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Autore: Puk    14/10/2004    4 recensioni
Odio anche quella.
Così calda, così dolce e affettuosa, così... umana... Preferivo i vecchi modelli, con la loro fredda voce metallica che ti ricordava che sono solo macchine create da te. Ma poi vennero messi sul mercato modelli più moderni e sofisticati, che finirono per sostituirli definitivamente.
A volte capita che li chiami persino “mamma”. Disgustoso.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io odio il lunedì.
Lo odio con tutta me stessa. È sempre faticoso svegliarsi il mattino, soprattutto dopo un fine settimana di tutto riposo.
Sento una voce lontana che mi chiama “Svegliati, sono le 7 ”
Odio anche quella...
Così calda, così dolce e affettuosa, così... umana... Preferivo i vecchi modelli, con la loro fredda voce metallica che ti ricordava che sono solo macchine create da te. Ma poi vennero messi sul mercato modelli più moderni e sofisticati, che finirono per sostituirli definitivamente.
A volte capita che li chiami persino “mamma”. Disgustoso. “Cucina” ordino, ma mi correggo, e con la voce più falsa possibile aggiungo “...per favore.”
La stanza cambia: i mobili e il letto scompaiono, lasciando il posto ad un lungo tavolo in legno. Legno, almeno così sembra. Non si vede un vero pezzo di legno dal 3500, se non in case di ricchi collezionisti. Le ultime foreste vennero distrutte da incendi, alluvioni e tornado. Al resto pensò l’uomo, nella folle ricerca di un’ energia alternativa.
Parassiti, siamo solo parassiti. L’energia che usiamo viene dal nucleo di Q35, un piccolo pianeta disabitato lontano anni luce da noi. Disgustoso.
Ingoio la mia quantità di acidi giornalieri e mi avvio verso scuola.
Centinaia di quattordicenni stanno facendo lo stesso in questo momento, tutti con i musi lunghi e già annoiati alla sola idea di entrare in aula.
Hm, almeno questo è rimasto uguale.
All’inizio, quando ero piccola, avevo paura di muovermi sui nastri trasportatori, ma sono cresciuta e la paura per le altezze elevate è scomparsa.
Sono le otto. Puntuali le porte si aprono, e un fiume di ragazzi inonda la scuola.
Ogni volta che entro nelle aule non posso fare a meno che sorridere: ”Sembrano davvero reali! ...persino gli odori...“
Ma non so fino a che punto questo sia positivo.
Non mi sono ancora abituata ad entrare in simbiosi con una stanza.
Salutiamo il Computer Madre ed entriamo tutti nel mondo virtuale, per cominciare la lezione più interessante della giornata: pratica di Storia antica e società moderna. Il Computer ci spedisce all’interno di una scuola del 2000. Mi diverte vedere come imparavano i nostri antenati. Sono lì, tutti concentrati a capire decine di formule, memorizzare date e vocaboli. Tutte cose che noi impariamo durante il secondo File. Sorrido nuovamente: erano delle lingue bellissime. Peccato siano tutte lingue morte. Un impulso partito dal Computer madre mi raggiunge. Mi chiede ”Allora, come si riproducevano gli uomini nel 21° secolo? Da cosa veniva sostituito il Computer Famiglia? “
La so.

  
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