginare cosa aveva sognato di fare con me.
Scossi velocemente la testa e mi scrollai quei pensieri di dosso, poi lo guardai notando che assunse un espressione pensierosa.
- A che pensi?- sussurrai, ma lui sobbalzò come se gli avessi appena gridato nelle orecchie con un megafono.
- Al fatto che siamo in giro da un ora e ancora non ci siamo fermati-
- Ah- alzai lo sguardo.
Sotto sotto sembrava un tipo tranquillo... Quando non faceva il cascamorto deficiente.
Capitava male con me, ma magari qualcun'altra poteva starci. Ad esempio Fannì. Lei sicuramente ci sarebbe stava. Fannì ci sta con tutti, secondo me anche Loki, il mio cane, avrebbe avuto qualche Chance con lei.
Al momento, comunque, era innocuo, ed oltre al braccio attorno alle spalle non ha provato a mettere le mani da nessun'altra parte. Sembrava anche un po'.... Intimidito.
- Come mai non rispondevi ai miei messaggi?- domandò con un tono basso
- Te l'ho già detto, il mio cellulare è stato sequestrato. Sebastian ha detto che me l'avrebbe dato solo se il mio fidanzato avesse chiamato-
- Ah, giusto. Senti, perché non andiamo in un bar e ci fermiamo un attimo?-
- Ti prego, basta che non sia il bar dell'ultima volta- borbottai, e lui scosse la testa ridendo, poi svoltò verso sinistra e prese un vicolo piuttosto stretto.
In poco tempo, ci ritrovammo in un enorme parcheggio pieno di auto enormi. Mi sembrava di stare a casa di Max con tutte quelle auto parcheggiate e stra-lucidate, come se fossero appena uscite dalla fabbrica.
Il locale davanti a noi era norme, con una vetrina grandissima che faceva entrare sicuramente una luce stupenda nella stanza, ma all'esterno non si vedeva nulla, era vetro a specchio, e probabilmente era anche temperato.
Entrammo, e la prima persona che trovai dentro era Kayla seduta al tavolo con Lexus
- Ehi!- disse sorridendo Lexus, mentre Kayla si passò la lingua sulle labbra, voltandosi completamente verso di me e corrugando la fronte mentre guardava... Il tipo accanto a me.
- Kayla, Lexus- il mio tono smorto era da oscar, si sentiva proprio la mia allegria - Come mai qui?-
- Kayla voleva uscire un po', così da non farmi passare tutta la serata sui libri!-
- Che pensiero carino- accennai un sorrisetto forzato
- E lui chi è?- sollevai gli occhi al soffitto corrugando fronte, poi mi voltai verso di lui
- Ehm...?-
- Oliver- sollevò le sopracciglia come se fosse una cosa ovvia. Effettivamente lo era..... Per lui.
- Ah sì, giusto, Oliver... Sì- mi voltai e feci per andare ad un tavolo, e tra le persone mi sembrò di vedere Drew.
- La solita Daph- Sospirò Kayla, ed io continuai a camminare ignorandola.
Continuai a camminare, voltandomi di nuovo in direzione del punto dove mi sembrò di vedere Drew, rischiando di cadere in avanti quando vidi che lui era effetti lì, parlando con un ragazzo seduto davanti a lui come se nulla fosse, poi si voltò, continuando a parlare ma guadando me.
Voltai di nuovo lo sguardo, schivando il tavolino che avevo puntato poco prima per sedermi e andando a poggiarmi al bancone, rialzando poi lo sguardo verso Drew.
Era strano vederlo lì, molto strano.
Si zittì di colpo, tenendo gli occhi su di me ed Oliver.
Ero immobilizzata, come se qualcuno mi avesse conficcato dei chiodi sui piedi per bloccarmi al pavimento. Oliver notò quello scambio di sguardi, e tornò a mettere il braccio attorno alle mie spalle, stringendomi così a lui. Mi rassegnai e feci un respiro profondo, tornando a guardare dritto ma notando con la coda dell'occhio che Drew fece un sorrisetto sarcastico.
Avrei voluto tagliare quelle mani schifose ad Oliver, ma forse non lo fece nemmeno apposta.... Oppure sì. Non sapevo nemmeno a cosa pensare, avrei solo voluto correre da Drew, a costo di dover saltare sui tavoli e scavalcare le persone come un antilope in corsa.
La serata in quel bar era stata frustrante, gli occhi di Drew puntati contro con fare minatorio non erano esattamente piacevoli, e per qualche strano motivo avevo la sensazione che da un momento all'altro avrebbe lanciato il tavolo addosso ad Oliver.
Ammetto che ci speravo vivamente, perché Drew incazzato è estremamente sexy, e poi non mi sarebbe dispiaciuto guardarlo mentre staccava il braccio a quell'idiota che per tutto il tempo ha tenuto il braccio sulla mia povera spalla come se fosse stato attaccato con l'attack.
L'unico problema era che sicuramente dopo se la sarebbe presa con me. Non mi avrebbe staccato nulla, forse, ma.... Non volevo litigarci.
Mi strinsi nelle spalle, Oliver poco dopo aver abbandonato il bar mi aveva portato in un porto li vicino. Era ubriaco, di nuovo. E non aveva bevuto praticamente nulla. Magari aveva bevuto prima di uscire con me, e questo spiegherebbe perché dopo nemmeno un bicchiere di ciò che aveva ordinato (che io non avevo minimamente sentito visto che ero troppo intenta a far finta di non avere gli occhi di Drew puntati contro) era già ubriaco in un modo schifoso.
Non faceva altro che far cadere le sue mani sulle mie gambe, e puntualmente gliele spostavo.
Parlava in un modo talmente impastato che nemmeno lo capivo, alla fine ero troppo stufa di stare lì, ed ho preferito andare via, salutandolo con poco interesse.

Una volta arrivata nella stanza notai con piacere che Mysia non c'era. Meno male, ameno non mi avrebbe riempita di domande fastidiose.
Mi raggomitolai a terra, al fresco, nonostante non ci fosse per niente caldo. Strinsi il pugno contro la bocca e le gambe contro al petto, chiudendo gli occhi e lasciandomi invadere dai ricordi.
Okay, è vero, Drew c'era. Era tornato, ma dopo quella sera sicuramente m avrebbe odiato per il resto della mia vita. Il massimo che potevo fare era ricordare le giornate precedenti alla sua partenza.
Mi alzai dal pavimento e spostai i cuscini dal mio letto, acchiappai la maglietta e me la infilai, poi trascinai la sedia della scrivania davanti alla finestra.
Mi volta di nuovo verso la scrivania, notando che c'era il mio cellulare era poggiato sopra una pila di libri.
Squittì di gioia e lo presi, controllando per prima cosa i messaggi ma.... Sebastian. Aveva. Cancellato. Ogni. Singolo. Messaggio.
C'era anche da dire però che sicuramente non aveva avvisato,come la prima volta che era tornato.
Mi infilai il telefono in tasca, aprii appena la finestra, socchiudendola il tanto giusto per far entrare giusto un filo d'aria e mi sedetti sulla sedia, fissando la luna con fare malinconico. Odiavo le serate così silenziose, nemmeno i grilli volevano fare casino.

Passò così quasi un ora, sbuffai e poggiai i piedi sul davanzale della mia finestra ed inclinai la schiena sullo schienale della sedia.
Respirai profondamente l'aria fresca e pungente che entrava dalla finestra ancora socchiusa, socchiudendo poi gli occhi cercando di rilassarmi, il che, dopo tutto, non era facile.
- Questa giornata potrà mai andar peggio di così?- sussurrai tra me e me, e poco dopo il cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei pantaloni.
Aprii gli occhi e feci un respiro profondo -Ovviamente sì- sbottai secca, poggiando la mano sulla tasca e tirando fuori il telefono.
Un messaggio di Drew.
Decisamente, la giornata era cominciata male e, giustamente, doveva finire male.
Cominciarono a tremarmi le mani e a sudare freddo. Era come se il sangue si stesse maledettamente gelando nelle vene.
Accarezzai lo schermo col pollice, disegnando un cerchio invisibile attorno al suo nome, infine aprii il messaggio.
" Chi era quel ragazzo? "
Mi morsi istintivamente il labbro e gettai giù i piedi dal davanzale, facendo atterrare la sedia che, poco prima, misi in bilico su due piedi e nemmeno me n'ero resa conto.
Il contatto improvviso col pavimento fece un casino bestiale.
Incrociai le gambe sulla sedia, fissando a vuoto lo schermo del cellulare.
" Un ragazzo... Sinceramente non ne ricordo nemmeno il nome. Perché? "
Scesi dalla sedia, poggiando il telefono sulla scrivania e fissando lo schermo.
Come immaginavo, passarono pochi attimi prima di ricevere la sua risposta.
" La cosa dovrebbe rassicurarmi? "
Tale risposta non promette nulla di buono.
Sospirai, mentre rispondevo.
" No, ma credevo che la cosa non ti interessasse "
Presi in mano il telefono, mi piegai sulle ginocchia e gattonai fino alla parete, poggiandomi contro questa con la schiena.
Notai che c'era un messaggio.
La sua risposta.
" Perché mai non dovrebbe interessarmi? sei ancora la mia piccola "
Mi morsi di nuovo il labbro, riuscendo a perforarlo.
Il sapore del mio sangue non mi fece nemmeno trasalire, in quel momento avrei solo voluto lanciare il telefono contro la parete, affondare il viso contro le ginocchia e gridare dal nervoso.
O magari piangere fino a domani. Ma a cosa servirebbe poi? a nulla.
Assolutamente a nulla.
Risposi con la mano tremante
" Cristo, non mentirmi così spudoratamente.." da questo messaggio in poi, fu un continuo botta e risposta velocissimo.
" Tra i due sei tu che, a quanto ho visto sta sera, ti sei tranquillamente fatta un altro, no?
Sono stato veramente così facile da rimpiazzare?"
" Finiscila "
" Siamo arrivati al capolinea quindi... "
" No.. Non ho fatto niente con quello, ci sono uscita solo perché era da un po' che mi stava col fiato sul collo, ed avevo bisogno di distrarmi.
Te l'ho detto, non ricordo nemmeno il suo nome "
" Distrarti? "
" Già.... "
" Da cosa? "
" Lascia stare, dai. Rimane di fatto che non sei stato rimpiazzato "
" Non sembrava, credimi. Mi ha da fastidio vederti con quello. Mi si è gelato il sangue nelle vene"
" A me ha dato fastidio non vederti ed a stento sentirti per tutto questo tempo "
" Mi dispiace, credimi "
" Menti ancora.."
" Non mento, tanto meno l'ho fatto prima "
Strinsi la mano sul ginocchio, poggiando il telefono accanto a me.
Sotto sotto, dentro di me, sapevo che non mentiva.
Poggiai la testa alla parete, sollevando il viso al soffitto e chiudendo gli occhi.
Respirai profondamente, poi tornai a guardare lo schermo del telefono.
Scrissi istintivamente, mandandolo senza nemmeno rileggere il messaggio "A Daphne manca Drew ".
" E a Drew manca Daphne ".
Sì... Ma a me è come se mancasse l'ossigeno.
Stavo per rispondergli, ma mi arrivò un altro messaggio da parte sua “Avanti, affacciati alla finestra”
Sentii il cuore fare al salto e balzai in piedi, infilai il telefono intasca e mi sporsi fuori dalla finestra per vedere cosa ci fosse.
Nulla. Non c'era nulla.
Corrugai la fronte e saltai sul davanzale, accucciandomi.
Aspettai un paio di minuti e poggiai le ginocchia contro il petto, coprendole con la maglietta e rannicchiandomi.
Mi ha illusa che fosse giù, o comunque che ci fosse qualcosa che lo riguardasse.
- Che simpatico...- borbottai e strinsi le ginocchia nelle mani, affondando il viso contro la maglietta, cercando di non piangere.
Non ne potevo più di quella situazione, era troppo, tutte quelle settimane erano state pesanti e non ero più abituata a sentire quel vuoto così grande da prendere lentamente il sopravvento la notte, quando nessuno può vedere.
Sentii la porta chiudersi e dei passi leggeri, ma li ignorai. Probabilmente era Mysia. Mi stavo già preparando ad una serie di domande, e mi stupii del fatto che non mi chiese nulla già dai primi secondi.
Di colpo mi sentii abbracciare da dietro, e delle labbra mi percorsero il collo con diversi piccoli baci. Trasalii sentendo una risata – Lo so', sono troppo simpatico- girai gli occhi verso di lui, cercando di restare il più seria e lucida possibile
- Siamo modesti, eh?-
- Mhmh- mi strinse di più a sé, indietreggiando per farmi scendere dal davanzale, mentre continuava a depositare quei baci lungo il collo che lentamente si intensificavano.
Tentai di liberarmi dalla presa, e per un attimo ci riuscii, ma lui mi afferrò subito il polso e mi fece girare.
Liberai il polso rendendolo intangibile e lo guardai negli occhi - Che c'è?- chiese ricambiando il mio sguardo.
- Non lo so', dimmelo tu-
- Vuoi sapere dov'ero, vero?-
- Tu credi?-
- La parte della sarcastica non ti s'addice- rimasi in silenzio, e lui sospirò rassegnato – sono semplicemente riuscito a rintracciare quel gruppo di persone che mi lasciò le cicatrici. Temevo che se loro mi avessero trovato, avrebbero preso la persona che mi stava più a cuore e avrebbero fatto la stessa cosa che fecero a me anni fa'. Ed io non ho alcuna intenzione di perderti un'altra volta.
Oltre questo, immagina se Katherine li avesse trovati e contattati. Sarebbe successo il finimondo. Così sono andato dov'erano loro a .... Fargli una cordiale visita amichevole. Sono stato ospitato da amici, uno di loro era quello che c'era al bar. Per questo non ti ho detto nulla, e per questo a stento mi sentivi. Ho dovuto staccare il telefono, le persone che mi ospitavano oltretutto non ne avevano uno-
- Hai ragione, non ti avrei fatto partire-
- Ti conosco-
- Ma sono stata malissimo, ne sei consapevole?-
- Credi che io invece facessi i salti di gioia sapendo che tu eri lontana? Poi bellissima scena quella in cui ti vedo con quel ragazzo-
feci per ribattere, ma alzò un dito per zittirmi – Risparmia il fiato, so' già che non hai fatto niente con lui e che non ti ricordi il nome, me l'hai detto prima-
- E allora perché hai ritirato fuori questa storia?-
- Ma boh, per fare il drammatico-
- Ti sto odiando in questo momento-
- Bugiarda, sei felicissima di vedermi-
alzai gli occhi al cielo - E comunque niente mi assicura che ciò che hai detto è vero-
- Non mi credi? Ma quanta fiducia!-
- Tu mi crederesti?-
- Ci proverei almeno!-
- Che io mi ricordi, la volta che Benji ti disse di aver visto me e Ryan sulla spiaggia in “comportamenti sospetti”, ci volle un mio “quando ti deciderai a rivolgermi la parola dimmelo mh?”. E se non ricordo male dovetti cominciare ad andarmene da lì. Oltretutto, chi è stato ad allontanare Sam da me, un'altra volta?-
- Ma! Sono entrambi casi diversi, no? Non era di te che non mi fidavo, ma di Sam. E per la storia di Ryan avevo visto le immagini, se ti ricordi bene-
- Sì ma... -
- Ma niente e asc..-
- Aaah! Dannazione!- portai le mani sulla testa e chiusi gli occhi, riabbassandole poi di colpo – Perché diavolo ogni volta che finiamo col discutere in questo modo mi viene voglia di sbatterti al muro e zittirti baciandoti?! Che cazzo ho che non va?!-
si bloccò sbalordito, con gli occhi spalancati e la bocca schiusa che si curvò lentamente in un ghigno soddisfatto e malizioso, poi scoppiò a ridere
– Ehi! Non ridere! Non ci trovo nulla di divertente!- sibilai tra i denti.
Abbassò lo sguardo verso di me - Io invece sì! Anche tanto e... - ridusse gli occhi ad una fessura, poi mi indicò e sollevò un sopracciglio – è la mia maglietta quella?-
- Sì..-
- Perché ce l'hai tu?-
- Te l'avevo tirata via mentre giocavamo sul letto, me l'avevi lasciata e te n'eri andato a petto nudo. Sei esibizionista- dissi accennando un sorriso – Ha dormito con me in questi giorni-
- Dovrei essere io a dormire con te, non la mia maglietta-
- Non fare il geloso della tua maglietta!- sorrise e mi avvicinò di nuovo a sé, avvicinando se sue labbra alle mie per poi baciarmi dolcemente, sorridendo ancora sulle mie labbra.
Prima che potesse staccarsi gettai le braccia dietro al suo collo, stringendolo a me ed intensificando il bacio, sentendo poi le sue mani scendere sui miei fianchi ed accarezzarli.
Mi staccai dal bacio e poggiai la mia fronte contro la sua, sfregando piano il naso contro il suo e tenendo gli occhi chiusi – Non farlo mai più- sussurrai
- Ad andarmene intendi?- annuii, stringendolo forte – Promesso- sussurrò, poi allontanai la fronte dalla sua.
Fece per bacarmi di nuovo ma vibrò il telefono, così abbassai il volto per vedere chi fosse, ma prima ancora che la mia mano potesse raggiungere la tasca la raggiunse lui e lo tirò su lanciandolo in aria e riacchiappandolo al volo -Ohlé!- sollevai un sopracciglio.... e lo fece anche lui mentre guardava lo schermo del telefono
-Chi è?- domandai cercando di non ridere per la sua espressione mezzo allibita
schiuse le labbra e fece per schiarirsi la voce – William Nicholas Robin Robert Holly... Holly? Ma è un nome da cane! Messaggi con un cane?-
- Disse il lupo- gli presi il telefono dalle mani
- Touché-
- Comunque è il ragazzo che era con me al Bar.... Mi pare che si chiamasse Oliver. Ogni volta lo dimentico, pensa quanto mi interessa. Crede che staremo bene insieme, dice che “Oliver e Daphne” suona bene. Mi spiace deludere le sue aspettative ma non farò mai parte di una coppia che insieme potrebbe chiamarsi Oliaphne. Ti prego, fa schifo- cancellai il messaggio senza neanche leggerlo
- Sono ancora fermo alla frase “crede che staremo bene insieme”-
- Dimenticala- lanciai il telefono sulla scrivania, prima o poi si sarebbe spaccato a furia di lanciarlo ovunque in quel modo
Mi avvicinai al letto, levandomi i vestiti e gettandoli a terra, tanto li avrei raccolti l'indomani.
Fatta eccezione per la maglietta, che tenni addosso come se fosse un pigiama, poi mi infilai sotto le coperte e lo guardai – Vieni qui con me?-.
Sorrise e annuì, levandosi anche lui i vestiti e raggiungendomi sotto le coperte, circondandomi con un braccio e stringendomi a lui.
Gli presi la mano ed intrecciai le mie dita con le sue, facendo un respiro profondo mentre mi godevo la sensazione del vuoto che spariva e veniva colmato, di nuovo. Non ne potevo più di portare quel peso sullo stomaco.
- E se Mysia torna?- sussurrò
- Se non è tornata fino ad ora probabilmente starà dormendo da Trevor e tornerà domani pomeriggio- feci le spallucce – pazienza, se ci vede capirà e non farà domande.... Almeno, finché ci sei tu non le farà- povera me.

  
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